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Lui & Lei

Non credere ai maschietti


di WriterVM18
02.11.2018    |    4.863    |    0 5.2
"Ivano la accompagnò verso il letto, lei si distesa cercando il cuscino..."
L'illuminazione delle 18 veniva di poco rafforzata dalla luce emessa dalla TV, eravamo quasi al buio. Tra una partita ed un altra ai videogame il mio amico Ivano se ne vien fuori con:
"Ho sverginato Lucilla".
Quasi maggiorenne, capelli lunghi ondulati, il playboy aveva fatto centro per la terza volta.
Sverginare tre ragazze, ovvio che lo consideravo un esempio. "Maestro" da cui cercavo di imparare quanto più, tramite i suoi racconti.
Posai il joystick, lo fissai e lui capì che volevo mi raccontasse tutti i dettagli.
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C'era freddo quel giorno di Novembre, la pioggia a Catania è sinonimo di traffico stradale.
Lucilla all'impiedi sull'ultimo gradino del Turrisi Colonna fissava l'albero in cui solitamente Ivano si faceva trovare ad aspettarla. Ma quel giorno lui non c'era.
Così lei digitò velocemente il numero della mamma per farsi venire a prendere ma quando lei rispose, con la coda dei suoi occhi verdi la ragazza vide Ivano tutto bagnato sopra il motorino che si avvicinava alla scuola divincolandosi tra le autovetture immobili.
Fu un bacio freddo, nel senso che le loro labbra erano quasi congelate per via delle basse temperature; Lucilla poggiò il peso sulla scarpa rosa destra sopra il pedalino e salì in sella.
Da dietro lei stringeva forte i suoi fianchi, la pioggia incessante inzuppava i suoi capelli biondi.
Giusto due tre vicoli e Ivano posteggiò il motorino.
"Seguimi" le disse mentre apriva un cancello.
La biondina si fidava ciecamente del suo fidanzatino e solo una volta entrati dentro una casa in cui non era mai stata chiese: "dove siamo amò?".
Mentre si toglieva i vestiti bagnati Ivano le rispose "da mio padre, fortuna che questa settimana è fuori per lavoro".
Ritornò da lei con addosso solo i boxer e la sua solita catenella argentata, in mano l'asciugacapelli. Lei l'aveva già visto così altre volte ma ancora le faceva un certo effetto.
Arrossì guardandogli la delineata conformazione degli addominali "ah, ottimo così ci asciughiamo".
Ivano le tocco il maglioncino "non puoi tenerlo addosso, è bagnato; che racconti ai tuoi se ti prende la febbre?".
"Certo..." rispose sarcastica mentre sfilava il maglioncino fissandolo "lo dici per me? non per te, vero?".
Dal pacchetto di Marlboro il ragazzo in boxer estrasse sigaretta e accendino.
"Se l'accendi mi faccio venire a prendere..." minacciò Lucilla che fece il gesto di riprendere il maglioncino.
Ivano accettò il ricatto, posando tutto e andò in un altra stanza.
Lei lo seguì con gli occhi, fissando il movimento dei boxer che nascondevano quel culo sodo.
Rimase altri due minuti lì per asciugarsi bene i capelli e poi vagò furtiva in casa.
Tutte le luci erano spente, preoccupata chiamò il nome del suo ragazzo "Ivano...dove sei?".
Vide una luce rossa accendersi alla sua destra, si avvicinò con le punte dei piedi.
I calzini, così come le scarpe, erano bagnati e ad ogni passo un brivido di freddo le scorreva lungo la schiena.
Arrivò alla porta e le scappò una risata sonora: "Hai le lampadine rosse?".
"Sì così abbiamo la stanza a luci rosse" rincarò ironicamente Ivano mentre la avvolgeva con il suo corpo abbracciandola.
La sensazione di toccare la pelle di Lucilla, morbida liscia e dal buon odore, era sempre eccitante. Lei così piccola rispetto a lui, che la sua testa negli abbracci poggiava sul petto del fidanzato.
Avvicinando il suo viso verso le labbra di Ivano, cercò il bacio.
Fu un bacio pieno di passione, le due lingue si inseguirono e strusciarono. Ogni tanto prendevano fiato dandosi dei piccoli bacini a labbra chiuse ma era solo una pausa.
Ivano la accompagnò verso il letto, lei si distesa cercando il cuscino.
Ora la situazione si stava surriscaldando.
Lui dalla grande esperienza sapeva dove voleva arrivare e ci avrebbe messo tutti i mezzi leciti per farlo; Lucilla, ancora vergine, era da un lato emozionata e titubante dall'altro sentiva che anche le sue intimità reclamavano di più.
Le mani del ragazzo si soffermarono sui seni della fidanzata che ancora indossava una magliettina sottile.
"E' perfetto questo seno, amore" la rassicurava lui mentre palpava, roteava e pressava in quella zona.
Lei tolse il reggiseno con dei veloci movimenti "toccami, non la maglietta".
Gli succhiò il collo "entra le mani dentro, ci penso io a togliere la maglietta".
Così vogliosa, entrò con prepotenza e passione e con i palmi afferrò le soffici mammelle.
Di reggiseno portava una coppa B, nonostante non fosse generosa c'era ugualmente tanto da amare. Quando l'ultimo bottone fu via, le labbra di Ivano si chiusero attorno ad un suo capezzolo, succhiò guardando l'amata negli occhi.
Le piaceva, questo lo rassicurò.
"Ti amo" le sfuggì delicatamente dalla bocca mentre era in estasi.
Lui prese quelle parole come incoraggiamento a fare del suo meglio, così dedicandosi all'altro capezzolo lo avvolse cercando di prendere quanto più seno possibile tra le sue labbra.
L'aveva cotta a puntino, le si leggeva dai suoi occhi.
Così Lucilla l'abbraccio e massaggiò percorrendo con le mani l'addome, infiltrandosi con le dita sulle linee degli addominali. Poi gli salì di sopra, stavolta era lei a "dominarlo".


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