Intrighi di Famiglia cap 2: Maddalena

Dopo la calda estate dell'82 le cui gesta erotiche la resero di sicuro la più trasgressiva e conturbante estate della mia vita; mi rituffai nei miei studi con una grinta ancor più spavalda, godendone con piglio smaliziato del raggiungimento dei miei obiettivi. Infatti ben presto mi cinsi la testa con la tradizionale corona d'alloro, ottenendo oltre ad un casto bacio accademico la possibilità di affiancare mio padre nella conduzione della farmacia di famiglia, che ancora oggi orgogliosamente mantengo. Altresì anche i problemi con la mia storica fidanzata Cristina si risolsero presto serenamente; il nostro nonostante tutto era un forte rapporto supportato da un romantico amore giovanile e così nel settembre dell'84 convolammo a nozze.
Dopo esser sceso dall'altare cercai di mantenere le promesse fatte, mettere la testa a posto e assumere un comportamento irreprensibile e nel giro di qualche anno arrivarono Alberto e Camilla, ma ovviamente non sempre va secondo i piani.
L'intrigo in famiglia si presentò qualche anno dopo nel giorno del settimo compleanno di mio figlio Alberto; io e Camilla organizzammo una festa con amici e parenti e a degnarci della sua attenzione c'era anche mio fratello Antonio, oramai divenuto un rampante chirurgo cardiovascolare come lo zio Jack e con il lavoro e la fama che si stava procurando, la sua presenza a questi ritrovi di famiglia era sempre più sporadica. Insieme a mio fratello vi era anche la famiglia che si era creato fra gli scandali di un estate di cinque anni prima, quando ingravidò una ragazza figlia dell'aristocrazia bigotta siciliana e nipote prediletta di uno dei più influenti cardinali siciliani.
Maddalena era il suo nome ed era una ragazza dal fascino selvaggio e allo stesso tempo austero, una dicotomia data dai suoi folgoranti occhi azzurri su una pelle ambrata dai caldi venti siciliani, il tutto coronato da un'ancestrale eleganza che quasi castigava le sue avvenenze mediterranee.
Era una donna risoluta e mai appariscente, come il suo volto ligio e rassicurante che faceva da contraltare alla spensieratezza dionisiaca di mio fratello, e in me questa ambiguità ha sempre rappresentato una sorta di mistero conturbante.
Ma tornando a quel pomeriggio di tanti anni fa, ad un certo punto nel bel mezzo della festa ricordo (e a pensarci adesso fa ridere) che rimasi colpito dallo squillare del telefono cellulare di mio fratello (era uno dei modelli primordiali che stavano spuntando nei primi anni novanta).Un'urgenza in ospedale e lui dovette abbandonarci tutti in fretta e furia; gli rassicurai che avrei accompagnato io sua moglie e suo figlio a casa e lo vidi uscire di casa trafelato.
Finita la festa e con tutti gli invitati andati via, Maddalena si propose di aiutare me e Cristina a rimettere un certo qual modo ordine in casa, mentre mio figlio Alberto giocava con suo figlio Andrea; come per sdebitarsi dell'impegno presomi per riaccompagnarla.
Durante il viaggio in auto Maddalena rimase per lo più taciturna esclusi classici apprezzamenti sulla bontà della torta e della festa in generale mentre il piccolo Andrea stravolto dalla festa era caduto nel sonno profondo dei bambini; cosicchè mi proposi io di portarlo in braccio fin in casa una volta giunti nelle vie del centro di Milano dove mio fratello aveva preso una sfacciata dimora.
Arrivati a casa fui invitato da Maddalena a versarmi da bere mentre lei metteva a letto il piccolo; così entrato nell'ampio salone mi versai dell'ottimo cognaq che mio fratello non si faceva e mancare e poco dopo fui raggiunto da mia cognata che nervosamente si verso anche lei del cognaq e avvicinandosi a me brindo con sue testuali parole "A quel traditore di tuo fratello Antonio". Bevve tutto il contenuto del bicchiere in un solo sorso e nervosamente scoppio in lacrime urlando di rabbia per le scappatelle che mio fratello si ostinava a portare avanti e di come tutto mortificava i suoi sacrifici e la sua bellezza che ai miei occhi traspariva più selvaggia che mai; e così senza pensarci cercai di rassicurarla abbracciandola e ancor meno senza pensarci mi trovai avviluppato dalle sue labbra con la mia lingua contorta nella sua.
Era una belva ferita e una furiosa messalina Maddalena, del suo casto aplomb non vi era più nulla, mi leccava il collo e il petto con la brama di una tigre a cui piace affondare i suoi denti sul mio corpo e mi donava il suo seno prosperoso su cui mi fiondai con pari ingordigia, finché lei denudandomi di pantaloni e mutande, strinse il mio cazzo incestuoso come una cravatta francese col suo seno abbondante mentre con la bocca soffocava il mio prepuzio. Maddalena oramai era una santa indiavolata e ciò mi sorprendeva, invece poco sorprende che poco dopo mi ritrovai a premere tutto il mio pene nella sua accogliente gola assecondante, scopando la bocca di mia cognata con foga barbara mentre lei non volle liberarsi dalla mia presa quando la avverti che la stavo per inondare col mio sperma, anzi bevve tutta la copiosa venuta con devozione e con cura leccò anche ciò che mi era colato lungo la verga ringraziandomi con quei suoi sacrali occhi azzurri.
Mi aveva svuotato del tutto lo spirito santo entrai quasi in trance e non ricordo come venni fuori dalla situazione , ma so che quanto successo rimase un tarlo nei ricordi morbosi.