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Scambio di Coppia

Heart of Glass


di Easytolove
16.02.2024    |    273    |    5 8.5
"Once I had a love and it was divine Soon found out I was losing my mind It seemed like the real thing but I was so blind Mucho mistrust, love's gone..."
Martin mi sta aspettando fuori dal locale dove ci siamo dati appuntamento.
Come prevedevo, si è agghindato nella sua versione”maschio pavone in cerca di preda”.
Lucido e colorato, traffica con il telefono, su di un tavolino sopraelevato ha sistemato un bicchiere con un intruglio azzurro, si guarda intorno con aria distratta.
A passo lento attraverso la piazzetta che ci separa.
Mi vede e si sbraccia “Pam sono qui!”
“Ma come cazzo ti sei vestita?”
Indosso il mio completo manageriale, quello che uso per le riunioni importanti sul lavoro, giacca e pantalone, e per esagerare ho messo una delle sue camicie di rappresentanza, e pure una cravatta intonata con il vestito.
“Scusa ma all’ultimo momento ho dovuto presenziare ad una riunione importante, e non ho avuto il tempo di passare a casa per cambiarmi”.
Dissimula male il disappunto, avrebbe voluto che mi vestissi un po’ da troia, covava la speranza di potermi esibire, attirare l’attenzione.
Anche se ho cercato di mantenere un alone di distacco e poco interesse per questa uscita, so benissimo cosa trama nel suo intimo malizioso.
Bisogna sapere che questo posto, un tempo uno dei bar più centrali e ben frequentati, è stato ristrutturato, e trasformato in un cocktail lounge, apericena che si protraggono fino a sera tarda, e popolato tra le altre cose, da alcuni gruppetti di scambisti, che qui allacciano i primi approcci, per poi finire la serata in luoghi lontani da sguardi poco discreti.
Questa cosa l’ho scoperta per caso, dalla parrucchiera, che si confidava con una cliente, non si erano accorte della mia presenza, o forse volevano proprio che le ascoltassi, spettegolavano su di una coppia di loro comuni conoscenti, abitudinari frequentatori, e noti scambisti di lungo corso.
La vecchia storia di quello che racconta, qualcosa di curioso al riguardo di un suo “amico”.
Da tempo sospettavo di Martin.
Ormai lo conosco troppo bene, gli conto tutti i peli del corpo uno a uno, quando scopiamo a volte lo sento svagato, e dopo, inizia strani discorsi, mi ha pure chiesto, se sono mai stata con una donna.
A me il cazzo piace, e anche molto, ma a volte, quando incontro qualche donna troppo attraente, non resisto, la voglia di figa mi assale incontrollata, e cedo inesorabilmente alla tentazione.
A volte capita riesca a concludere con quella che è l’oggetto delle mie brame, altrimenti mi devo accontentare di un paio di surrogati, due amiche di letto, lo facciamo un paio di volte al mese, di nascosto,
siamo tutte sposate, e con nessuna intenzione di mettere in piazza le nostre faccende private.
“Dai entriamo, che è da un po’ che ti sto aspettando, va a finire che non troviamo più posto a sedere”.
Ci inoltriamo nel locale, che un tempo era arredato con uno stile informale, e ora invece è ricolmo di richiami pop, acciai e cristalli, poltrone colorate, tavolini bassi e lucidi.
Nel centro un grande bancone, dove alcuni barman agitano gli shaker, e riempiono di liquidi colorati enormi bicchieri ricolmi di ghiaccio.
Prendiamo posto nell’ultimo tavolino rimasto libero, sprofondo in una delle quattro poltrone che lo circondano, Martin si accomoda di fronte a me.
Mi guardo intorno, e metto a fuoco la fauna che ci circonda.
Ci sono gruppetti di ragazzi e ragazze che in piedi chiacchierano e vagano, tutti con qualcosa da bere stretto tra le mani, e poi seduta una fauna variegata , impegnata a conversare, uomini e donne mischiati, alcuni apparentemente distratti, la solita situazione che si viene a creare in questi luoghi di svago, gente che si prende una pausa dalla vita.
Arriva un cameriere, Martin ordina un negroni, io il solito analcolico, ormai sono mesi che non mi ubriaco.
Poi la mia attenzione si sposta verso il bancone dove, è apparsa una barista, il prototipo della donna che mi fa azzerare i freni inibitori.
E’ la fotocopia di Debbie Harry negli anni settanta, caschetto biondo, occhi azzurri, labbra carnose, magra e slanciata.
Ha una canottiera bianca, mostra le spalle muscolose, le braccia sottili, che agitano lo shaker , con le tette sode e corpose che ballonzolano sotto al bianco cotone sottile.
Resto per qualche minuto estasiata a contemplarla, lei si muove leggera, versa il liquido con un movimento sensuale, avvicina e allontana il bicchiere, dall’alto verso il basso, sembra quasi servirlo su di un piatto argentato.
Ogni tanto si guarda intorno, osserva i tavoli più vicini, intorno al bancone, e per qualche istante i nostri sguardi si incrociano.
Sono quei pochi secondi che, spesso sono indicativi, manifestano un interesse reciproco e finalizzato inequivocabile, solo per coloro che ne sanno cogliere il significato.
Sono talmente assorta e distratta dalla barista che, non mi sono accorta dei due che si sono accomodati nelle poltrone rimaste libere.
Martin come se li stesse aspettando, ha già iniziato a conversarci, lo sento che mi chiama e mi chiede conferma di qualcosa che sta comunicando a questi due sconosciuti.
Sono costretta a trasferire su di loro la mia attenzione.
Lui è un tipo pelato, abbastanza normale, vestito in modo informale, lei si vede che è molto più esuberante, provocante molto più di quello che si potrebbe permettere, un po’ rotondetta strizzata in un vestitino corto e poco adatto alle sue forme troppo procaci.
Parlano di vacanze, e rispondo che si, le Maldive sono belle, ma che dopo due giorni ci si annoia a morte.
Inizio a chiedermi se nelle oscure intenzioni di Martin ci sia quella di trascinarmi in una scopata a quattro con questi poco interessanti personaggi.
Resto volutamente ai margini della conversazione, ogni tanto rivolgo lo sguardo verso il bancone, e mi accorgo che la mia Blondie, ora è quasi sempre girata verso di noi, e mi dardeggia con occhiate rapide.
Decido che sono troppo attirata da quella creatura, mi spiace per Martin, ma lo abbandono , probabile che senza di me, quei due si avventureranno per la strada che avrebbe portato ad una scopata a quattro,anche se sono convinta che fossi io l’oggetto delle brame, sicuramente di lei, quella che trascina il marito in questo gioco.
Mi tolgo la giacca, arrotolo le maniche della camicia, e allento il nodo della cravatta, sbottonando il colletto.
“Mi sta facendo molto caldo, vado al bancone a prendere qualcosa di fresco da bere”.
Mi alzo e percorro quei pochi metri, come fossi una mannequin fanatica in una sfilata di alta moda.
C’è uno sgabello libero in fondo al lato corto, mi appollaio sopra e aspetto.

Dopo qualche istante, me la ritrovo di fronte, sfoggia un sorriso accecante, alcune perline di sudore caldo, hanno iniziato a inumidirmi la fronte.
“Vuoi qualcosa di fresco da bere?”
“Certo gioia, sto morendo di sete, ho la gola arsa e la lingua impastata”.
“Hai qualche preferenza, o posso dare sfoggio della mia bravura e ispirazione”?
“Sono nelle tue mani gioia”.
La vedo allontanarsi, con la schiena magra che compare dalla scollatura generosa del retro della canottiera.
Traffica per un paio di minuti con bottiglie e contenitori misteriosi, per poi riapparire con un grosso tambler pieno di un liquido rosso, con infilato una grossa fetta di arancia e una corona di zucchero color arcobaleno sul bordo.
“Bevo da sola”?
“Certo cara, sono come i poliziotti, non posso bere sul lavoro”.
“Ma non temere ti tengo d’occhio, se non mi scappi via, un drink insieme dopo ce lo possiamo anche fare”.
La bevanda è quasi estrema, fortissima e amarissima, ammorbidita dallo zucchero appiccicoso, ma lascia un retrogusto molto gradevole, unito al fatto che i mesi di astinenza fanno si che l’alcol mi faccia un effetto immediato, e mi ritrovo quasi immediatamente ubriaca.
Sento il cellulare che vibra, è un messaggio di Martin:
“Cosa fai lì da sola, qui stiamo decidendo di cambiare situazione, vieni anche tu?”
Rispondo quasi sollevata:
“Iniziate ad andare , mi fai sapere dove, casomai vi raggiungo, ora sto bene qui”.
Li vedo che si alzano, Martin mi sorride e mi fa occhietto, gli rispondo con un cenno di saluto.
“I tuoi amici se ne vanno, ti lasciano qui da sola?”
“Blondie mi sta guardando e mi sorride, faccio una specie di spalluccia, e rispondo:
“ non erano miei amici, uno è mio marito, e gli altri due mai visti prima”.
Il suo sorriso si trasforma in una risata, mentre il calore dovuto alla sua presenza, ulteriormente alimentato dal superalcolico, aumenta in modo esponenziale.
Mi tolgo la cravatta che infilo in una tasca, e slaccio altri tre bottoni della camicia, mettendo in bella mostra gran parte delle tette.
“vedo che hai una gran sete, ora te ne faccio un altro, di che colore lo vuoi?”


Once I had a love and it was a gas
Soon turned out had a heart of glass
Seemed like the real thing, only to find
Mucho mistrust, love's gone behind

La voce di Debbie Harry mi martella nei timpani, il volume è davvero altissimo, siamo in una specie di disco pub,dove Blondie mi ha trascinata quando ha finito il turno.

Once I had a love and it was divine
Soon found out I was losing my mind
It seemed like the real thing but I was so blind
Mucho mistrust, love's gone behind

Stiamo ballando in mezzo ad alcuni tavolini deserti, la musica proviene da una specie di juke box tecnologico, dietro al bancone una ragazza assonnata, sicuramente cinese ci osserva con fare distaccato e rassegnato.

In between
What I find is pleasing and I'm feeling fine
Love is so confusing there's no peace of mind
If I fear I'm losing you it's just no good
You teasing like you do


Ho tirato fuori la camicia dai pantaloni, lei ha un vestitino bianco, tremendamente corto, è scalza, mi si avvicina e si allontana, un paio di volte sono stata ad un centimetro dalla sua bocca, ho sentito il suo alito caldo, mentre mi giro osservo il grosso bicchiere di birra che ho appoggiato su uno dei tavoli, sono completamente ubriaca.


Once I had a love and it was a gas
Soon turned out had a heart of glass
Seemed like the real thing, only to find
Mucho mistrust, love's gone behind



Quando ha detto : “metto un po’ di musica se ti va, magari balliamo”, mi sono chiesta perché mai fossimo venute in questo posto così squallido, per di più deserto, con la barista cinese, la birra acidula, ma in definitiva mi sono resa conto che con lei sarei andata da qualunque parte.
“Perché siamo venute qui”?


Lost inside
Adorable illusion and I cannot hide
I'm the one you're using, please don't push me aside
We could've made it cruising, yeah


“E’ l’unico posto che io sappia con un juke box, e soprattutto dove hanno “Heart of glass”.


Yeah, riding high on love's true bluish light


Mi si avvicina piano e mi prende il viso tra le mani, sento la sua bocca che si incolla alla mia, la lingua è dolce, la saliva sa di vaniglia, le stringo il sedere , la spingo contro di me, forse la sento tremare.


Once I had a love and it was a gas
Soon turned out I had a heart of glass
Seemed like the real thing only to find
Mucho mistrust, love's gone behind.
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