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UN TRIANGOLO… INSOLITO


di Tony11
15.01.2019    |    9.055    |    6 7.8
"Ora il ‘dietro’ reclamava la sua parte..."
Conosco Maurizio e Silvana da anni: ancora giovani, innamorati, porcellini e molto fantasiosi.
Lui è davvero un bell’uomo, brillante e alla mano.
Lei è una morona per la quale sembra che il tempo non passi mai. Ha lunghi capelli ricci, un bel corpo ed il viso angelico che mai lascerebbe trasparire il fuoco che ha dentro.
La prole li blocca spesso nei loro giochi, ma ogni volta che riusciamo a vederci sono fuochi d'artificio.
Quella volta ancora di più…
Era l'inizio dell'autunno scorso: al rientro a casa per pranzo, ricevetti un messaggio di Maurizio che mi chiedeva che programmi avessi per la serata.
Io, che preferisco parlare perché ci si intende meglio, lo richiamai dicendogli: “Bello mio, qualunque altro impegno avessi -ma non ho- lo rimanderei, pur di stare in tua/vostra compagnia”.
Devo ammettere che mi spiazzò un po’, pronunciando di rimando queste parole: “Guarda, stasera Silvana vuole prendere un’ora di permesso dal lavoro per uscire prima. Si è messa in testa di andare in un posto isolato all’aperto che concorderà con te e poi, ovviamente se sei d’accordo, dovrai raggiungerla. L’unica condizione è che io voglio ascoltare tutto”.
Una richiesta insolita, mai ricevuta in precedenza nonostante la nostra grande confidenza. Comunque mi solleticò non poco, al punto che mi venne subito in mente di aggiungerci un surplus.
Presi tempo: “Senti Mau, ti dispiace se ti richiamo fra dieci minuti? Il tempo di organizzarmi”.
“Certo, non c’è problema, aspetto”.
Digitai allora il numero di Lucia, una mia ‘amica speciale’, per due motivi.
Primo: per informarla dettagliatamente sulla prospettiva e sulle mie intenzioni. Me lo sento dentro come un dovere, quando c’è qualcosa di intrigante che non la riguardi direttamente.
Secondo: chiederle se per caso fosse interessata ad ascoltare tutto, dal momento che, con un secondo cellulare, ci sarebbe stato anche un altro in ascolto e cioè chi aveva concepito l’idea.
Incassato il suo assenso dapprima incuriosito poi entusiasta, richiamai Maurizio per confermare.
L’immaginazione di quella situazione insolita, unita al fascino ed al pensiero dell’ incredibile carica erotica di Silvana, rapì tutti i miei pensieri della giornata.
Non vedevo l’ora che arrivasse il tardo pomeriggio, fomentato anche dall’alternanza di messaggi piccanti che lei e Lucia mi inviavano con cadenza quasi regolare, come se fossero delle perfette complici, e pure sadiche.
Finalmente arrivò l’ora stabilita.
Silvana scese dalla sua auto, presentandosi in un vestitino avorio a pois marroni sotto il ginocchio, molto semplice (non poteva certo andare al lavoro tutta in tiro) ma con sotto una lingerie da urlo: push-up, anch’esso color avorio, di pizzo, e perizoma coordinato a due stringhe posteriori: un incanto sulla sua carnagione mediterranea…e sul suo sedere perfettamente tornito.
D'accordo col marito e conoscendo bene anche lei, la attesi deliberatamente dentro la macchina con l'uccello di fuori, in tiro, e con Lucia già in linea che voleva sapere man mano tutti i particolari, oltre che ascoltare.
Silvana aprì la portiera della vettura, si inchinò, vide il ‘compare’, mi rivolse uno sguardo carico di eros e poi si attaccò a me in un bacio lungo ed appassionato, dicendomi prima: “Che maialone sei, non cambi mai!”
“Spostiamoci” le dissi appena ripresi fiato “in un posto più sicuro, qui passa troppa gente e con le intenzioni che ho, rischiamo grosso”.
“Va bene, ma sappi che farò il tragitto con il tuo pisello in bocca”.
Detto fatto. Lasciata la strada principale, ci avviammo verso un luogo più tranquillo, con lei che non staccava la bocca da ‘un cazzo da grandi occasioni’.
Io guidavo con una mano, l'altra si era intrufolata in mezzo alle sue cosce, che in breve tempo presero a grondare. Naturalmente avevamo tutti e due i telefoni in vivavoce in modo che, come stabilito, suo marito e la mia amica potessero sentire tutto.
Poche centinaia di metri dopo, percorse per sicurezza quasi a passo d’uomo -e che al momento mi sembrarono decine di chilometri- trovammo il posto adatto, a ridosso di un casolare abbandonato.
Ci fermammo. Visto che la temperatura era ancora gradevole ed il posto ormai senza
più traffico (ci aveva sorpassato soltanto un camion pochi minuti prima) uscii dall’auto, feci mezzo giro, la presi per mano, l’appoggiai sul cofano e, tolto il perizoma, senza tanti complimenti cominciai a scoparla a pecorina, non prima di aver poggiato i cellulari sul parabrezza.
Un godimento ‘selvaggio’ da parte di entrambi, condito dai suoi mugolii eccitati ed eccitanti, anche quando, dopo un paio di sculacciate ben assestate e graditissime (lo sapevo) le ordinai di girarsi di fronte per vedere bene il suo viso sconvolto dal piacere.
Conoscendola, sapevo che prima o poi avrebbe chiesto un ‘qualcosa’ a me congeniale, ma volevo che fosse proprio lei a dirmelo: dopo un po', infatti, mi offrì spudoratamente, senza parlare ma girandosi di nuovo con un’occhiata maliziosa, il suo buchetto posteriore.
A quel punto non potevo certo resistere, né deluderla: era già uno spettacolo il solo vederla con quei tacchi dodici seduta sul cofano, mentre gridava di piacere dal ‘davanti’.
Ora il ‘dietro’ reclamava la sua parte.
Nonostante fossimo molto presi da quello che stavamo facendo, ci accorgemmo da un cigolio che l’autista del camion di prima stava entrando un cancello sull’altro lato, ma… si attardava a richiuderlo.
La sorpresa e il relativo timore durarono un solo attimo, visto che il tipo non mostrava l’intenzione di avvicinarsi più di tanto. Iniziò anzi a masturbarsi sul posto, atto che fece aumentare all’ennesima potenza la nostra eccitazione.
Allora, come mi aveva richiesto Silvana con lo sguardo, lo sfilai da davanti e cambiai buco con decisione, dopo averlo umettato a dovere: lei cacciò un piccolo urlo e riprese a gemere ancora più forte, mentre con due dita si stuzzicava forsennatamente il clitoride.
Il quadro era questo: io che pompavo come in preda ad un raptus attaccato alle sue tette, lei a gambe divaricate che si dibatteva al massimo della libido e Maurizio che le gridava dal cellulare che era una gran troia e che al ritorno a casa lui avrebbe proseguito, e di brutto pure, la ‘lavorazione’ di quel culo favoloso e famelico.
In più c’era Lucia che, non resistendo a tali sollecitazioni, aveva preso da un cassetto il suo maxi dildo preferito. Lo infilò fino alla base in una fica ormai già da un pezzo pronta ad accoglierlo ed iniziò un energico su e giù.
Infine il camionista, che si segava immobile, senza ritegno e con la lingua di fuori, a pochi passi da noi.
Dopo un bel po’, Silvana arrivò ad un orgasmo fragoroso, chiedendomi successivamente di venirle in faccia.
Ero al limite anche io e, tolto il preservativo, esplosi più getti di sperma sul suo viso d’angelo che, completamente fradicio, si trasfigurò, assumendo i connotati di una vera porcellina di razza.
In rapida sequenza vennero anche il camionista (che seguivo con la coda dell’occhio) Maurizio a casa sua e Lucia nella sua. Praticamente l’epilogo di un’ammucchiata… in
differita.
Ci ricomponemmo con un appuntamento alla prossima porcata da improvvisare, ma il giorno dopo Lucia mi disse che presto avrebbe voluto organizzare una cosa simile, ma a parti invertite.
Conosceva la mia bontà d'animo e sapeva che non le avrei mai detto di no, solo che… dove lo andavo a rintracciare il camionista?
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