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L'amico (non più) infortunato


di vogliagay
08.05.2015    |    13.422    |    4 9.7
"E parte a scoparmi in maniera selvaggia, i suoi affondi sono potenti e veloci..."
Suona il campanello, vado ad aprire. “Toh, chi si rivede!”. Il mio tono è abbastanza freddo e distaccato, ma vorrei ben vedere!
Quattro giorni fa ho accompagnato Gianluca in ospedale, è passato un mese ed era ora di togliere i gessi. Davvero una liberazione per lui! Io però egoisticamente non ero così contento, perché ciò avrebbe voluto dire niente più docce e niente più scopate. Insomma, ritorno alla normalità. I miei timori hanno avuto conferma, infatti da quel giorno il caro Gianluca non s’è più fatto né vedere, né sentire… Bel comportamento! Sono abbastanza incazzato, dopo tutto quello che ho fatto per lui! Intendiamoci, non che voglia rinfacciare alcunché, quel che ho fatto l’ho fatto ben volentieri ed ho avuto il mio tornaconto, ma sparire così di punto in bianco quando non ha più bisogno di me, proprio non me lo sarei aspettato da lui. Oltretutto nel corso di questo mese i miei sentimenti nei suoi confronti sono cambiati: purtroppo credo di provare per lui ben più di una semplice amicizia, ed è un guaio perché so che non c’è trippa per gatti. Nelle ultime settimane abbiamo continuato a fare sesso, almeno 3-4 volte a settimana, con grande godimento da parte di entrambi, anche se praticare sempre quella stessa posizione ha reso meno intrigante la situazione. E il fatto che negli ultimi 4 giorni che sono andato a fargli la doccia Gianluca non abbia mai tentato alcun approccio, purtroppo ha confermato la mia convinzione che lui non fosse assolutamente coinvolto e che per lui io abbia rappresentato solo un buco in cui sfogare i suoi istinti. Del resto poteva resistere gli ultimi 4 giorni, per poi andare a cercarsi una fighetta ansiosa di farsi sbattere…
E ora eccolo che riappare…
“Scusa Ste, perdonami!!!”. Sembra realmente dispiaciuto. “Chissà che avrai pensato di me, che sono un opportunista e che mi sono dimenticato di te non appena non ho avuto più bisogno!”. Lo guardo dritto negli occhi ma non rispondo. “Il fatto è che sono rientrato al lavoro, non hai idea degli arretrati che ho da recuperare! Un mio collega ha tamponato la mia assenza solo per le urgenze, ma tutto il resto me lo devo sbrigare io. In questi giorni mi sono fatto 12 ore al giorno al lavoro, è per questo che sono sparito! Ti chiedo davvero scusa e per farmi perdonare vorrei chiederti se domani sera per cena sei libero, vorrei invitarti a casa mia”.
Che cretino che sono, mi lascio abbindolare in un attimo. La mia incazzatura svanisce all’istante. Gli sorrido e dico: “Beh, in effetti sono rimasto sorpreso dal tuo comportamento, ma capisco. E domani sono libero, quindi accetto volentieri il tuo invito!”. Sembrava non dovessi più rivolgergli la parola e invece è bastato che mi chiedesse scusa in modo così accorato ed è come se non fosse mai successo nulla!
E’ arrivato il momento, viene ad aprirmi la porta con un sorriso da togliere il fiato. “Benvenuto! Stasera ho fatto io qualcosa per te!”. Il soggiorno è pervaso da un ottimo profumo di cibo. “Da buon romano ti ho preparato una bella amatriciana, quella originale però, con il guanciale, non con la pancetta!”. Ci mettiamo a tavola e devo dire che Gianluca è davvero un ottimo cuoco. Tutto ciò che ha preparato è squisito e il fatto che si sia impegnato tanto solo per me mi riempie di gioia.
Finito di mangiare gli do una mano a sistemare la cucina e ci mettiamo a rilassarci sul divano in soggiorno. Sto davvero bene, tv accesa a fare da sottofondo e chiacchieriamo amabilmente. Sembra tornato il Gianluca di sempre. Sono contento perché la mia più grande paura era che quello che è successo compromettesse la nostra amicizia. Anche se ad essere sincero mi farebbe piacere continuare la strada che abbiamo intrapreso nell’ultimo mese. Ma l’idea non sembra sfiorarlo neanche di striscio. Non tocca minimamente l’argomento, quindi comincio a rassegnarmi al fatto che questo è ormai un capitolo chiuso. Del resto in questi giorni avrà di nuovo assaggiato la figa e avrà capito che per lui non c’è paragone.
Il tempo scorre veloce, e dopo un paio d’ore di chiacchiere gli dico che devo andare in bagno. Faccio quello che devo fare e quando esco dal bagno vedo in fondo al corridoio che il soggiorno è buio e la tv è spenta. Noto però che la porta della sua camera è socchiusa e dall’interno proviene una luce soffusa. “Gianlu…”, apro la porta e rimango a bocca aperta. Lui è sdraiato sul letto, completamente nudo. Mi guarda lascivamente e intanto si smanetta oscenamente il cazzo. Non c’è bisogno che dica nulla, tempo dieci secondi e sono come mamma m’ha fatto. Mi butto sul letto e impugno il suo attrezzo, cominciando a segarlo. Sono felicissimo, anche questa volta la serata ha preso una piega del tutto inaspettata!
Capisco che ha anche lui una voglia pazzesca, perché la mia mano non gli basta. Abbassa la mia testa verso di lui e mi ficca subito il cazzo in bocca. Dal canto mio io mi do subito da fare e Gianluca gradisce la cosa: “Ohhh, wow! Quanto m’è mancata la tua bocca! Succhia succhia!”. Io comincio a mugolare e a fare su e giù sempre più velocemente.
“Preparati Ste, ora non sono più bloccato e credo che non dimenticherai tanto facilmente questa serata!”. Mi stacca dal suo sesso, mi fa sdraiare a pancia in su con la testa penzoloni e lui scende dal letto e si posiziona al bordo. Mi fa aprire la bocca e infila di nuovo il cazzo. E’ una delle posizioni che preferisco. Spinge il cazzo fino in fondo e avendo la testa reclinata riesco a farmi scopare in bocca senza troppo fastidio. Sento che entra ed esce dalla gola, me lo infila tutto dentro e ad un certo punto è talmente esaltato che vorrebbe infilare anche le palle. Mi sento usato e la cosa mi eccita parecchio, tant’è che afferro le sue chiappe e lo accompagno nel suo andirivieni. “Ti piace essere scopato in bocca, vero?”. Continua per qualche minuto, poi sfila l’uccello dalla mia bocca e mi mette a quattro zampe sul letto. Si posiziona dietro mi me e mi allarga le chiappe: “Guarda il buchetto quanto è piccolo! Non per molto ancora però!”. Si fionda col viso sul mio buco e comincia a leccare di buona lena. Sono pervaso da brividi di piacere, ho la pelle d’oca. Sto in silenzio a godermi il trattamento, almeno fino a quando punta la lingua e penetra leggermente. Mi lascio andare ad un gemito liberatorio e questo lo induce ad aumentare il ritmo. Comincio a godere e perdo ogni contegno: “Sì Gianlu, leccami il buco del culo, fammi godere! Preparami, dopo mi dai il tuo cazzone, vero? Dimmi che me lo dai, ti prego!”. “Certo che te lo do, e vedrai come te lo do!!!”. Sostituisce la lingua con un dito, che comincia a roteare all’interno del mio culo. Mugolo sempre più forte e capisce che voglio ben altro. Si insaliva il cazzo e lo avvicina al mio buco: “Gianlu, il preservativo?”. “No, non ce n’è bisogno, voglio scoparti così!”. Essendo il buco già lubrificato, mi entra praticamente tutto in un unico affondo. “Ahhhh! Cazzo, porca puttana! M’hai fatto un po’ male!”. “Scusa Ste, ma avevo tanta voglia di sfondarti!”. Mi afferra per i fianchi e comincia a muoversi sempre più velocemente. Finalmente posso fare il passivo nel vero senso della parola e godermi i suoi colpi. “Così, bravissimo Gianlu, scopami! Prendimi da sopra, da sopra!!”. Esce, si alza in piedi e poi si riabbassa senza rimettersi in ginocchio, in modo da trovarsi leggermente più in alto di me. Lo rimette dentro fino alla radice, ora la penetrazione è veramente profonda. Lancio un piccolo urlo ma lo incito a muoversi più forte. “Sì così, fammi sentire anche le palle!”. Va avanti per qualche minuto, poi esce, mi allarga le chiappe ed esprime la sua soddisfazione: “Wow, che bel buco largo che hai adesso, bello sfondato!”. Mi mette a pancia sopra e mi avvicina le ginocchia al petto, poi si punta con i piedi sul materasso e si abbassa. Mi penetra di nuovo e questa volta le sensazioni che provo sono leggermente diverse, più accentuate: molto probabilmente va a stimolarmi la prostata, perché comincio a perdere sborra senza toccarmi. Ad un tratto si ferma e mi dice: “Preparati che ora ci si diverte!”. E parte a scoparmi in maniera selvaggia, i suoi affondi sono potenti e veloci. Io godo come una vacca, non solo fisicamente ma anche psicologicamente perché mi sento finalmente posseduto. Sono in sua balia e non posso far altro che subire i suoi colpi. Comincio a gemere, non preoccupandomi neanche che qualcuno mi possa sentire. Ormai il mio pensiero è soltanto godere di quel mattarello che mi sfonda l’intestino. Ora capisco le tipe che Gianluca si portava a letto e riconosco i colpi che riservava loro. Il ragazzo indubbiamente ci sa fare, sa come far godere. Di tanto in tanto rallenta, esce quasi del tutto per poi rientrare violentemente strappandomi urli quasi animaleschi.
Ad un certo punto capisco che vuole venire, perché comincia a scoparmi con un ritmo che mai avevo provato in vita mia. Comincio a godere tanto intensamente che non trovo più neanche il modo di esprimere il mio piacere e ad un certo punto senza neanche rendermene conto sento la mia voce urlare: “Ti prego Gianlu, basta!!! Basta non ce la faccio più, è troppo bellooooo!!!!”. Ma chiaramente lui non pensa minimamente a fermarsi, ormai ha in mente un solo obiettivo, godere! Capisco che è vicino, quindi comincio a smanettarmi il cazzo per arrivare anch’io all’orgasmo. Alzo per un attimo la testa e mi specchio nell’anta dell’armadio: non mi riconosco, ho l’espressione letteralmente stravolta dal piacere.
Ansima sempre più forte e più velocemente, sembra un animale. Ad un certo punto urla: “Ste eccomi, vengo!”. “Esci?”. “No no, voglio venirti nel culo, voglio riempirti il culo della mia sborra!”. E in effetti dopo qualche secondo lancia un urlo liberatorio e io sento una sensazione di calore all’interno del mio culo. Sento che è abbondante, sembra quasi un clistere. Anch’io sono al culmine del piacere e comincio a sparare fiotti che data la posizione mi sporcano il viso. Al termine dell’orgasmo sento che si rilassa e si abbandona sul mio corpo e io comincio ad accarezzare la sua testa e la sua schiena madide di sudore.
Esce dal mio culo e mi sento improvvisamente vuoto. Parte della sua sborra va a finire sul lenzuolo. Mi guarda, mi rivolge uno sguardo innocente e un sorriso e mi stampa un bacio sulle labbra.
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