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Storia della mia vita 14


di Moltoesigente1
18.01.2024    |    3.379    |    6 9.9
"Avevo sempre saputo che la parte del mio corpo che suscitava intensi desideri e fantasie in chi mi guardava era proprio il mio culo..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 13

CAPITOLO 14 - E’ SEMPRE BELLO FARE L’AMORE

Prima di salire per la cena mi feci una doccia rinfrescante nei bagni del campeggio. Mi lavai accuratamente le parti intime e mi profumai. Mi piaceva la sensazione di pulito e la fragranza che emanava dalla mia pelle dopo essermi spalmato la crema emolliente. Sentivo anche il leggero profumo che saliva dai miei genitali. Mi sentivo bene e mi rendevo conto di essere particolarmente sexy.

Mentre camminavo lungo il vialetto per tornare alla roulotte, infatti, mi accorgevo di essere guardato intensamente e spogliato con gli occhi dalle signore che incontravo. In effetti non sarebbe stato difficile spogliarmi, visto che indossavo solo un mini slip piuttosto tentatore.

Avevo sempre saputo che la parte del mio corpo che suscitava intensi desideri e fantasie in chi mi guardava era proprio il mio culo. L’avevo piuttosto alto sulle cosce e soprattutto molto tondo e sporgente. Le natiche avevano la pelle liscia e morbida senza difetti e l’abbronzatura donava al culo un tocco ancora più provocante.

Quando mi sentivo osservato, tendevo poi, istintivamente, a renderlo ancora più arrapante muovendomi in modo flessuoso e sottolineando con un leggero ancheggiare la forma procace e sensuale.

Le mie padrone avevano deciso di cenare sotto la tenda della roulotte e si erano portate il cibo dal self service del campo.

Mentre Ramona e Manola apparecchiavano e scaldavano qualcosa nel fornetto a microonde, Eleonora mi aveva subito bloccato e aveva cominciato a baciarmi. Dapprima sulle guance, poi sul collo e sulla spalla. Le sue braccia mi avevano circondato la vita e le spalle e, inebriata dal mio profumo, i suoi baci erano diventati molto sensuali e ardenti.

Stretto contro di lei provai l’intensa sensazione data dal turgore delle sue labbra e chiusi gli occhi per assaporare il piacere dei suoi baci. Nel contempo sentivo anche premere contro il mio ventre nudo il duro bastone di Eleonora che stava per fuoriuscire dagli slip.

Fummo risvegliati dal richiamo di Ramona che ci invitava a tavola. Eleonora si sedette vicino a me e mentre mangiavamo continuava a toccarmi, a palparmi e a chinarsi su di me per odorare il mio profumo. Era veramente eccitatissima. A un certo punto Ramona disse a Eleonora: “Mi pare poco sensato che tu ti senta in obbligo di stare qui a mangiare con noi, visto il tuo livello di arrapamento. Non è meglio che tu ti apparti in roulotte?”

Eleonora non se lo fece ripetere due volte: si alzò da tavola, mi prese da dietro sollevandomi di peso dallo sgabello e mi costrinse a seguirla dentro la roulotte prendendomi per un braccio. Me lo stringeva così forte che quasi mi faceva male.

Dopo essere entrati, Eleonora chiuse la porta e si sedette su una poltroncina, facendomi sedere a sua volta sulle sue ginocchia. Cominciò ad accarezzarmi dolcemente e appoggiò subito le sue labbra sulle mie. Poi mi penetrò con la lingua esplorandomi tutta la bocca con voluttà.

Fu un bacio molto intenso ed estremamente eccitante perché la sua lingua era talmente turgida che mi riempiva tutta la bocca e mi faceva sentire così pieno e posseduto che la mia voglia era già a mille. Poi cominciò a leccarmi tutto il viso, le orecchie, il collo con grande avidità e nel frattempo mi toccava maliziosamente con le dita il mio cazzo ben eretto che aveva estratto dal mio slippino.

Mi fece alzare e si tolse subito i suoi slip. Poi si sedette di nuovo e mi ordinò con un cenno di inginocchiarmi davanti a lei.

Eleonora non era un transessuale pieno, ma era ancora un travestito e non intendeva spingere più di tanto le sue cure ormonali. Quindi non aveva seno e il suo corpo conservava ancora molte caratteristiche maschili. Tuttavia, il forte contrasto fra queste e tutto il resto, indubbiamente molto femminile, rendeva ancora più eccitante il fare sesso con lei.

Una caratteristica che mi arrapava da morire era che, diversamente da molte altre donne, non si radeva affatto il pube.

Misi le mani sulle sue cosce e mi avvicinai ai suoi inguini, affondando il viso nella peluria che odorava intensamente di sesso. Mi eccitai ancora di più e cominciai a leccare con tutta l’estensione della mia lingua la sua asta eretta e dura, salendo piano piano verso la punta.

Feci questo movimento due o tre volte assumendo una espressione sensuale e lanciandole sguardi pieni di libidine. Volevo portare Eleonora alla massima eccitazione. Alla fine schiusi le mie labbra e presi bene nella bocca il suo cazzo, cominciando il classico movimento ritmico in su e in giù e succhiando contemporaneamente il glande. Muovevo solo la testa, perché le mie mani erano ancora appoggiate alle sue cosce. Intensificai il ritmo. Avevo la bocca completamente piena e le mie labbra serravano forte l’asta mentre mi godevo quel cazzo erto e potente.

Mi bloccò, perché non voleva venirmi in bocca, ma intendeva possedermi nel modo che l’aveva sempre fatta impazzire. Mi ordinò di prendere il lubrificante. Mi tolsi completamente gli slip e dopo aver preso il tubetto, cosparsi con cura il suo glande di crema. Poi mi misi in una posa volutamente oscena davanti a lei, aprendomi bene le natiche davanti al suo viso e umettandomi abbondantemente di lubrificante il buchetto del culo, penetrando anche un po’ all’interno.

Eleonora era al massimo dell’eccitazione. Mi prese con una certa violenza e mi gettò con la schiena sul letto. Poi mi sollevò in alto le gambe prendendomi dalle caviglie, mise un cuscino sotto i miei fianchi per tenermi sollevato il bacino e puntò il suo glande contro il mio buco del culo.

Le piaceva tantissimo prendermi alla missionaria e a casa aveva persino inventato un sistema per tenermi a lungo in quella posizione. Si era procurata un porta grucce con le ruote alle estremità e aveva attaccato alla traversa orizzontale due ampie fasce penzolanti alla stessa distanza dal centro. Prima di scoparmi portava il porta grucce sul letto e metteva le mie caviglie nelle fasce, in modo che io mantenessi le gambe sempre sollevate senza fare alcuno sforzo. In questo modo si assicurava che io mi concentrassi esclusivamente sul piacere della penetrazione, senza essere distratto dalla fatica di dover mantenere una posizione a volte scomoda.

Entrò lentamente, ma inesorabilmente. Per ogni millimetro che faceva penetrando nel mio culo che si apriva docilmente e senza alcuno sforzo all’avanzare del suo cazzo duro e nodoso io gemevo e ansimavo. Quando fu entrata tutta, si adagiò su di me, mettendo le sue braccia sotto le mie spalle e il suo viso contro il mio collo.

Rimase così immobile per un po’ e io, che continuavo a gemere, mi sentivo completamente in sua balìa schiacciato sotto di lei e stretto dalle sue braccia. Mentre avvertivo le pulsazioni forti del suo cazzo duro integralmente affondato dentro al mio corpo, io rispondevo contraendo e rilasciando i muscoli dell’ano e del retto intorno a quel duro cilindro che mi riempiva tutto, gustando le sensazioni che mi procurava il sentirmi posseduto.

Poi cominciò a muoversi lentamente e ritmicamente dentro di me chiedendomi:
“Così ti piaceva da morire il cazzo di Ingrid mentre ti inculava, vero?”
“ahh… aahhh… io… non so… mi ha preso e…. violentato….”
“Violentato? Ma dai! Dillo che era un cazzo nuovo che ti arrapava da morire.”
“aahhh… si, mi piaceva…..” Continuavo a mugolare senza riuscire a controllarmi.

“Ed era un cazzo durissimo, no? L’hai detto tu che era duro come un pezzo di marmo.”
Gemetti con voce rotta. Il cazzo di Eleonora mi stava riempiendo il culo e mi dava sensazioni fortissime. Sentivo che mi stava portando all’orgasmo.

“Allora? Era così duro?”
“Si, era davvero molto duro…. Aahhh”
“Sei proprio una troietta. Ti basta vedere un cazzo e subito vai in calore. Dimmelo: ti piace tanto il cazzo?”
“aaahhh… sì. Il cazzo….. mi piace da morire…”

“E il mio cazzo? Quanto ti piace?”
“Mi….. mi fa impazzire…. Il tuo cazzo mi fa….. aahhh impazzire…”
“Ma c’è una sola persona che tu ami, vero?”
“Sii… sii, una sola persona… sei tu… Siiii….”
“Cioè? Mi ami? Dimmelo.”
“Siii…. aaahhh…. Sii.. ti amo, ti amo, ti amo… aahh… vieni, vieni, godi dentro di me… aaaahhhhhh…”

A Eleonora piaceva da impazzire sentirsi dire che la amavo e che ero innamorato di lei. Aumentò fortemente il ritmo dei colpi dentro al mio ano ed esplose con forti gemiti in uno splendido orgasmo mordendomi il collo e le spalle, come faceva di solito quando raggiungeva l’acme stando sopra di me.

Certe volte mi faceva abbastanza male e il giorno dopo portavo piuttosto evidenti i segni dei suoi morsi, suscitando commenti salaci e allusioni sessuali e, spesso, attizzando chi mi vedeva.

Durante l’eiaculazione strusciò con vigore il suo ventre contro il mio cazzo duro e, ormai senza più freni, anche io, completamente partito per tutte le intense sensazioni provate durante la giornata, cominciai a eiaculare tutto lo sperma accumulato inondandole il ventre.

Rimanemmo così per un po’: lei sdraiata sopra di me, il suo cazzo ormai svuotato, ma sempre dentro il mio corpo, il mio sperma che aveva bagnato l’addome di entrambi.

Poi si staccò e si sdraiò di fianco a me. Anche io dovetti mettermi su un fianco, perché sentivo già uscire dal mio ano un fiume di sperma e non volevo bagnare troppo le lenzuola.

Passarono alcuni minuti. Poi si aprì la porta della roulotte ed entrò Manola.

“Ragazzi. Penso che abbiate arrapato tutto il campeggio con i vostri mugolii, gridolini e orgasmi chiassosi.”

Entrò anche Ramona. “Finalmente hanno finito! Ora possiamo dormire!”

Seguirà: CAPITOLO 15 - LA SOTTOMISSIONE E LE PUNIZIONI

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 15
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