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Gay & Bisex

Storia di un ragazzo. Cap. 4 - La svolta


di Marmarpe
23.01.2016    |    2.689    |    0 8.5
"Poi scese a leccarlo e vi affondò la lingua..."
"Forse avevi ragione tu. Io sono sposato, ho dei figli. Non è questa la strada giusta per me. Scusami." questo era scritto sul biglietto che Fabrizio aveva lasciato a Marco prima di andare via. Avevano dormito abbracciati, tutta la notte. Per la prima volta nella sua vita Marco si era sentito protetto e desiderato. Forse si era illuso. O forse no. Ma quello che adesso contava è che tutto era finito, prima ancora di iniziare. Del resto anche lui sapeva che questa era l'unica cosa giusta. La cosa che l'avrebbe fatto soffrire di meno. La cosa che avrebbe ferito meno persone possibili. Ma allora perché stava piangendo? Marco non seppe darsi una risposta convincente. Pensò che Fabrizio gli sarebbe mancato. Pensò a quanto sarebbe stato difficile incontrarlo e far finta di niente. Ma pensò anche che Fabrizio non era la persona giusta per lui. E questo lo sollevava.
Uscì sul balcone e fissò il bar dove tutto era cominciato. Gli sembrò di sentire la voce di Fabrizio che lo chiamava. Gli sembrò di sentire il suo odore. Una folata di vento gli scompigliò i capelli e Lo riportò alla realtà, portando via con sé tutti i suoi pensieri. La settimana passò velocemente e ogni giorno Marco incontrò Fabrizio in cantiere. Si salutavano e tutto finiva lì. Perfino Alfio faceva finta di niente e così Marco si convinse che tutto fosse ormai superato. Marco trascorse il venerdì sera con gli amici e, tornando a casa, pensò che gli avrebbe fatto bene staccare un po' e così decise che il giorno dopo sarebbe partito per Roma per passare il week end nella capitale. Arrivò a casa, scese dall'auto e, mentre cercava le chiavi di casa, vide nell'ombra una sagoma sul muretto antistante la porta. Si avvicinò per vedere meglio e in un attimo capì che era lui. Fabrizio stava dormendo su quel muretto. Per un attimo si preoccupò,'pensando ad un malore e così lo strattonò cercando di svegliarlo. Fabrizio si svegliò di soprassalto, guardò Marco e gli sorrise. Quel sorriso fu di una bellezza e di una tenerezza che a Marco mancò il respiro. "Ma che ci fai qui?" Gli chiese. "Ti stavo aspettando" rispose Fabrizio. "Ma potevi chiamarmi. E se non fossi tornato a casa? Avresti aspettato qui fino a domani mattina?" Lo incalzò "Ti avrei aspettato anche un giorno intero, perché senza di te io mi sento male". Rimasero in silenzio, entrambi con lo sguardo basso. Marco non sapeva cosa dire. Avrebbe voluto dirgli che era felicissimo di trovarlo lì, avrebbe voluto dirgli che anche lui era stato male, avrebbe voluto dirgli mille cose. Ma non disse nulla. Si sedette sul muretto accanto a Fabrizio e gli mise una mano sulla spalla. Fabrizio si voltò verso di lui e incrociò il suo sguardo. Cominciarono a baciarsi, come se quella fosse l'unica cosa che avevano da dirsi. Fu il bacio più bello che Marco avesse mai dato a qualcuno. "Voglio fare l'amore con te" gli disse Fabrizio. " Voglio fare l'amore fino a non poterne più". Salirono in casa e in un attimo furono senza vestiti. Fabrizio lo prese in braccio e lo portò sul letto, si sdraiò su di lui e con le dita cominciò a cercare il suo buchetto. Poi scese a leccarlo e vi affondò la lingua. Marco era in estasi, voleva quell'uomo, lo voleva più di ogni altra cosa. Fabrizio si tirò su e allargando le natiche di Marco con le mani, appoggiò la cappella sul buchetto. Si fermò un attimo e guardò Marco negli occhi. Lui lo implorò "Ti prego Fabri, fammi tuo, ti voglio". Fabrizio entrò come sempre, con violenza, senza nessuna delicatezza. Il suo cazzo cominciò ad andare avanti e indietro senza sosta e intanto lui urlava di piacere. Si accasciò su Marco e riprese a baciarlo mentre lo scopava. "Voglio tutto di te", gli urlò Marco. Fabrizio uscì dal suo culo, lo fece girare a pancia in giù e continuò a scoparlo. Entrambi stavano godendo come mai avevano fatto nella loro vita. Sentire il torace villoso di Fabrizio sulla sua schiena mentre lo scopava aumentava ancora di più l'eccitazione di Marco che non riuscì più a trattenersi e sborrò sulle lenzuola. Fabrizio invece sembrava instancabile. Uscì di nuovo dal culo di Marco, stavolta si mise sdraiato e fece sedere Marco sul suo cazzo. Marco si muoveva su di lui e Fabrizio spingeva con forza il cazzo dentro di lui. "Sto venendo, Marco... Sto venendo!" Urlò all'improvviso. Marco si alzò in un attimo e appoggiò le labbra alla cappella di Fabrizio che esplose in una sborrata memorabile. Marco ingoiò tutta la sborra che poté e si accasciò esausto con la testa sulla pancia di Fabrizio. Restarono in quella posizione per diversi minuti. E fu ancora Fabrizio a parlare, come la prima volta a casa sua:" Partiamo insieme domani. Dico a mia moglie che vado fuori per lavoro e passiamo il week end insieme!". Marco non sapeva cosa dire. Quando sentiva la parola "moglie"'si irrigidiva e la sua testa si riempiva di mille pensieri. Ma stavolta disse di sì. E si sentì felice per averlo fatto. Abbracciò Fabrizio e lo baciò. "Non voglio perderti", gli sussurrò all'orecchio. "Nemmen..." Le parole di Fabrizio furono interrotte dallo squillo del suo cellulare. Fabrizio corse in cucina a prenderlo e rispose:" Pronto Francesca, scusami ero al bar... Non mi ero accorto dell'ora. Torno subito". Marco capì che si trattava di sua moglie e non disse nulla. "Devo andare" disse invece Fabrizio. "Domani partiamo, stai tranquillo", continuò. Raccolse i suoi vestiti sparsi per la casa, si rivestì in fretta ed andò via. Marco rimase sul letto a fissare il soffitto. Come al solito non sapeva cosa pensare. Ma forse, ancora una volta, era meglio non pensare.
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