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La moglie di Michele - (Capitolo 2)


di Infid3l
17.07.2023    |    1.421    |    2 10.0
"La mia mano fini di poggiare la tazzina nel lavello poi tornando nuovamente le passai la mano sul fianco destro e ancora andando via di nuovo una carezza sul suo sedere, titubai un attimo, il..."
Mi resi conto, nei giorni successivi, di essere diventato con Michele in certi casi più accondiscendente ed in altri più bullo.

Certamente nella mente mi si era piantato un chiodo fisso, sua moglie. Dovevo trovare un momento di contatto e l’occasione si presentò qualche giorno dopo.

La chiusura di una consulenza mi diede l’occasione giusta per fare una mossa. Verso le 18 uscii dai nostri uffici e chiamai Michele dicendogli “passo da te per rivedere la presentazione di domani”.

Lo spirito da zerbino di Michele uscì fuori ancora una volte, rispose “certo senza problemi ti aspetto”.

Una decina di minuti dopo fui da lui, bussai, mi aprì Michele.

Lo salutai con una veloce pacca sulla spalla e poi vidi Vanessa venirmi incontro.

Il leggings nero che indossa faceva risaltare ancor di più il suo sedere sodo. Sapendo dello scambio di mail non potetti far a meno di pensare cosa si fossero detti mentre arrivavo. Mi avvicinai a Lei e la salutai con un bacio sulla guancia mentre le poggiavo la mano sinistra sul suo fianco destro.

“È un piacere averla a casa nostra” mi disse spostandosi alla mia sinistra.

In una frazione di secondo ripensai a tutte le mail lette e lasciai che la mia mano seguisse il suo movimento fino a trovarmi con la mano sinistra a cingerle la vita,fianco a fianco, entrambi demmo le spalle a Michele.

Risposi “il piacere è tutto mio ed essendo la prima volta che vengo avrei piacere che la padrona di casa mi facesse fare un tour della sua reggia”.

Sentii il mio cazzo farsi sempre più duro e con il sangue impegnato in basso smisi di ragionare più di tanto e mentre Vanessa faceva il primo passo in avanti.

Lasciai che con noncuranza la mia mano scivolasse un po’ dal fianco fino a passare lenta ma inesorabile con leggerezza sul suo culo, un brivido mi trapassò i pantaloni, alla fine l’avevo fatto, con Michele dietro di me la mia mano era passata sul sedere della moglie.

Vanessa titubò un solo istante poi mi guardò e sorrise come se nulla fosse accaduto; poi guardando Michele aggiunse “mi segua le faccio vedere tutta l casa”.

Avevo il cazzo durissimo e non riuscivo a fare nulla per nasconderlo, si vedeva chiaramente il bozzo nei pantaloni.

Facemmo il giro della casa e seguivo gli occhi di entrambi e li vedevo anche cascare ogni tanto sul mio pacco gonfio.

Michele era rosso come un peperone.

Tornati in salone ruppì gli indugi chiedendo a Michele di mostrarmi nuovamente la presentazione.

Seduti sul divano non ascoltavo minimamente, pensavo solo alla prossima mossa da fare ma sinceramente ero così arrapato che la mente era annebbiata e mi veniva solo voglia di saltarle addosso e strapparle i vestiti.

Tornò Vanessa e chiese se gradissimo da bere. Michele disse di no, io le chiesi un caffè.

Aspettai con ansia il caffè con un’idea nella testa. Vanessa arrivò lasciandomi il caffè sul tavolino dinanzi a noi e tornò in cucina.

Lo buttai giù rapidamente poi finsi di non sapere dove mettere la tazzina, Michele mi vide e disse “poggiala pure sul tavolino” indicando il tavolino davanti al divano.

Colsi la palla al balzo esclamando “non voglio dare altro disturbo a tua moglie gliela porto in cucina, resta comodo”.

Prendo la tazzina e mi alzo andando in cucina. Sono fortunato perché la trovo intenta a lavare la caffettiera nel lavello della cucina.

Sentii alle mie spalle Michele alzarsi dal divano e andare al tavolo (per sbirciare probabilmente la cucina?), intanto chiesi a Vanessa “poggiò la tazzina nel lavello?”

Prima che arrivasse la sua risposta ero dietro di lei e passai la mano con la tazzina alla sua destra poggiandola nel lavello ma soprattutto poggiai senza ritegno il pacco gonfio sul suo sedere spingendo non troppo forte ma in maniera decisa.

Sentii per un attimo le sue natiche avvolgere il pacco gonfio era impossibile che non sentisse il mio cazzo duro sul suo culo. Mi staccai.

La mia mano fini di poggiare la tazzina nel lavello poi tornando nuovamente le passai la mano sul fianco destro e ancora andando via di nuovo una carezza sul suo sedere, titubai un attimo, il pensiero di aver esagerato attraversò la mia mente.

Mi girai leggermente per guardare la faccia di Vanessa mentre tornavo in salone. Ero preoccupato di aver fatto il passo più lungo della gamba ma fortunatamente la scorsi cercare lo sguardo di Michele oltre la mia spalla.

Mi fermai e le dissi “non restartene in cucina vieni a sentire la presentazione un orecchio indipendente fa sempre comodo”.

Vanessa fece un cenno di assenso con la testa e mi seguì. Arrivati in salotto sedutomi sul divano, con Michele dinanzi, notai subito il bozzo nel suo pantalone e vederlo non fece che farmi arrapare di più e nella mia mente risultò anche una sorta di via libera definitivo.

A Michele davvero piaceva il fatto che avessi poggiato senza ritegno il pacco sul culo della moglie?

Guardai Vanessa e la colsi a fissare il bozzo nei pantaloni del marito. Notò che la stavo osservando, sorrise imbarazzata per un attimo, poi suonò il citofono.

Vidi la perplessità negli occhi di Michele poi quasi infastidito sbottò “mia sorella, ci deve dare la partecipazione al matrimonio”.

Mi faceva ridere il fatto che sembrasse quasi scocciato dell’interruzione. Lo vidi guardare Vanessa che esclamò “eh si purtroppo dobbiamo aprire” disse sorridendo.

Ero durissimo ma capii che dovevo andare. Michele andò al citofono accanto alla porta e aprì il cancello io raccolsi la giacca dal divano e cingendo la vita di Vanessa le dissi “è stato un piacere, speriamo che domani vada tutto bene, così magari Michele mi invita a cena a casa vostra per festeggiare”.

Mi fermai vicino alla porta salutai Michele con una pacca sulla spalla senza togliere la mano destra dalla vita di Vanessa, poi superai Michele ancora con la mano sulla vita della moglie mettendomi con lei dinanzi alla porta con Michele alle spalle.

Vanessa si sporse leggermente con le braccia in avanti per aprire il chiavistello della porta e io come se oramai fosse cosa normale assecondai il movimento approfittandone per togliere la mano dal suo fianco.

Vidi la scena quasi come se fossi un terzo spettatore. La mia mano scese dal fianco destro e passo sulla sua natica destra e poi sulla sinistra ma a differenza di prima le mie dita premetterò leggermente per sentire sotto i polpastrelli quanto sodo fosse sodo il suo culo. Non era più una carezza fugace come quella precedente ora le stavo proprio tastando il culo senza ritegno e il tutto davanti al marito.

Con la porta aperta mi girai mettendomi dinanzi a lei per salutarla. Il bozzo nei miei pantaloni era più che evidente con il mio cazzo talmente duro da deformarli completamente.

Ruppi il silenzio dicendo guardandola “è stato un piacere, peccato doverci salutare così presto”.

Vanessa sorrise e anticipando Michele e parlando al singolare aggiunse “non vedo l’ora di rivederla”.

Uscii inforcando l’ascensore proprio mentre uscì dallo stesso la sorella di Michele. Da quel momento nulla sarebbe stato più lo stesso.

Continua.
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