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Lui & Lei

Il Fotografo Cap.22 - Danza sotto la pioggia


di blueyes5
16.05.2025    |    348    |    5 9.2
"” I due si piazzano alla finestra..."
È sabato, e piove. Un acquazzone estivo, violento, che martella l’asfalto e offusca i vetri. Marco è alla finestra, lo sguardo perso oltre il balcone.

Un mese fa era il 12 giugno. Il giorno della caduta. Oggi è il 12 luglio, il giorno trenta. Ancora dieci, e finalmente toglierà quel maledetto gesso.
Da poco più di un mese ha compiuto diciotto anni. Il 4 giugno. Di solito le vacanze estive le passa con i genitori nella loro casa a Castiglione della Pescaia, in Toscana. Ma gli eventi recenti lo hanno profondamente cambiato. Potrebbe decidere di restare. Poi ripensa a suo padre, un ingegnere che lavora sulle piattaforme petrolifere e che torna a casa solo per brevi periodi. È una delle rare occasioni per stare con lui. Forse è meglio non sprecarla.

La pioggia continua a cadere. Marco si scuote dai pensieri e nota Maddie che lo osserva dal suo appartamento. Indossa una felpa lilla di due taglie più grandi, che le fa da vestito. Capelli raccolti, zero trucco. Meravigliosa.
Il telefono vibra: “Oggi sono io che spio te :):):)...Che faccia seria, sei pensieroso?”
"Si, riflettevo sulla mia vita, sull'ultimo periodo, il mio umore oggi è come il meteo"
“Oh povero il mio sfigatello pervertito, ma come cazzo puoi essere triste, hai conosciuto me! Lasciamo perdere le circostanze, ma dovresti essere grato del fatto che ora ti rivolgo la parola. E poi ha un taglio di capelli veramente figo, non ti puoi lamentare! :P”
Marco ride e digita: “Già, ho avuto l'onore di conoscere e immortalare la leggendaria MadSex”
“Ho un'idea: monta la reflex e punta al mio balcone. Torno subito.”

Marco si affretta. Quando è pronto, Maddie ricompare alla portafinestra. Capelli sciolti, un vestito di maglina bianco molto aderente.
“Sei pronto?” “Sì.” “Allora inizia a scattare.”

Maddie esce sul balcone. Sotto la pioggia, inizia una danza lenta, sensuale. Le mani scorrono lungo il corpo, il vestito si bagna, diventa trasparente. I seni si delineano sotto il tessuto, i capezzoli visibili. Si gira, mostra il lato B. Il vestito aderisce perfettamente alle curve. Ogni piegamento, ogni passo, rivela qualcosa in più.
Si muove fluida, come liquida. Come la pioggia. I capelli bagnati le si appiccicano al viso. Si scuote, lancia goccioline d’acqua tutt'intorno. Poi si ferma. Tira indietro i capelli, lancia un occhiolino verso di lui. Chiude gli occhi, alza il volto al cielo. Marco zooma, cattura la luce, le gocce sul volto, il collo, il mento.
Alza le mani al cielo come a voler abbracciare l’acqua. Rimane così, eterna. Poi un cenno verso Marco. Rientra. Lascia cadere il vestito fradicio a terra. Nuda. Marco ruba qualche scatto in più.
Maddie infila l’accappatoio e recupera il telefono: “Come è andata?” “Da Dio.” “Ti raggiungo più tardi per guardarle assieme. Mi raccomando, tieni le mani a posto, segaiolo.”

Un'ora dopo, Maddie bussa. “Apri, è ora della proiezione.”
Marco le apre. Lei entra con passo deciso e si siede al computer. Le immagini scorrono, una dopo l’altra. Maddie osserva in silenzio, poi esclama: “Porca troia Marco. Sembrano scattate da un fotografo di Vogue.”
Lui sorride. “Tu sembri una dea. Io ho solo premuto un pulsante.”
Lei lo ignora e punta l'indice sullo schermo: “Questa. E questa. E anche questa. Le mettiamo tutte. Ma quella in cui sollevo il viso al cielo... quella va ingrandita e stampata. Inquadra la pelle, le gocce... cazzo, sembra la locandina di un film.”

Marco annuisce, poi nota un movimento al terzo piano.
“Guarda.”
I due si piazzano alla finestra. Il ragazzo è entrato. Ma non è solo. C'è una donna con lui. Sui quarant'anni, capelli castani, occhiali. Elegante. Marco inizia a scattare, Maddie usa il binocolo.
Entrano nella stanza misteriosa. Il ragazzo apre la porta blindata. La donna lo segue. Spariscono.
Dopo circa dieci minuti, escono. Parlano fitto. Lui sembra agitato, lei calma, controllata. Poi se ne va.
Maddie si gira verso Marco: “Dobbiamo agire. Lunedì contattiamo i due colleghi della donna. Vediamo se uno di loro cede.”
“E se non ci dicono nulla?” “Allora passeremo al piano B. E ora prepara le stampe, lunedì ci serviranno le armi migliori.”
Marco annuisce, lo sguardo fisso al monitor. Sullo schermo, l'immagine di Maddie che danza nella pioggia.

Lunedì.
Il sole filtra tra le tende tirate dell’appartamento di Marco. Maddie è in piedi accanto al tavolo, si sistema gli auricolari. Marco è alla finestra con la reflex appoggiata sul cavalletto, inquadratura fissa sull’ufficio dell’avv. Satti.
Il piano è pronto: intercettare i due colleghi della misteriosa donna.

A mezzogiorno in punto i due uomini escono, uno in camicia, l’altro in t-shirt nera. Parlano tra loro a bassa voce, con l’aria di chi ha qualcosa da nascondere. Marco li segue col teleobiettivo, Maddie che è uscita di corsa li intercetta a metà strada. Indossa un vestito lungo, una parrucca bionda e occhiali da sole. Li segue fino a un piccolo ristorante cinese, entra pochi secondi dopo e si fa accompagnare a un tavolo con separé, proprio accanto al loro. Si siede, si sistema, incrocia le gambe. Apre la borsetta, tira fuori una busta e il telefono. La voce le arriva nitida nelle orecchie. Marco ascolta in diretta.

«Ragazzi, scusate…continuate a guardarvi e non giratevi, ascoltate quello che ho da dire» dice Maddie dietro il separé, con voce languida. «So che può sembrare strano, ma ho delle foto che vi riguardano. Interessanti, diciamo così.»
Silenzio. Poi uno dei due sussurra: «Di che cazzo stai parlando?»
«Guardate con i vostri occhi.» Fa scivolare la busta sotto il separé.
Un fruscio di carta. L’altro uomo impreca piano. «Ma… ma che cazzo… chi sei? Cosa vuoi da noi?»
«Queste non sono le uniche. Chi sono io non vi deve interessare. Voglio solo informazioni su quella vostra collega… la donna con cui lavorate quarant'anni, capelli castani, occhiali. Volete che queste immagini restino tra noi, giusto?»
Il più giovane mormora: «Ok. Lei… è stata nei servizi. Ora fa robe private con l’avvocato Satti. Robe di spionaggio industriale, indagini extraconiugali, cose così. È tosta. Una macchina da guerra.»
«Fa base qui?»
«Sì, spesso. Ma la roba seria la gestisce lui, Satti. Lei si occupa di campo. Le piace nascondersi. È ossessiva con la privacy.»
«Adesso ditemi, da quanto tempo lavorate in quello studio?»
Mentre fa la domanda Maddie si alza velocemente senza far rumore, abbandona la busta vuota e svanisce dal ristorante. I due rispondono ma non sanno che stanno parlando ad una sedia vuota. Nessuno l’ha vista in volto.
Raggiunge Marco. «Missione compiuta, zero intoppi. Abbiamo nomi, contatti e un nuovo pezzo del puzzle.».

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