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Gay & Bisex

08. Luca – Tu is megl' che uan!


di vogliagay
30.10.2015    |    12.578    |    8 9.4
"Se Gennaro dice così, sarà vero!", esclamai io ridendo..."
"Ciao Cì, ecco il dvd che mi hai chiesto! Lo appoggio qui, sopra al pilastro. Ora scappo, siamo di pressa!", disse Gennaro al suo amico.
"Ehhhhhh, quanta fretta! Avà Gennà, salite un poco!", rispose Ciro.
"Ti ringrazio, ma proprio dobbiamo andare", tentò ancora di giustificarsi Gennaro.
"E che avete di tanto urgente da fare! Dai, 10 minuti! Almeno conosco anche il tuo "fratellino"", continuò Ciro.
Gennaro si girò verso di me, seduto in macchina, e mi guardò con un'espressione mortificata come per dire che non sapeva più davvero che dire. Io ricambiai lo sguardo, rassegnato, feci un cenno di assenso e scesi dalla macchina. Mentre salivamo le scale mormorai: "Solo 10 minuti però eh…". "Certo, non ti preoccupare!", e mi fece l'occhiolino.
Era sabato sera ed era il mio ultimo giorno a Napoli. Era dunque anche l'ultima occasione per scopare con Gennaro. Avevamo organizzato tutto, Gennaro aveva pure deciso di non andare al lavoro quella sera: eravamo usciti a fare un giro nel pomeriggio, pizza fuori, un salto da Ciro a portargli il dvd che aveva chiesto e poi dritti a casa di Gennaro e di suo padre a divertirci. Senza alcun pericolo di essere disturbati tra l'altro, visto che Gianni come ogni sabato sera sarebbe stato da mia madre. Ai nostri genitori avevamo detto ovviamente che saremmo andati in qualche locale e che poi, visto che presumibilmente saremmo rientrati molto tardi, sarei rimasto a dormire da Gennaro. Tutto organizzato alla perfezione. Peccato che Ciro ci stesse un po' scombussolando i piani…
Entrai nell'appartamento di Ciro e questo subito mi salutò abbracciandomi, come se fossimo vecchi amici.
"Non farci caso", disse Gennaro, "Ciro è fatto così, è molto caloroso!". E si mise a ridere. Ciro incarnava l'altro stereotipo del napoletano: carnagione scura, capelli biondi, tenuti corti, occhi chiari e muscoloso. Anche lui un gran bel ragazzo, dovevo ammetterlo. E anche lui consapevole di esserlo, dato che esternava una disinvoltura e una sicurezza in sé che io potevo solo invidiargli.
Il padrone di casa preparò un caffè e si sedette sul divano, di fianco a me. "Allora, che mi racconti Luca… Gennaro mi ha parlato di te in questi giorni. Dice che sei molto simpatico…"
"Beh, non dovrei essere io a dirlo. Se Gennaro dice così, sarà vero!", esclamai io ridendo.
"E quando parti?", mi chiese incalzante.
"Domani, ho l'aereo nel primo pomeriggio", risposi.
"Ah, di già…", ribatté, tradendo un pizzico di delusione nel suo tono di voce. "E allora devo cogliere l'attimo, non ho alternative!", continuò. Senza che potessi rendermene conto mi ritrovai la sua lingua in bocca e una mano che rovistava il mio pacco, che senza alcuna volontà stava gonfiandosi.
Non appena presi coscienza della situazione mi staccai, ma non riuscivo a trovare le parole. Solo un "mah…" di stupore uscì dalla mia bocca. Guardai Gennaro e mi accorsi che anche lui sembrava sorpreso…
"Avà, lasciati andare! Gennaro mi ha detto quello che avete fatto in questi giorni! Anche a me piace divertirmi con i maschietti di tanto in tanto, a volte io e Gennaro scopiamo anche tra di noi", disse Ciro, come se la cosa potesse legittimare il suo gesto. Si ributtò sul mio viso ma io mi allontanai e feci per alzarmi dal divano, nonostante ormai il mio cazzo fosse bello duro. "Che c'è, non ti piaccio?", chiese Ciro quasi incredulo. "A vedere il tuo pacco però non si direbbe!".
"Non è quello", risposi imbarazzato. "Sei un gran bel ragazzo, ma non so se sia il caso, e poi noi stasera avevamo altri programmi…"
"Sé vabbuò, lo so io che programmi avevate!", dichiarò il biondino maliziosamente. "Ascolta, mettiamola così: avevi in programma di prenderti un cazzo. Ora hai la possibilità di prendertene due. Uno in più. Mi pare ti convenga… E poi non è per fare il falso modesto ma…", fece Ciro, lasciando sottintendere che quello che aveva da offrirmi fosse qualcosa di davvero irrinunciabile. "Te lo può confermare anche Gennaro. Vero cumpà?".
"Beh, effettivamente messa così…", cominciò Gennaro. Che continuò: "E ha ragione Ciro, ne vale assolutamente la pena, te lo posso assicurare".
Come sempre quando si trattava di prendere cazzi la mia pretesa di fare in qualche modo il sostenuto andava presto a farsi benedire. Infatti al tocco della mano di Ciro che cominciava a palparmi il sedere presi a mugolare e dopo qualche secondo mi risedetti sul divano. E mi trovai davanti agli occhi un bozzo che mi ipnotizzò. "Ti piace eh?", chiese Ciro ironicamente. "Aspé che te lo faccio vedere bene!", e in un attimo si calò i pantaloni della tuta e gli slip. Un palo scuro e venoso cominciò a ballare davanti al mio viso. Bello grosso, a occhio e croce 20 cm abbondanti. Stupendo. Rimasi a bocca aperta. "Sì, non stare solo a guardarlo però! Datti da fare!", mi esortò.
Fu così che aprii la bocca e mi infilai quel pezzo di carne. Ne entrarono all'incirca i tre quarti. Cominciai a succhiare, ma le dimensioni erano decisamente importanti e dopo qualche minuto avvertii un accenno di indolenzimento alla mandibola. Mollai la presa, girai la testa e mi ritrovai il cazzo di Gennaro, di dimensioni simili, pronto a essere succhiato. Mi dedicai dunque a entrambi i bastoni, i cui proprietari gradivano decisamente il trattamento, tanto che mi ritrovai in bocca il sapore inconfondibile del liquido preseminale. Persi la testa e cominciai ad alternarmi furiosamente: mentre succhiavo uno con una mano segavo l'altro. Andai avanti per una decina di minuti abbondanti, finché vidi Ciro togliersi dalla sua posizione, per mettersi sul divano di fianco a me. Mi fece mettere a quattro zampe, quindi Gennaro si spostò in modo da continuare a essere spompinato. Ciro fece sue le mie chiappe, agguantandole in modo deciso. Tentò di abbassarmi i jeans ma non riusciva, quindi lasciai per un attimo il cazzo di Gennaro per slacciarmi i bottoni. Immediatamente Ciro scoprì il mio culo e ci si tuffò, allargando le chiappe e cominciando a titillare con la lingua il mio buchetto. Mugolai di piacere, la mia voglia era salita alle stelle e quella stimolazione mi fece perdere ogni inibizione. Mi staccai dalla verga di Gennaro e incitai Ciro: "Sì bravo! Continua così! Preparami bene il culo che voglio essere scopato dai vostri cazzoni!".
"Uhhhh, sentila come si sta scaldando! Mi sa che hai proprio ragione amico! È una troia questa!", esclamò Ciro.
Gennaro si mise a ridere e mi spinse fino in gola il suo cazzo, soffocandomi. Non appena mi liberai della sua presenza, risposi a tono a Ciro: "Tu fai quello che devi fare! Con una troia ci vuole uno stallone. Dimostrami di meritarmi invece di parlare!".
Punto sull'orgoglio prese a lavorarmi il culo con vera passione, infine ci sputò un paio di volte e infilò direttamente un paio di dita, che presi senza alcuna difficoltà. Ripresi a mugolare e a incitarlo. "Vai così! Bravo! Guarda che però voglio ben altro che due dita eh…", lo provocai.
Mi sorrise con un'espressione da porco e infilò subito un terzo dito. Sospirai. "Ma come sei impaziente! Non ti preoccupare che ti faremo godere come una vera vacca!", mi rassicurò Ciro. Il quale dopo qualche minuto estrasse le dita. Pensavo mi avrebbe infilato finalmente il cazzo, ma voleva solamente farmi cambiare posizione: supino, col culo e le gambe all'aria. E rimise dentro sempre le tre dita. Ormai ero caldissimo, volevo essere scopato, volevo sentirmi posseduto. Ero fuori di me.
"Ti prego, basta! Dammi il cazzo, non resisto più!", lo supplicai. Mi rivolse uno sguardo diabolico e molto lentamente tirò fuori le dita, fradicie dei miei umori. Cominciai a contrarre velocemente il buco del culo.
"Andiamo in camera", sentenziò Ciro. Si avviò molto lentamente, con me e Gennaro dietro. Io scalpitavo. Non appena aprì la porta della camera mi tuffai prono sul letto e aprii le mie chiappe, mettendo in mostra il mio buco voglioso. "Non così", disse Ciro fermamente. "A pancia in su. Voglio vedere la tua faccia da troia mentre ti infilo il cazzone nel culo!". Come una scheggia mi misi come mi aveva detto e sporsi la testa fuori dal bordo del letto, facendo segno a Gennaro di imboccarmi con la sua mazza.
Era un supplizio. Ciro con una lentezza esasperante aveva tirato fuori da un cassetto del comodino una confezione di preservativi e con altrettanta lentezza ne stava srotolando uno sulla sua asta. Io mugolavo ad alto volume e mi stuzzicavo il buchetto. Salì sul letto, aprì per bene le mie gambe, diede un ultimo sputo alla mia rosellina e appoggiò la cappella. "Ficcaglielo in gola!", ordinò al suo amico. Fu un attimo: mi ritrovai con la mazza di Gennaro interamente nella mia cavità orale, mentre lui mi infilò con un solo colpo tutto il suo cazzone nel culo. Un urlo straziante uscì dalla mia gola. Mi sentivo spaccare. "Volevi facessi lo stallone?", mi chiese sarcasticamente l'amico di Gennaro. "E adesso ti faccio vedere io!".
Portò le mie gambe al suo collo, si sollevò e cominciò ad affondare completamente e violentemente dentro di me. Ancora col cazzo di Gennaro piantato in gola, l'unica cosa che riuscii a fare fu strabuzzare gli occhi e mugolare ad alta voce. Ero scopato in entrambi i buchi senza pietà e a un certo punto non riuscii più a respirare, quindi con le mani spinsi il bacino di Gennaro in modo da fargli capire di uscire e lasciarmi prendere aria. Così fece e almeno un po' riuscii a riprendermi. Ciro però, dal canto suo, non accennava a rallentare, mi martellava continuamente e mi insultava. "Prendi 'sto cazzone tutto in culo, troia!"
Io a bocca libera potevo urlare il mio godimento. "Oh sììììììì, cazzo quanto godo!!! Continua a trapanarmi!", lo incitai, ormai senza alcuna vergogna.
Fu questione di una trentina di secondi: Ciro aveva se possibile ancora aumentato il ritmo dei suoi colpi dentro di me. Io cominciai a sentire un calore pervadermi e l'aria mancare. Senza volere presi a lanciare urla strazianti e tesi tutti i nervi del mio corpo. Poi sentii Ciro esclamare: "Oh porca merda!!! Non è possibile! Gennà guarda 'sto buco del culo! È larghissimo, è talmente aperto che ormai non cinge neanche più il mio cazzo!!!". Effettivamente, inconsciamente, avevo cominciato a spingere come se dovessi andare in bagno e in questo modo il mio sfintere si era spalancato. Era un movimento assolutamente fuori dal mio controllo… Avevo il culo aperto e il cazzo che improvvisamente spruzzò uno schizzo di sborra, mentre io lanciavo un urlo come se mi stessero squartando. Poi ad un tratto mi accasciai, completamente stremato e senza forze. E Ciro uscì dal mio culo che aveva cominciato a contrarsi incessantemente. "Porca puttana!", esclamò Ciro. "Ma che cazzo è stato?", chiese incredulo. "Credo proprio sia stato un orgasmo anale", disse Gennaro. "Vero, Luca?", mi chiese per conferma.
"Penso proprio di sì", sussurrai io, con lo sguardo allucinato.
"Bene, è stremato!", esclamò Gennaro. "Direi che è arrivato il momento di dargli il colpo di grazia", sentenziò poi.
Sentendo quelle parole mi allarmai, non sapendo cosa avessero in mente i due amici. Gennaro fece mettere supino Ciro, il quale sollevò il cazzo perpendicolare al suo corpo. Era un'asta favolosa, davvero invitante. Senza che Gennaro mi dicesse nulla, capii quello che dovevo fare. Mi misi a cavalcioni su Ciro e abbassai il bacino. Afferrai il cazzo durissimo e lo indirizzai verso il mio culo. Non appena la cappella oltrepassò il mio sfintere, preso da un irrefrenabile attacco di libidine, spinsi violentemente il mio bacino in basso, conficcandomi quel pezzo di carne completamente nelle mie viscere. Lanciai un urlo di piacere e cominciai a cavalcare Ciro, lentamente, con calma, in modo da riprendermi un attimo e godermi appieno ogni singolo affondo. Dopo un paio di minuti Ciro mi bloccò e cominciò a muoversi. Piano piano aumentava sempre più la velocità e l'intensità delle spinte; di pari passo aumentava il volume dei miei gemiti. Questo lo incoraggiò a scoparmi violentemente come aveva fatto in precedenza: a ogni colpo ricevevo una scarica di piacere. Urlavo e il mio cazzo era tornato durissimo. Con gli occhi socchiusi intravvidi Gennaro mettersi di fianco a Ciro e menarsi il cazzo molto lentamente, con un sorriso beffardo sul viso. "Dai, martellalo più forte che puoi, fallo morire!", lo incitò. Ciro obbedì e nel giro di una ventina di secondi mi ritrovai a sentire una nuova vampata di calore e a non avere più il controllo del mio corpo. Spinsi ancora in modo da spalancare il mio culo, strabuzzai gli occhi e buttai la testa all'indietro, travolto da un secondo orgasmo anale. Sentii Ciro esclamare: "Cazzo, sta spruzzando ancora! Mai vista una cosa del genere!!!". Rimasi in apnea un quindicina di secondi, poi tutto sembrò acquietarsi. La rosellina si richiuse, i miei muscoli si rilassarono e io mi accasciai, ancora più stremato, sul petto di Ciro, col suo cazzo ancora piantato dentro di me, cercando di regolarizzare il mio respiro.
"Oddio basta, non ce la faccio più", biascicai. Feci per alzarmi ma sentii una mano sulla schiena che me lo impediva. Un attimo dopo sentii qualcosa che forzava l'apertura del mio culo e mi fu tutto chiaro. Voleva entrare anche Gennaro. "Noooo, ti prego, non ce la facciooooooooooo!", non feci in tempo a finire la frase che Gennaro col suo grosso membro era dentro di me. Cominciai a tirare pugni sul materasso, mentre grugnivo con la bocca appoggiata ai pettorali di Ciro, che nel frattempo mi teneva ben aperte le chiappe, in modo da facilitare la doppia penetrazione. Rimasi inerme, completamente passivo, a subire quelle spinte violente, che mi provocavano un godimento indescrivibile. Riuscivo solo a gemere e a lamentarmi. Sentivo quei bastoni che mi scavavano l'intestino senza pietà, incessantemente. La mia prostata era continuamente sollecitata e sentivo che continuavo a perdere liquido dal mio cazzo. Se ne accorse anche Ciro: "Cazzo ma questo continua a perdere liquido! Ho l'addome che è un lago, sta scendendo anche di lato sul materasso!".
Io alzai il mio viso dal suo petto, lo guardai stralunato e gli sorrisi.
"Io non ce la faccio più!", esclamò Ciro, che ormai mi scopava da un'oretta buona. "Devo sborrare!".
"Anch'io ci sono quasi!", si aggiunse Gennaro. Uscirono entrambi fulminei dal mio culo, lasciandomi un vuoto incolmabile. "Girati!", ordinò perentorio Gennaro.
Si misero entrambi ai miei lati e presero a smanettarsi le mazze sempre più velocemente e ansimando. "Ci sono, sborrooooooo!", urlò Ciro. Numerosi schizzi lattiginosi bagnarono il mio viso. Io chiusi gli occhi, così come la bocca e mugolai più forte, come a sottolineare quanto questo trattamento mi piacesse. "Cazzo, vengo anch'io!", proseguì Gennaro. "Ahhhhhhhh!". E altri getti caldi raggiunsero il mio viso e il mio collo, fino a finire sul copriletto. Finiti i carichi di sborra, sentii i cazzi ormai quasi flaccidi schiaffeggiarmi il viso, poi un fazzolettino mi pulì il viso all'altezza degli occhi, in modo che potessi aprirli. Le mazze flosce dei due ragazzi ricomparvero alla mia vista, quindi mi ci avventai per dare un'ultima ciucciata "di ringraziamento", provocando le risate degli stalloni.
"Ora tocca a te!", sentenziò Gennaro.
Mi sollevò in modo che il mio busto fosse in verticale e le mie gambe sopra la mia testa. In questo modo il buco del culo era in aria e bello aperto. Affondò quindi due dita e cominciò a rotearle, provocandomi immediatamente ondate di piacere. Ciro, davanti a me, evidentemente galvanizzato dalla mia reazione, decise di aggiungere il carico da novanta, affondando altre sue due dita e imitando l'amico nei movimenti. Ripresi a urlare. "Dai, segati intanto, così sborri!", mi invitò Gennaro. Feci come mi veniva detto e dopo neanche un minuto sentii montare l'orgasmo. Presi a contrarre il mio sfintere, stritolando le dita dei due uomini e scaricai la mia sborrata direttamente nella mia bocca, che avevo tenuto aperta. Una volta esauriti gli spasmi dell'orgasmo, Gennaro e Ciro estrassero le dita dal mio culo martoriato e mi fecero stendere sul materasso. Rimasi lì immobile, esausto.
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