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Gay & Bisex

Alla partita di basket


di FlavioV
24.04.2023    |    19.141    |    16 9.7
"E’ già umido ed emana un leggere odore di pipì, dato che prima non me lo sono scrollato bene..."
Fase finale del Campionato di A2 di basket, domenica pomeriggio.
Ho 19 anni, mi chiamo Davide e da almeno due anni sono innamorato di Enoch, un mio compagno di liceo, originario della Repubblica Democratica del Congo, viso da bambino, occhi scuri, denti bianchissimi. Capelli corti, nero pece. Anche io non sono male, sono alto 1,80, carnagione chiara, occhi castani, viso liscio e proporzionato, capelli di media lunghezza, arruffati il giusto. Entrambi siamo da jeans e felpa.
Da sempre sono abbonato all’Auxilium, la squadra di basket della mia città, insieme a mia madre, al suo compagno e al mio quasi fratellino di undici anni.
Crescendo, mentre la mia famiglia va nelle retrovie, io ho iniziato ad andare nel centro della curva e a portarmi qualche amico.
Mentre siamo in coda, scherziamo e ridiamo e involontariamente cerco di toccare Enoch sulla spalla, sulla gamba, sperando sempre di sfiorare qualche altra cosa. Non riesco a non far cadere l'occhio sul suo culo, me lo immagino sodo e duro e... vabbè sul suo cazzo nero. Molte persone ci guardano perché siamo decisamente carini e sembriamo davvero due amici stretti. Anche questa domenica, come sempre, mi sento addosso gli occhi di un paio di persone sulla cinquantina che sembrano guardarci come a dire… bella gioventù.
Entriamo. La partita ha inizio e rimane in equilibrio per i primi due tempi, fino all’intervallo. Pausa, bar, coda, Coca Cola, risate e scherzi. La partita sta per riprendere e mi ricordo il motivo per cui sono lì, proporre ad Enoch di andare in bagno, in fretta, prima che la partita abbia inizio. Non so da quanto tempo sto fantasticando sul suo cazzo ebano e cosa darei per vederlo. Enoch si avvicina ai pisciatoi a muro, cosa rarissima visto che di solito si infila in quelli chiusi, e io mi metto di scatto in quello vicino. Butto uno sguardo senza farmi vedere ma riesco solo a intravvedere il filo della sua pipì. Lo tiro fuori anche io per pisciare ma mi accorgo che mi è venuto duro, così mi devo voltare un po’ perché ho paura che mi possa vedere e piscio senza neanche tirare fuori tutta la cappella per timore che vada ancora più in erezione. Enoch finisce quasi subito di pisciare, osservo che se lo scrolla due volte con la mano, tutto molto in fretta, in imbarazzo, e mi dice che torna in curva, che la partita è già ripresa.
Finisco anche io, deluso ma eccitato anche solo al pensiero di essere stato vicino alla sua pisciata. Vado verso il lavandino per lavarmi le mani, nei bagni ormai non c’è più nessuno, quando vedo un uomo sulla cinquantina, uno di quelli che avevo visto anche all’esterno. Capelli corti, brizzolati, un filo di barbetta, alto come me. Quest’uomo mi passa dietro, quasi sfiorandomi il culo, mi giro di scatto e vedo che si infila in un bagno, lasciando la porta semi aperta. La situazione mi incuriosisce e mi avvicino alla porta, lui è dentro, contro il muro e mi fa cenno di entrare. Entro, anche se non ho mai fatto nulla di simile, lui chiude la porta e senza dire nulla mi mette una mano sul pacco. Il mio cazzo è ancora semi duro da prima e non appena sente quella mano sicura e forte prendermi in mano i jeans torna durissimo. La mano dell’uomo si fa sempre più ritmica e sensuale, mi accarezza i pantaloni, e mi tira giù la cerniera. La partita nel frattempo è ripresa e sento le urla del capo ultrà che richiama all’ordine. Rapidamente l’uomo mi sorride e apre anche il bottone dei jeans, facendoli scendere fino alle ginocchia. Un boato sottolinea una tripla vincente e nasconde un soffuso verso di piacere dell’uomo. In effetti nei miei boxer bianchi, il mio cazzo in tiro è uno spettacolo. Vedo una luce nei suoi occhi e questo mi gratifica. Si inginocchia e mi tira giù i boxer. Il mio cazzo esce prepotentemente e sbatte sull’inguine. E’ già umido ed emana un leggere odore di pipì, dato che prima non me lo sono scrollato bene. Lui avvicina il viso al mio cazzo e il naso ai miei peli pubici, si strofina contro e sento un piacere totale invadermi. Mi sposta i boxer fin all’altezza delle ginocchia e mi apre tutto il prepuzio con un colpo secco. Qualche micro goccia di piscio scende dalla mia cappella, ma lui ne sembra inebriato e la prende tutta in bocca. Sento la sua lingua lustrarmi la cappella, pulirmela e infine succhiarla con la bocca tutta aperta. Si infila in bocca tutto il mio cazzo, arriva fino ai peli pubici, fino quasi a soffocarsi. Il mio uccello cresce ancora un po’ e raggiunge i suoi 18 centimetri, bianco pallido e abbastanza largo. Forse ha sottovalutato il tutto, perché se lo infila fino al palato e sembra ogni volta soffocare. Lo sento concentrarsi sulla cappella, me la lecca tutta e poi la ingoia. Avrei voglia di gemere ma non si può anche se il frastuono della curva si fa sentire.
All’ennesima sucata, lo fermo per evitare di venire. Sorrido e lui mi sorride. E’ un bell’uomo. Adesso si concentra sulle mie palle, le bacia, le accarezza e poi sale e mi lecca tutta l’asta fin sotto la cappella che ormai è esplosa ed è tutta fuori dal prepuzio. La punta della sua lingua inizia a solleticarmi il frenulo, mentre la mano mi munge le palle. Non resisto più.
“Se continui così vengo”. Gli sussurro nell’orecchio.
Lui smette subito e si rialza. Mi rendo conto che è ancora completamente vestito.
“Ti va?” mi sibila nell’orecchio mostrandomi un preservativo.
“No, scusa sono solo attivo” rispondo anche se non è del tutto vero.
“Me lo metti tu” dice con un filo di voce e si gira dandomi la schiena.
“Ok”.
Si abbassa i pantaloni e gli slip bianchi mostrandomi un culo magro, con qualche pelo anche se non troppo sodo.
Nonostante non si giri mai, intravedo il suo cazzo completamente rasato, flaccido e non troppo lungo ma decisamente più scuro del mio. Lui lo deve capire perché mentre mi sto infilando il preservativo, mi dice che a lui piacciono da morire i cazzi color latte e turgidi come il mio.
Nel frattempo sento un urlo corale provenire dal palazzetto, se la stanno giocando punto su punto.
L’uomo si inclina appoggiandosi con tutte e due le mani alle pareti. Io con le mani gli apro le natiche e gli appoggio il mio cazzo sul buco. Inizio a spingere, lui si volta e vedo un po’ di sofferenza sul suo volto. Non abbiamo lubrificante. Mi invita a usare la saliva. Mi sputo sul preservativo e glielo infilo dentro violentemente. Neanche mi accorgo di farlo, ma non riesco a trattenerlo. Al primo colpo gliene ho messo mezzo in culo. Lui vorrebbe urlare, volta la faccia verso di me e vedo che si sta trattenendo. Inizio a spingere, anche se non è un culo vergine, faccio fatica a superare la barriera dello sfintere e a penetrarlo a fondo. Sento ancora casino provenire dalla curva. Mi fermo un attimo, ho mezzo cazzo dentro di lui e mezzo ancora fuori. Lui mi dice di andare. Tiro un altro colpo secco e glielo infilo tutto dentro. Lo spingo ancora fino in fondo, finché sento i miei peli pubici sbattere contro le sue natiche. Inizio a muovermi ed è bellissimo. Sento la cappella che scava in quel buco, l’attrito delle pareti del suo culo segarmi il cazzo. Vado piano, cerco di non venire. Ad un certo punto un nuovo boato della curva. Il capo ultra prende i tamburi e inizia a darci dentro alla grande, parte un coro che sembra infinito.
Ho voglia di tornare di là, per cui inizio a spingere con violenza il mio cazzo nel suo culo, fino in fondo, a ritmo di tamburo. Lui mi guarda e alzando per la prima volta un po’ il tono della voce mi dice: “Più forte”. Non mi faccio pregare, uso il cazzo come un ariete che sta sfondando un portone. Sono tutto sudato. “Più forte, più forte”.
Sono allo stremo, gli dico che sto per venire.
Lui mi ferma e senza che io possa accorgermene, tira fuori il mio cazzo dal suo culo, si inginocchia, mi sfila il preservativo e mi prende il pisello in bocca. Io mi sento esplodere, mille aghi mi pungono la cappella, tutta la mia energia si concentra negli ultimi centimetri di cazzo e inizio a sborrare e sborro fiumi di liquido che avidamente gli finiscono in gola. Sembra quasi strozzarsi ma non ne lascia neanche una goccia. E poi la sua lingua mi ripulisce tutta la cappella, la lucida e con gentilezza mi ritira su il prepuzio per ricoprire il suo lavoro. Appena finito, mi tiro su in fretta i boxer e i jeans, lo guardo, lì in ginocchio che si gusta ancora la mia sborra. Gli sorrido e lui mi dice: “Magari, alla prossima partita”.
Esco dal bagno, vado verso i lavandini e mi accorgo che in mezzo alla stanza c’è un signore sulla settantina che mi guarda immobile. Chissà da quanto è lì e che cosa avrà sentito. Incurante, vado verso i lavandini e mi tocco un paio di volte il pacco, assicurandomi che mi stia guardando. Il mio cazzo ancora semi duro e umido nei boxer apprezza.


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