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Intrighi di Famiglia cap 4 - Quasi Vent'anni Dopo


di Scarlet_Neddle
01.06.2018    |    10.701    |    3 9.1
"Avevo di nuovo lo sguardo di Maddalena a qualche centimetro dal mio, mi piaceva accarezzare con una mano il suo volto mentre lei si stringeva a me mentre ci..."
Come raccontato nel precedente capitolo, riuscii a possedere in maniera animalesca quel vulcano di passioni ambivalenti che è mia cognata Maddalena; una donna dai ferrei principi e con una morale religiosa ineccepibile che si trasformava in una faina del sesso dalle selvagge pulsioni che donava il suo culo, preservando così la sua fertilità e non di meno istigando il mio desiderio sempre più impellente, non riuscivo a non pensare a lei, ero del tutto invaghito dalla sua figura perversa.
Divenimmo amanti per quasi due anni finché non avvenne la separazione fra mio fratello e Maddalena; i nostri incontri non furono molti ma nemmeno sporadici; ovviamente come in ogni relazione extramatrimoniale affioravano anche sensi di colpa, che per lo più erano per l'aver tradito mia moglie Cristina che nei riguardi di mio fratello, vuoi per la natura libertina di Antonio (che come sapete avevo già conosciuto) vuoi per il motivo apparente che la relazione con sua moglie aveva prematuramente imboccato il viale del tramonto.
Come già detto il rapporto con Maddalena si concluse oramai vent'anni fa poiché dopo aver ottenuto la separazione decise di tornare con suo figlio in Sicilia presso il suo feudo familiare e grazie alle altolocate conoscenze religiose riuscì ad ottenere l'annullamento dalla Sacra Rota; il mio matrimonio con Cristina non ebbe fortunatamente alcuno strascico anche se disintossicarmi da quella dipendenza sessuale per me fu più arduo, provai a cercare di rialimentare quelle perversioni pagando delle professioniste ma più che appagato mi sentivo ridicolo.

Purtroppo non rividi più per anni Maddalena, se si esclude l'ultima estate in Sicilia che trascorremmo nella casa di Pozzallo, quando venni a sapere in giro che si era risposata con il sindaco di un paese vicino e dal suo nuovo primo marito aveva avuto una bambina; d'altronde con mio fratello non intrapresi mai nessuna discussione ne sul suo matrimonio ne sul suo divorzio; una sola cosa però non mi è mai passata di mente, un allusione che Antonio fece sul rapporto fra Maddalena e il suo zio Cardinale, definendolo non proprio innocente; comunque sta di fatto che io e Maddalena perdemmo ogni contatto fino ad un pomeriggio di quattro anni fa.

Ricordo era un pomeriggio un po frenetico di fine novembre ed ero in farmacia con molti clienti influenzati come di solito accade quando siamo alle porte della stagione invernale, quando la mia assistente mi annunciò che una donna mi cercava al telefono; andai a rispondere credendo che dall'altra parte della cornetta avrei sentito la voce della donna che si prende cura di mia madre ma fui folgorato quando udii la calda voce siciliana di Maddalena, rimasi attonito e in silenzio per qualche secondo e così fu lei che prese parola e contenta di risentire la mia voce che riuscii a tirar fuori mi comunicò di trovarsi per altri due giorni a Milano e che avrebbe avuto il piacere di rivedersi; come starete immaginando io fui ben lieto di invitarla per un aperitivo il giorno seguente mentre già cominciavo a provare un desiderio che credevo ormai sopito.

Oramai cinquantenne ero in fibrillazione come un giovane sbarbatello che incontra la donna tanto desiderata, avevo la mente catapultata nei ricordi dei suoi occhi che mi fissavano durante i suoi famelici pompini, respirando gli odori della sua pelle ambrata che trasudava lussuria e immaginavo di rientrare con il mio assetato sesso nel buco del suo culo meraviglioso; perciò mi preparai a dovere e decisi che comunque fosse andato non sarei rientrato a casa (da poco con mia moglie ci siamo trasferiti fuori Milano) e perciò dissi a Cristina che sarei dovuto andare a Pavia per un convegno indetto da un'azienda farmaceutica e che nonostante sia stato avvisato prematuramente avevo dimenticato di accennare e per tal motivo sarei rimasto fuori città per la notte.

Prenotai una camera nel miglior albergo nelle vicinanze del locale scelto per l'aperitivo e puntuale come un orologio svizzero mi ritrovai là dove vidi che ad attendermi c'era Maddalena quasi vent'anni dopo; e se il tempo trascorso avesse lasciato su di me molte più tracce (anche se ancora oggi mi difendo piuttosto bene), su di lei invece il tempo si era bloccato, il suo corpo anche se arrotondato da qualche dolce sinuosità si manteneva tonico e accattivante come nei miei ricordi, donandole sempre quel suo portamento fiero e elegante, eleganza che affiorava anche nella scelta di non nascondere qualche ciocca grigia fra i suoi lunghi capelli corvini portati con una frangia che sfociava nel suo sguardo da pantera dagli occhi neri di seppia.
Giunsi al tavolo mentre lei osservava distrattamente la carta dei vini che subito posò mentre alzandosi ci venimmo incontro in un affettuoso abbraccio, istintivamente rimasi subito avvolto dal suo fascino; rispetto ad anni fa la vedevo molto più libera, molto meno sulla difensiva anche se fissandola negli occhi si intravedeva la malinconia che ha sempre cercato di celare.

Stare in sua compagnia mi regalava delle emozioni nuove quasi sorprendenti, ritrovavo quel mio spirito giovanile che quando che anni fa non apprezzavo a pieno e inoltre passammo ore a chiacchierare come mai fatto prima, sembrava di essere cari amici più che ex amanti in segreto. Mi rivelò che si trovava a Milano per un'operazione che aveva fatto mio nipote Andrea, disse che non era nulla di grave e rimase vaga sull'argomento, mi parlò più dettagliatamente della sua vita in Sicilia, delle sue seconde nozze e della sua nuova famiglia; anch'io parlai di me e ovviamente finimmo a parlare di noi; lei mi confessò che inizialmente la nostra relazione fosse una sua particolare vendetta ma col tempo erano sorti quei sentimenti che l'avevano convinta di aver scelto il fratello sbagliato (feci finta di non aver dimenticato che ero in presenza di Antonio quando si conobbero), ma nonostante ciò ritenne più opportuno interrompere per ritornare alla vita che aveva abbandonato in Sicilia.
Io le confessai che negli a seguire il desiderio di lei non andò quasi mai via e come da quando avessi risentito la sua voce quel desiderio era riapparso cavalcante; lei mi fissò negli occhi e dopo un assordante silenzio rivelò che anche lei avesse i miei stessi desideri.

Uscimmo dal locale e ci concedemmo una breve passeggiata che ci condusse in albergo, camminavamo come teneri amanti con lei stretta fortemente al mio braccio e con la testa posata sulle mie spalle, mentre più in basso sentivo arroventarsi il mio cazzo.
Entrammo in camera, avevo richiesto una bottiglia di cognac che l'inserviente dell'albergo mi aveva fatto trovare; e riprendendo quel vecchio rituale riempii i nostri due bicchieri che con fretta svuotammo, non volevamo perdere altro tempo e i nostri corpi si cercarono in un appassionato abbraccio.
Avevo di nuovo lo sguardo di Maddalena a qualche centimetro dal mio, mi piaceva accarezzare con una mano il suo volto mentre lei si stringeva a me mentre ci muovevamo quasi a passo di danza; rispetto ad un tempo volevamo assaporare quei momenti con una calma e dolcezza che facessero da contraltare alla foga che ci aveva contraddistinto; ci baciammo come innamorati, un lungo bacio mentre ognuno di noi scopriva i corpi eccitati dell'altro, continuai a baciarla lungo il collo mentre lei mi conduceva con i suoi versi di piacere verso i suoi grandi seni che succhiavo come il più birbante dei neonati. Lei amava mordere la mia pelle e ci ritrovammo avvinghiati in un sessantanove per succhiare e giocare con i nostri sessi che esplosero ben presto, lei squirto violentemente mentre l'ultima goccia del mio sperma fu accolta dalla sua bocca. Ma non eravamo ancora sazi e dopo essere entrati in doccia senza staccarsi, lei si stese nuda sul letto invocandomi di scoparla come mai fatto prima donandomi per la prima volta la sua vagina e non solo, le sfondai il culo riempiendolo di sperma.
Passammo una notte infuocata assieme e non stanchi alzammo la temperatura di fine novembre anche al mattino appena svegli perché tutto non restasse un sogno.

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