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Le regole della casa della Mistress – massimo controllo.


di WriterVM18
13.12.2019    |    543    |    0 6.0
"Nel giro di un’ora ci eravamo presentati..."
“Ahi ahi”,
soffro tantissimo
“aaaah”,
riesco a vedere solo la chioma di capelli ricci della Mistress ma sono sicuro che sta facendo qualcosa di brutto al mio pisello.

La Mistress Susanna è una milf che ho conosciuto online, un utente ne parlava con amore e come se fosse stato un dono che si fosse palesato nella sua vita. La contattai. Nel giro di un’ora ci eravamo presentati. Nel giro di tre, invece, mi ero ritrovato sul suo pavimento ad implorarla di accettarmi come schiavo. Ricordo che ieri lo avevo desiderato fortemente.

Finalmente riuscì a rivedere il mio corpo, la Mistress si era allontanata. La pelle del membro era tesa e alla fine una molletta le impediva di tornare indietro in stato rilassato.
“Schiavo, ieri sei fuggito”,
parlava piano come se stesse parlando a sé stessa,
“sì hai osato interrompere la punizione violando il contratto e ora”
fece una piccola pausa, e si grattò la schiena
“il contratto è unilateralmente rinnovato di una settimana”. Chiuse guardandomi in viso.
I suoi occhi verdi imprigionarono i miei.

Contratto con la Mistress Susanna, regola 4 violare le regole rinnova l’accordo di una settimana.

I miei occhi si ghiacciarono, il terrore si impadronì di me.
Se non ero riuscito a stare un solo giorno ai suoi ordini cosa sarebbe successo nei prossimi 13?
La molletta continua a pressarmi, un dolore continuo.
Chiudo gli occhi per riconquistare la serenità, ma dura poco questa illusione.
Una mano delicatissima mi sfiora l’addome, sento un piccolo solletico mentre la Mistress fa scivolare quella mano lungo di me.
“Vuoi sapere cosa faremo oggi?”,
mi chiede euforica.
E’ incantevole e maliziosa. Ma è indiscutibilmente pazza, devo rispondere!
Ho il tic di toccarmi la barba mentre parlo,
“Se lei me lo vuole dire. Sì. Grazie Mistress”,
in realtà ho paura di quello a cui sarò destinato ma era la risposta che dovevo darle.
La Mistress Susanna si porta di fronte a me e fa scivolare giù la gonna che aveva in vita.
E’ in mutandine, bianche e a merletti.
Mi arriva una ventata di passione che passa il messaggio al mio cazzo.
Il cazzo si drizza e la molletta mi fa malissimo ora.
La Mistress Susanna ride di gusto mentre si toglie la magliettina rosa.
E’ in reggiseno, un indumento piuttosto stretto che soffoca quei due enormi seni sodi che sembrano traboccare fuori.
Ancora una volta la scossa arriva all’uccello e la molletta stringe la presa.
“Ahi”,
grido per il dolore.
“Oggi, mio schiavo, ti sarà chiaro il concetto di autocontrollo”.
Auto che? Cosa intende? Cosa dovrei riuscire a controllare da solo? Un idea mi viene in mente.
Lei lentamente sfila mutandine e reggiseno, è caldissima, due capezzoli a punta si ergono dalle morbide mammelle. Abbasso lo sguardo e vedo il portale per il paradiso.
Il portale divino non ha nemmeno un pelo, liscissima, come se non fossero mai nati.
La depilazione ne esalta le forme. E’ armoniosa, le due labbra sono morbide e belle. La Mistress perché mi sta facendo questo? Soffro sempre di più per via della molletta, ma ora il mio cazzo è duro come una spada.
Dritto e scappellatissimo, suda umori.
Poi vedo la Mistress premere alcuni tasti su un telecomandino. D’improvviso una folata calda mi arriva sulla schiena.
Il condizionatore. Guardo la temperatura. 27 gradi. Ma è pazza?
La Mistress rimuove la molletta e mi prende il pisello bagnato tra le mani.
“Non devi venire, è un ordine!”
Ecco, avevo ragione. La mia intuizione era esatta, l’autocontrollo era riferito all’orgasmo.
Nelle prossime ore il mio uccello sarà messo alla prova e io devo provare ad impedire alla natura di fare il suo corso. Bloccare lo sperma dentro di me.
Quanto liquido seminale riuscirò a produrre e come farò a trattenerlo?
La Mistress mi tocca lungo il prepuzio in modo da catturare la mia attenzione,
“e ora guardami tutto il tempo”,
dice mentre lentamente apre un po' le labbra della bocca.
Osservo eccitatissimo la mia coppola enorme toccare il suo labbro inferiore, ora anche il superiore.
Sento la sua lingua.
Potrei venire anche adesso. E’ troppo eccitante.
Penso ad altro, provo a concentrarmi su morti, violenze, i miei genitori, i miei fratelli.
Ma sono costretto a guardarla ed il compito è arduo.
Sono riuscito a scindere il piacere/sensazione mentale dal piacere/sensazione del pisello che le scorre in bocca.
Ora sono più sotto il mio controllo.
Ma la Mistress Susanna ha i suoi metodi per riportare la mia testa al mio pisello.
Con una sensibilità particolare fa scorrere lingua e labbra dall’attaccatura alla coppola, sulla quale si sofferma ruotando la lingua con dei massaggi particolari.
Sono quasi sicuro che non riuscirò a trattenermi se continua così a lungo.
Ma lei senza preavviso molla la presa, la sua bocca non è più poggiata sul mio pene. Un rivolo di liquido lega le due parti.
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