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Il ragazzo del Luna Park


di Marmarpe
10.07.2018    |    19.122    |    10 9.0
"Era lui, senza maglietta e con i soliti pantaloncini che aderivano perfettamente al suo pacco, completamente bagnato di sudore..."
Salve a tutti. Dopo tanto torno a scrivere un racconto e lo faccio scrivendo di un episodio reale che mi è capitato proprio 5 giorni fa.
Come ogni anno nella cittadina in cui vivo, essendo sul mare, a giugno arriva il Luna Park. È un mondo che mi ha sempre affascinato. Da bambino perché mi divertivo sempre tanto con le giostre, approfittando delle vacanze estive e da più grande perché quei ragazzi e quegli uomini delle giostre li trovo sempre molto attraenti ed appetibili per le mie fantasie più nascoste. Il caso vuole che il Luna Park sia posizionato proprio a ridosso della pista ciclabile dove io ogni mattina passo con la mia bicicletta per una sana passeggiata. E passando di lì butto sempre un occhio per ammirare quei bei ragazzi intenti a montare le giostre, spesso a torso nudo sotto il sole cocente.
Proprio una settimana fa i miei occhi hanno visto qualcosa che mi ha fatto sussultare. Un ragazzo perfetto per quelli che sono i miei gusti: alto all’incirca 1 metro e settanta, capelli biondi tenuti sù col gel, leggermente robusto. Indossava un paio di pantaloncini in tessuto che mettevano in evidenza un pacco stupendo. Avrei scoperto solo in seguito che aveva 26 anni e, anche se generalmente mi piacciono i tipi un po’ più grandi, non riuscivo a staccare gli occhi di dosso da quel ragazzo è dal suo pacco. Quel giorno, al ritorno dal mio giro in bici, guardai ancora nella sua direzione e vidi che si era tolto la maglietta. Il cazzo mi divenne duro in un istante: una leggera pancetta e due bei pettorali ricoperti da dirti peli biondi che stavano ricrescendo, segno evidente che non si depilava da un po’. Stava sollevando un cavo d’acciaio e quindi era con le braccia alzate mettendo in mostra le sue ascelle, anch’esse ricoperte di peli biondi e bagnati di sudore. Era troppo per me... corsi a casa e mi masturbai pensando a lui, al suo odore, al sapore del suo cazzo, al calore del suo corpo su di me mentre mi sfondava il culo.
Nei giorni seguenti passai ancora lì e ogni volta era più sexy che mai. Cominciai a guardarlo con insistenza, fino a quando, finalmente, incrociai il suo sguardo. Percepii uno sguardo quasi infastidito e contrariato ma non mi arresi... volevo almeno continuare ad ammirarlo e a fantasticare su di lui. Un lampo di genio però mi venne proprio 5 giorni fa... alle spalle del piazzale del Luna Park c’ Un boschetto, dal quale vedevo spesso tornare i ragazzi del Luna Park e immaginai che andassero lì per i propri bisogni mentre stavano lavorando. Così decisi di osare un po’ e, parcheggiata la bici, mi addentrai nel boschetto in attesa di chissà che cosa. Mi misi a sedere su di un tronco spezzato e cominciai a guardare il cellulare per ingannare l’attesa. Vidi un paio di ragazzi che arrivavano, si sistemavano dietro un cespuglio e pisciavano, ma di lui neanche l’ombra. Dopo una mezz’oretta sentii ancora il rumore di passi che si avvicinavano facendosi largo tra i rami degli alberi ed ebbi un sussulto. Era lui, senza maglietta e con i soliti pantaloncini che aderivano perfettamente al suo pacco, completamente bagnato di sudore. Anche lui mi vide e per un attimo ebbe un’esitazione. Pensai che volesse tornare indietro, invece mi salutò con una mano, si abbassò d’un colpo i pantaloncini e le mutande e cominciò a pisciare lì, davanti a me. La testa cominciò a girarmi e crederti di svenire: il suo cazzo era perfetto. Era ancora moscio ma si intuiva già che era molto largo. Avevo gli occhi fissi sul suo arnese che pisciava e non mi ero accorto che lui invece stava fissando me. Finita la pisciata rimise il cazzo nei pantaloni e io tornai in me. Mi buttai in ginocchio ai suoi piedi come la peggiore delle troie e cercai di abbassargli i pantaloni. Ma lui mi bloccò. Mi disse di essere sposato e che, nonostante i suoi 26 anni, aveva già 2 figli. Mi fece alzare, mi prese per una mano e mi condusse in un posto più riparato. “Adesso puoi inginocchiarti!”, mi disse ancora. Non me lo feci ripetere due volte: mi buttai a terra e gli abbassai pantaloncini e mutande. Mi fiondai con la faccia sul suo uccello cercando di respirarne tutto l’odore. Piano piano cominciò a diventargli duro e potei ammirare tutti i suoi 20 cm, spaventosamente larghi. Cominciai a leccargli la cappella ancora bagnata dalla precedente pisciata e a toccargli le palle, leccai tutta l’asta per gustarmi tutto il suo sapore ma lui mi spronò a fare in fretta perché non aveva molto tempo. E così lo ingoiai tutto, succhiandolo come un forsennato. Lui cercava di godere piano per non farsi sentire ma si intuiva che aveva voglia di sborrare al più presto. Mi afferrò per le orecchie e cominciò a scoparmi forte la bocca. Ci sapeva fare davvero. Poi però si fermò e temetti che volesse andar via per paura che qualcuno lo scoprisse. Invece si sfilò completamente i pantaloncini e le mutande, mi fece alzare, mi girò, mi appoggiò ad un albero, mi sollevò la gamba destra e mi penetro. Con forza, brutalmente. Tutti i suoi enormi 20 cm entrarono in me in un colpo solo. Provai un dolore lancinante. Lui lo capì e si fermò un attimo per darmi il tempo di riprendermi. Poi però appoggiò il suo corpo sudato alla mia schiena e cominciò a pompare come un pazzo. Sentivo il mio culo che si apriva sotto i colpi del suo bellissimo uccello. L’odore del suo sudore mi stava mandando in estasi e così sborrai dopo poco sul tronco a cui ero appoggiato. Ma lui non si perse d’animo. Continuò a scoparmi il culo grugnendo come un maiale, fino a quando lo sentii ansimare più forte, segno evidente che stava per venire. Scarico dentro di me tutta la sua sborra, restò ancora un attimo fermò per riprendersi e poi uscì da me. Sì pulì l’uccello con delle foglie, si rivesti e se ne andò tra i cespugli, così come era arrivato. Io rimasi lì, col culo grondante di sborra e completamente rotto dal suo cazzo. Mi portai una mano sul buchetto, raccolsi la sborra che ne usciva e me la portai alla bocca. Volevo sentire che sapore avesse la sborra del mio bel ragazzo del Luna Park.
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