tradimenti
Il Fotografo Cap.13 – La sostituzione

07.05.2025 |
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"Sulla cinquantina, distinto, camicia azzurra e mocassini..."
Sabato mattina. Il sole invade la stanza di Marco già dalle prime ore.
Lui si sveglia carico.
Oggi ha un obiettivo preciso: la signora del terzo piano.
Alle 8:35 compare in soggiorno.
Vestaglia leggera, capelli raccolti, tazza in mano. Appare serena, quasi frizzante.
Ma c’è un dettaglio che non sfugge a Marco: indossa il rossetto. Non lo fa mai al mattino.
“Oggi aspetta qualcuno.”
Pochi minuti dopo, il marito esce dalla camera già vestito in modo insolito: maglia tecnica, pantaloncini da ciclista, casco in mano.
Si avvicina alla finestra, si infila gli occhiali da sole e, dopo uno sguardo rapido fuori, sparisce oltre la porta d’ingresso.
Marco prende nota.
“Allenamento lungo… o gara.”
La signora torna in camera e comincia a prepararsi.
Dallo spiraglio della finestra Marco riesce a vedere movimenti rapidi, cambi di vestiti.
Alla fine, si presenta in soggiorno con un completino in pizzo nero, autoreggenti, vestaglietta trasparente. I capelli sciolti, le labbra rifinite. Sistema qualche cuscino, accende una candela sul tavolino, controlla il proprio riflesso nello specchio a parete. Poi si siede, si accarezza una coscia lentamente.
Marco è già duro.
Non scatta ancora. Vuole aspettare.
Alle 10:11 probabilmente suona il campanello, lo intuisce dai movimenti della donna.
Lei si alza, va ad aprire. Entra un uomo. Sulla cinquantina, distinto, camicia azzurra e mocassini.
Si guardano. Nessuna parola. Solo un bacio sulle labbra.
Poi un secondo, più lungo. La mano dell’uomo le scivola lungo la schiena. Lei sospira.
Marco regola il fuoco.
Inizia a scattare.
Sul divano lui le slaccia la vestaglia. Il seno esce come una promessa. Le tette grandi, naturali, rispondono al tocco delle mani maschili.
La bacia sul collo, poi giù, fino al capezzolo. Lo lecca. Lei gli tiene la testa ferma, gli sussurra qualcosa.
Marco li osserva come un regista.
Non è solo sesso: è teatro, è abitudine, è complicità.
Lei si inginocchia. Gli apre la cintura, tira giù i pantaloni, fa scivolare fuori il cazzo. Grande, dritto. Lo prende in mano, lo lecca prima solo in punta, poi fino alla base, lo succhia piano, con eleganza, chiudendo gli occhi e lasciando che il ritmo cresca con naturalezza.
Lui le accarezza la testa, la guida con una dolcezza che ha poco a che fare con l’urgenza.
Marco scatta.
Un frame ogni secondo. Il profilo della donna. Le labbra strette attorno alla carne. Il piacere lento.
Poi lui la solleva, la fa sedere sul divano, le sfila le mutandine con un gesto rapido, le apre le gambe e affonda la lingua.
Lei inarca la schiena, si aggrappa al bracciolo. Il respiro accelera. Il bacino ondeggia. Gli artigli affondano nei cuscini.
Marco è un’ombra. Un occhio solo. Il cazzo duro sotto i pantaloncini, ma le mani ferme.
L’orgasmo arriva muto, lungo. Lei stringe le gambe intorno al collo dell’uomo e si lascia tremare.
Poi lui si alza. Si spoglia. Le sale sopra e la prende lentamente, tenendole i fianchi come fossero fragili. Lei lo guarda, gli accarezza il viso. Si muovono insieme, all’unisono, non è solo sesso, è un rituale.
Alla fine, lui si sfila, si inginocchia, lei lo masturba fino all’orgasmo. Lo sperma le schizza sul seno. Lei si lecca un dito e poi si pulisce lentamente, come se stesse assaggiando la panna di un dolce proibito.
Marco scatta l’ultima foto.
Si appoggia alla sedia.
Sfinito. Senza toccarsi.
Nel pomeriggio, la luce cambia.
Marco punta l’obiettivo al terzo piano.
L’uomo giovane è in soggiorno, parla al telefono, cammina avanti e indietro.
Poi si ferma, apre un cassetto, prende un oggetto piccolo, scuro. Lo guarda. Lo infila nella tasca posteriore dei pantaloni e si allontana.
Marco ha un brivido.
Non riusciva a vedere bene cosa fosse, ma ha imparato a riconoscere certi gesti.
E quello non era normale.
Continua nella sezione "Lui & Lei"...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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