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Il collega in traferta


di wbm
30.08.2021    |    27.999    |    7 9.3
"Il giorno seguente appena fui di nuovo sola con lui non gli lasciai nemmeno il tempo di organizzarsi che già ero in cucina piegata sul tavolo a novanta per..."
Sono sempre stata una ragazza di sani principi, mai truccata in maniera appariscente oppure vestita provocante.
Mi sono sposata con Filippo molto giovane e con lui ho vissuto tutte le mie esperienze. Certo che è stato difficile mantenere delle amicizie, a diciannove anni ho avuto il primo figlio e lo allattavo quando le mie amiche uscivano per andare a divertirsi, ma tutto ciò non mi pesava.
Solo con gli anni sono riuscita con mio marito ad avere amicizie vere, quando loro si sposavano e avevano figli potevo aiutarli con la mia esperienza.
Filippo mi è stato sempre vicino non mi ha mai fatto mancare nulla, i figli erano cresciuti in fretta e già avevano trovato la loro strada, la piccola di 17 anni si era diplomata ed aveva seguito il fratello di uno più grande a Bologna al Dams.
Successe poi un giorno una cosa... Filippo tornato da lavoro mi chiese se avremmo potuto ospitare un suo collega in trasferta da un'altra sede, costui era stato gentilissimo in una precedente situazione a parti invertite, come rifiutare allora di ricambiare il favore.
Una mattina mentre Filippo stava andando a lavoro mi chiese se avessi preparato il caffè per Di che sarebbe stato libero tutta la giornata mentre lui aveva vari impegni e sarebbe tornato a sera tardi. Sceso oramai da un po' Filippo, pensai di portare il caffè in camera prima che si facesse freddo, bussai ma non ebbi risposta, provai ad entrare e non vedendo nessuno lo lasciai sul comodino, mi girai e lo vidi, scusami ho fatto una doccia e non trovavo asciugamani per coprirmi, disse mortificato, scusami tu non ho pensato a preparartele, ancora più mortificata e forse scioccata, era nudo.
Non so cosa, lui aveva un affare enorme seppur moscio, ne fui attratta, mi avvicinai come se fossi in trans, da non crederci glielo presi in mano come a constatare la sua vera esistenza, in poco la mia mano prese a muoversi indipendentemente dalla mia volontà, si stava ancor più ingrossando, era davvero enorme, una bestia.
Non posso ancora crederci di aver assecondato quelle mani prima ad abbassarmi e poi a prendermelo in bocca, mi slogava quasi la mandibola, a Filippo non lo facevo da anni, forse dai primi anni assieme ed erano molto veloci, la cosa mi faceva schifo, ora invece mi stavo facendo in un certo senso scopare la bocca.
Quei pochi minuti di follia mi sembrarono un'infinità sopratutto quando quelle mani mi bloccarono la testa e mi sentii un fiume riversarsi nella gola. Una volta liberata mi girai di scatto per vedere di sputare via qualcosa nel cestino dietro di me, mi ero alzata e piegata in avanti, pensavo di riuscire a rigettare qualcosa, sentii invece una lingua intrufolarsi dietro tra le mie natiche, volevo ribellarmi ma quando, dopo aver spostato di lato la mutandina, la senti sulla mia vagina non capii più nulla.
Mi stava facendo impazzire, avere orgasmi multipli. Credetemi era la prima volta che una lingua di insinuava li in mezzo, a Filippo non lo permettevo, quando ci provava ridendo lo schiaffeggiavo, ora quella di un estraneo in quella posizione mi stava facendo impazzire, mi solleticava poi mi leccava la fessura, poi fin dentro, poi usciva e proseguiva verso l'alto, con le mani mi arpionava i glutei separandoli di più, quella lingua faceva su e giù per tutto lo spacco, poi la lingua lì, sull'ano, a mente fredda mi avrebbe fatto schifo, poi uno sputo, sempre lì, mirato, io godevo, poi un altro sputo, ora più in basso e la lingua a farlo entrare nella fessura.
Qualche secondo e sentii qualcosa di più grosso farsi strada tra le labbra della vagina, le mani riarpionarmi le natiche, poi le anche ed oplà mi sentii quell'affare enorme entrarmi dentro.
Le mie mani poggiavano sul basso comodino cercando di tenere alle forti spinte infertemi da dietro, mi stava aprendo la vagina, me lo sentivo quasi in pancia, il ritmo diventava poi più veloce.
Ero una bambola di gomma nelle sue mani, prima mi teneva per i fianchi e mi scopava con un ritmo accettabile, poi mi prese le braccia girandomele dietro la schiena aumentando la velocità, aprendomi in due, per ultimo una mano passò su una spalla ed i colpi diventarono più forti, usciva quasi tutto per poi rientrare tutto in una sola forte spinta, l'ultima mi portò sul letto con la pancia e le gambe di fuori, lì venne un po' dentro un po' sulla schiena.
Non so quante volte sia arrivata all'orgasmo so che ero tra le nuvole. Non badavo nemmeno a quel coso enorme che ancora duro mi spennellava lo sperma colante tra le natiche, poi una fitta intensa, un dolore lancinante, se solo mio marito ci avesse provato avrei chiesto il divorzio, ora tra le lacrime e le urla di dolore mi stavo facendo rompere il culo.
Mi meravigliai di me stessa spronandolo ad affondare di più i colpi, sentendomi dopo poco riempita anche nel posteriore di molto liquido, ebbi numerosi orgasmi anche per quel trattamento. Il giorno seguente appena fui di nuovo sola con lui non gli lasciai nemmeno il tempo di organizzarsi che già ero in cucina piegata sul tavolo a novanta per farmi sodomizzare poi passammo nel salone sul divano ed infine nel bagno sotto la doccia. Lui poi ripartì e la mia vita tornò normale con Filippo cominciammo a fare l’amore un po’ più spesso ma mai gli concessi il culo.
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