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Lui & Lei

Massaggi cap 2


di ElisaAle
03.03.2019    |    3.226    |    17 9.8
"La posizione non era un granché comoda ma non riuscivo a smettere..."
Era passata una settimana, nessuno dei due aveva ne scritto ne telefonato all’altro; io realmente non sapevo bene come affrontare la situazione, non sapevo se non vederlo più, o far finta che non fosse successo nulla.
Alla fine optai per la seconda così lo chiamai per prendere un altro appuntamento; il giorno dopo alle 19.30 arrivai a casa sua, mi accolse e mi fece accomodare nell’area massaggi;
Mi sfilai il vestito e le scarpe e mi coricai sul lettino; tutto procedeva nella normalità, il massaggio era stupendo e rilassante, nonostante la leggera tensione che si respirava nell’aria.
Non ho mai amato quelle situazioni poco chiare e irrisolte così ad un certo punto affrontai l’argomento; gli dissi che quello che era accaduto non significava nulla, che vivevo una vita di coppia bellissima e soddisfacente alla quale non volevo rinunciare, quindi se massaggiarmi gli avrebbe creato problemi lo avrei capito e senza rancore avrei cercato un altro massaggiatore. Lui rispose che non aveva nessun problema, che anche lui era fidanzato anche se distante, che potevamo benissimo continuare ad avere rapporti di lavoro; parlammo un po’ di questo mentre le sue mani correvano decise sulla mia schiena giù fino al piccolo asciugamano che nascondeva pudicamente le mie natiche. Alla fine tutto sembrava chiarito ed il massaggio stava rilassando il mio corpo in modo perfetto.
Le sue mani, forti e decise, scorrevano perfette sul mio corpo nudo ora girato pancia in su; i miei capezzoli reagivano a loro passaggio e lui se ne era accorto; aprii gli occhi e proprio vicino a me, il suo membro spingeva nuovamente in quei pantaloncini bianchi. Subito pensai all’altra volta, era stato strano, a momenti pure doloroso, ma tremendamente eccitante. Non sapevo che fare, la coscienza mi diceva di non complicare le cose, di non mettermi in una situazione rischiosa, ma il corpo e l’istinto diceva altro. Il tempo passava e fremevo sotto quei tocchi; non resistevo più così decisi:al diavolo la coscienza; con una mano lentamente tolsi il piccolo asciugamano che copriva il mio intimo ed allargai leggermente le gambe. Lui subito fece per raccoglierlo ma io fermai dicendo di lasciarlo li. Non feci nulla, aspettando che lui scendesse con quelle mani magiche verso l’area “proibita”.
Sicuramente aveva capito le mie intenzioni, ma non voleva sbilanciarsi, nessuno dei due voleva fare il primo passo. Il tempo passava, ormai ero bagnata umori che peròeran mascherati dall’olio di cui ero cosparsa; ero decisa ad avere quell’uomo, un’ altra volta, ormai l’istinto e il desiderio avevano avuto la meglio.
Ora era di fianco a me, mi stava massaggiando le cosce, le sue mani sfioravano continuamente il mio sesso senza però toccarlo; non resistetti, appoggiai la mano sui suoi pantaloni e cominciai a carezzare quell’erezione; era turgido, duro come il marmo; le sue mani si fermarono di colpo ma io, senza distogliere le carezze da quel membro, lo invitai a continuare. Riprese a massaggiare l’interno coscia ma ora in tutt’altro modo; sfiorava le mie labbra carezzandole all’esterno e pressandole una contro l’altra; Ad occhi chiusi godevo di quella stimolazione, sentivo il cuore aumentare i battiti nel petto, e dei brividi partire da lì e correre veloci per tutto il corpo.
Gli abbassai i pantaloncini e gli tirai fuori il pene, lo presi in mano e cominciai a carezzarlo con più decisione; sembrava ancor più grosso dell’ altra volta, la mia mano non riusciva ad avvolgerlo totalmente; era veramente enorme.
Non resistetti e mi avvicinai con la bocca cominciando a succhiarlo; riuscivo a contenerne solo una parte ma era comunque bellissimo. Immediatamente il massaggio si trasformò in una vera e propria masturbazione; sentivo le sue dita scorrermi tra le labbra lisce e unte di olio al cocco misto ad umori che ormai uscivano copiosi. Era veramente bravo, scorreva dal clitoride fino a scivolare dentro la vagina con due dita mentre io mi occupavo del suo pene con la bocca aiutandomi con una mano.
La posizione non era un granché comoda ma non riuscivo a smettere.
Ad un certo punto si mise ai piedi del lettino, mi prese per le gambe e mi tirò a lui; divaricatemele puntò il suo enorme membro e lentamente cominciò ad infilarsi. Sotto quell’affondo inarcai la schiena e non riuscì a contenere un gemito che risuonò deciso nel porticato. Cominciò a penetrarmi con sempre più decisione; mi piaceva, tanto, ma come la volta precedente non mancavano delle scariche di dolore al giungere in fondo.
Provai a cambiar posizione, finimmo sul divanetto, gli salii a cavalcioni in modo da controllare gli affondi ma in breve mi trovai di nuovo sotto e con lui a gestire i movimenti.
Era vigoroso a tal punto che non riuscii più a sopportare il dolore; lo fermai, lo feci uscire, mi girai pancia in giù e portandomi della saliva tra i glutei già unti di olio, gli dissi “qui, ora proviamo qui”.
Con le mani mi tenevo i glutei leggermente aperti in modo da agevolarne la penetrazione; dopo un attimo di esitazione sentii quel glande poggiarsi sul mio buchino e lentamente forzarne l’entrata. Cercai di essere il più rilassata possibile ma quel lento affondo si faceva notare; sentivo la pelle stirarsi, lo sfintere allargarsi accompagnato da un leggero fastidio che però scomparve di li a breve. Una volta passato tutto il glande ci fu qualche istante di attesa prima di riprende l’affondo. Molto lento sembrava non finire mai; lo sentivo scivolare nelle mie viscere senza fermarsi. Mi sentivo “piena”come poche volte mi era successo. Lasciai i glutei e lui si coricò su di me senza però pesarmi; subito cominciò a muoversi prima lentamente poi con più vigore. Lo sentivo dentro di me, tanto in profondità da provocare sensazioni strane, mai sentite, ma allo stesso tempo piacevoli. Il fastidio era scomparso totalmente e lui lo aveva capito; i suoi affondi ora eran decisi e vigorosi; sentivo quel pene infilarsi per tutta la sua lunghezza nel mio corpo regalandomi sensazioni stupende…
Mi fece girare pancia in su, mi sollevò le gambe divaricandole e si rinfilò nel mio ano; mi stantuffava quasi violentemente e la cosa mi piaceva; cominciarono come dei brividi, delle scosse, sentivo il mio corpo vibrare; non riuscivo a trattenere dei gemiti che sembrava lo incitassero ad essere ancor più vigoroso. Ad un certo punto senti i muscoli tendersi, strinsi con le mani il tessuto del divano e di colpo venni travolta da un orgasmo, forte e intenso. Non riuscii a trattenermi, i gemiti divennero più forti accompagnando quegli attimi meravigliosi che sembrarono interminabili.
Non si fermò nemmeno per un istante continuando ad affondare quel pene smisurato dentro di me; mi teneva per le cosce finché ad un certo punto mi sentii invadere dal suo caldo piacere.
Restammo immobili, li sul divano senza proferire parola alcuni minuti.
Il silenzio regnava sovrano, anche la musica si era fermata; solo un leggero suonare di foglie carezzate dal vento, la luce ormai quasi notturna, tutto sembrava surreale. Il suono di un messaggio mi portò alla realtà, era Sara che mi aspettava per la cena; era tardissimo, mi infilai sotto la doccia per lavarmi dall’olio di cocco, mi asciugai e frettolosamente mi infilai il vestito e le scarpe.
Feci per pagarlo ma non volle i soldi, così , senza farmi notare,li appoggiai sotto un vaso all’ingresso, lo salutai e di corsa mi avviai alla macchina.
Raggiunsi le amiche a cena e la serata proseguì normalmente, anche se la sotto qualcosa mi ricordava quello che era appena successo.
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