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Gay & Bisex

Happy ending 1 - Io e Marco, per sempre


di vogliagay
02.04.2015    |    7.640    |    4 8.8
"Sale lungo la mia schiena finché non si mette completamente sopra di me..."
Camera 23. Un déjà vu. Forse non è affatto una coincidenza. Busso alla porta. Tremo tutto. Aspetto. Passano 10 secondi. Nulla. 20 secondi. Ancora nulla. Busso di nuovo, impaziente. Una voce giunge al mio orecchio: "Sì, un attimo, arrivo!!!".
Finalmente la porta davanti a me si apre. Vedo il viso mascolino di Marco e la mia bocca si apre in un sorriso a 32 denti. Anche i miei occhi esprimono la gioia di rivedere il mio amico dopo tanti giorni. E di vederlo con altri occhi. Da parte sua, Marco ricambia nello stesso modo. Allarga le braccia e si lancia in un abbraccio. Sono addosso al suo petto nudo e alla sua virilità coperta solo da un asciugamano. Stringe, stringe forte. Mi sembra di percepire un movimento in basso, ma cerco di non deconcentrarmi e di godermi quest'ondata di affetto (amore?) che mi sta investendo. A un tratto si stacca da me, mi guarda e ha gli occhi lucidi. Si vede che è emozionato.
"Allora, come va? Quanto mi sei mancato!", esclama. "Ma prego, accomodati!". E si mette di lato per farmi entrare.
La camera non è grandissima e anche l'arredamento è abbastanza vecchiotto. Senza contare la carta da parati alle pareti: in alcuni punti ammuffita, in altri strappata. Mi prende la tristezza e mi ritrovo con un groppo in gola.
"Scusa se ti ho fatto aspettare, ma come hai potuto notare ero sotto la doccia" e indica il suo petto nudo e l'asciugamano stretto in vita.
"Oh, non preoccuparti! Più che altro ho pensato che non ci fossi.", rispondo.
"No no, sono rientrato una mezz'oretta fa dal lavoro. E anche se cerco di stare il meno possibile in questo posto, per stasera non avevo programmi...", mi informa con una punta di amarezza.
"Mi spiace Marco. Come va?", gli chiedo, guardandolo teneramente negli occhi. Sono seduto ai piedi del letto. Lui mi si siede di fianco.
"Mah, come va. Ho passato decisamente tempi migliori, ma d'altra parte non posso farci nulla... Stare qui in questo motel squallido non mi fa ovviamente piacere, ma è quanto di meglio posso permettermi ora come ora. Ho davanti a me una separazione con addebito, quindi devo cercare di risparmiare quanto più posso".
"Immagino. Per il resto come va? Come ti senti? Come va con Monica?", gli chiedo un po' timoroso.
"Mah, come deve andare... Monica mi parla solo tramite l'avvocato. Ce l'ha a morte con me ma di certo non posso biasimarla. È stato un anno non felice, ed è già un eufemismo. I problemi sono cominciati già al rientro dalla luna di miele. Stavo a casa con lei ma mi rendevo conto che non era esattamente quello che volevo. Pensavo che volevo stare con te. All'inizio facevamo l'amore ma facevo fatica ad andare in erezione, poi ci riuscivo ma non riuscivo a venire. Penetravo lei ma pensavo e desideravo penetrare te. Solo quel pensiero mi aiutava ad arrivare all'orgasmo. Ma in questo modo mi sentivo davvero sporco. Quindi ho cominciato a rifiutarmi di avere rapporti con lei. Ma questo ha caricato ovviamente di tensione la nostra convivenza. E dunque sono cominciate le litigate furibonde. Finché alla fine il mese scorso al termine dell'ennesima lite le ho confessato di non amarla più. E il giorno dopo è andata diretta dall'avvocato. Quindi è normale che ora come ora mi odi. Ed è normale che io ora mi senta terribilmente in colpa nei suoi confronti e avverta forte una sensazione di fallimento. Mai mi sarei immaginato una cosa del genere..."
Sono molto in imbarazzo, lo sguardo basso rivolto alle mie ginocchia.
"Ehi, perché adesso fai così?", mi chiede.
Alzo il viso, il mio sguardo è carico di dolore. "Perché so che dietro tutto questo ci sono io, Marco! Inconsapevolmente ho fatto del male a te e a Monica! Ho distrutto le vostre vite".
"No no no no, fermo. Tu non hai colpa di nulla... Come mi hai detto tu l'altra volta, sono io che ho dato inizio a tutto. Dovevo solo soddisfare una curiosità che avevo da tempo, e quella era l'ultima possibilità che avevo prima di sposarmi. Ma poi mi è sfuggita di mano. È andata come mai mi sarei aspettato! Mi è piaciuto. E col passare dei mesi mi son reso conto che non era solo sesso. Ora come ora quello che mi fa soffrire è che so che non ti potrò avere con me. Ma non ce l'ho con te, non sei tu che hai fatto succedere tutto questo!". Mi accarezza il viso e mi sorride.
Mi distendo un po': "Monica però mi odierà!", affermo.
"Ma no, non le detto di certo che mi sono innamorato di te! Le ho detto che semplicemente non la amo più e che non c'è nessun altra donna. Che poi è vero... E non ci sarà rischio che scopra qualcosa", risponde tranquillo. "Ora basta, tu però che mi racconti?"
"Mah, allora: sono stato una settimana al mare in Sicilia, avevo bisogno di staccare un po' la spina e stare da solo con me stesso. Pensare a quanto è successo nell'ultimo periodo e fare chiarezza su quello che effettivamente volevo"
"E a quale conclusione sei arrivato?", mi domanda tranquillamente, come se la cosa non lo riguardasse minimamente.
Mi prende l'agitazione, sento il cuore battermi forte. Mi faccio coraggio. Prendo una sua mano tra le mie e la stringo. Mi avvicino al suo viso, alla sua bocca e appoggio le mie labbra alle sue. È un bacio dolce, carico di tenerezza. Lui ha un sussulto, è colto di sorpresa. E dopo qualche secondo si fa più audace. Cerca di farsi strada con la sua lingua e io lo lascio fare. Con una mano mi prende per la nuca e mi stringe a sè. Comincia a sospirare. Di tanto in tanto si stacca dalle mie labbra per prendere aria e mi rendo conto che è terribilmente eccitato. Le sue mani esplorano il mio corpo, risvegliando anche in me l'eccitazione. Lo imito. Esplode la passione. Mi fa sdraiare sul letto e inizia l'opera di svestizione. Prima la maglietta, poi i jeans, seppur con un poco di fatica. Mi accarezza ovunque, poi si stende su di me e immediatamente avverto la sua asta dura come l'acciaio. L'asciugamano si è aperto e ora sfrega il suo cazzo nel mio interno coscia. Prendo a mugolare, mi accendo di desiderio. Sento che il mio buchetto comincia a contrarsi dalla voglia di essere violato.
A un tratto mi gira facendomi mettere prono. Con un gesto fulmineo e stranamente senza alcuna difficoltà, nonostante la mia erezione mi sfila gli slip. Poi con la lingua percorre delicatamente le mie gambe fino ad arrivare ai glutei. Preso da un raptus di desiderio mi dà qualche morso, stando attento a non farmi però troppo male. Questo gesto accresce la mia voglia, comincio a mugolare più forte. Il punto di massimo desiderio lo raggiungo quando infila la lingua tra le natiche e va a stuzzicarmi il buchetto, che si apre come una vongola, voglioso di attenzioni.
Stranamente non rimane per molto tempo a prepararmi. Sale lungo la mia schiena finché non si mette completamente sopra di me. Con le mani blocca entrambe le mie braccia lungo i miei fianchi. Dirige il suo viso in direzione del mio orecchio e comincia a sospirare, facendomi solletico e aumentando se possibile la mia eccitazione. Poi con la lingua lecca l'orecchio, una delle mie zone erogene. Non ce la faccio più, sono teso come una corda di violino. Voglio essere inculato. Subito. Sembra che mi legga nel pensiero. Muove il bacino e il suo cazzo sfrega tra le mie natiche. Avverto che il suo glande è completamente bagnato, imbrattato di presperma, risultato di tanto desiderio.
Avverto la sua cappella all'altezza del mio buco, una leggera spinta e inaspettatamente questa scivola senza problemi dentro di me. Rimaniamo entrambi sorpresi ed esprimiamo il nostro piacere con un simultaneo "oooohhhhh". Avanza lentamente ma inesorabilmente e ben presto sento le sue palle contro le mie chiappe. Ma anziché star fermo o indietreggiare, afferra il mio bacino con entrambe le mani e dà una spinta fortissima, come se volesse riempirmi anche con le sue palle. Lancio un urlo di goduria e dolore ma lui sembra fregarsene. Avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi sussurra: "Sei mio! Mio! Solo mio!!!". E comincia a sfogare la sua passione sul mio collo. Bacia, lecca, succhia. E prende a muovere il bacino.
Scende con le mani, afferra le mie chiappe e le allarga, in modo da allargare in questo modo anche il buchetto. Comincia a scoparmi con tutta la forza che ha. Io urlo, in preda al dolore e a un piacere sempre crescente. "Sì, così, urla! Fammi sentire che ci sei! Che ti piace! Che mi vuoi! Che vuoi il mio cazzo!", mi incita.
"Sììììììììì! Ti prego continua! Scopami forte! Ti voglio! Voglio il tuo cazzo! Voglio che mi fai sentire tuo! Perché io SONO tuo! TI AMO!!!!", urlo a pieni polmoni.
Esce repentinamente da me, mi mette supino con le ginocchia verso il mio torace e infila di nuovo il suo bastone nelle mie viscere. Ho un sussulto. Mi afferra per le natiche e spinge violentemente. "Ripetilo!", mi ordina. "Ti amo!", obbedisco. Un nuovo colpo. "Ancora!". "Ti amo!". Un altro colpo ancora. "Ancora!". "Ti amooo!". "Ti prego non smettere di dirlo!", e mi scopa forte e senza sosta, come indiavolato. "Ti amo, ti amo, ti amo, ti amooooooooo! Ti prego, non smettere neanche tu!!!!".
Cominciamo entrambi a mugolare e a urlare senza ritegno. Il ritmo della scopata è troppo elevato per poter durare a lungo. "Amore sto per sborrare! Dove la vuoi?", mi chiede. "Nel culo, riempimi il culo! Così mi fai completamente tuo!", gli dico.
Ancora qualche spinta e sento distintamente gli schizzi della sua sborra invadermi il culo. Marco si accascia su di me e comincia a baciarmi delicatamente il collo. Rimane piantato in me fino a quando il suo cazzo non si ammoscia completamente ed esce spontaneamente dal mio culo. Nel frattempo le sue mani mi accarezzano incessantemente ovunque. Poi mi gira e si mette su di me. Mi bacia molto teneramente. Tanta era la sua furia durante la scopata, tanta è la dolcezza ora. Mi guarda, i suoi occhi nei miei occhi. E percepisco chiaramente l'amore che prova per me, anche così, in silenzio. Stiamo così, a coccolarci, per una buona mezz'ora, beati... Finché non si stacca e mi dice: "Dai, vai a farti una doccia. Io la faccio dopo perché quel box è troppo stretto. Facciamo in fretta che ho una fame da lupo! Andiamo fuori a cena!".
Io lo guardo e gli rispondo: "Ok, vado a farmi la doccia, ma niente cena fuori. Tira fuori la valigia e prepara tutta la tua roba. Andiamo a casa".
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