tradimenti
La moglie di Michele - (Capitolo 1)

17.07.2023 |
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"Feci un profondo respiro prima di aprire la mail di Vanessa: “E non solo, ha detto che era un peccato che ci fossi anche tu alla festa, altrimenti mi avrebbe invitata a ballare così poteva..."
Premessa: fatti e persone sono frutto di fantasia e qualsiasi attinenza alla realtà è puramente casuale.Iniziamo dalle presentazioni, mi chiamo Cristian e dirigo una piccola società di consulenza in Emilia-Romagna.
Ho alle mie dipendenze diversi impiegati e i fatti che sto per narrarvi sono incentrati su uno di loro.
La mia piccola società si occupa di consulenza e, come dicevo, alle mie dipendenze ci sono svariate figure. Una di loro, Michele, è il protagonista di questa storia.
Il buon Michele è sempre stato un valido collaboratore. Ha il pregio di essere disponibile oltre ogni misura, come se l’unica cosa che desiderasse fosse compiacermi, ma, d’altro canto, ha il difetto di essere estremamente lento, cosa che spesso mi manda su tutte le furie.
La sua lentezza è esasperante, ma compensata dal fatto che resterebbe a lavorare una notte intera se avessimo una scadenza l’indomani.
Detto ciò, qualche settimana fa si è ammalato proprio in prossimità di un’importante scadenza. Ha provato anche a venire, ma letteralmente non si reggeva in piedi e l’ho dovuto mandare a casa.
La sera prima della scadenza mi rendo conto che nelle mie stampe è presente un refuso e, cosa ancor più allarmante, non trovo il file d’origine per correggere l’errore.
Chiamo Michele sapendo con certezza che aveva una copia del file. Servizievole come sempre, mi fornisce la password aziendale per accedere alla sua postazione di lavoro. Trovo il file e lo ringrazio, poi inizio a chiudere i programmi che in automatico si avviano al primo accesso utente giornaliero (gestionale aziendale, mail, etc.).
Proprio mentre sto chiudendo la mail, l’oggetto di una delle ultime mi colpisce: “Era particolarmente su di giri il tuo capo” citava l’oggetto, mittente Vanessa, la moglie di Michele.
Passo il cursore sull’oggetto e compare un pop-up di anteprima. Leggo: “Il tuo capo ieri non mi ha staccato gli occhi di dosso, o meglio non li ha tolti dal mio fondoschiena”.
Per un attimo resto confuso, poi vedo la data della mail e capisco. Era il giorno dopo l’apericena organizzato per la chiusura di un importante accordo che avevamo chiuso proprio quel giorno, e tutto fu più chiaro.
Per intenderci, era vero quello che era scritto nella mail: avevo guardato il culo di Vanessa tutta la sera ed ero anche un po’ brillo, anzi, un bel po’.
Ricordo di aver pensato spesso quella sera che Michele, per essere un po’ bruttino e sicuramente non brillante, aveva una moglie davvero figa.
Mora, capelli mossi fin oltre le spalle ed un fisico da sballo, tonico come pochi e con un sedere alto e sodo.
Poi, d’improvviso, ricordai che le avevo fatto un complimento decisamente fuori luogo dettato dal bere. Mi ero avvicinato mentre Michele era al buffet, dicendole: “Le sta bene questo abito, soprattutto da dietro”.
Indossava un vestito corto, molto stretto, con la schiena scoperta.
Ero stranito nel leggere la mail e mi ritrovai con un sorrisino malizioso stampato in faccia e una certezza: verificare se esistesse il seguito della conversazione.
Un click sulla posta inviata ed ecco la risposta di Michele: “Davvero? Non mi hai detto niente a casa eppure lo sai quanto mi fanno impazzire queste cose”.
Speravo avessero continuato e, fortunatamente, notai che quella su cui mi era caduto l’occhio non era l’unica mail con quell’oggetto. Qualche riga più su Vanessa rispose: “Mi ha detto che il vestito mi stava bene soprattutto da dietro”.
Di nuovo un click sulla posta in entrata, mentre sentivo che la patta dei miei pantaloni cambiava forma e consistenza. Ecco l’altra risposta di Michele: “Sono così duro adesso amore mio. E poi?”.
Oramai avrei pagato per continuare a leggere. Feci un profondo respiro prima di aprire la mail di Vanessa: “E non solo, ha detto che era un peccato che ci fossi anche tu alla festa, altrimenti mi avrebbe invitata a ballare così poteva gustarselo meglio”.
Ora ammetto di essere stato molto brillo, è vero, ma sono certo di non aver aggiunto quella seconda parte.
Ora ero davvero arrapato e andai nuovamente nella posta in entrata e cercai la mail più recente di tutte, così da avere l’intera cronologia della conversazione. Feci un respiro e cliccai: “Quanto vorrei accadesse, lo sai”, scrisse Michele.
Rispose Vanessa: “Chissà, ieri si è fatto molto audace il tuo capo e poi è così un bell’uomo che non mi dispiacerebbe proprio, anzi”.
Ero senza parole, oltreché durissimo. Non resistetti e mi segai, imbrattando la scrivania di Michele di sborra.
Senza saperlo, aver adocchiato e poi letto quella conversazione avrebbe portato enormi ed eccitanti conseguenze.
Continua.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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