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L'amico dell'amico


di Membro VIP di Annunci69.it LaTuaLei
24.02.2017    |    8.787    |    6 9.8
"Dopo un primo momento di discorsi senza senso sul traffico e sul tempo, l’uomo che parla (quello che mi ha contattato, l’altro è molto molto sulle sue in..."
Anni? Sei sposato? Di che zona sei? Dove lavori? Che lavoro fai e bla bla….
Chi ha avuto a che fare con me sà che queste domande di rito servono un po per contestualizzare la situazione. Farmi capire con chi parlo e se posso dar seguito ad organizzare un incontro per conoscere.
Alcune volte le persone si spazientiscono. Si irritano per le tante domande. Il tanto titubare.
Ma questo poi tanti altri capiscono è il mio modo di fare. Di cercare di capire la persona per quanto possibile. Evito in questo modo chi per premura vuole accelerare tempestando ed importunando. Fortunatamente sono pochi quelli che si comportano in modo da farmi alzare le antenne, le difese.

Utilizzo svariati canali quando ho voglia di aumentare il numero dei conoscenti. Incrementare il numero di membri che assaporo e faccio sgorgare.

Con uno di questi recentemente mi capita il solito, diciamo così, contatto.
Persona tranquilla, sposata, 62enne voglioso, attratto dalle tue foto vorrebbe iniziare relazione di conoscenza e frequentazione (piu o meno recitava così).
Come sempre rispondo con le solite domande. Domande che trovano subito risposta. E che danno il La ad un serrato scambio di mail conoscitive.
Alla fine viere fuori che il 62enne viaggia, per così dire, con un amico coetaneo. Amico molto introverso che a stento proferisce parola e che vive gli incontri che il primo organizza in maniera assente.
Assente.
Questa parola mi incuriosisce. Non capisco allora il perché viaggiano in coppia quando assonnato l’altro presenzia agli incontri.
Sarà che ti piace farti guardare dal tuo amico. Gli chiedo per indagare.
No. Non si riesce a spiegare. Sembra partecipi ma fino ad un certo punto. Mha! Mi dico che strani questi tizi. Forse meglio non dare seguito. Le persone strambe poco mi attirano.
Indago se eventualmente sono versatili. La risposta negativa, siamo solo attivi e non ci interessano le cose maschili, forse mi accende ulteriormente la curiosità.
Gli chiedo se possibile una foto del viso di tutti e due. Dopo un po di resistenza dato che si dicono persone di classe sociale elevata mi inviano due foto semplici. Quasi formato carta d’identità. Due uomini distinti, normali. Il segno del tempo si nota dai loro capelli radi e bianchi. Occhiali, rughe. Il tipo di uomo datato che si vede in giro quando si cammina per strada.
Io comunque non cerco fighi. Non cerco la bellezza. Come piu volte ho detto cerco la discrezione, la pulizia e soprattutto la dolcezza. Uomini violenti, aggressivi poco rispettosi non fanno per me. Ho bisogno dei miei tempi. Ho bisogno di persone che rispettino il mio modo di essere e di fare.

Ok mi convinco ad approfondire questi due amici mi incuriosiscono e mi intrigano al tempo stesso.
Gli dico come possiamo organizzare. Dove si potrebbe fare. Magari hanno un’idea.
Subito propongono un te in un famoso bar del centro nel pomeriggio. Faccio presente che non posso presentarmi al femminile così in centro. Non sono un trav di professione. Sono una semplice persona che adora indossare abiti femminili. Non vogliamo conoscerti al femminile ma fare con te due chiacchiere prima cosi come siamo. Ci attira molto l’uomo che poi si trasforma. Che cambia completamente la sua figura.
Sottolinea piu sei normale piu ci piace poi quando diventi femmina.
Perplessità ed esitazione prendono il sopravvento. Così al maschile mi sentirei piu imbarazzato che presentandomi in minigonna e tacchi alti. Dire, si, sono io quello che poi in reggicalze perizoma e tacchi alti introduce a tanti pensieri erotici , mi mette un po male. Non so. Prendo tempo.
Ti dico domani. Fammici pensare. Mi congedo in questo modo e iniziano a turbinarmi nella mente pensieri, paure, eccitazioni.
La bilancia alla fine pende dalla parte dell’eccitazione e dalla voglia di vedere. Dalla voglia di sentire anche questa sensazione dilaniante dell’essere femmina negli abiti di maschio per poi essere femmina a tutto piano.
Come si dovrebbe svolgere il tutto chiedo? Ci vediamo fuori ed entriamo insieme come conoscenti. Aspettate al tavolo. Poi dopo cosa si fa.
Mi da indicazioni.
Ci vediamo fuori io e te. Il mio amico aspetterà al tavolo. Ci salutiamo e ci accomodiamo. Parliamo un po. Come te (mi dice) che vuoi sapere con chi hai a che fare, anche noi vogliamo stare tranquilli. Se poi vediamo che ci sono le condizioni ho un appartamento ad un isolato e se va bene anche per te ci possiamo spostare li.
Accetto la proposta, decidiamo il pomeriggio.
Mi preparo le cose da mettere nella borsa che mi porterò. Solitamente mi anticipo mettendomi gia qualcosa addosso. E via con autoreggenti color carne, reggiseno, il perizoma costantemente presente. Poi li metterò la gonnellina, i seni, la magliettina aderente le decolté tacco 12.
Tutti puntuali. Entro insieme a quest’uomo molto raffinato, ben vestito e profumato che nel presentarsi mi da la mano come si da ad una dama. Mi fa strada verso l’interno del locale. Lo seguo. Mi sento molto imbarazzato, ma allo stesso tempo a mio agio. Intravedo l’altro uomo che non appena ci vede arrivare si alza in piedi. Si presenta e mi da il benvenuto al tavolo con lo stesso stile dell’altro. Molto garbati. Uomini raffinati. Mentre mi siedo immagino che tipo di giochetti persone di un certo ceto sociale possono voler fare e sono un po spaventato. Solitamente cercano cose fuori dal normale, sadomaso o giu di li cose strambe. Aspetto di sentire…..

Ordiniamo tre the con pasticcini annessi. Buonissimi. Dopo un primo momento di discorsi senza senso sul traffico e sul tempo, l’uomo che parla (quello che mi ha contattato, l’altro è molto molto sulle sue in maniera quasi preoccupante), introduce l’argomento oggetto dell’incontro. Allora dicci. Cosa ti piace fare. A giudicare da come sei qui pensarti come nelle foto è molto lontano. Questo ci piace molto. La sorpresa di come una persona normale puo trasformarsi sia fisicamente che nei comportamenti.
Chiedo cosa vogliono fare. Cosa gli piace fare. Metto subito in chiaro che non faccio cose strane, non metto in gioco la mia parte maschile e soprattutto non mi piace se poi loro due si mettono ad amoreggiare. Cerco solo maschi. Se lo faccio con piu uomini non devono giocare tra loro. Non mi piace punto.
Specificano che sono solo attivi e mi fonferma che solo lui, quello che parla mi toccherà e farà sesso con me. Il tutto in maniera tradizionale. L’altro starà in disparte. Seduto su una poltrona e guarderà. Se ne avrà piacere farà qualcosa da solo. Ma solo se ne avrà il desiderio. Altrimenti guarderà senza fare altro.
Non faccio altre domande. Lui mi chiede altre cose sulle foto. Se ce qualcuno che me le ha fatte o se sono autoscatti e finiamo di consumare ciò che ci hanno portato.
Do la mia disponibilità, quindi, ad andare.
Paga. Ci alziamo e li seguo osservandoli da dietro nelle fattezze, nel modo di camminare. Di aggiustarsi i cappotti mentre ci dirigiamo verso l’uscita.
Faccio strada. L’appartamento si trova dietro questo palazzo dice. Una bella zona, bei palazzi. Mi immagino l’interno molto signorile. Apre il megaportone del palazzo da cui si intravede un cortile interno che attraversiamo. Delle ampie scale in marmo, antiche, consunte ci portano al primo piano nel quale è presente una sola porta. La scala prosegue ai piani superiori dove immagino ci siano altrettante abitazioni grandissime che pochi possono avere il piacere di possedere e di vivere.
All’apertura della porta un ingresso enorme ci accoglie. Tre porte e un lungo corridoio tutto con arredo che non lascia spazi ad immaginazioni ulteriori. Tutto di pregio, mobilia antica e costosissima. Soffitto altissimo. Che casa….
Mi fanno accomodare in una delle tre porte dove un salottino, grande come un’abitazione di una persona normale sarà il mio luogo di vestizione.
Ti aspettiamo alla seconda porta a destra che trovi giu di li dal corridoio. Fai con calma. Mi dice il parlante.

Metto la borsa sul divanetto ed inizio a tirare fuori gli indumenti che devo indossare. Metto la mini, i tacchi. Infilo i seni nel reggiseno che gia indosso e ci metto su la magliettina aderente che sembra esplodere con questi due grossi seni. Parrucca bionda. Metto un po di fondotinta che poi spennello con cipria. Gli occhi non li trucco un pò perchè mi ci vorrebbe tempo un pò perche sinceramente non sono molto bravo nel trucco (dovrei fare un corso). Rossetto chiaro che mi piace molto perche rende le labbra molto grandi lucidalabbra…..pronta!

Esco nell’ingresso, prendo il corridoio. Sento i miei passi da femmina. Mi guardo le gambe, il collo della caviglia super teso dal tacco 12. Busso
Avanti cara. Sento.
Apro la porta e davanti a me si apre un’ampia camera da letto con un letto gigantesco che domina. Sul letto il parlante nudo, disteso, con i calzini blu alti. Aia mi dico poco sensuali, ma va bene avrà freddo. L’altro seduto composto su una poltrona a pochi metri sulla destra del letto.
La camera è veramente maestosa ma l’arredo che la riempie la rende calda e accogliente. Due specchi in legno con piedistallo molto alti si trovano sulla sinistra del letto dalla parte opposta della poltrone del silenzioso.

Il parlante è steso gia in tiro. Il membro scappellato sembra chiamarmi. Ha pochi peli. Palle grandi bell’arnese importante dominato da una sommità rigonfia che da lontano gli da l’aspetto di un carnoso fungo di campagna.
Mi avvicino. Noto stupore e piacere negli occhi del parlante che mi guarda da capo a piedi. Che bella topona che sei mi dice. Il silente è li che osserva compiaciuto e mi fa un timido quasi invisibile sorriso. In piedi tra il letto e gli specchi vedo passare la mia figura mi osservo e guardo gli occhi del parlante copiaciuti e pieni di desiderio, uno sguardo al silente che sembra in attea dello spettacolo.
Rimango in piedi e mi chino verso il parlante che però ora non proferisce piu parole le spalle agli specchi che lui osserva mentre sono li vicino a lui mentre allungo una mano e gli accarezzo il fungo. Ho voglia di prenderlo subito tra le labbra ma resisto, lo massaggio un po. Si tira allo spasmo. Supera la verticale e va in direzione quasi parallela al corpo. La cappella pesante aiuta la flessione dell’intero organo. Mi siedo sul bordo del letto, incrocio le gambe che guardo dallo specchio. Mi chino verso l’oggetto del mio desiderio e con delicatezza lo lecco nella parte sotto il rigonfiamento come fosse un gelato. La cappella lucida, sempre piu lucida non ha piu pelle, sembra scoppiare. La accolgo tra le mie labbra nella mia bocca calda che si riempie completamente del frutto. Guardo il silente con sguardo da porca mentre mi delizio nel gustare quel caldo rigonfiamento di carne. Il desiderio la voglia vengono recepiti dal parlante che dicendo “cristo che bocca, come succhi” mi fa capire che il servizio appena cominciato è di suo gradimento. Guardando gli specchi intravedo il gesto del volto del parlante rivolto verso il silente che esprime piacere (ci leggo “che troia”, “che scopata che mi faccio oggi”). Il silente stende le gambe. Le allunga. Come a volersi mettere in posizione per segarsi. Difatti mette una mano sulla patta e si accarezza. Immagino la sua impotenza. Magari non riesce ad arrivare all’erezione che gli permette la penetrazione pero volendo potrei anche a lui se vuole penso. Distolgo lo sguardo dallo specchio e mi concentro sul vivo e non sul riflesso. Mi faccio trasportare dalla voglia accumulata per pompare quel fungo con gusto. La sua mano partita dal ginocchio, con discrezione e timidezza è salita piano piano ha superato il limite dell’autoreggente. La mano aperta sente il calore della liscia carne mentre continua il suo percorso verso il fondoschiena. Lo sento accarezzare l’elastico del perizoma. Lo sposta con il dito, si fa strada tra i miei glutei per sentire la mia figa che ho gia preparato con il lubrificante. Appoggia il polpastrello di due dita a voler fare una sorta di ditalino, gemo, ho voglia di sentire il fungo dentro. Infila con delicatezza le due dita mentre continua il ritmo del ditalino. Io faccio affondare la sua cappella piu giu che posso in gola. Al ritorno in bocca lo ciuccio con avida voglia di sentirlo sgorgare tra le mie labbra. Il silente partecipa con il suo autonomo accarezzo da impotente.
Mi fa mettere a pecora. Alla sinistra il riflesso sugli specchi a destra gli occhi del silente. In ginocchio io, la schiena arcuata. In ginocchio lui, il suo coso a cui ho fatto mettere il preservativo, mi cerca. Lo prendo con le mani e lo spingo con delicatezza verso il bordo del mio pertugio, una leggera spinta e la sua testa è dentro. Tolgo la mano mi metto sui gomiti ed inizio ad andare avanti e indietro misurando la profondita sempre crescente della sua perforazione. Il parlante assiste partecipe all’affondo ma non mette mano. Rallento. Lo invito a prendermi per i fianchi a sbattermi. Voglio sentire il rumore del suo ventre sulle mie natiche mentre mi sprofonda con vigore dentro. Giro la desta a destra verso il silente con la lingua gli faccio capire che vorrei il suo cazzo in bocca in quel momento. Accelera il movimento del suo massaggio verso l’inerme che forse risponde a stento alle sollecitazioni.
Cambiamo posizione.
Lui sotto, di traverso sul letto. Io le spalle agli specchi in faccia al silente che continua imperterrito il massaggio su di se. Gli monto sopra con le cosce allargate. Lo metto dentro ed inizio il galoppo. Mi soffermo nella profondita per sentirlo dentro. Le mani del parlante sulle tette mi danno il ritmo. Sento i seni ballare al ritmo del trotto. Un “si che bella troia” del parlante mi eccita ancora di piu. Continuo, guardo il silente e con la lingua faccio il giro delle labbra mentre lo guardo con occhi da porca. Lo vedo sbottonarsi, mi dico forse ora prende i fazzoletti e viene per quello che puo. Scopo e lo guardo quello sotto geme di piacere, avessi delle tette vere glele sbatterei in bocca (peccato). Tira giu i pantaloni, ha dei boxer classici, antichi quelli che fanno il palloncino quando tiri su i pantaloni. Vedo che comunque ha un bel gonfiore. Gli dico se ti avvicini ti faccio venire io. I suoi occhi sui miei. Tira giu il boxer, ha un affare disteso. Ma è impressionante nella grandezza almeno per quello che nella penobra riesco a scorgere. Sembra grande ma non duro. Lo continuo a guardare mentre cavalco. Eccitato. Lo muove con la mano da una parte all’altre delle cosce. Ha una cosa enorme che sinceramente non ho mai visto prima. Sembra un serpente. Non capisco potrebbe essere anche una protesi, una cosa di gomma finta di quelle che si comprano nei negozi appositi. Ha una cappella grande quasi come il palmo della mano ed una lunghezza fino a metà coscia ma come fosse senza vigore. Non si alza. Forse questo è il problema. Forse la grandezza legata ad un’età non piu giovane. Comunque una cosa del genere non so come possa fare ad entrare. In bocca di certo no. Nel mio di dietro neanche non sono così aperto e meno male. Ma anche una donna sarebbe in crisi. Non so quante cose ha mai potuto fare quest’uomo con una cosa così sproporzionata. Ecco si il termine giusto. Forse da fenomeno di baraccone ma le esagerazioni, per quanto misure enormi sono eccitanti, non credo possano andare oltre certi limiti.
Mentre il parlante mi richiede di nuovo nella posizione a pecora ora in piedi pero, ci mettiamo vicino al silente. Colgo l’occasione per sentire da vicino se vero o di gomma. Gli chiedo se posso toccare. Togle le mani e fa gesto di lasciare a me il campo. Lo tocco. E’ caldo. Enorme. Una mia mano (non ho grandi mani) copre a stento metà circonferenza. Lo accarezzo. Non e’ rigido anche se la carne è dura. Non riesce ad alzarsi vista la molte. Gli accarezzo la cappella di circonferenza pari al corpo. In piedi sui tacchi l’altro mi alza la gonna e mi rientra dentro. Ormai è di casa mi sbatte con decisione mentre mi acchiappa le cosce da sotto la mini. Prendo la mano dell’altro la metto sulla coscia. Gli dico di accarezzarmi. Nel frattempo mi chino su di lui. Voglio prendere le misure con le labbra con la lingua voglio vedere quanto è.
Come immaginavo la mia bocca non riesce a prendere dentro l’affare che pero provo un po a leccare mentre con una mano lo accarezzo come faceva lui. Stando li comunque noto che qualche pulsazione la fa. E’ sensibile, solo che la misura gli è di impedimento per le normali funzioni sessuali.
Gli dico di venire a mettersi sul letto che siamo piu comodi. Voglio continuare ad accarezzarlo io. Ci spostiamo li. In ginocchio sul letto faccio continuare l’opera di pompaggio che a pecora ho visto gradisce molto. Nel frattempo cerco di tirare su il grande coso che prima era spostato sulla coscia. Lo metto in alto sulla sua pancia,. In questo modo sembra ancora piu grande. Mi ci metto con due mani. Lo cingo nella circonferenza e cerco di fare su e giu allo stesso ritmo che mi impone il parlante che mi sbatte a pecora senza tregua. Il parlante accelera geme sempre più eccitato da quello che è il riflesso della situazione nei due specchi. Lo sento venire, “godoooo” urla con voce bassa mentre mi da ancora qualche colpo violento ben assestato che mi sposta completamente. Finisce di svuotarsi nel preservativo che ha dentro di me. Lo sfila di mette sulla poltrona.
Chiedo al silente se riesco a farlo venire. Ci provo? Fa cenno di si. Con due mani mi impegno a sorreggerlo mentre sposto tutta quella carne da giu a su. Per aiutare il movimento faccio come se stessi sopra a scopare. Mi tocca il culo.
Guardo la scena dallo specchio. Tenere tra le due mani quel grosso serpente è veramente incredibile. Non sembra una scena reale. Forse una cosa del genere puo accadere con un cavallo. Ma non lo so mai fatto.
Insomma riesco a prendere un certo ritmo che vedo viene gradito non tanto dalla rigidità che è assente ma dai gemiti che sento da parte del proprietario del pitone.
Continuo per buoni 5 minuti con ritmo costante, lo deposito sulla pancia per riprendere forze. Non demordo lo voglio vedere venire voglio vedere cosa succede. Forse ci sono sento che i rantoli sono piu frequenti e piu profondi forse ci siamo.
La punta inizia a far uscire un liquido bianco, come la farcitura di una torta. Con lentezza. Continuo il ritmo per farlo uscire tutto, una pulsazione che sento partire da metà del pitone mi coglie di sorpresa con uno schizzo che va sul bordo superiore del letto. Una tazza di latte sparata li. Una quantità industriale con uno schizzo. Continuo e dopo alcuni secondi un’altra pulsazione che ora dirigo io sempre li dove è andata la prima, ancora tanta quantità pari alla prima. Subito parte un altro spasmo molto piu forte quasi dal muovere il coso e parte uno schizzo che a dirlo non ci si crede. Bisogna vederlo. Non so sarà stato un litro una cosa esagerata. Guardo dallo specchio la scena surreale. Un ultimo spasmo come i primi chiude il tutto con soddisfazione del proprietario che stringendomi forte il braccio mi dice grazie grazie (due volte) sorridendomi.
Mi ricompongo supereccitata. Che scena.
Mi congedo da loro dicendo vado a cambiarmi.
Cambiato li trovo nell’ingresso con un pacchettino in mano. Un pensiero mi dice il solito.
Prendo le scale mentre guardo nel pacchettino trovando con mio grande piacere un bel completino che di certo sarà di alta qualità. Sorridente. Eccitato, eccitata riprendo la via per la macchina.

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