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Gay & Bisex

Sei sveglio stasera?


di FlavioV
03.07.2022    |    20.932    |    20 9.9
"In un attimo gli sfilo la maglietta e gli tolgo i pantaloni, lui fa altrettanto..."
Sono Noel, ho diciotto anni. Da mio padre, piemontese doc, ho ereditato la riservatezza e la bravura negli sport di squadra, da mia madre, cubana migrata in Italia vent’anni fa, la carnagione un po’ più scura, i capelli e gli occhi nero pece e un sorriso, che come diceva sempre la mia maestra elementare, avrebbe fatto innamorare tutte le ragazzine. E per un po’ è anche andata così, a sedici anni mi sono fidanzato con la ragazza più bella della scuola e … a diciassette ho fatto coming out con i miei genitori e con i miei amici più stretti. Ora tutti sanno che sono gay, anche se non tutti si sono rassegnati e ogni tanto mio padre mi presenta qualche “figlia di amici di famiglia”…
Qualche mese fa i miei mi hanno iscritto ad un corso di inglese pomeridiano e qui ho conosciuto Marco, un ragazzo di diciannove anni, che pratica canottaggio, castano, un po’ più alto di me, un bel viso con il naso pronunciato e gli occhi molto profondi. Abbiamo subito fatto amicizia, lui mi ha detto delle sue gare di canottaggio e della sua fidanzata Eleonora, io gli ho parlato dei miei tornei di basket e ho precisato che sono gay, perché penso di non avere nulla da nascondere al riguardo. Lui ha scosso la testa in segno di disappunto, poi ha sorriso e mi ha detto che tutto sommato era meglio così, un concorrente in meno.
Siamo diventati abbastanza amici, spesso mi sono fatto dare un passaggio con la sua 500 rossa, parliamo e scherziamo … così un giorno ho deciso di chiedergli di venire a giocare a calcetto con i miei amici. Bella partita. Anche se il mio sport è il basket, a calcio me la cavo bene e anche Marco, seppur sgraziato nei movimenti, ci mette tanta corsa e sudore.
Be’, penso sia capitato anche a voi, ho invitato Marco, sperando di fare la doccia insieme a lui, perché in questi mesi di conoscenza ho iniziato ad apprezzarlo e a sentire il cuore battere più forte in sua presenza.
Finita la partita, ci avviamo verso gli spogliatoi. Qualcuno sparisce senza farsi la doccia, qualcuno si infila in uno spogliatoio libero e qualcuno in un altro. Ovviamente non tutti quelli con cui gioco a calcetto sanno che sono gay però per evitare situazioni di imbarazzo (per loro), di solito mi infilo in uno spogliatoio da solo o con i miei due amici che sanno che sono omosessuale ma a cui ho spiegato che il fatto che mi piacciano i ragazzi non vuol dire che mi piacciano tutti i ragazzi e che li spii sotto la doccia. Non tutti almeno perché invece il mio obiettivo della serata è farmi la doccia con Marco. Iniziamo a chiacchierare in modo da non perdere il contatto e ci infiliamo in uno spogliatoio tutto per noi.
Apriamo i borsoni, tiriamo fuori ciabatte e accappatoi e poi arriva il gran momento, quello in cui bisogna togliersi i pantaloncini e i boxer. Lascio che prima lo faccia lui e, di nascosto, lo guardo nudo. Ha un cazzo stranissimo, abbastanza lungo ma molto sottile alla base e largo in prossimità della cappella, come se sotto il prepuzio nascondesse un palloncino al posto del glande. La punta mi sembra anche più scura e ha pochissimi peli, giusto un ciuffetto castano sul pube.
Disinibito si infila nella docce, culo all’aria e accappatoio al braccio. Mi faccio coraggio e lo seguo. Iniziamo a farci la doccia, a insaponarci e il mio sguardo si fa sempre più basso, sempre più attratto da quello strano pisello.
“Ehi, che cosa guardi?” mi chiede Marco, riportandomi alla realtà.
“Scusa, è che ce l’hai così strano”, rispondo con la voce più timida e imbarazzata che abbia mai avuto.
“Sì, sì, certo”, mi dice Marco indicando verso di me.
Me ne sono completamente dimenticato. Vi dico allora un po’ come sono io sotto. Ho un pisello abbastanza lungo, direi sui 19 cm che quando diventa duro si allarga molto e sembra ancora più grosso, non ho peli sul corpo e visto che non mi piacciono raso a zero anche quei pochi tra le cosce e quelli sul pube. Ecco… ve l’ho detto perché mentre osservavo Marco, mi è partita un’erezione fulminante.
“Sc.. scusa”, provo a giustificarmi, ma poi vedo che anche il cazzo di Marco si è fatto duro, punta verso l’alto con insistenza, anche il suo sui 17/18 cm decisamente più sottile del mio, sembra una spada. Il glande invece è lì, coperto dal prepuzio, a formare un palloncino.
Nel frattempo Marco si è avvicinato, adesso le nostre due cosce si toccano e il sapone scorre dal suo corpo al mio, come l’acqua che ci avvolge. Ci guardiamo e poi ci avviciniamo e iniziamo a baciarci. In un attimo passiamo dal bacio a stampo a quello con la lingua. E’ lui che comanda il gioco, mi ficca la lingua in bocca, cerca la mia, imita il movimento della scopata con la lingua. Adesso siamo uno di fronte all’altro, le lingue intrecciate, i corpi schiacciati, i cazzi che si toccano, l’acqua che ci scorre addosso, Marco con una mano mi tiene la nuca e con l’altra mi tocca il culo, alla ricerca del mio buco. Anche io gli metto le mani sul culo, una per natica, dure e marmoree.
Mentre la sua lingua scava solchi nella mia bocca, il suo indice lo fa nel mio buco e all’improvviso con un colpo secco che mi fa trasalire infila tutto l’indice nel mio culo. Strozzo un urlo che mi muore in gola, scopato dalla lingua in bocca e dal dito in culo.
Mi gira e mi spinge contro il muro della doccia. Inizia a leccarmi il collo, a baciarmi le guance, a farmi un succhiotto e intanto il suo pisello durissimo si è appoggiato sulle mie natiche. Con la mano destra mi prende in mano il mio uccello, duro e enorme, e inizia a segarmi. Sento la punta del suo pisello avvicinarsi al mio buco, aperto dal dito di prima.
“Aspetta, Marco” riesco a dire. “Non mi sento pronto”.
Lui si mette a ridere e mi rassicura: “Mica voglio incularti, stai tranquillo”.
I miei muscoli si rilassano un po’ e sento il suo pisello infilarsi tra le mie chiappe, nella fessura che le separa e strofinarsi su e giù.
“Non ce la faccio…” non riesco a finire la frase.
Un fiotto di sborra esce dal mio cazzo in fiamme e inonda la doccia nell’esatto momento in cui sento lo sperma uscire dal suo pisello e finirmi sul culo e sulla schiena.
Restiamo un attimo così, poi ci separiamo e continuiamo a farci la doccia per pulirci bene intanto che i nostri piselli tornano normali.
Torniamo di là, per fortuna non c’è nessuno. Ci asciughiamo e ci rivestiamo. Ci salutiamo come se nulla fosse prima che ognuno torni a casa propria.

Due sere dopo è venerdì, ma data la mia vita sociale inutile, sono a letto che guardo il soffitto e penso a che cosa avrei dovuto fare il giorno successivo.
Messaggino di Marco su Whatsapp: “Che fai, sei sveglio?”.
Non ci siamo più sentiti dalla partita di calcetto per cui mi fa piacere che pensi ancora a me e la nostra amicizia non sia compromessa.
Guardo l’ora, sono le 10.
“Certo, non vado a dormire così presto”.
“Allora scendi, sono sotto casa tua”.
MI alzo di scatto dal letto, mi annuso le ascelle per assicurarmi di essere presentabile, mi infilo le scarpe e scendo così in maglietta e pantaloncini. Tanto non sono mica… Eleonora che devo conquistarlo.
Lui è nella sua 500 che mi aspetta, salgo e mi dice che vuole farmi vedere una cosa.
Nel tragitto non parliamo finché non arriviamo nel parcheggio del supermercato, ovviamente desolato e vuoto a quell’ora.
“Bello qui”, dico facendo del facile spirito.
Non ho finito di parlare che Marco si avvicina e mi guarda e mi bacia. Le nostre lingue in breve sono di nuovo intrecciate, lui lascia il posto di guida e mi sale a cavalcioni. Ho ancora la cintura di sicurezza, la stacca e sposta indietro il mio sedile. Continuiamo a baciarci e le sue mani iniziano a toccarmi il petto e a infilarsi sotto la mia maglietta. In un attimo si toglie la sua, mostrandomi il petto solidissimo e gli addominali tirati a lucido. Tolgo anche io la maglietta, non sono palestrato ma ho un fisico super sportivo. Si fa sempre più vicino, i nostri petti si toccano, sento chiaramente il suo odore, di ragazzo, di sudore e deodorante. La sua mano scende e mi sbottona i pantaloncini. Io ho quasi un mancamento, il cazzo mi è venuto durissimo e implora di essere liberato. Sento anche il suo schiacciarsi sulla mia coscia. Mi abbassa i boxer, velocemente sulle cosce e mi prende in mano l’uccello. Mi godo per qualche istante la sua sega. Prende tutta l’asta, arriva fino in cima, e poi scende veloce, abbassando tutto il prepuzio e facendomi uscire la cappella. Ritorno in me e gli apro anche io i pantaloni e scopro che non ha le mutande. Inizio a masturbarlo e a godermi quel pisello che l’altra sera avevo solo sentito. Lo scappello tutto ed esce un glande rosso e durissimo, molto più grande del resto del pisello. Gli sego l’asta, senza toccargli il glande, finché lui accelera senza preavviso, dandomi tre colpi profondi e secchi. Immediatamente inizio a segargli il glande. In tutto questo le nostre lingue non si staccano mai e dettano i tempi della sega e i nostri corpi si fondono insieme.
Ahhhhhhhh
Praticamente nello stesso istante schizziamo… la mia sborra mi schizza sull’addome mentre lui a cavalcioni su di me indirizza il pisello verso il mio petto prima di esplodere. In un attimo sono pieno di sborra, sul petto, sugli addominali, sul collo. Un po’ cola giù del fianco e un po’ sul pisello, mentre lui torna al suo posto e si riveste.
“Nel cruscotto ci sono dei fazzolettini” mi dice sorridendo.
Rido anche io, prima di aprire il cruscotto e cercare di pulirmi. Mi rivesto alla bene meglio e mi riaccompagna a casa.

Domenica sera. Sono solo in camera, seduto alla scrivania intento a finire di studiare per l’interrogazione di latino di domani e guardare la partita di basket dell’Olimpia.
Messaggino di Marco su Whatsapp: “Che fai, sei sveglio?”
Contando che sono le 9 direi proprio di sì …
“Scendi?”
Spengo la partita, chiudo il libro, infilo le scarpe ed eccomi giù.
Salgo in macchina, ci salutiamo. Non c’è bisogno di parlarsi.
Solito parcheggio del supermercato. Appena la macchina è spenta, ci avviciniamo e iniziamo a baciarci. In un attimo gli sfilo la maglietta e gli tolgo i pantaloni, lui fa altrettanto. siamo completamente nudi stavolta.
“Vieni” mi dice Marco.
E lo vedo passare sul sedile posteriore, per un attimo ho il suo culo liscio e duro in faccia. Vorrei morderglielo. Ma mi limito a seguirlo nel sedile posteriore. Mi mette sotto. Io quasi con un gesto naturale spalanco le gambe e mi compiaccio di avere un’erezione pazzesca e il cazzo che svetta tra le cosce. Lui si mette a cavalcioni, mi bacia e poi mi bacia il collo, i capezzoli, l’ombelico e … inizia a succhiarmi il cazzo con forza. Con la mano sinistra mi tiene l’asta rigida, mentre con la bocca mi apre il prepuzio e mi fa uscire la cappella. Inizia a leccarla e succhiarla. Ogni tanto torna su e mi bacia la bocca per poi dedicarsi a leccare tutta la mia cappella. Lo fermo. Osservo la sua erezione. E inizio a succhiarglielo. Ci scambiamo, lui si sdraia sl sedile e io sopra di lui glielo succhio. Sento la cappella che mi sta esplodendo in bocca, rallento e velocizzo. Lui inizia a gemere.
“Siiiii, Noel”
E il suo cazzo inizia a sborrarmi in bocca, un liquido saporito e denso. Io cerco di non ingoiare e di trattenere tutto nel palato. Risalgo sul suo petto, mi avvicino e lo bacio, facendogli cadere tutta la sua sborra con la mia saliva nella sua bocca. Lui ingoia tutto e rimane esterrefatto.
“Ma chi sei tu?” mi chiede
Sorrido, felice di averlo stupito e fatto contento.
Lui si rialza dal sedile e mi fa sedere. Prende fiato e mi apre le gambe. In un attimo è sul mio cazzo, ancora durissimo e inizia a succhiarmelo. Con la mano destra intanto mi masturba l’asta e con la lingua mi lucida la cappella. Ho un sussulto, le gambe mi tremano forte, il cuore accelera e …. gli riempo la bocca di sborra. Ne faccio proprio tanta ma Marco la ingoia tutta, avidamente e poi mi pulisce tutto il glande con la lingua prima di ricoprirmelo con il prepuzio e tirare un sospiro di sollievo. Ora dobbiamo tornare nei sedili davanti e rivestirci.
Prima di farmi lasciare sotto casa, rompo il silenzio e chiedo a Marco:
“Ti andrebbe in settimana di andare una sera al cinema o al ristorante? Cioè a me va bene anche vederci per fare sesso ma vorrei anche qualcosa d’altro”.
“In settimana è difficile, magari ci sentiamo nel prossimo fine settimana, vediamo dai, comunque va bene anche così, no?” rispose Marco, accelerando per lasciarmi sotto casa.

… continua …….
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