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Storia della mia vita 19


di Moltoesigente1
03.03.2024    |    1.484    |    4 7.8
"Si voltò leggermente, con un’espressione contrita, gli occhi imploranti..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 18

CAPITOLO 19 - UNA CORTE SERRATA

Erano alcuni giorni ormai che Manola cercava di trovare l’occasione per attaccare discorso con Ingrid.

Le capitò al bar. Ingrid era sola, come al solito, e aveva ordinato un drink. Mentre lo preparavano si era seduta a un tavolo in un angolo, un po’ rivolta verso la spiaggia e il mare, per godersi la vista e la brezza. Indossava un bikini blu chiaro e un pareo leggero bianco.

Manola andò al bancone, chiese qualcosa anche lei e disse che il drink a quella signora là lo avrebbe portato lei. Si diresse poi verso Ingrid e, posando il bicchiere sul tavolo, disse con tono sensuale:
“Ciao. Ecco il tuo drink.”
“Grazie. Ma che gentile!” disse Ingrid sorridendo.

Manola fece finta di andare a sedersi altrove. Poi, simulando un attimo di incertezza, chiese:
“Posso sedermi qui con te?”
“Ma certo!” Rispose Ingrid.
“Questi drink belli freddi sono l’ideale con questo caldo..” Disse Manola.
“Proprio vero.” Rispose Ingrid.

Non era scostante come si fa se una persona sgradita cerca di agganciarti, ma sembrava non volesse aiutare Manola nel rompere il ghiaccio. Pareva invece vagamente divertirsi nel vedere come Manola si sarebbe tratta d’impaccio nella conversazione e se fosse stata capace di uscire dall’imbarazzo di quel primo contatto.

“Sai, non ti ho vista spesso qui o in spiaggia…. Sbaglio o non ti piace molto la compagnia?” Chiese Manola.
“E’ vero. Mi piace di più stare sola.”

Questa risposta lasciò Manola un po’ incerta: voleva dire che non gradiva la sua presenza?
“Scusami,” disse Manola vagamente mortificata. “Io mi sono seduta qui perché mi faceva piacere parlare con te, ma se vuoi stare sola, vado via. Scusami ancora.”
“Ma no.” Disse Ingrid ridendo e toccando leggermente con la mano il braccio di Manola con un gesto che la invitava a restare “Sei stata così gentile a portarmi il bicchiere…”

Il tocco di Ingrid aveva provocato in Manola un brivido che si propagò dal braccio lungo tutto il corpo, salendo fino alla testa e alla radice dei capelli. Ingrid, che era molto intelligente, se ne accorse, e sorrise ancora più divertita.

“Sai,” disse Manola che ormai stava buttandosi senza più remore “sono alcuni giorni che cerco di incontrarti.”
“Me ne sono accorta. Mi segui anche quando entro nella mia cabina per cambiarmi..” Ingrid rise di gusto.

“E’ che tu sei molto, molto bella. E anche molto raffinata. E non passi certo inosservata.” Manola si era lanciata. “Soprattutto i tuoi occhi sono estremamente espressivi. La tua bocca è terribilmente desiderabile…. Sei… sei veramente una donna affascinante…”

Ingrid guardò Manola negli occhi, accennando un lieve sorriso. Quella corte serrata che Manola le stava facendo era decisamente piacevole.

“Vedi, se ti ho seguita in questi giorni, non è per curiosità o per riuscire a sbirciare mentre ti spogli. E’ proprio perché…. Mi piaci. Mi sento molto attratta da te.” Ormai Manola si era dichiarata.

Anche lei guardò Ingrid negli occhi e per lunghi minuti continuarono a guardarsi in silenzio. L’espressione di Ingrid era da un lato condiscendente, dall’altro un po’ intrigata.

Quell’intrecciarsi degli sguardi fu interrotto dalla cameriera, un travestito dall’espressione un po’ volgare, che venne a ritirare i bicchieri e chiese, con fare ammiccante, se volevano un altro drink. Manola era molto irritata per la rottura dell’atmosfera che si stava creando, ma non diede a vedere nulla. Pensò di riprendere la conversazione cercando di ricreare il momento favorevole.

“Ti trattieni ancora tanto in campeggio? Spero che tu non vada via prima di me.”
Ingrid sorrise di nuovo. Era davvero affascinante quando sorrideva, perché metteva in mostra due file di denti bianchi perfettamente regolari, mentre i suoi splendidi occhi azzurri le brillavano. Non ebbe il tempo di rispondere, perché a Manola interessava più parlare che avere risposte a domande.
“Tu stai nel camper vicino alla spiaggia, vero? E’ uno dei più belli. E anche grande.”
“Amo le comodità.” Rispose Ingrid sempre sorridendo.

Manola pensava: “Che donna di classe… riservata, composta, non un gesto o una parola fuori posto….” Le piaceva sempre di più.
“Io, invece, sto nella roulotte vicino agli alberi. Sono qui con le mie due amiche e il nostro ragazzo che tu.. eh… hai già conosciuto…”

Il risolino di Manola nel dire questa frase le si gelò in gola. Ingrid si era fatta improvvisamente serissima e il suo sguardo era diventato estraneo e indagatore. Guardava fissamente Manola, ma con una espressione di diffidenza e freddezza.

Manola si sentì crollare il mondo intorno. Capì che Ingrid non si fidava più di lei: “Cosa era venuta a fare? Perché l’aveva avvicinata? Cosa stavano progettando le tre signore, visto che sapevano certamente tutto?” Manola era sconfortata. Possibile che tutta la corte che le aveva fatto fino a quel momento non avesse più alcun valore? E solo per una stupida frase?

“Scusami, Ingrid. Perdonami. Non c’entra proprio nulla quello che è successo. A me non interessa assolutamente niente. Io ti ho avvicinata esclusivamente per i motivi che ho detto. Ti prego, credimi.”

Passarono lunghi istanti. Lo sguardo di Ingrid era rivolto alla spiaggia e al mare. Manola era sconsolata.
“Si, ti credo” Disse Ingrid dopo un po’ “Però ora devo andare, si è fatto tardi.”
“Ingrid, ti scongiuro. Dammi un’altra possibilità. Ti posso incontrare ancora domani qui, verso quest’ora?”
“Non so se ci sarò. Potrei anche venire più tardi o non venire affatto. Non ti conviene aspettarmi.”

Ingrid si alzò, salutò Manola con un “Ciao.” e se ne andò. Manola guardò quella bellissima donna che si stava allontanando, un fisico perfetto, curve provocanti e movenze femminili, ma tutto con stile e classe superiore. Si disperò come non mai. Stava forse iniziando la conquista, stava quasi per socchiudere le porte di quel magnifico corpo e in un attimo tutto era crollato.

Il giorno dopo Ingrid non venne. Manola non la cercò più. Sapeva che, se lo avesse fatto, si sarebbe bruciata le ultime possibilità, considerata l’indole di Ingrid. Il giorno dopo ancora, Manola rimase al bar quasi tutto il pomeriggio. Ma di nuovo Ingrid non passò.

Manola era rassegnata. Il terzo giorno si sedette a due tavoli di distanza da quello preferito da Ingrid e aspettò tutto il pomeriggio, senza speranza. Verso le sei provò un tuffo al cuore. Ingrid era arrivata. Un bikini bianco da svenire sul suo corpo tutto abbronzato. Aveva preso il solito drink e si era seduta al suo tavolo. Manola la guardò con aria molto triste, ma rimase al suo posto.

Aveva capito il carattere di Ingrid. Era una donna molto indipendente, che amava molto stare da sola, che non sopportava gli invadenti, gli importuni, quelli che si vogliono imporre a tutti i costi e che interferivano con i suoi momenti privati. Quindi, doveva aspettare che fosse Ingrid a farle un cenno di invito.

Per molti minuti Ingrid non la guardò neppure. Manola se ne stava tristemente al suo tavolo con il capo chino. Poi, finalmente, sentì lo sguardo di Ingrid su di lei. Si voltò leggermente, con un’espressione contrita, gli occhi imploranti. Ingrid sembrò soppesare la sua muta preghiera. Lasciò passare ancora un minuto, poi fece un cenno del capo. Finalmente!

Manola andò al tavolo di Ingrid, si sedette appena in punta di sedia e disse in un sussurro:
“Grazie, Ingrid”.

Rimasero in silenzio a lungo. Ingrid guardava Manola ancora con distacco e una certa diffidenza. Manola teneva gli occhi bassi. Ingrid ruppe il silenzio:
“Vorrei sapere il vero motivo per cui mi hai cercata” scandì la parola “vero”. “Non credo tu sia come le ragazzine che prendono le cottarelle al mare. Sei un po’ cresciuta per questo.”

Manola sospirò profondamente.
“Puoi non credermi Ingrid, ma la mia non è una cottarella per te.”
“Non volevo dirtelo” continuò “ma ti ho aspettato tutto il giorno qui al bar, ieri e ieri l’altro. E sono due o tre notti che non riesco a dormire. Non faccio altro che pensare a te.”

In realtà, Manola stava entrando nella parte dell’innamorata, assumendo di proposito un ruolo subordinato a Ingrid, che era certamente e palesemente una dominante.

Ma lo stimolo ultimo di Manola rimaneva, comunque, l’erotismo del mio racconto, il cui fulcro centrale, ai suoi occhi, era la durezza e le dimensioni del cazzo di Ingrid. Gli scopi di Manola erano quindi molto più materiali delle asserite dichiarazioni d’amore. Ingrid era troppo intelligente per non capirlo, ma cercava di scoprire se c’era anche qualcosa d’altro, sotto. Per esempio, un qualcosa ordito dalle mie tre padrone contro di lei.

Seguirà: CAPITOLO 20 - IL TRADIMENTO E UNA NUOVA SCHIAVITU'

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 20
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