Il Fotografo Cap.15 – Il contenuto

Giovedì.
La mattina è densa di pensieri.
Marco ha passato la notte a rivedere ogni fotogramma della scena del giorno prima.
Il ragazzo del terzo piano.
La porta.
La chiavetta.
Il vuoto negli occhi.

Alle 10:22 è alla finestra.
Nel soggiorno del terzo piano, il nuovo inquilino è solo, ha acceso il portatile.

Marco stringe lo zoom e regola il fuoco.

Appare una schermata blu con tre cartelle, l’uomo ne seleziona una e avvia un video.
L’immagine sullo schermo è instabile, ma Marco lo capisce subito: è una ripresa interna dell’appartamento stesso.
L’inquadratura è fissa. Si vede il vecchio, in piedi, solo in mutande, visibilmente agitato.
Gesticola verso qualcuno fuori campo, poi avanza, inciampa, cade. Scompare dall'inquadratura.

Marco scatta.
Cerca di immortalare ogni fotogramma. Il video si interrompe.
L’uomo resta immobile per lunghi secondi, poi chiude il file, rimuove la chiavetta e la infila in una scatolina. La nasconde dietro una fila di libri. Si alza. Va verso la porta del corridoio. La tocca. La lascia socchiusa. Poi scompare dalla visuale.

Alle 13:30, Marco si sposta sull'appartamento di fronte.
La mora è in scena, indossa un body in rete nera che lascia ben poco all'immaginazione, calze autoreggenti e tacchi a spillo. Ha già montato le luci, sistemato il treppiede, regolato l’inquadratura.
Va ad aprire la porta.
Entrano due uomini: il primo è alto, asciutto, barba lunga e lineamenti marcati, il secondo più robusto, pelle scura, petto scolpito sotto la camicia aperta.
Si scambiano qualche parola, ma Marco può solo immaginare i toni.
Lei li osserva con attenzione, poi si avvicina e li bacia entrambi, uno dopo l’altro, li prende per mano, li accompagna in soggiorno.
Inizia a spogliarsi con lentezza. Sfila le calze una alla volta, fa cadere il body, rimane completamente nuda. Poi si inginocchia. Apre i pantaloni del primo, tira fuori il cazzo, lo lecca.
Passa all’altro. Gioca con la lingua, li alterna.

Marco scatta.
Li inquadra tutti: la donna in ginocchio, i due uomini sopra di lei, le mani tra le sue ciocche, gli sguardi puntati sulla ragazza.

Lei si alza, apre una scatola vicino al tavolo e ne tira fuori un lubrificante.
Ne versa un po’ sulle dita, si gira verso l’uomo più asciutto e si accovaccia sopra di lui, con le gambe larghe. Afferra il cazzo, lo guida dentro di sé.
Il secondo uomo si avvicina da dietro. Lei si china leggermente in avanti, apre le cosce, si lubrifica l’ingresso posteriore. Guida anche lui.

Marco trattiene il respiro.

Con un movimento lento e controllato, accoglie entrambi.
Uno davanti, uno dietro. Si ferma qualche secondo, poi comincia a muoversi. Il corpo ondeggia, le mani si appoggiano sul petto dell’uomo sotto, poi si spostano sulle sue tette. Le stringe, le accarezza, si tira i capezzoli.

Marco scatta ogni dettaglio: le curve, i gesti, l’incastro perfetto dei corpi. La sequenza è un crescendo.

La donna cambia ritmo, si solleva, si sposta. Si inginocchia tra i due uomini e li masturba insieme. Li guarda. Li stimola con entrambe le mani, poi si china su uno, lo prende in bocca.

Marco vede i volti tesi, il cazzo rigido che scivola tra le labbra.

Alla fine, entrambi si avvicinano. Lei alza il viso. Le vengono in faccia, sul petto, sul collo.
Lei chiude gli occhi, resta immobile, poi con le dita, raccoglie il liquido e lo assaggia con calma, guardando la camera.

Marco si stacca dalla reflex, eccitato, stanco, sconvolto.
Si prende una pausa

Nel pomeriggio torna a inquadrare il terzo piano.
La donna dell’ufficio è arrivata, si siede in soggiorno, con le gambe incrociate. L’uomo prende la scatola, estrae la chiavetta e gliela porge. Lei resta immobile, scuote la testa. Poi si alza, va verso la porta del corridoio e la chiude.
Chiude anche la finestra del soggiorno.

Marco non vede più nulla.
Ma sa che la chiavetta contiene qualcosa di grosso.
Qualcosa che qualcuno non vuole vedere mai più.

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