Lui & Lei
Simona e Io

27.05.2025 |
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"Sei laureata in economia, puoi ricominciare a lavorare e guadagnarti da vivere, non sei stupida, e magari lavorando potrai anche renderti conto che forse le..."
Dopo l'ennesima cilecca, mia moglie Simona ormai esasperata, disse che non ce la faceva più, e che se non si trovava una soluzione lei si sarebbe trovata qualcuno che la soddisfacesse. Francamente la capivo, erano ormai due anni che le mie prestazioni diventavano sempre più scarse, mentre lei pareva diventare sempre più calda; e lo vedevo come sculettava in presenza di un maschio, specialmente con i ragazzi che nostro figlio ogni tanto portava a casa; in quelle occasioni lei diventava una cagnetta che scodinzolava festosa per un pezzo di salsiccia.
Ormai ero anche l'idea che si fosse lasciata andare, e che un cazzo diverso dal mio lo avesse già assaggiato; tuttavia, non me la sentivo di biasimarla, lei aveva bisogni di sentirsi femmina, e io non ero più capace di darle questa emozione.
Avevo anche provato a soddisfarla con l'aiuto di qualche dildo, ma lei sentiva il bisogno di un cazzo vivo, forte, giovane, virile; Ormai i miei venti centimetri rimanevano penzolanti in un triste; "sei e mezza", come malinconicamente definivo il mio pendolo tra le gambe.
Lei è una bella donna matura, ma sempre affascinante, con forme giunoniche ondulate e regolari, con poca pancetta, due seni tesi e gonfi che sfidano la forza di gravità; al contrario del mio cazzo, che ormai ne era schiavo.
Amava fare palestra. e curarsi con creme idratanti, fitness e yoga per tenersi in forma, e naturalmente lunghe sedute dall'estetista e dal parrucchiere, per rimanere sempre apparentemente giovane e decisamente bella.
Alta più di uno e settanta, con un peso sotto controllo che mai superava i settanta chili, era davvero una bomba sexy, e quando indossava i suo abiti attillati che le fasciavano il corpo come una calzamaglia, valorizzando le sue giunoniche forme, attirava gli sguardi dei maschi come il miele le mosche.
Insomma, se lo avesse voluto, le bastava solo fare un fischio, e i maschi pronti a farla felice si sarebbero gettati a frotte su di lei. Questo mi aveva sempre inorgoglito, poiché lei era la mia donna, e solo io potevo aprirle le gambe, mentre gli altri le potevano solo sbavare dietro, ma ora era diverso, ora lei forse perché anche lei sentiva il peso dell’età che avanza, temeva di inaridirsi e diventare anche lei un pezzo di legno ormai senza più emozioni e voglia di vivere.
Già un paio di volte, quando abbiamo partecipato a delle feste tra amici, Simona per qualche tempo spariva dalla mia vista, quando come sempre venivo sequestrato dalle varie signore e loro mariti per conversazioni a volte impegnative, ma molto più spesso futili, che però mi distraevano e perdevo di vista mia moglie, che sicuramente ne approfittava per appartarsi in qualche angolo buio con qualche ospite che la intrigasse e risolvere il suo bisogno con una sveltina, che sicuramente la lasciava più affamata di prima. Ovviamente lei non faceva niente di sconveniente, ma io nella mia disperazione lo immaginavo o forse lo speravo, ma senza nemmeno essere capace di dirlo a me stesso.
Infine, una sera di ritorno da una queste feste, dopo un'accesa discussione, lei mi disse apertamente che aveva bisogno di un cazzo vero, che io l'avrei dovuta sostenere e proteggere e magari anche procurarglielo, così almeno non sarebbe stato un tradimento, ma un accordo tra di noi dove io mi facevo sostituire da qualcuno capace di scoparla e farla godere. Lei non mi avrebbe mai tradito, ma io dovevo prendere atto che non potevo lasciarla inaridire, il mio tempo lo avevo fatto, ed eravamo stati felici e lei era soddisfatta, ed era fiera di essere la mia donna; lo era ancora, mi amava sempre e forse anche di più, ma sentiva forte il bisogno di sentirsi ancora penetrata da un cazzo cela la facesse ancora sentire donna, sentire amata.
Inutile dire quanto solo sentire queste frasi mi umiliasse in maniera feroce, ma sapevo che lei mi voleva bene, e che non voleva farmi del male o tradirmi, voleva la mia complicità per ritrovare il piacere che con me non aveva più.
Come darle torto? Lei aveva quarantatré anni, ed era ancora sessualmente attiva e ancora fertile, e la sua natura calda e disinibita facevano il resto.
Io cinquantasei anni, con i polmoni ormai bruciati dal fumo, la pressione sempre oltre i duecento e la virilità ormai distrutta, dovevo passare più tempo a curarmi che ha divertirmi, o far divertire lei.
Nostro figlio di quindici anni, viveva la sua vita facendo agio sulle mie ricchezze, e passava più tempo con i suoi amici che con noi, e quando qualche volta era in casa con qualche suo amico, Simona girava intorno a loro come un moscone facendo la civetta e provocando quei ragazzi che sbavavano per lei, costringendo mio figlio a evitare di portarseli in casa, per non sentire poi i commenti a volte sguaiati dei suoi amici circa sua madre, arrivando a volte anche a litigarci.
Simona era consapevole che così facendo rischiava il degrado e umiliare sia lei stessa che me, ma quando vedeva un bel ragazzo che la intrigasse perdeva il controllo, e si comportava come una puttana.
Quello che non avevo però immaginato, era che anche suo figlio era diventato una preda, me ne accorsi di come guardava la patta gonfia mentre lui in tuta era sdraiato sul sofà a riposare dopo una corsa, e il suo pacco molto voluminoso risaltava sotto l'aderente tuta sportiva.
In effetti essendo mio figlio non poteva che essere un superdotato, poiché nei miei tempi felici ero una potenza di virilità, e oltre Simona altre donne e anche qualche maschietto hanno avuto modo di gradire i miei servigi; Quindi, Laerte, mio figlio aveva ereditato la mia potenza e la grazia della madre, e ora lei lo guardava con malcelato interesse, forse vogliosa di assaggiare il frutto del suo albero.
Oltre ciò, anche il figlio sedicenne dei nostri vicini pareva interessarle molto, specialmente quando il ragazzo per guadagnarsi la paghetta falciava il prato di casa sua, confinante con la nostra.
Laerte non aveva mai voluto sporcarsi e mani con la falciatrice, e in genere usufruivo di una ditta specializzata che una volta al mese veniva a sistemare il giardino, ma l'erba cresceva più in fretta di quanto loro riuscissero a tagliarla, e Simona mi chiese se potessimo chiedere al ragazzo dei vicini di falciare anche il nostro prato, a affinché fosse sempre in ordine.
Non mi parve una cattiva idea, e parlai con Tano, il ragazzo in questione se poteva occuparsi anche del nostro prato, il ragazzo pareva non crederci di poter guadagnare altri venti euro a settimana, e rimpinguare la sua paghetta.
Accettò felice di aiutarci, e Simona cominciò la sua opera di seduzione molto discretamente per non farmi insospettire e mandare via il ragazzo.
Dopo il discorso della sera in cui lei esasperata si sfogò contro la mia impotenza, io molto umiliato le dissi che la sua mania stava diventando ninfomania, e che si stava lanciando verso un precipizio. Avrebbe dovuto saperlo che saremmo invecchiati prima o poi, io prima di lei essendo tredici anni più anziano, e non poteva pretendere che le facessi da Cuckold, mentre lei si faceva sbattere da altri maschi, la capivo benissimo e ne ero anche molto rammaricato, ma non potevo accettare un simile ricatto, era ingiusto oltre a essere umiliante.
Le dissi:
--Se veramente senti così impellente il bisogno di scopare, allora devi andartene e vivere la tua vita come vuoi, ma senza di me.
Il massimo che io possa fare, e di garantirti una vita tranquilla ma senza i lussi di cui godi adesso e senza eccessi.
Sei laureata in economia, puoi ricominciare a lavorare e guadagnarti da vivere, non sei stupida, e magari lavorando potrai anche renderti conto che forse le tue manie sono il frutto della noia che ti affligge, e tu le scambi per voglia di cazzo.
Se davvero non puoi fare a meno di un cazzo, allora devi andartene e cercartelo fuori da casa mia.-
Lo dissi con la morte nel cuore, io amavo e amo Simona, ma non potevo tenerla legata a me se lei mi voleva mettere le corna, ne andava della mia dignità di uomo, e francamente non potendo contare su di lei come moglie fedele e devota, non avrei saputo che farmene.
Simona restò in silenzio a elaborare i pro e i contro di una separazione, non la stavo buttando in mezzo a una strada, non la stavo mandando a prostituire, ma le stavo dando una via d'uscita per soddisfare le sue voglie, senza per questo essere additato come cornuto
Già da quella sera decisi che dormire insieme era ormai diventato penoso, e sopportare il suo sguardo pietoso, era diventato insopportabile, ma oltre ciò non feci altro.
Aspettai che fosse lei a fare la prossima mossa, e la fece… Nella maniera più squallida;
Era successo che nel vicinato c'erano stati dei furti, e io per sicurezza avevo fatto installare un video sistema di sorveglianza, per poter intervenir in tempo reale nel caso ci fosse stata un'infrazione, anche se non ero in casa, con una app installata sul mio cellulare potevo controllare, e all'occorrenza far intervenire la vigilanza per proteggere la mia proprietà, e per maggior sicurezza, oltre alla casa, feci sorvegliare anche il capanno degli attrezzi dove tenevo anche la falciatrice e la benzina.
È fu proprio là dentro che Simona circuì il ragazzo dei vicini mentre era intento a riempire il serbatoio della falciatrice, lei le si pose davanti e in maniera maliziosa cominciò a provocarlo; l’imbarazzo, ma anche la paura, negli occhi del ragazzo erano palesi, ma lei senza dargli modo di capire nemmeno cosa stesse facendo, gli si avvicinò e con fare da troia, le pose la mano sulla patta eccitando suo malgrado il ragazzo, che inebetito restava immobile incapace di qualsiasi reazione, e lei gli abbassò i calzoni facendo svettare il pene, che non era una cosa eccezionale, ma era pur sempre un bel pene, molto giovane e profilato, con una cappella rosata abbastanza voluminosa.
Lei dopo averlo un poco masturbato, si chinò per prenderlo in bocca e far estasiare il ragazzo che ora in preda alla libidine che lei gli aveva scatenato, cominciava reagire ansimando e spingendole il capo, come se la volesse scoparla in bocca.
A questo punto Simona parve capire che aveva la situazione in pugno, e si staccò dal ragazzo per baciarlo sulla bocca e portarlo verso il retro, dove c'era più spazio, ma anche alcuni materassi in disuso da buttare, che lei spostò sul pavimento, e dopo essersi denudata vi si sdraiò sopra invitando il ragazzo a montarla.
Se lo tirò addosso, e baciandolo per tenerlo acceso, guidò il teso nerbo del giovane verso la sua vulva bagnata per farsi penetrare.
Assistetti con una forte fitta dolorosa nel cuore a quella penetrazione, dove Simona senza alcun riguardo per me, e nemmeno per lei, si fece trombare da un ragazzino dell'età di nostro figlio come una qualsiasi bagascia da bordello degli anni Trenta.
Non fu una cosa lunga o estasiante, nemmeno per lei, credo, forse dopo appena cinque minuti, il ragazzo le venne dentro, e scombussolato, oltre a essere dannatamente spaventato, scappò via lasciandola sola sul materasso, a coprirsi il viso piena di vergogna, e poi mettersi a piangere, e infine alzarsi, ricomporsi, e andare in bagno a lavarsi, ma anche a piangere la sua miseria.
Più che schifo provai pena per lei, le volevo bene, la capivo, e capivo che forse, ora la sua coscienza la stava punendo più di quanto avrei potuto punirla io, che francamente proprio non me la sentivo di infierire contro quella poveretta.
Quando la trovai in cucina, seduta a meditare, come se fosse persa in chissà quali astrusi pensieri, le andai vicino, e senza dirle niente, l'abbracciai, e me la tenni stretta, rincuorandola di quello che mai avrebbe avuto il coraggio di confessarmi.
Non si sottrasse, e nemmeno mi chiese qualcosa, ma solo mi si strinse forte al petto singhiozzando lievemente, e forse sussurrando:
"Perdono"!
Il ragazzo dei vicini non venne più a falciare il prato, e quando gli chiesi perché non volesse più farlo, mi disse che purtroppo non ne aveva più il tempo; si dimostrò un vero gentiluomo, non disse mai niente di quello che era accaduto nel capanno degli attrezzi con mia moglie, né a me, ne a nessun altro; se lo avesse fatto, la cosa si sarebbe risaputa; invece, mai niente successe che potesse dare alito a voci strane.
Simona per un pò di tempo evitò persino di affacciarsi alla finestra, pareva che si stesse spegnendo, e questo mi rattristava, così decisi di fare qualcosa per salvarla da se stessa, ma anche per farla tornare a sorridere.
Una sera che eravamo soli in casa, le dissi:
“Ascolta Simona, io ci ho pensato molto, non mi piace come ti stai riducendo, io ti voglio sempre bene e ti amo come il primo giorno; pertanto, ho deciso di aiutarti a soddisfare i tuoi bisogni di femmina calda e vogliosa come tu sei.
Per fortuna non abbiamo problemi economici, così ho deciso, se tu lo vorrai, di assumere un Bull per soddisfarti sessualmente per una notte intera, e lasciare che lui ti faccia sentire di nuovo donna in ogni sfumatura che questa parola comporta; Io sarò vicino a te, non con te nella stessa stanza, ma in casa pronto ad aiutarti in qualsiasi evenienza, affinché tu possa godere del sesso che tanto brami in assoluta sicurezza.
Conosco alcune agenzie che offrono questi servizi a donne insoddisfatte; sarà una cosa che resterà tra noi, un segreto che ci unirà in una complicità armoniosa.
Quei ragazzi sono del tutto affidabili, discreti, e sani; non correrai alcun rischio con loro, e comunque io resterò sempre nei paraggi, se lo vuoi, posso organizzare un incontro già questo fine settimana, per una notte intera, diciamo, dalle venti alle sei del mattino.”
Simona mi guardava con uno sguardo misto tra meraviglia e incredulità, ma anche con una sottile speranza.
“Mi lasceresti fare ogni cosa che mi passa per la mente? Potrei lasciarmi andare a qualsiasi fantasia? Mi lasceresti scegliere il mio torello?”
“Si! Avresti tutto questo e anche di più se lo desideri, io voglio che tu sia felice, che tu che goda ancora del tuo corpo, non voglio vederlo sfiorire prima del tempo, già aver visto decadere il mio corpo mi deprime, ma vederti perdere la voglia di sorridere, mi uccide e io ti amo troppo per saperti infelice.”
Simona non seppe resistere alla voglia di piangere, mi abbracciò con passione e amore, e forse ormai sopraffatta dal peso del suo tradimento con il ragazzino dei vicini, tra i singhiozzi mi confessò il suo sbaglio, chiedendomi umilmente perdono.
Non le dissi che sapevo tutto da sempre, mi limitai a darle un bacio e rincuorarla:
Ora non servirà più rubare qualche attimo di piacere per poi soffrirne senza poter lenire il dolore.
"Simona, da adesso potrai godere sempre del tuo corpo con la mia complicità, senza che nessun altro lo venga mai a sapere.”
“Ma se lo facciamo venire a casa, alla fine qualcuno potrebbe insospettirsi e scoprirlo, anche se per caso.”
“Ho pensato anche a questo; diremo a Laerte che andremo a passare il fine settimana al lago, affitterò una suite in un resort lontano da qui, e li potrai dare sfogo a tutte le tua pulsioni, e sfogare la tua libidine.”
“Ma se poi non ne avessi più voglia?”
“In quel caso pagheremo il Bull e lo lasceremo andare, oppure lo facciamo restare a dormire, e usarlo se ti ritorna la voglia; questo potrai deciderlo tu di volta in volta, non sei costretta a fare niente che a te non piaccia, e se vorrai solo giocarci senza scoparci sei libera di farlo.”
Fu come se si fosse riaccesa, la vidi ritornare bella, viva e sorridente allegra da un momento all'altro, e diventò con me una gattina amorevole che mi riempiva di fusa.
Andammo nel mio studio, e insieme cercammo in internet delle agenzie di Gigolò, per trovare qualcuno che facesse al caso suo.
Oltre alle foto eloquenti dei ragazzi, c'erano: Età, altezza, hobby, passioni o feticismi, oltre ovviamente al prezzo; Variavano da diciotto ai cinquant’anni anni, tutti seriamente garantiti, sia per prestazioni, che per affidabilità.
Simona ne fu affascinata.
Un ragazzo ventenne, biondo con caratteristiche parecchio effeminate, ma con un pistolone di ventidue centimetri, attirò la sua attenzione, sembrava molto gentile e remissivo dalle foto, era descritto come molto affidabile, con una capacità di ripresa invidiabile.
Dopo averne visionati altri, Simona decise per lui; e io contattai l'agenzia, e ci accordammo per il sabato successivo.
Prenotai uno chalet sul lago per un fine settimana, e affittai il Bull per una notte intera, seicento euro più qualche regalino, se il ragazzo si fosse dimostrato particolarmente premuroso; stranamente mi chiesero se era solo per lei, oppure anche per lui, pare che soddisfacesse anche mariti o amanti vogliosi di trasgressioni; dissi che era solo per lei, e confermai la prenotazione al resort sul lago.
Per i restanti due giorni Simona era raggiante e mi riempiva di coccole e la notte lei venne a dormire con me pregandomi di ritornare a dormire insieme.
Lasciai che si riprendesse da tutta la frustrazione che il rapporto rubato con il ragazzino le aveva inculcato, e l'accompagnai a fare acquisti nelle varie boutique del centro, lasciando che si sbizzarrisse ad acquistare lingerie molto sexy da indossare per il suo debutto come donna di piacere.
"Che dire?"
Francamente vederla così felice mi riempiva di gioia, e il pensiero che stava per fare sesso con un ragazzo molto giovane, con il mio consenso, non mi turbava per niente.
Vederla sorridere così sinceramente mi gratificava e mi rendeva orgoglioso di lei.
Laerte, anche lui era piacevolmente sorpreso del repentino cambiamento dell'umore della madre, che lui forse attribuiva al fatto che avremmo passato un bel finesettimana sul lago.
Lui sarebbe rimasto a casa di alcuni suoi amici, e comunque poteva contare sul cospicuo conto che gli avevo aperto, per potersi divertire senza problemi; non era un ragazzo scapestrato, aveva quindici anni, e a scuola era tra i primi, non faceva colpi di testa e giocava a calcio in una squadra giovanile e comunque aveva molti amici: non mi dava preoccupazioni.
Il sabato partimmo per il lago; passammo una piacevole giornata, tra sole, passeggiate, escursioni in barca, e una squisita, succulenta, cena molto abbondante.
Alle venti precise, il nostro ragazzo fece il suo ingresso, e molto galantemente s'inchino a Simona, baciandole sensualmente la mano, e sorridendo, le fece alcuni semplici complimenti.
Con me fu più che gentile senza mostrare alcuna arroganza o altri sentimenti negativi.
Fui io ad accompagnarli al resort e poi lasciarli soli nella stanza da letto, mentre io mi andavo a sistemare nel soggiorno, dove c'era un ampio divano, di fronte a un grande televisore con diversi canali sky, alcuni erano pornografici; ma ce n'era anche uno privato, che appena acceso mostrò la stanza dove era, Simona e il ragazzo, che si baciavano appassionatamente; mentre il ragazzo accarezzava languidamente le natiche a mia moglie, che invece gli palpeggiava vogliosa la patta.
Il ragazzo sembrava parecchio esperto, le baciava sapientemente il collo e dietro le orecchie, mentre le abbassava le bretelline del vestito facendolo scivolare al suolo, lasciando Simona in lingerie molto sexy che il ragazzo accarezzava con rispetto.
Intanto Simona gli aveva estratto il grosso cazzo e lo ammirava estasiata, prima di chinarsi e dolcemente baciarlo, come se potesse sciuparlo, se lo trattava con più decisione.
Mentre lei ammirava da vicino quel bellissimo randello, il ragazzo le accarezzava il viso e i capelli, dicendole quanto fosse bella, facendo alzare l'asta, che Simona teneva in mano, e lei senza più indugiare prese in bocca per succhiarne il nettare, che presto sarebbe uscito da quel pene liscio senza ombra di peli.
Quando Simona fece scivolare via il perizoma, mostrò al ragazzo, ma anche a me, che estasiato l’ammiravo sullo schermo, che anche lei era perfettamente depilata, e che il ragazzo quasi attratto come se fosse ipnotizzato da quella fica umida a liscia, si chinò a baciare, e facendola stendere su letto la volle leccare, facendole subito provare il suo primo orgasmo.
Parlavano sommessamente, si dicevano cose gentili e dolci, e il ragazzo si mostrava premuroso e attento, cogliendo ogni suggerimento che Simona le lanciava, così in breve erano intrecciati in un languido sessantanove, dove si scambiavano baci, leccate, e passione.
La cosa strana era che non mi dava nessun fastidio, ma anzi mi faceva piacere vederla felice, e godere insieme al suo giovane amante.
Quando lei lo fece salire su di se per farsi penetrare, la vidi sospirare come se quello fosse l'esaudimento di un represso desiderio, che ora finalmente poteva realizzare, e la tenerezza con cui il suo amante le possedeva era commovente, e io mi sentii un intruso, e cambiai canale per lasciare loro godere di quella intimità senza spettatori.
Solo che mi sorse il dubbio:
Se potevo vederlo io nella mia stanza, forse potevano vederlo anche altri in quel resort?
Cercai altri canali magari di altre stanze dell'hotel, ma quella era l'unica, segno che lo avevano fatto apposta, proprio per far partecipare mariti, o amanti Cuckold, alle imprese amoroso dei loro partner.
Dopo aver guardato un film su Netflix, mi addormentai, mentre alcuni gemiti soffocati giungevano dalla stanza dalla stanza accanto.
Mi sveglia verso le tre del mattino, e ancora sentivo gemere Simona, e curioso accesi di nuovo la tv e potei assistere alla sua sodomizzazione.
il grosso cazzo del ragazzo le entrava tutto nelle budella, e lei pareva in estasi per come ne godeva; dalla fica aperta colavano umori vaginali, e liquido seminale, e dalla sua bocca bava, con lunghi rivoli sul mento, e i suoi occhi strabuzzavano in deliquio, come se stesse sognando.
Vederla così assorta a godersi quel maestoso cazzo in culo, improvvisamente mi procurò una tremenda dolorosa erezione, talmente forte che mi spaventai.
Erano almeno tre anni che non mi si rizzava più, e ora improvvisamente succedeva, e in maniera così violenta.
Vederla godere mi eccitava in maniera bestiale, e sentivo un rigurgito di virilità fremermi nei testicoli, che si erano improvvisamente rinvigoriti, come quando dopo lunghi amplessi mi apprestavo a eiaculare e liberarmi.
Il ragazzo la martellava senza sosta, cambiando spesso posizione per darle modo di reprimere la voglia di eiaculare, e far mettere comoda Simona, che malgrado il piacere la stesse divorando, dava segni di cedimento se stava troppo tempo sulle ginocchia.
Quando le fu sopra alla missionaria, ma con il cazzo ben piantato nel culo, si baciavano come amanti, scambiandosi saliva e passione, mentre con forti colpi di reni il ragazzo la sfiancava, facendola gemere e singhiozzare, senza potersi controllare.
La mia erezione era al massimo; avrei voluto entrare nella stanza e darglielo in bocca, e poi buttare fuori il suo amante e prenderne il posto, per essere io a farla morire di piacere, ma rimasi fermo a guardare, e inpotente, ammirare mia moglie godere sotto un altro maschio, ed esserne felice.
Il ragazzo alla fine le venne in culo, e lei parve svenire per il piacere e lo sforzo, erano sudati e stanchi, ma si abbracciavano, e si baciavano senza sosta, e anche se ormai il cazzo del ragazzo era spento, lui la baciava ovunque facendola sentire la sua Dea.
Fu lei che con amore, gli disse di riposare adesso che era stato magnifico, ma che non serviva che si spremesse così.
Lui la guardò con occhi pieni di gratitudine, e come un bambino lei se lo attirò al seno, e li lo lasciò riposare, mentre anche lei si addormentava ormai esausta.
La mia erezione persisteva, ma non avevo voglia di masturbarmi, mi sentivo un porco, un guardone, un perverso, eppure amavo quella donna, ed ero felice che lei ora fosse felice.
Con questi pensieri, e una vogorosa erezione, mi addormentai per svegliarmi, quando alle sei la sveglia suonò, e il ragazzo finì la sua nottata di lavoro.
Il conto lo avevo già saldato con la sua agenzia, ma volli regalargli duecento euro per aver fatto felice mia moglie, e allo stato delle cose anche me, avendomi prospettato la possibilità di poter tornare a fare sesso senza surrogati.
Il ragazzo mi ringraziò e gentilmente mi salutò, senza svegliare Simona che sul letto disfatto ora dormiva serena e felice.
Alle nove ordinai la colazione e con premura la svegliai.
Come se ancora stesse sognando si guardava intorno confusa, forse alla ricerca del suo amante di una notte.
-È andato via alle sei, come da contratto, non ha voluto svegliarti, ma ti saluta con tanto affetto.-
Mi guardò perplessa, e mi chiese:
-Tu come stai? -
l'attirai ame, e la baciai sulla bocca:
-Sto bene, non preoccuparti per me, ora vatti a rinfrescare, ho ordinato la colazione, e voglio che tu ritorni in forma al più presto. -
-Grazie amore, mi hai dato la prova d’amore più grande che una donna possa sperare.-
Poi abbassando lo sguardo verso la mia patta, ebbe un sussulto:
-Amore? Ti è venuto duro? -
La guardai, e con una punta di orgoglio, dissi:
-Si! poi ti spiego quello che è successo, ma ora vatti a rinfrescare che emani degli odori poco gradevoli tesoro. -
Lei rendendosi conto di puzzare come una scrofa, per le lunghe cruente scopate, ridendo corse in bagno a lavarsi.
La sentivo canticchiare mentre si faceva la doccia, e la mia erezione persisteva e non accennava a placarsi; Ma dopo la colazione ci pensò Simona, con la sua abilità e grande esperienza, a placare finalmente la mia eccitazione.
Naturalmente non ritornai uno stallone di colpo, ma potevo sperare in dei guizzi di insperata virilità.
E ogni volta che portavo Simona in quel resort per farla divertire con i suoi Bull, poi ero io a farla godere come ai vecchi tempi, e scoprirci sempre e ancora innamorati.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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