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Prime Esperienze

La prima volta - Cap. 2


di Movimento1974
26.03.2016    |    9.057    |    0 9.0
"Come la macchina iniziò a riscaldarsi e l’aria calda a funzionare lei, accortasi delle mie attenzioni, inizio a provocarmi..."
Caricai il trolley e il suo cappottino sul sedile posteriore della Croma che mio padre mi aveva concesso intuendo l’importanza dell’occasione e dopo le ultime raccomandazioni e i saluti dei miei suoceri, partimmo per la nostra meta. Erano le 9 di mattina ed il programma, grazie ad un po’ di risparmi che entrambi avevamo fatto negli ultimi due mesi, prevedeva prima una gita in una località di mare che avremmo raggiunto prendendo la litoranea anziché l’autostrada, un pranzo in un ristorante in cui eravamo stati l’estate precedente, due coccole sulla spiaggia e poi dritti verso l’università che si trovava a poco più di 100 km dal ristorante. Partimmo e io non potevo fare a meno di ammirarla. Avevo un occhio alla strada e l’altro che la scrutava da cima a fondo. Non l’avevo mai vista così bella e con quell’espressione così fiera in volto. Come la macchina iniziò a riscaldarsi e l’aria calda a funzionare lei, accortasi delle mie attenzioni, inizio a provocarmi. Cominciò prima ad allungarsi sul sedile reclinando lo schienale e poi ad aprire e chiudere le cosce, facendo salire sempre più la gonna del suo vestitino nuovo che era arrivata quasi a farmi intravedere le mutandine sotto i collant.
“A che stai pensando porco” mi disse.
“Tesoro, e me lo chiedi? Ho una voglia matta di metterti una mano tra le cosce e sentire quant’è caldo il tuo fiorellino”
“Solo a quello o ad altro?”
“Altro cosa?”
“Beh, fai finta di esserti dimenticato quello che mi farai stasera?”
“Ah, quell’altro intendevi. Beh, è da quando ti sei decisa che non penso ad altro”
“Mi farà male? L’ultima volta che abbiamo fatto l’amore l’ho sentito che hai spinto il dito dentro”
“Non t’è piaciuto?”
“Mi ha fatto male…”
“Ma ti è piaciuto si o no?”
“Ni…”
“Quando dici così è un SI. Anche perché sono stato io quello che ti ha infilato il dito nel sedere mentre scopavamo e ho visto come spingevi il culo per sentirlo di più”
“Sei uno stronzo….”
“Un adorabile stronzo”
“Si, un adorabile stronzo, ma sempre stronzo. Lo sai che mi piace quando giochi col mio culetto mentre scopiamo. Lo sento quando me lo tieni aperto, lo sai che mi piace quando lo accarezzi….ma tu vuoi sentirmelo dire vero?”
“Si amore, mi piace sentirti dire che potresti venire anche con un dito nel culo”
“Va bene si, mi piace venire con un dito ficcato in culo… o preferisci che dica con un dito ficcato nel buco del culo? Come suona “buco del culo”? B U C O D E L C U L O… hai sentito? Ti piace? Voglio sentire il duo dito che si infila nel mio buco del culo….”
E mentre parlava così, con la voce sempre più sensuale, mi si avvicinò un po’ di più e si sbottonò due bottoni della camicia facendomi vedere i suoi magnifici seni contenuti da un bellissimo reggiseno nero.
“Inizia a far caldo vero?” aggiunse la mia piccola strega che si divertiva a mandarmi su di giri specialmente quando ero in macchina a guidare e non potevo far altro se non tenere le mani sullo sterzo e sul cambio. Anche perché, in quell’occasione, con la macchina di papà non è che potevo rischiare di fare qualche cazzata. Eravamo appena partiti, non avevamo fatto neanche 10 chilometri dei 200 che dovevamo fare, e io già stavo con un cazzo duro e pulsante e mi sentivo come se stessi per venire da un momento all’altro.
“Uhhhh…guarda…t’è caduta la cenere della sigaretta sulla patta dei pantaloni” e diede una spolveratina con la mano giusto sul mio cazzo che stava per schizzare fuori gridando “AIUTO!!! AIUTO!!!”.
“Ma cosa c’è qui????” Disse passandoci la mano con un po’ più di vigore…
Mi guardò in faccia e ci misimo a ridere entrambi….
“Non mi farai male vero?” mi disse guardandomi negli occhi con l’aria supplichevole e un’espressione da cagnolino bastonato.
“No tesoro, sarò dolcissimo e smetterò non appena tu vorrai ”
“Mi ha detto Sonia che lei lo ha fatto e non è stato bellissimo la prima volta”
“Sonia???? Con chi? Con cazzo moscio? Quello che gli sbava dietro?”
“Naaaaa…ma che, si sta vedendo con un tipo che lavora nella ditta del padre, credo sia il ragioniere, e sono due mesi che se lo fa un paio di volte alla settimana. Il mese scorso pare che lui l’abbia voluta prendere in quel modo e dice che è stato dolorosissimo all’inizio”
“Ecco, all’inizio, ma poi alla zoccola della tua amica è piaciuto….”
“Perché zoccola? Perché l’ha preso dietro? E allora pure io poi divento una zoccola?”
“No amore, quella è zoccola NON perché l’ha preso dietro come dici tu, ma perché se davvero si scopa il ragioniere del padre, quello è come minimo 10 anni più grande di lei e c’ha una moglie e una bambina. Quello vuol dire essere zoccola, non concedere tutta se stessa la proprio fidanzato coetaneo e soprattutto innamorato”
“E’ davvero zoccola allora. Comunque mi ha detto che si è documentata dopo e mi ha spiegato come si fa per non sentire dolore. Mi ha detto di usare un lubrificante prima.”
“Lo so amore, lo so”
“Dice che bisogna prima metterlo con le dita e lavorarci un po’ perché il buchetto si rilassi e si apra un pochino”
“Amo.. e smettila dai… non vedi com’è ridotto il fratellino al piano di sotto???”
“Mi spalmerai il buchetto del culo delicatamente con l’olio? O ci infilerai subito un dito come hai fatto la volta scorsa?”
“SMETTILA…. sto impazzendo”
“Ho capito, sarai il solito barbaro. Non appena c’avrai messo un po’ d’olio e lo sentirai affondare bene inizierai a divertirti a farlo entrare e uscire, dentro e fuori…denro e fuori…dentro e fuori facendomi gridare dal dolore”
“Sei una cretina....ma come ti vengono in mente certe cose?”
“Mi prometti che non ti incazzi se te lo dico?”
“No, che non m’incazzo”
“Sonia mi ha raccontato che il ragioniere la fa mettere con la pancia sulle sue gambe e le fa….”
“Tesoro, per l’amor di Dio, cerca di passare gli esami quest’anno e di venirtene al più presto con me all’università lontana da sta zoccola di Sonia….”
Mi abbracciò stretto stretto e mi diede un bacione sulla guancia continuando ad accarezzare con la mano la patta dei miei pantaloni. La mia piccola.
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