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Training sessuale (prima parte)


di Membro VIP di Annunci69.it Rosagiorg
11.04.2022    |    2.419    |    16 9.8
"Tutti puntualissimi ci ritrovammo, praticamente in contemporanea, davanti all’ingresso del locale..."
Chi non ha avuto, almeno una volta, la sensazione di aver già visto una cosa, un luogo, una persona, o sentito un discorso?
Ci sono immagini che emergono, chissà come, inaspettatamente dagli spazi più reconditi della nostra mente.
Ma siamo sicuri che non siano stimolate da qualcosa di esterno al nostro io?
Tempo fa, mi stavo dilettando in letture un po’ esoteriche e fantastiche, quando la mia attenzione si fissò sull’argomento dell’ipnotismo e della telepatia.
Queste letture mi avevano fatto tornare alla mente un vecchio film: “Il villaggio dei dannati” di Wolf Rilla. Dove dei bambini alieni avevano il potere di leggere il pensiero e influenzare la volontà altrui. Questa capacità veniva sconfitta da un pensiero fisso e unico incongruente con le azioni del loro professore che, mentre portava una bomba, pensava ad un muro di mattoni.
«Vuoi vedere che non si può provare?» mi chiesi, «anch’io ho un pensiero fisso!»
Infatti, quali sono i desideri più inconfessati ed inconfessabili che la nostra mente (ed il nostro corpo) reclamano, se non quelli sessuali?
Ora non so perché vado a raccontare queste cose, quando potrei trasmetterle con la forza del pensiero, ma cogitatio muscas e visto che verba volant, scripta manent, a questo punto meglio mettere tutto nero su bianco.

Vivevo, in quel periodo, una vita sessuale abbastanza normale: le solite scopate di routine sul lettone due volte a settimana. Che già era tanto rispetto alla media dei nostri amici maschi, che invidiavano tanta frequenza e delle amiche femmine che si schermivano pudiche come educande.
Però le mie fantasie galoppavano, sognando sempre un di più, anche se non mi era ben chiaro più di cosa.
Pur essendo molto attratto dal corpo femminile, il porno mi aveva sempre annoiato: troppo meccanico e ripetitivo, con quelle sexy star talmente finte e tutte uguali da sembrare di plastica e quegli stalloni tutto cazzo e nient’altro.
Poi successe che, navigando in rete, in cerca di quel di più che non riuscivo ancora ad inquadrare, mi imbattei in alcuni siti di annunci con foto, video e racconti di persone normali come me.

Come per John Belushi fu l’illuminazione, avevo visto la luce.
Le persone comuni facevano sesso in tutte le maniere che desideravano senza pudori, senza il freddo meccanicismo dei porno, ma con calore e passione.
Potevo anch’io, potevamo anche noi, aspirare a qualcosa di più.
L’asticella della nostra libido si poteva innalzare, lentamente, a piccoli gradini.
«Si può fare!» pensai, come aveva esclamato Frankenstein Junior

A quella prima scoperta ne seguì un’altra: i club e le spa.
Quasi per caso mi trovai ad Halloween, fra gente mascherata da scheletri e fantasmi, ad esser trascinato su per una scala foderata di velluto rosso e, dopo aver sborsato una cifra che da sobrio non mi sarei mai permessa, iniziai a vagare per stanze dove succedeva davvero quello che avevo visto e sognato online.
Io, timido, impacciato e in imbarazzo nel ruolo di guardone, mi limitai ad osservare.
Soddisfacendo il mio voyerismo, approfittai per prendere nota mentalmente delle possibilità che si aprivano per la vita sessuale mia e della mia partner.

Ora, però, giungeva la parte più complicata della questione: passare dai sogni alla realtà. La partner, pur non essendo più di tanto pudica, non era certo di così liberi costumi da accettare, così su due piedi, pratiche che non avevano mai sfiorato il nostro ménage in tanti anni di convivenza.
Di frequentare qualche club non se ne parlava proprio: figuriamoci, non eravamo mai stati nemmeno in una balera o in una discoteca… la spa poteva essere la soluzione.
Per capire come funzionava mi recai da solo in una spa naturista non troppo lontana da casa nostra, avrei trovato sicuramente ispirazione per indorare la pillola, infatti, conosciuto il locale, non mi fu difficile convincere la mia lei a concederci qualche ora di relax.
L’esperienza fu, per certi versi, positiva ma, allo stesso tempo straniante.
Con tutti i paletti che aveva piantato Maria, questo il nome della mia lei, mi sembrava di essere a Fort Alamo più che nel rilassante clima di un club.
Un primo passo era comunque stato fatto. Ora si trattava di vincere la sua resistenza anche solo a vedere altre persone fare sesso, figuriamo a farci vedere o coinvolgere in qualche gioco.
Ero sicuro che sotto sotto le piaceva, si trattava solo di vincere quella naturale ritrosia derivante dalla sua pudica e provinciale cultura cattolica.
Un primo obiettivo lo avevo comunque già raggiunto: di ritorno da queste nostre uscite in spa, ma già dalla prima volta, a letto diventava una furia.
Non aveva mai bevuto la mia sborra ed ora ne era diventata golosa, il culetto non me lo aveva mai concesso neanche a sfiorarlo con un dito o con la lingua mentre adesso era diventato un nuovo topos.

Fu in questa fase che decisi di provare ad influenzare la sua coscienza e i suoi sogni, più precisamente questi ultimi.
Non ero intenzionato ad alzare troppo repentinamente l’asticella, convinto che, a piccoli passi avrei raggiunto i miei obiettivi e, al tempo stesso, liberato la sua mente.
Di notte, quando ci coricavamo vicini, io mi concentravo in una specie di training autogeno, con un pensiero fisso con lo scopo di trasferirlo, se non nella parte cosciente, almeno nel suo spazio onirico.
Come un mantra recitavo:
"Lascia ogni pudore
Lascia ogni imbarazzo
Dimostra a tutte l’ore
Quanto ti piace il cazzo"

A costo di sconvolgere anche la mia stabilità mentale, andai avanti così per qualche settimana.
Quando ci si presentò l’occasione di tornare in spa, quale fu la mia piacevole sorpresa nel trovarmi in vasca con altre persone e Maria, fino alla volta precedente così pudica e riservata, che mi prendeva il cazzo in mano e si lasciava toccare e masturbare da me sotto gli sguardi languidi degli astanti.
Durante il viaggio di ritorno da quella uscita, avemmo modo di parlarne, Maria si schermiva, ma l’impeto della scopata che ci coinvolse fino al midollo non appena guadagnato il nostro lettone, diceva tutt’altro.
Allora il training funzionava!
Si poteva, a questo punto, alzare di uno scatto le aspettative. Ripresi con un altro mantra un po’ più spinto:
"Abbandona ogni pudore
Abbandona gli imbarazzi
Sii piena di calore
Prendi tanti cazzi"

In quel periodo avevamo conosciuto, attraverso questo sito di annunci, due coppie un po’ timide e indecise come lo eravamo noi.
Quale occasione migliore per approfondire la conoscenza, che ritrovarci nella nostra spa preferita.
Solita premessa da parte di Maria: «Eh no caro Paolo, non se ne parla proprio che io scopi con Walter e Roberto; se tu vuoi cavarti lo sfizio con Sofia e Michela che, al contrario dei loro mariti, sono anche belle, fai pure non sono gelosa e non mi offendo.»
Effettivamente in Walter e Roberto, al contrario di noi sportivi e con il fisico atletico, una certa pinguedine tradiva i dati della carta d’identità, mentre le loro signore, pur quasi coetanee, facevano ancora la loro bella figura.
«Non è possibile», dissi io, «se si fa qualcosa, si fa tutti assieme!»
«Ma io non ho mai detto», ribadì Maria, «che sono disposta a fare alcunché.»
«Lascia che le cose vadano come devono andare», filosofeggiai io, «non forziamo, ma nemmeno mettiamoci per traverso, agli eventi.»
Con queste premesse, dire che ero un po’ preoccupato per l’evoluzione della serata, sarebbe un eufemismo.
Ma il mio ottimismo e la fiducia che mi aveva instillato la prima parte del training, mi facevano ancora ben sperare.

Tutti puntualissimi ci ritrovammo, praticamente in contemporanea, davanti all’ingresso del locale.
Espletate le formalità: tessere, pagamenti, chiavi… nello spogliatoio delle coppie potemmo, finalmente, vederci tutti in costume adamitico.
Senza gli orpelli dell’abbigliamento le tre signore spiccavano per le loro differenti bellezze: Maria longilinea col suo bel seno piccolo, quasi adolescenziale, la figa rasata ed il culo sodo; Sofia mora, piccolina, con un bel seno abbondante e tutte le curve al punto giusto; Michela con due gambe lunghissime che si congiungevano in un minuscolo ciuffetto di pelo a ornare una figa voluttuosa e, alzando appena lo sguardo, due tette della terza misura con i capezzoli rivolti verso l’alto.
A ben guardare, anche i mariti non erano poi così male, anzi notai che lo sguardo di Maria si era soffermato sulla dotazione di entrambi che, pur a riposo, parevano promettere bene.
Eravamo giunti giusto in tempo per approfittare del primo Aufguss della giornata, quale sistema migliore per rompere il ghiaccio (nella fattispecie le palle di ghiaccio).
Dopo la doccia di raffreddamento ci stendemmo tutti assieme nel grande lettone dedicato al relax e, stabilizzato il respiro, ci rendemmo conto che, senza alcun accordo preventivo, ci eravamo già mescolati.
Così, fra una battuta, un apprezzamento a un ammiccamento e l’altro anche le nostre mani cominciarono a percorrere corpi fino ad allora sconosciuti.
Mentre mi distraevo a sfiorare seni e fianchi delle altre due signore mi accorsi che anche Maria non si era persa d’animo e stava lavorando, uno di bocca e uno di mano, i cazzi degli altri due che, nel frattempo, avevano preso tutta la loro, notevole, consistenza.
E’ fatta pensai, in quel mentre vidi il mio cazzo sparire fra le vogliose fauci di Sofia e mi ritrovai con il calore umido della figa di Michela aderente alla mia bocca.
Non c’era più tempo per pensare.
Le cose andavano come dovevano andare…

- Continua -
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