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Sarà stato peccato?


di Membro VIP di Annunci69.it LaTuaLei
10.02.2016    |    11.970    |    5 9.4
"Ora notai imbarazzo nei suoi occhi, nel guardarmi..."
Tempo fa la doppiezza del mio essere in parte maschio e in parte femmina mi dava da pensare. Ero irrequieto non capivo cosa dovevo fare. Sentivo montare dentro di me, uomo, maschio, la necessità di indossare abiti femminili. Guardarmi allo specchio, farmi vedere. Vedere, sentire l'approvazione del maschio di turno a cui piace il mio essere femmina.
Decisi di parlarne con qualcuno esterno a questo mondo di trasgressione. Scelsi un prelato di mezza età. Mi sedetti li e con molto imbarazzo raccontai cosa sentivo, provavo. Fu molto comprensivo nei modi e nelle parole, mi fece sentire a mio agio nel parlare di questa mi cosa.
Passammo dal luogo previsto per questo tipo di cose a parlarne magari seduti ad una panchina o passeggiando. Raccontavo della mia vita. Delle mie esperienze da maschio. Della scoperta della femmina. Delle esperienze al femminile.
Mi vedeva fragile. Uomo disorientato, confuso. Un uomo dall'aspetto normale.
Gli dissi che volevo parlare con lui, nel mio ambito femminile e non nel modo che fino ad allora era stato consuetudine. Da maschio, vestito da maschio.
Volevo conoscesse la mia parte femminile e parlasse con lei.
Ci vedemmo la volta successiva presso il suo alloggio dove alcune volte mi aveva invitato per prendere il caffè e continuare a chiacchierare. Portai con me la borsa con dentro abiti femminili. Quelli che adoro indossare e sentire sulla pelle.
Gli chiesi alcuni minuti. Passai in un altra camera dove con calma ed eccitazione dopo aver tirati giu la maschera da maschio iniziavo ad indossare la femmina. Perizoma, autoreggenti color carne che adoro, minigonna non esageratamente corta (quella volta scelsi qualcosa di sobrio), scarpe tacco 12.
Eccitata e con un po di imbarazzo lo chiamai dicendogli di essere pronto. Mi disse dai vieni conosciamo LaTuaLei.
Notai subito stupore nei suoi occhi. Quell'uomo normale era ora davanti a lui completamente trasformato. Ora notai imbarazzo nei suoi occhi, nel guardarmi. Nel cercare di distogliere lo sguardo da me al femminile cercando di ricalibrare o come fossi quello di sempre. Ci provo. Un po ci riuscì. Fece una battuta. Mi disse mica male sembri veramente femmina. Io arrossii.
Ci sedemmo, accavallai le gambe. Notavo che si sforzava di tenere gli occhi sui miei. Di non distrarsi di non guardare le gambe, la caviglia, il tacco vertiginoso.
Parlammo un po. Parlo la parte femmina di me. Dopo non molto ritornai nella stanza affianco e indossai di nuovo il maschio che era in me. Ci salutammo, mi confesso' che preferiva parlare con me al maschile, era più tranquillo meno imbarazzato, meno distratto. Direi meno tentato.
Ci vedemmo nel seguito in maniera normale continuando a parlare. Nel frattempo gli raccontavo anche delle esperienze che facevo al femminile. Ne era incuriosito.
Gli dissi che comunque mi faceva piacere parlare con lui e che preferivo farlo al femminile senza maschere.
La volta dopo cambiai indumenti ma pur sempre intriganti. Stranamente parlo più lui. Dicendomi di quante tentazioni aveva innanzi. Di come da giovane era confuso non sapendo in veste di prelato come gestire le pulsioni di uomo. Di come la privazione era dura. Una prova continua. Gli sorrisi. Cercai di rassicurarlo di dirgli di stare tranquillo. Quasi che con io al femminile le parti si erano invertite. Io più sicuro lui più insicuro e titubante. I suoi occhi ogni tanto cadevano in tentazione e guardavano le gambe. Poi me. Sorridevamo.
Da quella volta le nostre chiacchierate erano con me al femminile. Con il tempo eravamo tutti e due più rilassati. I suoi sguardi su di me sempre più insistenti. Quando mi alzavo e andavo nell'altra camera per cambiarmi sentivo i suoi occhi insistenti su di me, mentre scavallavo le gambe, mi alzavo camminavo verso la porta. Immaginavo i suoi occhi da maschio. Io la sua tentazione femmina.
Un giorno mi confido un suo peccato. Mi disse. Scusami ma ho pensato e fatto atti impuri con l'immagine di te, di quando sei qui da me. Sorrisi. Mi fece tenerezza anche un po di pena per il maschio che doveva sopprimere in se per indossare quelle vesti.
Gli dissi a mia volta che lo ritenevo un uomo piacevole, gentile. Lo vedevo come uomo non come castigato prelato.
Presi coraggio, mi alzai. Vidi nei suoi occhi preoccupazione. Gli dissi tranquillo se vuoi guardami. Presi la sua mano e gli dissi se ne senti la necessità tocca le mie gambe. Ritiro subito la mano. Subito però se ne penti. Mi ridiede la mano. Mi sedetti vicino a lui. Mi accarezzo le gambe. Sentivo la sua eccitazione nel suo sguardo nel suo respiro. Volli sentirla concretamente. Avvicinai con dolcezza la mia mano, lo sentii eccitato, lo accarezzai. Venne dentro i pantaloni.
Il seguito ve lo racconto un'altra volta....
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