Racconti Erotici > trans > Scoperta dal caro nipote
trans

Scoperta dal caro nipote


di Membro VIP di Annunci69.it LaTuaLei
31.12.2019    |    2.733    |    8 9.9
"In sincrono mentre la mano risale, spando già cosa cercherà, sbottono la cinta..."

Guido come al solito eccitata mentre mi reco agli appuntamenti per conoscere nuovi amici. L’occhio va sulle cosce velate dalle autoreggenti, sulla minigonna che, con quel gioco, vedo non vedo, rende tutto molto molto erotico e seducente. Ogni volta, lo stupore che vedo negli occhi del maschietto quando mi presento, provoca nel mio intimo un piacevole senso di appagamento. Mi sento pienamente femmina. Soddisfatta di vedere nei loro occhi la libido, la voglia di avermi. Le loro mani sono subito sulle mie cosce. Scrutano, cercano. Dal ginocchio, timidamente fino all’elastico dell’autoreggente a scoprire un pò la minigonna. Poi riscendono al ginocchio, già pensando che la prossima carezza cercherà e troverà la calda carne della coscia. La mano risale, come da copione. Ogni volta. Sempre. Questo effetto è una piacevole fotocopia di tutti i maschietti che incontro. Mi sentono calda, liscia. Invitante. Disponibile. Il mio imbarazzo, sempre sincero, di trovarmi li. Io maschio in vesti femminili e provocanti. Li eccita ancora di più. Li fa sentire più maschi. Più alfa. La mano indugia li, sul bordo tra il velo delle calze, l’elastico merlettato in silicone e la mia coscia. Gli occhi sui capezzoli prominenti del mio seno in silicone che si manifestano dalla magliettina aderente. Non resisto. La mia mano vuole conferme. Lo cerca. Si avvicina. Lo sente. Li presente. Duro. Riempie tutto lo spazio che gli slip e i pantaloni gli concedono. E’ costretto in uno spazio limitato. Vorrebbe uscire. Vorrebbe sentire l’aria. Manifestarsi in tutto il suo vigore. La sua altezza. La sua evidente eccitazione. La mano, nel frattempo ritorna al ginocchio, prende la rincorsa. Il coraggio per un affondo più sfacciato. In sincrono mentre la mano risale, spando già cosa cercherà, sbottono la cinta. Voglio liberare l’uccello costretto. La mano accarezza veloce la coscia velata, passa rapida il bordo merlettato, la coscia nuda non gli basta più. Vuole altro. Si tuffa in pieno sotto la gonna cercando prima il fianco, trova l’elastico del perizoma. Lo segue cerca il gluteo. Vuole la conferma della fantasia con la quale si è presentato. Vuole il sacrosanto perizoma, simbolo di erotismo, di sensuale voglia di sesso. Del sesso. Lo cerca, lo trova. Con me lo trova sempre. Sbottono i pantaloni, la zip. Voglio dargli aria. Aria. Spazio. Emerge maestoso. Un totem carneo dalla testa gonfia. Rigido nel suo corpo venoso. E’ li ora. Libero. Vorrebbe toccare il cielo. Ho l’acquolina in bocca. Il desiderio di sentire quel virile attrezzo di penetrazione tra le labbra è insistente. Necessario. Mi chino. Lo lecco dal basso come a gustarmi il gelato. So che la sua eccitazione già piena. Già al 100% andrà oltre. Supererà la barriera fisica. Crescerà fino quasi a scoppiare. Non resisto, lo voglio gonfio in bocca nel suo pulsare comandato. Nel chinarmi, do agio alla sua mano di scrutare tutta la carne nascosta dalla minigonna morbida e scampanata che adoro indossare nei suoi vari modelli e colori. Anche il suo occhio ora ha la sua parte. Guarda, alimenta l’emozione perversa dei suoi pensieri da porco, delle sue emozioni. L’immancabile frase: “che culo che hai”, mi manda in brodo di giuggiole. Sento brividi. Eccitazione in ogni cellula del corpo. Emozioni femminili. Emozioni celebrali che registrano avide ogni istante. Metto, in pausa il registratore. Mi ricompongo da vera femminuccia. Come la verginella che non ha resistito al desiderio alla tentazioni. Ritardo il compimento. Il completamento. Loro lo sanno. Sia l’amico che il suo attributo. Sanno che siamo in pausa. Non è finita li. L’eccitazione di ciò che sarà deve essere preservata come una perla nel suo guscio. Non spiattellata rapidamente. E mentre con la mano tengo vivo il suo vigore, ci scambiamo qualche frase convenevole prima. Più spiccia e diretta poi sul come e dove proseguire quel discorso erotico che è stato solo un o stuzzichino. Un leggero aperitivo di quello che sarà l’esplosione dei sensi che verrà da li a breve. Lo sappiamo tutti e due. Lo vogliamo tutti e due.
L’appuntamento è di li a pochi minuti. Passo con l’auto nei pressi del luogo dell’appuntamento che vedere la situazione del traffico delle auto e dei pedoni. Cerco sempre luoghi non appartati per i primi incontri. Non so mai chi posso incontrare. I luoghi deserti. Mi rendono inquieta. Voglio vivere con piacere, dolcezza ed eccitazione tutti i momenti del primo incontro. Ho individuato la macchina che mi ha indicato sulla mail. E’ parcheggiato tra altre auto e in attesa che mi riveli. Non ci sono molti pedoni in giro. Il posto è tranquillo ma frequentato. Parcheggio volutamente qualche auto più in la. Voglio camminargli davanti con il tacco 12. Con il cappotto che lascia vedere le cosce e la minigonna. Ogni dettaglio è importante. Ciak, inizia la scena. Scendo dall’auto. Mi aggiusto. Cammino godendo su quei tacchi che slanciano le mie gambe e che tendono il collo del piede al massimo della curvatura. Il mio piede proporzionato all’altezza della femmina che è in me (39-40 per 172 cm senza tacchi), mi danno disinvoltura nell’andamento che oramai ho acquisito nel camminare con i tacchi. E so che se do nell’occhio, verso i passanti, non è perché possono intuire che proprio femmina non sono. Mi guardano per via del tacco altissimo, delle ginocchia scoperte fino a mezza coscia, in un’altezza che forse non è di molte donne (184 cm sui tacchi). E’ eccitante la passerella mentre gli passo davanti. Alcune volte leggo nei loro occhi sarà lei? Arrivo allo sportello del passeggero. Apro la portiera. I miei sensi intuiscono che c’è qualcosa di strano, di diverso dalla solite volte. Ne ho conferma quando oramai è troppo tardi per tornare indietro. Dai suoi occhi comprendo che ha capito. Un nodo in gola mi attanaglia mentre la scena di sedermi e di chiudere la portiera sembra svolgersi a rallentatore. Un vortice di immagini, pensieri, preoccupazioni in quegli istanti avvolgono la mia mente. Mi annebbiano i pensieri. Il trucco, la parrucca, non servono a celare quella familiarità che la frequentazione, seppur non molto assidua. Mi rivolgo verso il suo viso dimessa, a testa bassa. Imbarazzata. Sorride e subito mi dice un ciao che già altre volte ho sentito proferirgli. Interessante questa tua versione mi dice forse per sdrammatizzare la situazione. Sono senza parole. Ho la bocca completamente asciutta.
Guarda, gli dico, questa è una cosa che mi vivo senza far male a nessuno, proseguo. Tranquillo, si corregge subito tranquilla. Anche per me è imbarazzante che a trent’anni cerco queste situazioni. Del resto siamo adulti e vaccinati. Non avendo situazioni familiari dirette che potrebbero esserne compromesse possiamo anche vivercela con leggerezza e tranquillità. Anzi, ti dirò che nei sogni erotici c’è sempre la fantasia di farsi la cara zietta e tu per come sei qui ora sei una gran bella zietta. Complimenti comunque non credevo avessi delle gambe così femminili. Mentre camminavi, qui davanti alla macchina, guardavo quelle belle gambe e quell’andatura da femmina e, sinceramente, speravo con tutto il cuore fossi la persona che aspettato. Ti ringrazio, gli dico, mentre accavallo le gambe sotto il suo sguardo perforante. Non riesco comunque a sciogliermi. C’è molto imbarazzo. Molti silenzi. Il mio sguardo è fisso davanti a me. Allora, che si fa? Dice. Non so, tu cosa proponi, rispondo. Dai sciogliamo gli indugi. Lo sento armeggiare, con la coda dell’occhio vedo che si stà sbottonando la cintura. Non mi muovo. Si tira giù i pantaloni. Comunque a me la cosa devo dire eccita e non poco. Guarda un po come sono eccitato…..Sorrido mentre mi giro verso il suo sguardo, ancora non poso i miei occhi sul suo coso. Lui se lo guarda e di conseguenza lo faccio anche io. Ai miei occhi appare un cetriolo carnoso e curvo rivolto verso il cielo. Mi viene subito pensato che quello è il motivo per cui si accompagna sempre a belle ragazze.
Mi guarda mentre gli fisso quel grosso cetriolo con ammirazione. Wow, complimenti, che grosso arnese che ti ha dato madre natura, le tue amiche saranno ben contente quando glielo dai. Be non si lamentano, in effetti. Lo vuoi toccare? Non morde sai! Sorrido mentre timidamente allungo la mano. Lo tocco. In quel momento sento che lo irrigidisce e gonfia allo stesso tempo. Un grosso cetriolo. La mia mano, non molto grande, lo cinge a stento nella circonferenza e lo agguanta per meno di un terzo per quanto è anche protuberante. E’ davvero grande lo sai. Te lo sei misurato mai? Mi dice è di circa 25, forse 24. La cappella è allineata a tutto il corpo. Penso subito, da gran porcella, che nonostante sia così grande si infilerà bene. Non so cosa fare, glielo tengo senza muovermi. Inizia lui a muovere il bacino in su e giù. Sento la pelle scorrere. Scavallo le gambe e cambio mano. Dalla sinistra alla destra, allungandomi un po verso di lui. Inizio a menarglielo mentre lui passa il braccio dietro la mi schiena per frugare sotto la gonna. Mmmm, che pelle liscia e calda che hai. L’eccitazione mi cresce dentro e anche se sono ancora un po’ frastornata, mi chino e inizio prima a leccarglielo e poi a spompinarglielo con gusto. Lo sento ansimare di piacere. Tira su tutta la gonna e mette a nudo tutto il culo. Hai anche un culo da femmina oltre alle cosce, e brava la mia zietta. Spara l’invito. Che dici andiamo da me così stiamo più comodi che dici? Ok dai, non saprei peraltro come oramai tornare indietro.
Accende il motore, abita da li a pochi minuti in un grosso monolocale con giardino. A casa mi fa strada direttamente verso il letto che, è per tutta la lunghezza, costeggiato da un grosso specchio a tutta parete. Chiedo di andare in bagno. Al ritorno lo trovo li a bandiera alzata completamente nudo. Ti spogli mi chiede? Gli dico che di solito preferisco mantenermi vestita per lasciare quel gioco di vedo non vedo che trovo molto eccitante. Cosa vera lo faccio con tutti. Inizio da dove avevo lasciato. Mentre con l’occhio guardo eccitata la scena. Così sdraiato l’affare è ancora più maestoso e ingombrante. Con le braccia dietro la testa guarda lo specchio mentre la sua zietta servizievole a quattro zampe sul letto gli spompina l’uccello. Scopiamo? La butta la. Prendo il lubrificante e i profilattici. Mi dice non serve il profilattico, siamo in famiglia e io vado solo protetto con le mie amiche. Mi fido essendo il nipotino coll’uccello da bue. Vengo sopra io, gli dico. Così si abitua alla grandezza. Lubrifico il mio …bip……e gli lubrifico l’uccello. Poi a quattro zampe salgo sul suo ventre e con delicatezza conduco la testa dell’affare dentro di me. Mi tocca che cosce, sopra le autoreggenti. La scena allo specchio è veramente molto eccitante. Inizio a cavalcarlo con leggerezza facendolo affondare sempre più in profondità in modo di dare il tempo alla mia fica anale di adeguarsi alla misura. Ogni due tre cavalcate affondo un po di più. Dopo pochi minuti ho tutto mio nipote nella sua protuberanza dentro. Il mio buco abituato ora mi permette di godermi con tranquillità ogni affondo e ogni sua istintiva spinta verso l’alto. Incrociamo i nostri sguardi solo in quel momento, la mia lingua sulle labbra a segno dell’eccitazio0ne che mi pervade lo induce a iniziare, da sotto un veloce martellamento. Cavalco con difficoltà il puledro imbizzarrito che mi affonda con decisione facendomi sentire la sua virilità sempre più dentro. Zietta che troia esagerata che sei. Ti voglio a pecora. Si sfila. Mi mette a pecora e infila con delicatezza il suo arnese centimetro dopo centimetro guardando da sopra e dallo specchio la penetrazione. Arriva a fine corsa, come a voler perlustrare a prendere le misure di come e quanto sbattermi. Come sei aperta. Ti sono dentro. Tutto. Un culo da favola, visto da quassù con il mio cazzo dentro. Inizia con delicatezza e alterna alcuni affondi decisi. Ci gioca un po. Mi da un sonoro schiaffo sul gluteo destro. Io guardo con la massima libido la scena dallo specchio. A pecora riesce a gestire il suo piacere con difficoltà. E’ una posizione che lo eccita molto e quel vedo non si vedo della minigonna, del perizoma spostato della immagine che vede da sopra e dallo specchio lo inducono spesso a rallentare a uscire accompagnando il tutto con forti espirazioni per resistere al latte caldo che oramai montato è pronto per essere servito. Si dichiara pronto a venire. Ho voglia non ce la faccio più. Dice. Inizia piano, rallenta si ferma. Inizia rallenta. Si mette bene comodo in posizione. Mi prende forte per i fianchi. Arcuo la schiena in una pecora molto eccitante. Iniziano i fuochi d’artificio finali. Prende la misura indietro che mi lasci dentro solo la cappella, poi giu un deciso affondo e il suo ventre che sbatte sui miei morbidi glutei che sobbalzano gelitanosi emettendo un eccitantissimo clapp. Carica, indietro e clapp. Carica, clapp. Il ritmo inizia veloce. Preciso. Tutta la corsa ad ogni colpo. Ho la mente annebbiata dal piacere e dall’estasi di vedere la scena dallo specchio. I clapp sono sempre più forti e ravvicinati, al punto che ad un certo punto non si distinguono più l’uno dall’altro. Poi il momento. L’ultimo clapp che quasi mi butta all’inizio del letto, lui mi ferma con le mani dai fianchi. Ahhhh, oddio….dice…….mentre sento un calore entrarmi dentro veloce accompagnato da spasmi del cazzo da mulo che è tutto dentro. Ha montato tanto di quel latte che non finisce più di riempirmi. Sento distintamente ogni prolungato schizzo riempire le mie profondità. E’ ancora pienamente vigoroso sento che inizia a pomparmi dentro di nuovo. Credevo avesse finito. Gli chiedo, “ma mica ricomincerai” che te ne vuoi fare un’altra così subito. Dice ancora sento voglia. Sento tutto bollente qui dentro . Fammi continuare ce la fai? Mi chiede? Sono quasi allo stremo. Gli dico però di fare un po più piano di prima. Riparte. Questa volta non torna troppo indietro da metà ritorna giu: mi arcua la schiena con i palmi delle mani che passa sotto la gonna . Ora mi tiene dalla schiena ha un ritmo rapido che accelera in fine corsa sono più delicati però arrivano sempre a sbattere. E’ come ipnotizzato dal movimento budinoso dei glutei mentre ritorna a prendermi per i fianchi. Prende il ritmo del budino. O il budino prende il suo ritmo. Non so. Accelera, accelera e di nuovo viene. Di nuovo sento il suo sperma che caldo schizza dentro me.
Chiudiamo l’anno in bellezza quindi il nipote e la zietta. Il 30 dicembre 2019. Una foto strappata al momento riflessa dallo specchio la pubblico così da farvene, o miei cari lettori, partecipi. Spero che anche voi stappiate, anche magari grazie a queste immagini che cerco di regalarvi lo spumante del vostro affare così da far sgorgare tanto buon latte caldo. Auguri di fine anno e di buon inizio…….porcellini
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Scoperta dal caro nipote:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni