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ALTRO CHE COPPIA GAY 1


di wbm
23.07.2010    |    22.899    |    0 7.4
"Così dopo che alcuni “Aaah!” si alternarono con i mordicchiamenti lasciai quella bocca meravigliosa che aveva già ben bagnati il mio uccello per puntare al..."
Fui trasferito per lavoro in un paesino del nord, presi un monolocale in affitto col mio collega ed amico. Per i primi tempi fu un po’ complicato fare amicizia, ci vedevamo con altri colleghi del posto ma erano tutti fidanzati e per di più l’unica collega era sposata con figli. Sebbene fosse un gruppo giovane, tutti tra i 25 e i 28 anni, la sera di rado si organizzava per locali, tutt’al più al cinema per vedere una prima visione. A dir la verità coi ragazzi si parlava sempre di calcio o film mai di donne quasi ci fosse un tabù. Quella prima annata passò così tra la normale monotonia del lavoro e le cene un po’ da uno un po’ dall’altro. Si apprestavano le ferie, l’azienda sarebbe stata chiusa per una trentina di giorni a cavallo tra il mese di luglio e quello di agosto così si cominciava ad organizzarsi le vacanze. Ci organizzammo con due camper, uno da tre posti e l’altro da cinque. Proposi di far stare insieme le coppie che io sarei andato in quello a 5 ed il mio amico in quell’altro. Uno del gruppo sorridendo disse che non si sarebbero mai per messi di dividerci a me e al mio amico.
“Ok! Come volete voi ma allora?”.
La suddivisione ci spiazzò un tantino, i tre fidanzati in quello piccolo e noi con le ragazze in quello grande. Una volta messi in viaggio chiesi alle ragazze cosa ci potesse essere sotto che a me quella situazione mi puzzava. Ebbi una spiegazione alquanto scioccante.
“Ma come? Non vi preoccupate che a noi donne sono simpatici i tipi come voi. Loro avranno pensato lo stesso. Voi siete più chic e ci capite meglio”.
Arrivati a destinazione ci parcheggiammo nelle apposite piazzole. Quella sera decidemmo di rimanere a riposarci visto il lungo viaggio. Dopo che le ragazze dettero la buonanotte hai rispettivi ragazzi le invitai a fare un giochino a luci spente nel camper. Noi vi facciamo vedere il nostro uccello e voi le vostre passere. Ero nel lettone con la più spregiudicata, che naturalmente, incuriosita, accettò subito e si denudò, esortando poi l’altra che invece si sentiva notevolmente a disagio. Per levarla dalla situazione mi misi nudo in un baleno.
“Cazzo! Ma è enorme!! – la timida – caspita il mio tesoruccio allora lo tiene proprio in miniatura!?!”. La spogliai senza trovare resistenza, la cominciai a palpare tutta, a leccarla e baciarla in ogni parte del corpo, lei ansimava e venne un paio di volte, poi mi ci misi sopra le allargai le gambe “ma a te non piacevano?” – “Secondo te uno con una mazza del genere può mai essere gay? Sarebbe un peccato!” Così cominciai a scoparmela a dovere, la stantuffavo incredibilmente facendola urlare di piacere poi…
“Che dici un gay scopa così?” Era del tutto assorta nel suo amplesso, continuavo a stantuffarla. Un ultimo colpo forte ed afferrando l’altra per i capelli la portai tra noi, una sull’altra, si cominciarono a baciare ed io da dietro giocherellavo con i loro buchetti. Impalai di colpo l’altra ma subito ne uscii per riservarle lo stesso trattamento al buco del culo. “Nooooo” così mi accorsi ad essere il primo a violarle il culetto sebbene lo sapesse ben dimenare quando camminava. Ora quel grido di disappunto si tramutò in un lungo consenso sebbene traspirasse ancora del dolore in sottofondo. Continuavo ad incontrare resistenza ma lo aveva ben stretto, così cominciai ad infliggerle col secchi aiutandomi con le mani sui fianchi. Glielo sfila e di nuovo di getto nella fica “Aaaaaah!” Me la scopai con una foga impressionabile e lei non faceva nulla per nascondere il suo godimento. Tanto erano forti i miei colpi che la spinsi tanto che arrivò quasi a schiacciarsi sulla parete del camper, in questa posizione arrivai con le palle sulle labbra della precedente che non esitò a succhiarmele. Fu talmente brava che dopo averle imboccato l’uccello le venni copiosamente in gola. Dopo aver degluttito il tutto si alzò
“Cazzo quanto me ne hai fatto bere?”.
Stranamente il mio uccello non sembrò del tutto sfatto. “Dai vieni a sederti che te lo sfondo anche a te” “Perché prima cos’hai fatto?” incazzata ed interrogativa. “Non hai capito che te lo deve ficcare nel culo anche a te?” l’altra che continuava lentamente a menarmelo ancora.
“No io il culo non te lo do!” mi intimò col dito puntato in viso una volta alzatomi e messomi innanzi a lei. “Hai capito non mi faccio aprire il mio sederino da quel mostro che hai tra le gambe. Neanche il mio ragazzo s’è mai permesso di sfiorarmi il buchino!”. Di colpo la afferrai girandola e ponendola a novanta gradi sul tavolino. “Non ti preoccupare a te userò un trattamento di cortesia.” Mi bagnai per bene due dita della mano che non la teneva ferma e una alla volta cercai di infilarcele. “No stronzo mi fai male…
“Non ti preoccupare a te userò un trattamento di cortesia”. Mi bagnai per bene due dita della mano che non la teneva ferma e una alla volta cercai di infilarcele. “No stronzo mi fai male, ahi!” Sebbene emettesse gridolini di dolore capii subito che cominciava a piacerle da come si mordicchiava il labbro inferiore. D’altro canto l’altra mi stava succhiando l’uccello in maniera incredibile. Così dopo che alcuni
“Aaah!” si alternarono con i mordicchiamenti lasciai quella bocca meravigliosa che aveva già ben bagnati il mio uccello per puntare al culetto vergine. “Aaah fai piaaano, ahi! Aaah dai, comincia a piacermi, si ancora, piano, piano, aaah aaah.” Le entravo dentro dolcemente con delicatezza, sentivo che ad ogni affondo la mandavo in estasi, cominciai ad accelerare leggermente, i suoi gemiti stavano aumentando proporzionalmente all’aumentare delle penetrazioni. Che gran scopata quella notte. Così la mattina la risveglio sentimmo odore di cornetti, i loro fidanzati ci portarono la colazione. Andai ad aprire soddisfatto e contento. “Scusate ragazzi e che s’è dormito poco a causa delle zanzare”. Cornetto e cappuccino caldi caldi. “Ok, non vi preoccupate delle zanzare”. Sorridendo tra loro alludevano ad un eventuale… La mattina la trascorremmo tutti in spiaggia tra una nuotata ed una partita a beach volley. I ragazzi farfugliavano sempre qualcosa. Uno di loro mi portò in dispare e mi chiese se la sera avrei retto il gioco loro perché avevano visto un locale di spogliarelliste e certamente non potevano andare con le ragazze. Lo tranquillizzai, ad un certo punto la sua ragazza ci venne incontro chiedendo di fare una passeggiata. “Amore camminiamo un po’ in riva al mare?” – “Ehm, cara perché non vai con lui che voleva proprio andare lì in fondo a vedere dove finisce la spiaggia?” – “Ok se ha te non dispiace?” Sapesse ora là in fondo oltre degli scogli c’era un posticino appartato e ben nascosto dove mi scopai nuovamente ben bene quella maiala della ragazza. Me la stantuffai per bene. Le riempii il culo, oramai sfondato a dovere, di sperma.
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