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Figa rovente


di Easytolove
22.01.2021    |    22.617    |    41 9.6
"Rifrugo nel comodino, e tiro fuori il pezzo da novanta, il monster dildo, trenta di lunghezza e dodici di diametro..."
Sono una donna ancora piacente, anche se matura, da qualche anno vivo da sola, ho una sessualità che non mi riesce di controllare, sento sempre il bisogno di sfogarmi, sono sempre alla ricerca di avventure, giovani maschi, anche di colore, dotati, sempre arrapati, resistenti, molte volte anche più di uno alla volta.
Non sempre mi riesce di trovarne qualcuno, e mi devo arrangiare come posso, con le mani, o con i giocatoli che mi sono comprata in un sexy shop vicino casa.
Questa mattina, mi sono svegliata con una tremenda voglia di cazzo.
Ho preso dal cassetto del comodino il grosso fallo nero di lattice, avevo la fica già tutta bagnata, e mi sono penetrata. L’ho infilato tutto fino in fondo, ho girato le due palle nere e dure verso il monte di venere, per sentirlo meglio dentro, l’ho afferrato con entrambe le mani, e a cosce spalancate ho iniziato a pomparmelo,
dentro e fuori, dentro e fuori, sempre più forte, cercando di piegarlo verso l’alto, per far forza sul grilletto, per accelerare il godimento.
Ma la voglia è davvero troppa, e difficile da placare, sento che avrò bisogno di qualcosa di ancora più grosso, di sentire tutti i buchi riempiti.
L’abbondante colatura che è uscita dalla fica, mi ha lubrificato anche il culo, tiro fuori il lattice scuro, e lo appoggio sul buco, lo sento che pulsa, come quando sto smettendo di urinare.
Approfitto di quell’istante in cui si dilata, e con un colpo secco lo infilo dentro.
Subito arriva quel classico istante di dolore, ma il culo è abituato, subito si predispone, riceve la dura gomma e si dilata, inarco la schiena, pompo per un mezzo minuto.
Poi sento la fica che reclama, anche lei vuole essere riempita.
Rifrugo nel comodino, e tiro fuori il pezzo da novanta, il monster dildo, trenta di lunghezza e dodici di diametro.
Entra con un po’ di fatica, lo sento che sfrega contro la gomma nera che mi sta riempiendo il culo.
Ma poi entrambi sono in posizione, ne prendo uno per ogni mano, e inizio a farli saettare, con movimenti alternati, si incontrano a metà strada, ogni volta una specie di sussulto mi sconquassa l’intestino, aumento la frequenza, sento le braccia che mi fanno male, poi il calore aumenta, l’orgasmo mi parte dal culo e poi mi raggiunge la vagina, il grilletto inizia a pulsare, squirto un getto di broda calda, sfilo la gomma nera dal culo e con un colpo secco la sostituisco con il monster dildo, ricomincio a pompare forte, mentre mi sfrego il clito con il palmo della mano, pochi secondi e rigodo, questa volta solo dal culo, una contrazione violenta che mi fa sputare fuori l’attrezzo, lontano in fondo al letto.
Nel buco spalancato infilo ancora tre dita, e mi trastullo con gli ultimi spasmi dell’orgasmo, con l’altra mano mi accarezzo la fica, aspetto che la respirazione mi torni normale, forse per qualche ora il fuoco che ho dentro alla vagina l’avrò placato.
Vado sotto alla doccia, il tepore dell’acqua che mi massaggia la nuca, e scende lungo il mio corpo magro, mi rilassa, riempio la mano di una schiuma profumata, inizio a massaggiarmi, la mia mente vaga, mi porta a desideri lussuriosi.
Ripenso a due giorni prima, alla gangbang che abbiamo organizzato io e la mia vicina, Carolina, lei è vedova, un po’ in carne, ma ha sempre voglia, come me d’altronde.
A casa sua, alla chetichella si sono presentati sei maschioni arrapati, frequentatori di un bar con videogiochi non lontano da casa.
Lei ci va abitualmente, gioca alle macchinette mangiasoldi, e una volta al mese riesce ad organizzare questi incontri.
Ci facciamo trovare già nude, io sono sdraiata sul suo letto matrimoniale, con le cosce spalancate, mi tocco e mugolo, lei va ad aprire, sento che confabulano nell’altra stanza, i suoi gridolini di gioia, si stanno spogliando, poi entrano tutti quanti.
Due sono di colore, grossi e muscolosi, i due cazzi neri sono già duri, nodosi, fuori proporzione.
Gli altri sono normali, come li chiamo io, i cazzi da pompino, li puoi ingoiare fino alle palle, senza rischiare di soffocare.
Carolina si sdraia di fianco a me, anche lei spalanca l’apertura, i due neri ci saltano sopra, e senza darci il tempo di pensare, iniziano a pomparci con ferocia.
Il ricordo mi risveglia la vagina, mi ritocco, la seduta con i cazzi di gomma non è servita, mi metto sulla seduta della doccia e mi allargo più che posso e sfrego con decisione, penso a quel grosso cazzo nero, ai colpi decisi che mi assestava, cerco di godere, ma le dita non bastano, infilo dentro tutta la mano, mi fisto per qualche minuto, e poi godo, caccio un grido strozzato, sussulto e mi placo.

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