Prime Esperienze
Le ripetizioni di matematica (seconda parte)

21.12.2020 |
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"Ero piuttosto scosso dalla visione di lei messa a pecora e non riuscivo a far calare l'erezione nei miei pantaloni, l'ultima ora fu per me un calvario, ..."
Questo racconto lo definirei real-fantastico, nel senso che la storia è reale, alcune parti sono romanzate per renderlo più interessante e alcune parti sono inventate in base alle mie fantasie di come mi sarebbe piaciuto fosse finita la vicenda. Buona lettura.Continua dalla prima parte.
Tornato a casa in fretta e furia cercai di ripulire nella miglior maniera possibile i pantaloni e le mutande, ma ormai il danno era fatto e allora buttai in doccia tutto quello che avevo indossato quella mattina e quando mia mamma tornò a casa nel pomeriggio mi inventai una scusa "eh sai tornando a casa ho incontrato un paio di amici ed è finita a gavettoni, per fortuna sono riuscito a non bagnare lo zaino con i quaderni".
Capitolo a parte merita il perizoma di Marta, dopo averlo lavato a mano ed asciugato con il phon lo nascosi in fondo allo zaino dove nessuno avrebbe mai sbirciato.
Avevo però vari pensieri, dal come avrei fatto a restituirglielo, a se e quando se ne sarebbe accorta e in tal caso che reazione avrebbe potuto avere.
I giorni successivi passarono via in maniera abbastanza tranquilla, tra qualche partita a pallone con gli amici, le corse in bicicletta, i gavettoni alle ragazzine per far bagnare le loro magliette e avere quell'effetto di vedo e non vedo, una giornata in piscina.
Un pò di tempo lo passai anche a riguardare gli appunti di matematica ma la mente mi volò subito a tutto quello che era successo durante la prima lezione, mi venne subito un'erezione che dovetti sfogare in bagno.
Tornato in camera pensai e ripensai al giorno successivo, avrei avuto la seconda lezione di matematica con Marta e in una qualche maniera avrei dovuto "restituirle" il perizoma.
Avevo in mente varie opzioni:
-non restituirglielo proprio, tanto magari non se ne sarebbe nemmeno accorta.
-accartocciarlo e infilarlo nella biancheria sporca.
-piegarlo per bene e metterlo nella biancheria pulita.
L'opzione numero 2 mi sembrava la più credibile delle 3 e optai per quella.
Il giorno seguente mi alzai verso le 8:30, feci colazione e con calma mi preparai ad andare verso casa di Marta.
Mi ero studiato un piano di massima, prima di arrivare a casa sua avrei tirato fuori il perizoma dallo zaino e me lo sarei messo in tasca, come l'altra volta sarei andato in bagno a metà lezione, avrei messo il perizoma nella biancheria sporca e in tutta serenità sarei tornato in salotto, un piano molto semplice ma efficace.
Dopo aver preso lo zaino partii con la mia bicicletta e mentre pedalavo ebbi un inconveniente, gomma bucata.
Non avevo assolutamente voglia di mettermi a smontare e rimontare il tutto (o meglio non ne ero capace, di queste rotture se ne occupava sempre mio papà) quindi decisi di spingerla a mano fino a casa di Marta con 30 gradi e sotto il sole cocente, il risultato fu che arrivai ed ero un bagno di sudore.
Suonai il campanello, Marta mi aprì e appena mi vide mi domandò sorridendo se fossi caduto dentro una fontana da quanto ero fradicio e dopo averle spiegato il misfatto mi disse di andare in bagno a darmi una sciacquata e che mi avrebbe imprestato una delle sue magliette, ovviamente accettai e la ringraziai.
Nella sfortuna che avevo avuto, c'era un lato positivo, avrei potuto attuare subito il piano di restituzione del perizoma, appoggiai lo zaino in salotto e mi avviai verso il bagno.
Marta mi aveva appoggiato sulla lavatrice una maglietta che feci quasi fatica ad indossare da quanto era stretta, ad aumentare l'imbarazzo c'era il colore della maglietta, rosa!
"Non è possibile, l'ha fatto di proposito per mettermi in imbarazzo" pensai.
Cercai di tornare concentrato, misi la mano in tasca per tirare fuori il perizoma ma non c'era, mi toccai tutte le tasche ma erano vuote, guardai in terra e niente, cercai di fare mente locale, magari mi era caduto prima di entrare in bagno ma di colpo ebbi un'illuminazione; il mio piano perfetto era andato a farsi benedire esattamente nel momento in cui avevo bucato, era passato tutto in secondo piano e avevo lasciato il perizoma nello zaino.
Cercai di mantenere la calma, il piano d'azione non era modificato ma reso solo più complicato dal fatto che avrei dovuto tirare fuori il perizoma dallo zaino senza farmi vedere da Marta.
Uscii dal bagno e Marta si mise a ridere facendomi notare che la maglietta mi stava proprio bene, io diventai paonazzo e mi andai ad accomodare al mio posto seguito da lei che aveva già appoggiato un paio di bicchieri di the freddo, non avevo spazio di manovra e anzi dovevo stare attento a non aprire troppo lo zaino mentre tiravo fuori i quaderni.
Nella fretta di prima, solo ora notavo come fosse vestita, una vestaglietta bianca da casa che oserei definire in stile dea greca e infradito bianche, l'abbronzatura risaltava tantissimo, con questi capelli rossi lasciati liberi era veramente bellissima.
L'inizio della lezione filò liscio e l'unica strategia che mi venne in mente fu quella di bere alla svelta il the così da chiederne un altro bicchiere, lei avrebbe dovuto per forza alzarsi e avrei avuto quei pochi secondi utili a mettermi il perizoma in tasca.
"Non è che posso averne un altro pò?" esclamai indicando il bicchiere.
"Si certo basta che poi non passi in bagno 3 ore come l'altra volta" e scoppiò a ridere.
Aveva questo modo di fare che mi faceva impazzire, sempre con il sorriso sulle labbra, la battuta pronta e il prendermi in giro per scherzo, non so cosa le avrei fatto.
Quando lei si alzò, in un attimo misi la mano nello zaino, il perizoma finì nella tasca e la prima parte del mio piano andò in porto.
"Ecco a te" e mi porse il bicchiere, la ringraziai e mi rilassai un attimo.
Gli ultimi minuti della prima ora fui completamente assente, il suo profumo mi inebriava, attraverso il vestito cercavo di scrutare se avesse o meno il reggiseno e ad un certo punto mi apostrofò "ti vedo distratto, meglio se facciamo una pausa".
Accettai di buon grado e le chiesi se potessi andare in bagno anche perché dopo due bicchieri di the me la stavo letteralmente facendo addosso, lei ovviamente mi rispose affermativamente, era arrivato il momento di agire.
Entrai, chiusi la porta, feci la pipì, decisi di aprire il cassetto della biancheria sporca e fu in quel momento che andai nel panico più totale, era vuoto.
Probabilmente aveva fatto una lavatrice la mattina stessa, non sapevo cosa fare, se l'avessi messo all'interno del cassetto se ne sarebbe sicuramente accorta essendo l'unico indumento, con un colore così era impossibile non accorgersene.
Ero in ansia.
Pensai e ripensai, l'unica idea che mi venne fu quella di buttarlo dentro la lavatrice, magari poteva pensare di esserselo dimenticato dentro dopo il lavaggio, così feci.
Non era andato quasi niente nella maniera in cui avevo pianificato, ma ormai era fatto.
Dopo essere uscito dal bagno tornai in salotto e trovai Marta messa in ginocchio a 90 gradi che cercava qualcosa sotto il divano, il vestito le arrivava all'altezza del sedere e si poteva vedere una bella fetta di chiappe, non si accorse subito di me così feci finta di niente e tornai indietro sui miei passi verso il bagno.
Non volevo creare alcun imbarazzo e così simulai un'uscita dal bagno rumorosa in modo che mi sentisse arrivare, questa volta non poteva non avermi sentito, tornai nuovamente in salotto e la ritrovai nella stessa posizione, "lo sta facendo volontariamente" pensai.
"Scusa ma non riesco più a trovare una cosa e stavo guardando sotto il divano, pensavo che magari mi era finita lì, vabbè pazienza la cercherò meglio dopo".
Ero ormai senza parole e con la salivazione azzerata, quindi non risposi e l'unica cosa che fui in grado di fare fu sedermi e bere un altro goccio di the, lei venne al mio fianco e ricominciammo la lezione.
Ero piuttosto scosso dalla visione di lei messa a pecora e non riuscivo a far calare l'erezione nei miei pantaloni, l'ultima ora fu per me un calvario, volevo solo tornare a casa e farmi una bella sega.
Negli ultimi 5 minuti lei mi prese il quaderno e mi scrisse qualche esercizio da fare per la settimana dopo.
La lezione era finalmente finita, ero libero.
Sistemai il tutto nello zaino e la ringraziai, lei in tono scherzoso mi rispose di fare in fretta a tornare a casa e di non farmi vedere dai miei amici con quella maglietta se no sarei diventato lo zimbello della compagnia, non aveva tutti i torti in effetti.
Le promisi che le avrei riportato la maglietta tra 7 giorni e ci salutammo.
"Ma ce la fai con la gomma buca??" e giù un'altra risata.
"Si si tranquilla, la spingo fino a casa" le risposi.
"Mi raccomando che non mi puzzi di sudore quella fantastica magliettina rosa" mi sorrise.
"Allora sai cosa faccio?Vado via senza maglietta" mi tolsi la maglietta e rimasi a petto nudo "questa però me la porto via cosi te la faccio lavare da mia mamma, grazie mille intanto,a settimana prossima" e ci salutammo nuovamente.
Continua...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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