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Gay & Bisex

05. Luca – Sono una troia?


di vogliagay
25.09.2015    |    15.708    |    9 9.7
"Fantastico… "Oddio!", mugolai, e mi precipitai sul glande per far mio quel succo gustoso..."
Grazie alla mia voglia di fare e alla mia…. intraprendenza, mi ero accaparrato il lavoro al pub. Avevo quindi un piccolo stipendio e decisi finalmente di iscrivermi in palestra. Avevo bisogno di stare un po' in movimento, ma soprattutto quella era una buona occasione per gustarmi qualche bel figo.
Effettivamente devo dire che di bei tipi ce n'erano parecchi. Era un piacere per gli occhi vedere i loro muscoli strizzati in magliette e canottiere aderenti, ammirare gambe tornite, gettare l'occhio su pacchi più o meno sostanziosi. Qualcuno aveva anche un gran bel viso. Inutile dire che la parte che preferivo dei miei allenamenti in palestra era quando andavo negli spogliatoi. Lì con una certa non chalance (anche se a volte devo ammettere che era davvero difficile mantenerla), riuscivo a guardare di sfuggita un bel po' di piselli. Ce n'erano per tutti i gusti. Qualcuno devo dire abbastanza deludente, soprattutto se pensavo alla figaggine del proprietario, ma altri davvero da rimanere a bocca aperta. Soprattutto uno. Innanzitutto il tipo davvero carino. Chiaro di carnagione, capelli corti ricciolini (lo so, ho una passione per i riccioli!!!), molto carino in viso, bel fisico atletico. Ma il pisello era qualcosa di favoloso, tanto che a differenza che con gli altri non riuscivo proprio a staccargli gli occhi di dosso. E infatti mi aveva sgamato a fissarlo. E, sorpresa, mi sorrideva, ma non maliziosamente. Forse era lusingato dal fatto che mi piacesse il suo pisello. Era chiaro come il resto del suo corpo, cicciotto e abbastanza lungo, si adagiava sullo scroto. E la cappella rimaneva in parte scoperta. Ogni volta mi incantavo.
Quel mercoledì arrivai in palestra più tardi del solito, intorno alle 20. Avevo avuto lezione fino alle 18, ma poi dovetti andare anche dal medico e quindi mi ridussi ad andare a quell'ora. Avevo poca voglia a dire il vero, ero abbastanza stanco, ma l'idea di quanta fatica mi costava l'abbonamento mi convinse ad andarci. Entrai negli spogliatoi, la solita sfilata di piselli penzolanti a cui dare un'occhiata sfuggente. Cominciai a cambiarmi e mentre mi infilavo la tenuta da allenamento, si aprì la porta ed entrò il mio bel ricciolino! Una piacevolissima sorpresa, visto che anche lui solitamente veniva al mio orario. Finii di vestirmi ed entrai in sala attrezzi. Dopo 5 minuti fu la volta di Ricciolino. Facemmo i nostri esercizi e mi accorsi che una volta arrivato a metà scheda la sala si era parecchio svuotata, visto che ormai erano le 9 passate. Caso volle, però, che a un certo punto Ricciolino dovesse usare lo stesso attrezzo che stavo utilizzando io. Si avvicinò, mi sorrise e mi chiese se potevamo alternarci. Ovviamente acconsentii. Da vicino era ancora più carino! Potei ammirare i dettagli del suo viso e mi resi conto che era senz'altro più grande di me, intorno alla trentina d'anni. Incoraggiato dal fatto che c'era ben poca gente, cominciò a parlarmi. Si presentò, si chiamava Gabriele. Immediatamente pensai che, se non fosse stato per i capelli scuri, sarebbe potuto essere la personificazione dell'Arcangelo Gabriele. Chiacchierammo amabilmente fino alla fine della nostra scheda, una mezz'oretta più tardi.
Ci recammo entrambi negli spogliatoi e notammo che eravamo gli unici due ragazzi rimasti. Cominciammo a spogliarci e una volta nudi andammo verso le docce. Gli guardavo il pisello ciondolante ma, forse per il fatto che eravamo soli, lo facevo molto più fugacemente del solito. Solamente quando lui chiuse gli occhi per fare lo shampoo, mi misi a fissarlo. Era favoloso!
"Ti piace?", mi chiese, risvegliandomi dal mio stato di trance.
"Eh? N.. no, ehm…", cominciai a farfugliare, mentre una vampata di calore mi saliva in viso, senz'altro diventato rosso peperone.
Si mise a ridere. "Ma che fai, t'imbarazzi pure? Cosa credevi, che non me ne fossi accorto che ti piace? Tutte le volte me lo fissi!", esclamò sorridendo.
"Sc.. scusa", sussurrai, in preda all'ansia, timoroso di una sua reazione violenta.
"Ma di cosa ti devi scusare? A me non dà fastidio. Anzi! Sono ben contento che il mio pisello ti piaccia!", esclamò. "Vuoi toccarlo?", mi propose sfacciatamente.
Io alzai la testa e incrociai il suo sguardo. Mi sorrise ancora una volta e ricambiai. "Sì", sibilai.
Si fece più vicino, afferrò il mio polso e l'abbassò all'altezza del suo inguine. Aprii la mano e afferrai il membro flaccido. Era lungo, gonfio e morbido. Sentii una fitta al mio inguine e il mio cazzo indurirsi.
Gabriele sospirò. "Oh sì, muovi la mano così, bravo!", mi incoraggiò. In breve tempo il suo cazzo era al massimo del suo splendore. "Ti va di succhiarlo in po'?", mi chiese in maniera retorica.
Risposi con un cenno del capo e mi piegai sulle gambe, trovandomi così a pochi centimetri dalla fonte della mia eccitazione. Sospirai di meraviglia. Era forse il più bel cazzo che avessi mai visto. Lungo una ventina di centimetri, bello spesso, con una vena in rilievo che lo percorreva in tutta la lunghezza. Ciliegina sulla torta, una grossa cappella a fungo, grossissima, che col suo colore rosa acceso faceva da contrasto al bianco del tronco.
Aprii la bocca per bene e accolsi la cappella, già sugosa. Sentii scattarmi una molla dentro e mi trasformai. Da timido e timoroso liberai tutta la mia voglia e il mio desiderio. Presi a succhiare e a leccare quel cazzo con impeto, mugolando senza alcun ritegno. Gabriele rimase piacevolmente sorpreso dal mio cambiamento e cominciò a incitarmi: "Oh, wow!!! Che bocca! Mamma come sei bravo! Continua così, mi stai facendo impazzire!!!". Dopo poco però lo sottrasse dalla mia bocca. "Basta cazzo! Così mi fai sborrare!", esclamò.
Mi sollevò, mi girò e appiccicò il mio corpo alle mattonelle della doccia. Si abbassò, allargò le mie chiappe e con la lingua tastò il mio buchetto. Gemetti e sospirai. Spinsi un po' in modo da allargare lo sfintere. "Oddio che roba favolosa!!!!", e si tuffò letteralmente a lavorarmi il culo. Cominciai a gemere, forse troppo rumorosamente, tanto che a un tratto si staccò e mi disse ridendo: "Shhh, fai più piano, potrebbero sentirci!". Si tirò su, mi leccò il collo e prese a strofinare la cappellona contro il mio sfintere. "Dio mio, lo voglio!!!", mi sentii dire. "Anch'io voglio mettertelo dentro, credimi, per me sarebbe la prima volta con un uomo. Ma qui no, è troppo rischioso. E poi non ho preservativi", replicò Gabriele. "Ti va se continuiamo da me?", mi propose.
"Certo!", risposi deciso, abbassandomi e dando un'ultima ciucciata a quella cappella così invitante. In un lampo finimmo la doccia, ci vestimmo e uscimmo dalla palestra. Nel tragitto fino alla macchina vidi che trafficava col telefonino. Montammo in auto e 10 minuti dopo eravamo già fermi, sotto casa sua. Prendemmo l'ascensore fino al terzo piano. C'era imbarazzo. Avrei voluto baciarlo, ma ero timoroso della sua reazione. Finalmente le porte dell'ascensore si spalancarono e lui aprì la porta del suo appartamento. Mi fece accomodare e rimasi colpito. Seppur piccolo, l'appartamento era davvero ordinato e ben arredato, oltre che pulito. Mi diede un paio di ciabatte per farmi stare più comodo. Si diresse verso il frigorifero e mi chiese se mi andasse di mangiare qualcosa. Ovviamente accettai, avevo parecchia fame. Nulla di che, formaggio e affettato, ma d'altra parte erano le 10 passate e non poteva di certo mettersi a spignattare. E poi avevamo ben altri programmi… A tal proposito, a un certo punto, come se niente fosse, Gabriele mi domandò: "Luca, ascolta, per te sarebbe un problema se si unissero a noi altri due miei amici?"
Mi prese un colpo, il boccone che stavo deglutendo mi andò di traverso. Cominciai a tossire e dovetti affrettarmi a bere dell'acqua. "Oddio Gabri!!! Che cavolo di situazione è? Ti ho spompinato per la prima volta un'ora fa e mi proponi di farmi scopare da altri due sconosciuti???", replicai sbalordito.
"Ehm, sì, lo so, hai ragione. Avevo effettivamente qualche dubbio a proportelo, ma vedi… In realtà stasera avevo in programma di andare con questi due amici a fare sesso con delle "signorine", diciamo così, solo che poi in palestra è successo quel che è successo… Io è da tanto tempo che voglio provare a fare sesso con un uomo e tu hai un culetto che è la fine del mondo…", prese ad abbindolarmi. "Quindi ho detto loro di venire qui che ci sarebbe stata una sorpresa. Ma non sanno che sei un uomo, penseranno senz'altro che tu sia una ragazza, quindi può essere che a loro neanche vada la cosa. Non so…". Ora era visibilmente in imbarazzo.
"Gabri, non saprei. Io non vorrei che tu ti facessi un'idea sbagliata di me", cominciai. Intanto però l'idea di avere altri due cazzi tra le mani risvegliò all'istante la mia eccitazione.
"In che senso? Che idea sbagliata?", si affrettò a dire lui, che in realtà aveva capito benissimo. E infatti continuò: "Non c'è niente di male a cercare e godere di situazioni un po' fuori dall'ordinario. Sei così carino… E poi guarda, anche i miei amici sono davvero dei bei ragazzi e sono ben messi sotto", sorrise malizioso. Non potei fare a meno di ridere e accettai. "E va bene, farò questo sacrificio!", finsi di rassegnarmi. Stavolta scoppiò a ridere e palpandomi una chiappa sentenziò: "Vedrai, non te ne pentirai!".
Cominciò a strusciarsi sul mio corpo. Mugolammo e palpammo ogni centimetro del nostro corpo. Gli tolsi la maglietta e presi tra le mie labbra un suo capezzolo. Lo stuzzicai, lo leccai, lo morsi delicatamente. Gabri era un sospiro unico. D'un tratto suonarono al campanello. Erano arrivati gli amici. Gabriele si staccò da me e col cazzo che puntava i pantaloni della tuta verso l'esterno si incamminò verso la porta. Sentii parlottare e due ragazzoni entrarono nel salotto. Vedendomi rimasero impietriti. Gabri accusò il colpo ma si affrettò a fare le presentazioni come se nulla fosse: "Ricky, Alex, questo è Luca, un mio amico della palestra!".
Allungarono la mano per salutarmi ma poi uno dei due, Ricky, chiese a Gabri: "Scusami un po', ma che cazzo significa questo? Lui sarebbe la sorpresa? Vuoi dirmi che dovremmo fare sesso con lui? Ma sei impazzito di colpo??? Il programma era di andare a mignotte, non di scoparci un ricchione!".
Ci rimasi male, ma allo stesso tempo compresi quello che pensava. Per uno che è effettivamente etero, l'idea di fare sesso con un uomo deve essere abbastanza ripugnante…
Gabri in evidente imbarazzo rispose: "Aspetta Ricky, non prenderla così. Il fatto è che io è un po' di tempo che ho questa curiosità. Io gli piaccio e lui ha un culo che è una favola! E anche di bocca è bravissimo, prima negli spogliatoi mi stava facendo impazzire! Ho pensato che avremmo potuto divertirci tutti insieme! Cerca di capire: non volevo darvi buca ma non volevo rinunciare a quest'occasione!".
Ora ero io a essere in imbarazzo.
"Facciamo così: cominciamo prima noi due e voi state a guardare. Se poi quello che vedete vi piace e volete unirvi….", propose Gabriele.
A me non sembrava vero, pensavo di essere su "Scherzi a parte". Anche questa proposta sembrava decisamente assurda. Ricky si girò verso Alex e gli chiese: "Tu che fai?". Alex dal canto suo sembrava sicuramente meno scandalizzato dell'amico. Già a vederlo in faccia sembrava un gran porco. Ed era anche gnocco, oltretutto. Scuro di carnagione, alto all'incirca 1.80, capelli lunghetti raccolti in un codino, barbetta e fisico abbastanza muscoloso. Tamarro nel modo di vestire. Me lo sarei fatto senza alcun problema, a dirla tutta… Come immaginavo, la sua risposta non mi sorprese: "No, io rimango qui. Chissà che non ne venga fuori qualcosa di piacevole…" e mi guardò sorridendo.
"Mah, vabbé". Ricky continuava a non essere troppo convinto. Ciononostante raggiunse la poltrona e ci si stravaccò sopra, imitato da Alex che si accomodò su quella a fianco. Io e Gabri invece ci piazzammo vicino al divano. Mi prese una mano e se la portò sul pacco, invitandomi a massaggiarlo. Mi sussurrò di stare tranquillo e di sciogliermi, ché sarebbe andato tutto bene. Tornai a stuzzicargli i capezzoli e in un attimo Gabri si riscaldò. Si sdraiò sul divano e in un lampo gli abbassai pantaloni della tuta e boxer, facendo rimbalzare sull'addome il suo cazzone già ritto. Lo imboccai e presi a succhiare di buona lena, con la piena approvazione di Gabri. Poi mi spostai sulle sue belle palle grosse, prendendole in bocca. Gabri ne approfittò per stringere alla base il cazzo. La cappella, già enorme, si ingrossò ancora di più, quasi a voler scoppiare, e una goccia di precum fece capolino. Fantastico… "Oddio!", mugolai, e mi precipitai sul glande per far mio quel succo gustoso. A un tratto Gabri si alzò leggermente e mi massaggiò la schiena fino ad arrivare alle mie parti basse. Abbassò pantaloni e boxer e diede una sculacciata al mio culo. Urlai, per quanto potessi col suo cazzone piantato in gola. Continuò con un massaggio, fino poi ad aprire le mie chiappe, mettendo in mostra il mio buchetto ansioso di farsi aprire. Dalla sua poltrona, Alex aveva una visuale perfetta. Riconobbi la sua voce: "Oh, porca troia!!!!". E dopo qualche secondo il rumore di una cintura che veniva slacciata e di una zip che veniva abbassata.
Gabri però in quella posizione era scomodo. Quindi si riprese il suo cazzo e, lasciandomi a quattro zampe sul divano, si alzò e si posizionò dietro di me, riprendendo a lavorarmi come si deve il culo. In quel momento Alex si alzò dalla sua poltrona e si piazzò davanti a me, brandendo la sua sciabola. Riuscii finalmente a farla mia, anche se non del tutto. Almeno per quanto riguardava Alex, Gabri aveva ragione. Era un cazzo scuro, lungo intorno ai 18 cm, con la particolarità della base veramente larga e la punta invece più sottile. Mi diedi da fare e anche il mio nuovo amico apprezzò. Nel frattempo sentii che Gabri trafficava dietro di me: stava aprendo la bustina di un preservativo. Lo indossò e si abbassò velocemente, il tempo di sputare un'ultima volta sul mio sfintere. Appoggiò la cappella e cominciò a spingere. Fece due, tre tentativi, ma la cappella era troppo grossa e scivolava. "Ma vaffanculo!", cominciò a imprecare. "Luca, spingi in modo da allargare lo sfintere, altrimenti non riesco".
Obbedii. La sua intuizione era giusta, dato che finalmente riuscì a entrare. Me ne accorsi all'istante. Un dolore lancinante, la mia rosellina sembrava si stesse lacerando. Mollai il cazzo di Alex e urlai. "Ahiaaaa! Cristo santo, esci! Aiuto!". Ma Gabri non uscì, temendo forse che una volta uscito non sarebbe più riuscito a rientrare. Però si fermò. Io, memore della tecnica con cui Omar aveva introdotto il suo mostro nel mio culo, invitai Gabri a massaggiarmi lo sfintere e devo dire che col passare dei secondi sentii il dolore affievolirsi.
Quindi avvertii che il cazzo cominciava a farsi strada dentro di me lentamente e, fortunatamente, senza dolore. Ripresi allora il mio lavoro di bocca e mi ritrovai trapanato da due cazzi contemporaneamente. Cominciavo a impazzire dal piacere e presi a gemere sempre più forte.
"Cazzo, che culo favoloso ragazzi! Non avete idea!", commento Gabri.
"Anche di bocca è sensazionale! Ricky, devi provarlo!!!", aggiunse Alex.
Lo spettacolo agli occhi di Ricky doveva aver dato i suoi frutti, dato che sentii che anche lui si slacciava e si toglieva i pantaloni. Immaginai che il passo successivo fosse cominciare a smanettarsi il cazzo…
Io ero ormai completamente a mio agio, contento di avere quei due cazzi a mia disposizione. Gabri stava dando il meglio di sé, riservandomi colpi sempre più violenti e strappandomi gemiti strozzati. "Ti piace il mio cazzo? Era quello che volevi, vero? Il mio cazzone su per il culo! Me lo mangiavi con gli occhi!!! Sei contento?", chiese. Io risposi mugolando più forte, completamente sottomesso. Quindi mi diede tre colpi talmente forti che sentii anche dolore, oltre al piacere, e urlai. Poi uscì di botto, allargando immediatamente le mie chiappe. Il mio buco, orfano senza alcun preavviso di quel cazzone, prese a contrarsi incontrollatamente. "Porca troia che buco sfondato!", commentò Gabri.
"Ora tocca a me!", esclamò Alex. Si riprese il cazzo, si mise dietro di me e si infilò un profilattico. Mi fece cambiare posizione. Mi mise supino, a gambe larghe con le ginocchia al petto. Avvicinò il cazzo al buco e spinse delicatamente. Ma ovviamente, complice la sfondata col cazzone di Gabri e la forma affusolata della sua cappella, non incontrò alcuna resistenza e arrivò praticamente subito fino in fondo. "Ahhhhhhhh", sospirai, in preda al piacere.
"Dai, fottilo duro!", lo incoraggiò Gabri. E quello ubbidì. Ripresi a urlare, godevo da matti. Il pube di Alex sbatteva sulle mie chiappe a ritmo incessante. Mi presi in mano il cazzo e cominciai a smanettarmi.
In quel momento vidi Ricky, che era sulla poltrona a segarsi, alzarsi e venire verso di me. Il suo uccello, di dimensioni più modeste rispetto a quelli dei suoi due amici, si stagliava duro e dritto sopra i miei occhi. Istintivamente riaprii la bocca. Una leggera flessione sulle ginocchia e anche quel cazzo era nel caldo umido della mia bocca. Tempo un paio di minuti e Ricky cambiò posizione. Si mise praticamente a cavalcioni del mio viso, prese le mie mani e portò le mie braccia dietro la mia testa, sul bracciolo del divano, bloccandole con le sue. Cominciò a fare su e giù col bacino. Un movimento molto ampio, tanto che arrivò a infilarmi completamente il suo bastone fino in gola. Facevo fatica a respirare. Avrei voluto farlo indietreggiare, ma le mie mani erano bloccate. Cercai di rilassarmi il più possibile, riuscii e regolare il respiro, ma Ricky non mi lasciava un attimo di tregua. Cominciai ad emettere versi e a produrre tantissima saliva, che andò a imbrattare le sue palle, oltre al mio collo e al mio petto. "Cristo ragazzi, mi sembra di stare scopando una figa! Che bocchino!!!", urlò Ricky, sempre più infoiato.
Al che Alex, sentendo l'entusiasmo del suo amico, all'inizio così recalcitrante, prese a scoparmi con ancora più vigore, fino ad uscire dopo poco per non rischiare di sborrare. Gabri quindi gli diede il cambio. Solo per poco però, perché Ricky aveva in mente altro. "Voglio provare il culo adesso! Preparati!", mi disse, quasi minaccioso. Una volta liberati i miei buchi, mi fece stendere supino a terra. Indossato anche lui il preservativo, portò le mie gambe sulle sue spalle ed entrò di botto. Il mio culo era ormai talmente aperto che non sentii particolare fastidio, ma subito una fitta di piacere quando la sua cappella andò a sbattere sul fondo del mio retto. Tirò fuori di poco il cazzo, si alzò sulle braccia, puntò i piedi e mi guardò. "Adesso mi diverto anch'io!", dichiarò. Cominciò a colpirmi. Sembrava un pistone meccanico, non sembrava possibile che tanta forza, violenza e velocità potessero arrivare da un uomo. Tutte insieme. Rimasi a bocca aperta e mi resi conto… che godevo molto di più che con gli altri due!!! Evidentemente il suo cazzo aveva la misura perfetta per stimolarmi la prostata e ad ogni colpo era una fitta di piacere indescrivibile. "Cazzo, ti prego, non fermartiiiii! Continua a sventrarmi!", e accompagnavo il suo movimento martellante prendendolo dalle chiappe.
Nel frattempo Gabri e Alex, ancora "incappucciati", si misero ai miei lati all'altezza del viso e con le loro beghe dure cominciarono a schiaffeggiarmi, aumentando la mia sensazione di essere troia.
Qualche minuto dopo Ricky uscì dal mio culo. Ma non ne era ancora sazio. Si sdraiò supino di fianco a me, col cazzo che puntava in aria e mi fece cenno di impalarmici sopra. Il preservativo brillava dei miei umori bianchicci e cremosi. Mi riappropriai del palo e cominciai a cavalcarlo, acuendo se possibile ancora il mio godimento.
Gabri era ancora tranquillo, ma Alex cominciò a tradire una certa insofferenza. "Basta adesso però! Te lo stai scopando ininterrottamente praticamente da un quarto d'ora! Menomale che ti faceva schifo la cosa! Eccheccazzo, mollalo un po' anche a noi!", dichiarò spazientito.
Ricky, in tutta risposta, mi afferrò saldamente per me chiappe, come a scongiurare che gli venissi portato via.
Fu un attimo. Sentii Alex esclamare: "Ma vaffanculo!!!". Mi sentii prendere per la schiena e spingere verso il petto di Ricky. Poi notai l'ombra della figura di Alex incombere su di me. Sbarrai gli occhi, terrorizzato. "Ragazzi che cazzo volete fare???", urlai con una voce che tradiva un certo panico. "No no no, mi spaccate! Fammi smontare da 'sto cazzo!", urlai a Ricky. Ma lui rinsaldò la presa.
"Sta' zitto e goditi un'altra minchia in culo! Abbiamo visto benissimo che sei una gran troia! Secondo me tra un paio di minuti ululerai dal piacere!", dichiarò ridendo Alex.
Davanti al mio viso si palesò quello di Gabri, sorridente come sempre. "Vedrai che poi ti piacerà, stai tranquillo!", sussurrò. E attaccò le sue labbra alle mie.
Avvertii qualcosa sul bordo del mio buchetto già tirato, poi sentii subito forzare. Un dolore atroce partì dallo sfintere e raggiunse lo stomaco. Urlai. Mi sentii tirare e letteralmente spaccare. Ma in un attimo il glande appuntito e sottile era dentro. E da lì piano piano tutto l'uccello sprofondò dentro di me. Alla fine sempre più a fatica, in quanto alla base l'asta diventava di uno spessore davvero ragguardevole. Il dolore si era in parte affievolito, ma io ero a bocca aperta, incredulo. Mi sentivo completamente aperto e sfondato.
"Hai visto che ci sono stati?", mi disse affettuosamente Gabri. "Ora goditeli!". Fece un segno ed entrambi gli uomini presero a muoversi dentro di me. Prima piano, poi in maniera sempre più decisa. Sentii il piacere invadermi e ricominciai a urlare. Ma ora erano urla completamente diverse. "Cazzo, non ci credoooo! Due cazzi nel culo! Insieme!!! Dio che troia che sono! Adoro il cazzo! Vi prego, scopatemi, scopatemi in eternooo!", li incitai. Sortii l'effetto sperato. Presero a muoversi come degli ossessi, ognuno ad un ritmo diverso. Mi scavavano negli intestini. Si sentivano i colpi dei loro bacini sulle mie chiappe e lo sciabordio dei miei umori che colavano incessanti dal mio culo.
Gabri pazientò ancora qualche minuto, poi fece cenno ad Alex di lasciargli il posto. Alex si tolse e sentii il mio buco richiudersi, insieme a una sensazione di vuoto che durò però ben poco. Avvertii infatti una nuova pressione al mio sfintere e senza grossa fatica la cappella enorme di Gabri era in me. Ero ormai talmente spalancato che non feci molto caso alla differenza di dimensioni e provai immediatamente piacere. Ripresi a gemere incessantemente e a un certo punto alzai la testa alla ricerca della bocca di Gabri. Il bacio arrivò puntuale. "Dio mio Luca quanto sei bono! Quanto sei vacca! Io non ti mollo più!!!! Vedrai quante altre volte ti scoperò! Mi chiederai pietà!". E prese a montarmi ancora più selvaggiamente.
Ero sfinito, venivo scopato almeno da un'ora e mezza. Ero provato fisicamente, ma anche mentalmente. Troppo godimento. Troppo. Fui persino sollevato quando uscirono entrambi dal mio culo. Non lo sentivo neanche più, non avevo più sensibilità. Ma ero certo che era aperto all'inverosimile, avevo persino timore di andare a sentire in che condizioni fosse. I tre intanto, come fossi una marionetta, mi risistemarono supino. Ricky si mise tra le mie gambe, Alex all'altezza del busto e Gabri sopra il mio viso. Si smanettarono per un paio di minuti. Io li imitai. Il primo fu Ricky, con getti che arrivarono fino al mio addome. Poi fu il turno di Alex, che riempì il mio petto e andò oltre, fortunatamente nella zona dove il tappeto era finito. Infine toccò a Gabri riempirmi il viso e il collo col suo nettare caldo e bianco. Ero pieno ovunque. Questo fu il pensiero che mi aiutò: avere addosso la sborra di tre maschi. Qualche colpo di mano ancora e venni potentemente. Arrivai al collo. Non potevo rimettermi in piedi, avrei sgocciolato sborra per tutto l'appartamento di Gabri. Così mi presero per le braccia e le gambe e mi portarono in orizzontale nel box doccia. Mi lavai per bene e in tutta tranquillità andai a verificare le condizioni del mio culetto. Appena sfiorai sentii immediatamente un forte bruciore. Resistetti e provai a infilare un dito. Non sentii nulla. Cominciai a incontrare resistenza (e forte fastidio) al quarto dito. Ero letteralmente sfondato. Più che dopo la lattina di Omar. Mi feci forza e finii di lavarmi.
Prima di lasciare l'appartamento i tre amici mi diedero un'ultima palpata al culo, corredata da una spinta pelvica per far sentire ancora i loro cazzi (seppur mosci) e dalla lingua in bocca.
"Ci vediamo in palestra!", mi salutò Gabri. "E non solo!", continuò, facendomi l'occhiolino.
"A presto", si affrettarono a dirmi gli altri due, come a farmi capire che mi avrebbero scopato di nuovo con molto piacere in futuro.
Uscii in strada, l'aria era frizzantina. Facevo fatica a camminare, ad ogni passo lo sfregamento dei pantaloni e delle mutande sul mio buchino mi provocava dolore. Stavolta avevo esagerato. Sentii vibrare il cellulare e la suoneria di Whatsapp. Tirai fuori il telefono dalla tasca, il display segnava mezzanotte e dieci. Aprii l'app, era un messaggio di Saverio. O meglio, un'immagine: il suo cazzo e quello di Beppe, entrambi dritti e duri. Sotto una didascalia: "Dove minchia sei????? Ti stiamo (e ti stanno) aspettando!".
"Oh merda!", sussurrai angosciato…
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Mi scuso per il ritardo con cui ho pubblicato questo nuovo capitolo. Spero ora di riuscire a essere più costante e che sia valsa la pena aspettare così a lungo. Come sempre, se volete, commentate qui sotto o mandatemi un'email all'indirizzo [email protected]
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