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Storia della mia vita 8 - 9


di Moltoesigente1
09.12.2023    |    3.537    |    6 9.8
"Passarono molti mesi e il mio legame con le tre donne era diventato molto stretto..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 6 - 7

CAPITOLO 8. LE MIE NUOVE AMICHE

Era stato un giorno indimenticabile per me.

La sera ripensai a tutti quegli avvenimenti sconvolgenti e anche se il culo mi faceva ancora male, il cazzo era tornato duro.

Ripensai all’inculata subita da Ramona, la mia prima volta, e ripensai a come Eleonora mi aveva scopato.

Ripensai a tutto lo sperma che avevo preso nel mio corpo. Rivissi le sensazioni provate con i cazzi affondati nel mio culo, le loro pulsazioni forti durante gli orgasmi e l’emozione generata dal sentire il calore dei fiotti di sperma che mi inondavano dentro.

Ripensai anche a come Ramona mi aveva baciato, gustandosi anche lei lo sperma di Manola ancora nella mia bocca, e a come mi aveva masturbato. A rivivere tutti quei momenti Il mio cazzo era diventato così duro che quasi mi faceva male. Non resistetti e mi masturbai di nuovo.

Avevo letto molte cose sulla pericolosità dei rapporti sessuali non protetti, soprattutto quelli nei quali l’ano di un ragazzo viene riempito di sperma da qualcuno già infetto.

Era una delle motivazioni che mi aveva sempre frenato nel cercare di soddisfare per la prima volta le mie annose voglie di fare l’amore con una transessuale. In questo caso la mia incoscienza giovanile mi aveva tolto qualunque freno razionale.

Cosa che cercai di giustificare a me stesso, ragionandoci sopra a posteriori, considerando il fatto che le tre donne vivevano insieme da diverso tempo senza che sorgessero patologie di origine sessuale in alcuna di loro. Ai miei occhi, ciò significava che non c’erano problemi. Era un modo per autoconvincermi ed eliminare le ansie che sarebbero derivate da eventuali dubbi.

Fortunatamente, quello che seppi in seguito sul loro stile di vita, le verifiche cui si sottoponevano e gli ambienti rigorosamente controllati che frequentavano, confermarono queste certezze.

Nonostante il dolore al culo fosse ancora presente, anche se ormai molto lieve, ero ansioso che arrivasse la domenica. Mi prefiguravo già un gustoso intero pomeriggio di sesso con la mia dea e con le altre due arrapantissime donne.

Quando finalmente arrivò il momento, andai pieno di eccitazione.

Fu davvero un godimento straordinario. Le tre donne erano una miniera di fantasie di giochi da fare, posizioni e divertimento.

Per me erano tutte cose nuove e venni per ben due volte, tanto ero infoiato. Mi usarono anche in due. Mentre Eleonora mi inculava, dovevo succhiare il cazzo di Manola. Non mi riuscì bene, tanto che Eleonora dovette interrompere il suo ritmo dentro al mio culo per masturbare Manola fino a farla venire nella mia bocca. Poi venne anche lei nel mio ano.

Fui inculato due volte da Ramona, una volta alla pecorina e un’altra in piedi davanti allo specchio. Una cosa incredibilmente eccitante, perché mi vedevo mentre venivo posseduto dalla mia dea, che mi usava per il suo esclusivo piacere.

Ero molto docile in tutto quello che mi volevano fare. Soprattutto con Ramona. Le stavo stuzzicando il suo senso di dominio. Ramona era per natura una dominatrice nel sesso e non solo, e la mia sottomissione stimolava sempre di più le sue fantasie di padrona.

Con il tempo divenne sempre più autoritaria con me e iniziò presto con i giochi di dominazione in cui io ero sempre più il suo piccolo schiavo. E questo ruolo non solo mi si addiceva, ma mi eccitava veramente in modo straordinario.

Presto si procurò manette morbide, catene con un collare e un frustino. Si eccitava molto a punirmi incatenandomi e frustandomi sul culo nudo se disobbedivo ai suoi ordini oppure se non obbedivo come voleva lei e si eccitava anche quando rimanevo in ginocchio ai suoi piedi con gli occhi bassi.

Di solito le punizioni si concludevano con una inculata nel mio sederino con i segni rossi delle frustate. Iniziò in questo modo la mia schiavitù sessuale nei confronti di Ramona. La mia sottomissione si applicò anche ad Eleonora e, in misura minore, verso Manola.

Tuttavia, né Eleonora né Manola mi frustavano e neppure era richiesto che io mi inginocchiassi davanti a loro. La vera padrona dominatrice era Ramona.

Passarono molti mesi e il mio legame con le tre donne era diventato molto stretto. Le andavo a trovare spesso e passavo interi pomeriggi con loro durante i giorni di festa.

Il mio rendimento aveva subito un certo calo a scuola, perché avevo sempre la mente impegnata a pensare al sesso. La mia mamma, che, ovviamente, non sapeva nulla di quello che facevo la domenica pomeriggio e le altre volte che sparivo dalla circolazione, era un po’ delusa di me e cominciavo a sentirmi in colpa.

Fu Eleonora che mi stimolò. Disse che non dovevo lasciare andare così lo studio e che mi dovevo assolutamente impegnare maggiormente. Lo feci. Cominciai a studiare di più, soprattutto per far piacere alla mia mamma che non stava molto bene. Recuperai in poco tempo, anche perché mi dicevano tutti che ero molto intelligente e imparavo facilmente.

CAPITOLO 9. UNA PERDITA INCOLMABILE

Un bruttissimo giorno di fine inverno vissi la prima delle grandi tragedie della mia vita.

Due settimane prima la mamma si era ammalata ancora e stava così male che dovettero ricoverarla in ospedale. Quando tornavo da scuola mi precipitavo sempre lì per assisterla e stare con lei.

Purtroppo, nonostante le cure, non migliorava. Anzi, peggiorava ogni giorno di più, tanto che, un giorno, la trasferirono di reparto. Non sapevo che reparto fosse, ma capii solo che era una cosa molto grave.

Cercavo di stare con lei il più possibile, ma poi ero costretto ad andare a casa a dormire per non fare tardi a scuola la mattina dopo.

Quel giorno, finita la scuola, corsi di nuovo in ospedale.

Ma nella sua stanza non c’era più.

Chiesi all’infermiere, che mi guardò con aria triste e mi disse di rivolgermi al medico di reparto. In preda a un’ansia terribile andai dal medico. Questi mi fece sedere e mi disse: “Mi dispiace molto. Purtroppo la tua mamma non ce l’ha fatta. E’ morta stanotte e stamattina l’hanno portata nella camera mortuaria. Mi dispiace tantissimo per te.”

Ero disperato. Andai nella camera ardente e la trovai già adagiata in una bara. Era ormai tutta di colore bianco e grigio e aveva gli occhi chiusi.

Mi sedetti sulla panca della stanzetta. Ero solo, perché pochissimi conoscevano la mia mamma e nessuno era venuto a trovarla. Piansi. Piansi disperatamente per ore, anche perché non ero potuto stare con lei mentre moriva.

Quella sera andai dalle mie tre amiche e raccontai loro il mio strazio. Furono estremamente comprensive, perché cercarono di consolarmi e mi promisero che avrebbero pensato loro a tutto, visto che io non avrei saputo assolutamente cosa fare.

Organizzarono loro le esequie. Il funerale fu molto triste, perché parteciparono solo pochissime persone, le uniche che avevano voluto davvero bene alla mia mamma. Alla fine tutti mi abbracciarono e mi accarezzarono prima di andare via.

Ovviamente, non avrei più potuto abitare nella casa dove avevo vissuto fino a quel momento, perché non sarei stato in grado di pagare l’affitto. E così le mie tre nuove amiche, con grande generosità, mi accolsero con loro, considerato che la loro casa era abbastanza grande per tutti. Fui quindi adottato per la seconda volta nella mia vita.

La stanza da letto aveva due lettoni e io dormivo dove mi dicevano di volta in volta. Era Sempre Ramona che decideva con chi voleva dormire. Di solito sceglieva me, ma a volte voleva Eleonora e allora io dormivo con Manola.

Altrimenti andavo a letto con Eleonora, che era molto contenta di avermi sotto le coperte con lei per potermi toccare e fare altre cose.

Comunque il massimo piacere lo raggiungevo certamente a letto con Ramona tutto nudo. Mi abbracciava stretto e mi baciava a lungo bocca a bocca. Con la sua grande lingua esplorava tutta la mia bocca, giocando e avvolgendo la mia lingua. Io le tenevo il cazzo con entrambe le mani e lo sentivo inturgidirsi sempre di più fino a diventare durissimo.

Cercavo allora di accarezzarlo con maggiore decisione scorrendo con la destra verso l’alto e il basso mentre con le dita della sinistra toccavo con delicatezza il glande ormai scoperto e le sfioravo il frenulo.

Lei poi, con una mano faceva una cosa che mi aveva sempre fatto impazzire di godimento. Mi apriva le natiche con le dita e cominciava a titillarmi il buco del culo. Era la sensazione di essere così completamente posseduto nella bocca con la lingua e nel culo con le dita, mentre stringevo nelle mani l’oggetto durissimo che mi avrebbe riempito tutto di lì a poco che mi mandava al settimo cielo.

Poi Ramona, eccitatissima, mi inculava. O prendendomi da dietro sdraiato sul fianco, oppure lasciandomi supino con due cuscini sotto alla pancia in modo da sollevare il culo per penetrarlo meglio.

Ed era tutto un riempire la stanza buia di miei mugolii e sospiri fino al vigoroso orgasmo di Ramona e a un fiume di sperma che fluiva dentro il mio corpo.

Spesso, sentendo tutti i miei gridolini di godimento mentre venivo inculato, Eleonora e Manola si masturbavano arrapatissime, a volte anche vicendevolmente.

Seguirà: CAPITOLO 10 - LA VACANZA AL MARE

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 10
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