tradimenti
L’Amica Della Mia Ragazza - Parte 3

19.09.2024 |
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"Poi guarda i nostri rispettivi partner e aggiunge: "voi restate qui che stasera vi serviamo al tavolo"..."
Nei giorni seguenti più e più volte il mio cervello tornava su quello che era successo a casa della mia ragazza. Mi sentivo in colpa eppure ogni volta che ci pensavo mi eccitavo. Era più forte di me. In più, nel mio cassetto della biancheria ben nascosto c'era anche il perizoma di Michela a peggiorare la situazione.Tra un impegno e l'altro ero arrivato a sabato quando mentre sono a casa mi vibra il telefono. Era un messaggio di Michela che mi ricordava di portarle il perizoma quella sera. Nemmeno il tempo di riflettere che mi chiama Chiara e mi informa che siccome era prevista pioggia andavamo a casa di Alessandro a vedere un film e mangiare una pizza. Ecco che il messaggio del perizoma aveva senso.
Arriviamo puntuali a casa di Alessandro. Il tragitto in macchina fu "scomodo". Avevo la mia ragazza accanto e il perizoma della sua migliore amica nella tasca. E ora sull'uscio della porta di Alessandro ero lì a salutarlo come se nulla fosse, come se qualche giorno prima non avessi riempito di sborra la sua ragazza mentre lui provava a raggiungerla al telefono proprio mentre lei era oscenamente a pecora a farsi riempire dal sottoscritto.
Saluto con uno strano imbarazzo anche Michela che invece mi sorride con malizia. La stronza alla prima occasione in cui rimaniamo soli prende la mia mano e se la fa scivolare sotto la gonna dicendomi: "sono già umida....non vedo l'ora di farmi riempire, però mettimi il perizoma adesso che mi piace l'idea dopo di farmelo togliere da Te".
Detta questa frase resta con la gonna sollevata mentre sento Alessandro e Chiara mettere la tavola in salone. Capisco che non ha nessuna intenzione di abbassare la gonna allora prendo il perizoma dalla tasca e mi accovaccio per metterglielo. La troia prende la mia testa e io come uno stupido automa mi ritrovo a leccarle voracemente la figa. Un rumore mi ferma mi alzo di scatto e lei finisce di mettersi il perizoma.
Alessandro sbuca dal salone e ci chiede di venire a dare una mano. Sparisce di nuovo e Michela non perde l'occasione per dirmi "la mano la dai a Lui, io voglio solo il tuo uccello". Ordiniamo le pizze e ci mettiamo sul divano dove Michela non perde occasione per lanciarmi delle occhiatine.
Dopo una mezz'ora suona il citofono e succede l'irreparabile. Alessandro scende per prendere le pizze e Chiara mi dice che deve andare in bagno. La seguo con lo sguardo mentre sparisce nel corridoio proprio mentre la porta di casa si chiude. Nemmeno il tempo di riflettere che le mani di Michela sono sul mio pacco. Dovrei fermarla eppure seduto sul divano mi ritrovo ad abbassare leggermente il pantalone della tuta tirando fuori il mio pesce duro.
Michela sale a cavalcioni su di me mentre le mie mani spostano il perizoma dirigendo la mia cappella dentro la sua figa umida. La troietta inizia a cavalcare come una forsennata dicendo:" dai Cristiano riempimi mentre la tua brava fidanzatina è in bagno". Sono fuori controllo la giro e la sbatto sul divano. Le sue ginocchia sulle mie spalle, la sua fica oscenamente esposta. Inizio a fotterla sempre più forte tanto da far risuonare i colpi del mio bacino su di lei.
Sento lo sciacquone, rallento ma Michela mi incita: non ti fermare, sto venendo, voglio la tua sborra prima che torni il cornuto". Non dovrei ma torno a spingere, lei si aggrappa a me, sento gli spasmi della sua fica attorno al mio cazzo sto per venire anche io subito dopo di lei ma sento la porta del bagno aprirsi. Lo tiro fuori e fatico a evitare di sborrare in giro. Michela mi guarda e sorride mentre si ricompone. Io lo rimetto dentro e mi siedo in tempo per sorridere a Chiara di ritorno dal bagno. Bussa la porta e rientra Alessandro con le pizze.
Poggiamo i cartoni delle pizze sul tavolo del salone. Mi alzo dal divano cercando di nascondere il pacco nel pantalone. Sento Alessandro lamentarsi per le condizioni dei cartoni fradici per la pioggia. Michela si propone di andare in cucina a mettere tutto nei piatti poi mi guarda e dice maliziosa: "Cristiano però fai pure tu qualcosa già questi poverini hanno messo la tavola ora tocca a noi". Poi guarda i nostri rispettivi partner e aggiunge: "voi restate qui che stasera vi serviamo al tavolo".
Inizia ad incamminarsi verso la cucina portando i piatti mentre io la seguo con le pizze. Arrivati in cucina mi strappa le pizze dalle mani e le mette velocemente e senza troppa attenzione nei piatti. Mi guarda e dice: "ora sono io che voglio farti venire". Dovrei dire o fare qualcosa ma la guardo soltanto accovacciarsi e tirare fuori il mio uccello durissimo. Mi fissa diritto negli occhi e inizia a leccarmi la cappella.
Mi dice: "non vedi l'ora di sborrarmi vero?". Annuisco. Lei continua: "la tua fidanzatina è di là e tu sei qui a scoparmi la bocca, sei un vero maiale". Perdo di nuovo il controllo, le poggio la testa sul bordo del tavolo e inizio veramente a fotterle la bocca. Sento rapidamente la sborra salire mentre dico: "eccola puttana poi vallo a dire quel cornuto quanta sborra ti sei presa in bocca dal sottoscritto". Sento i fiotti di sborra susseguirsi tra le labbra di Michela. Tiro fuori il cazzo ancora mezzo colante mentre Michela si alza accennando un sorriso.
Poi si china sulla pizza del fidanzato e lascia cadere sulla pizza un rivolo di sborra dalle sue labbra e lo stesso fa sulla pizza di Chiara. Poi guarda il mio pesce colante e mi dice: "questa invece e tutta mia". Si accovaccia di nuovo e pulisce per bene il mio pesce ancora duro. Dal salone si solleva la voce di Alessandro che ci rimprovera per il tempo perso. Michela si alza divertita mentre prende la sua pizza e quella di Chiara. Mentre lascia a me l’onere delle altre due.
Torniamo in salone. Vedo Michela dare la pizza a Chiara e poi guardarmi maliziosa. Io come un automa offro la pizza ad Alessandro. Sì, proprio la pizza con sopra la mia sborra. Li guardo mangiare. In momenti diversi dicono: "buona la pizza stasera".
Sono di nuovo duro.
Continua.....
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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