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Gay & Bisex

Io e Claudio


di allthom
26.06.2017    |    7.619    |    4 9.5
"Andammo avanti per un quarto d’ora circa a scambiarci messaggi, gli chiesi allora di vedere una sua foto, non ne aveva dal pc da cui si stava collegando però..."
Claudio lo conobbi in chat. C'incontrammo nonostante il fato avverso provasse in tutti i modi a tenerci separati e la nostra storia durò un anno e mezzo.

All’epoca ero attratto principalmente dagli uomini maturi e non era così difficile suscitare la loro attenzione nelle stanze delle chat.

Bastava dichiararsi con una frase tipo: “20enne cerca zio…” ed immediatamente ti si aprivano una decina di inviti a chat private.

Vero che spesso venivi scambiato per un prostituto, vero che spesso le persone che rispondevano all’annuncio si rivelavano degli esseri squallidi che incontrandoli per caso in metro avrei schifato tranquillamente, qualche volta però veniva fuori un incontro interessante che compensava tutti quelli che si erano rivelati inutili perdite di tempo.

Le cose con Claudio si fecero subito interessanti, quella sera non avevo lanciato alcuna esca ma mi limitavo a cazzeggiare con alcuni amici presenti in chat. Cogliendo una mia battuta mi aprì una chat privata presentandosi.

Era un professore universitario, bisessuale.

Ci tenne subito a chiarire che era sposato, che cercava solo divertimento e che la moglie era a conoscenza delle sue scappatelle, che tollerava in cambio di altrettanta libertà.

Mi piacque il suo modo sincero e sicuro di porsi. Gli diedi spago. Gli raccontai di me, chi ero, cosa facevo nella vita e cosa cercavo normalmente in quella chat. Andammo avanti per un quarto d’ora circa a scambiarci messaggi, gli chiesi allora di vedere una sua foto, non ne aveva dal pc da cui si stava collegando però la sera successiva sarebbe stato ospite di una trasmissione di una TV locale, quale migliore occasione per vederlo? Ci scambiammo gli indirizzi mail e ci salutammo con l’intenzione di risentirci via mail nei giorni successivi e magari fissare un appuntamento.

La sera successiva uscii per andare a vedere un concerto e mi dimenticai completamente del mio insolito appuntamento televisivo.

Un paio di giorni dopo mi arrivò una sua mail, era curioso di conoscere la mia opinione sulla sua performance in tv...performance che io avevo perso. Confessai di non essere riuscito a vederlo per altri impegni, lui lì per lì fu un pò deluso però qualche giorno dopo sarebbe di nuovo comparso in una trasmissione, nazionale stavolta, se mi fossi ricordato di buttare un occhio in tv avrei soddisfatto la mia curiosità. Mi appuntai la cosa su un post-it accanto al video del pc.

Anche stavolta però mancai il mio appuntamento virtuale, un problema di lavoro mi tenne bloccato fuori dall’ufficio per quasi tutto il giorno impedendomi di accendere la tv. Gli scrissi appena recuperata la mia postazione di lavoro, scusandomi e rimandando il nostro incontro ad un altra volta, chiedendogli comunque di inviarmi una sua foto, per tagliare corto gli allegai la mia e gli mandai il mio numero di cellulare.

Di quando in quando consultavo la posta, anche da casa, ma da Claudio nessuna risposta, tanto che arrivavo a pensare si fosse offeso.

Poi la notte facendo zapping in tv la sorpresa: stavano dando in replica la trasmissione del pomeriggio che mi ero perso.

Messo li a guardare, aspettavo con curiosità e quasi ansia il momento dell’intervista. Dopo l’ennesimo stacco pubblicitario eccolo finalmente: la prima cosa che mi colpì fu la sua altezza, Claudio è alto due metri. La seconda cosa che mi colpì fu la sua prestanza fisica, un fisico che si intuiva ben proporzionato (ed infatti era solito passare le pause pranzo in palestra). Poi c’erano i capelli biondo cenere e la mascella decisamente volitiva con una curiosa fossetta in mezzo. Insomma mi entrarono gli ormoni in tilt ed iniziai a maledirmi per la mia distrazione.

Passarono ancora un paio di giorni, avevo provato a mandargli una mail ma inutilmente senza risposta alcuna, non mi era tornato neanche l’avviso di lettura. Il pomeriggio mentre cercavo inutilmente di concludere qualcosa a lavoro il telefono iniziò a squillare, un numero sconosciuto di Milano, era Claudio.

Si scusava per essere sparito ma era fuori ad un convegno, finalmente quel pomeriggio era riuscito a leggere la mia mail, in serata rientrava a Roma, ci demmo appuntamento per il giorno dopo in un bar per pranzare assieme.

Il giorno dopo mi recai all’incontro come avrebbe fatto un’adolescente al suo primo appuntamento, mi ero messo il mio completo migliore, mi ero tutto acchittato perché volevo far colpo insomma.

Claudio mi aspettava ad un tavolo nel giardino del locale, e la conoscenza dal vivo confermò le impressioni avute guardandolo in tv. Era ben più alto e piazzato di me e non potevo fare a meno di sperare che fosse anche altrettanto dotato dal punto di vista sessuale.

Era alto 2 metri esatti con un fisico scolpito dal nuoto e dalla palestra, portava una camicia attillata che metteva ben in risalto i suoi pettorali, i jeans neri fasciavano il sedere tornito, quasi perfetto nella sua forma a mandolino e poggiavano su due cosce degne di un difensore centrale di serie A. La fossetta sul mento era poi adorabile.

Entrammo subito in sintonia condividendo idee e passioni sulla musica e sul cinema ed ovviamente parlando di noi. L’oretta libera del pranzo passò assai in fretta, e alla fine prese lui l’iniziativa invitandomi ad uscire a cena la sera stessa, la moglie era fuori per lavoro e lui non aveva voglia di cucinare e cenare da solo a casa.

Accettai di corsa ovviamente e poco dopo le 5 mi fiondai a casa dal lavoro (vi ho già detto che ero agitato come un adolescente?) per prepararmi all’appuntamento, oltre a scegliere la mia camicia migliore mi depilai e feci un bel clistere e alle 9 esatte ero davanti al ristorante dove avevamo concordato di vederci.

La cena filò via piacevolmente come il pranzo, tra chiacchiere allegre, risate e bottiglie di vino e da vero signore pagò lui il conto.

Rimontammo in macchina, si offrì di darmi un passaggio fino a casa dove però non potevo farlo salire a concludere la serata. Ero infatti da poco tornato a vivere con i miei genitori essendo stato sfrattato dall’appartamento che avevo affittato. Ero in cerca di una nuova casa ma non l’avevo ancora trovata.

Si diresse allora verso il suo studio che aveva attrezzato anche con un divano letto ed eletto a propria alcova.

Al primo semaforo mi poggiai alla sua spalla con la testa e sfiorai le sue labbra, lui sembro felice del gesto inatteso e si piegò in avanti verso di me stringendomi forte e stampando un bacio ben più forte sulla mia di bocca, il verde non ci diede tempo per altro.

Ripreso il tragitto tornai a coccolarmi a lui, sentivo la tensione dei suoi muscoli forti e mi piaceva, lentamente con il dorso della mano iniziai a massaggiare il pacco, ero oramai curioso di sapere se il suo cazzo era proporzionato al resto del fisico.

Al secondo semaforo tornai a baciarlo e stavolta anche le nostre lingue si incontrarono, mentre la mia mano destra slacciava la cintura ed i bottoni dei pantaloni facendosi strada tra le mutande e rimanendo assolutamente soddisfatta di quello che trovava.

Tirai fuori il suo cazzo barzotto ed iniziai a masturbarlo lentamente mentre guidava, il “pompino al volante” è la mia specialità sviluppata ed approfondita ai tempi di Gianni quando passavo con il mio uomo più tempo sull’Aurelia a momenti che a casa, e con mia enorme sorpresa mi trovai nel giro di pochi minuti il cazzo più grosso che avessi mai visto fino ad allora e anche fino ad oggi. Una vera bestia, enorme, per dare un’idea potevo afferrarla con due mani una sopra l’altra ed ancora ne avanzava un bel pezzo da mettermi in bocca.

Neanche nei film porno avevo mai visto una cosa del genere

Incuriosito e appassionato da quell’enorme appendice al terzo semaforo mi slacciai la cintura e mi piegai su di lui prendendolo in bocca:
ehi che fai, così andiamo a sbattere…
sono curioso e voglioso dissi ficcandomi il suo cazzo in bocca
aspetta fammi accostare almeno…
shhhh zitto e guida, lasciami fare, e senno quando arriviamo da te?
Per prima cosa me lo misi in bocca, spingendolo bene fino in gola, volevo vedere quanto ne avanzava fuori perché di sicuro non sarei mai riuscito a ficcarmi tutto in gola un affare del genere.

Poi iniziai a leccare la cappella come fosse un gelato sputandoci sopra litri di saliva per lubrificarla ben bene, però siccome sentivo che la macchina era ripartita e non volevo mandarlo fuori di testa prima del momento giusto, abbandonai quel bel cono e mi concentrai sull’asta, leccavo fino alle palle e ritornavo su fino alla cappella continuando a bagnarla con la mia saliva.

Alla fine sentii la macchina fermarsi ed il motore spegnersi.
Siamo arrivati dai alzati e fammi rivestire che mica posso scendere in strada con i pantaloni tirati giù…
perchè no? non mi sembra ci sia tutto ‘sto traffico pedonale a quest’ora…

Mi portò nel suo studio, un appartamento al piano terra con tre camere, una fungeva da sala d’attesa, poi c’era il suo ufficio ed un comodo bagno.

Aspetta che mi vado a rinfrescare un attimo e mi infilai nel bagno dove mi feci un bel bidè

All’uscita dal bagno lo trovai che apriva il divano trasformandolo in un letto a due piazze, mi avvicinai alle sue spalle e gli saltai addosso, lui per un momento barcollò poi ritrovò l’equilibrio mi prese in braccio e mi mise a sedere sul letto, feci per avvicinarmi ai suoi pantaloni ma mi bloccò le mani:

Ora aspetta tu, è il mio turno di andare a rinfrescarmi...

Appena entrato in bagno sentì l’acqua della doccia che iniziava a scorrere, iniziai a spogliarmi e appena tolto le mutande eccolo ritornare avvolto in un grande asciugamano bianco, sembrava una statua antica, greco o romana, oltre alla mascella adornata da una fossetta nel mento che avrei imparato a baciare aveva spalle larghe e pettorali ben definiti, mi si piazzò davanti e lasciò cadere l’asciugamano in terra mostrandomi tutto il suo arnese ormai ben in tiro...ed io mi spaventai...da seduto in macchina prima non rendeva bene come ora...il suo cazzo era enorme...mi avesse penetrato mi avrebbe sfondato qualche muscolo, ed io apprezzo come lavorano i muscoli del mio culo.

Non mi persi d’animo però, mi misi in piedi sul letto lo abbracciai e cominciai a baciarlo, prima sugli occhi, poi sul viso ed infine sulle labbra, le nostre lingue giravano a mulinello, scesi poi al collo, al petto, succhiandogli i capezzoli mentre anche lui pizzicava dolcemente i miei e poi arrivai finalmente al suo membro.

Lo bagnai con la saliva, lo presi con le due mani, mi misi la cappella in bocca e dopo averla leccata e succhiata ben bene iniziai a pomparlo.
Mi faceva male la mascella dopo un pò che tenevo in bocca quel coso però alzando gli occhi verso di lui vedevo il suo viso contrarsi estasiato e questa immagine mi “caricava” per continuare, quando mi stancavo di tenerlo in bocca, mi staccavo e continuavo leccando l’asta e le palle, poi succhiavo lo scroto, mi abbassavo ancora di più verso il perineo e tornavo su fino alla cappella con la lingua, riprendevo tutto in bocca e continuavo a pomparlo.

Lui mi ferma, ferma la mia testa tra le sue mani e tutto serio guardandomi negli occhi mi fa:
- Ti voglio inculare ora.

Ed io, eccitato si ma anche spaventato dagli effetti che poteva produrre godzilla sul mio sfintere:
- Senti. Claudio, è vero ho avuto una relazione fissa per due anni ed insomma, o scopato tutte le settimane negli ultimi 3, però un cazzo come il tuo non l’ho mai provato e ad essere sincero mi fa un po paura, insomma ci tengo a non distruggermi la muscolatura la in basso, perchè stavolta non continuiamo solo con la bocca?
- Oh Tommi, non sei mica il primo ragazzo che trombo...fidati di me, mica ti voglio violentare...mi piaci, mi piaci come baci e ti voglio inculare, fidati, mi disse tenendomi il viso e baciandomi sugli occhi, fidati e non avere paura, non voglio farti del male, voglio che godiamo.

Cosi dicendo tirò fuori da un cassetto un tubo di lubrificante, mi fece sdraiare sul letto a pancia sotto con un cuscino proprio sotto il bacino, aprì il tubo e ne spremmette un’abbondante quantità sul mio culo, poi si sdraiò accanto a me ed iniziò a spargere il lubrificante sul sedere con le sue mani, partiva dall’ano, poi lentamente il massaggio si allargava fino alla schiena per poi ritornare all’ano dove metteva prima un dito, poi un altro, poi riprendeva a massaggiarmi il sedere e la schiena e poi ricominciava a penetrarmi il culo con le dita.

Nel frattempo ce lo avevo sdraiato accanto a me, attaccato il mio corpo al suo, le mie labra travarono le sue ed iniziai a baciarlo, le nostre lingue si incontravano e ripetevano lo stesso movimento centrifugo della sua mano sul mio fondoschiena, lo baciavo, gli leccavo il volto e nel frattempo lui spingeva il terzo dito dentro il mio culo. Ad un certo punto ritenne che fossi pronto, si alzò si mise dietro di me, lo sentivo armeggiare con i profilattici ed il tubetto di lubrificante poi:
- stai tranquillo, respira profondamente e rilascia tutti i muscoli

Seguii le sue istruzioni, sentivo quell’enorme palo di carne farsi strada nelle mie viscere, cercavo di non contrarre i muscoli, lui faceva piano, si “affacciava” dentro di me stava un po per darmi il tempo di abituarmi e poi si ritraeva, riaggungeva il librificante al mio culo e al suo cazzo e tornava a penetrarmi un pò piu’ profondamente di prima, ad un certo punto lo sentì dare una piccola spinta e le sua palle che sbattevano sul mio culo, era entrato tutto fino in fondo.
- Arrivato, che ne pensi?

E che ne dovevo pensare? Ero estasiato, stavo provando una gamma di sensazioni completamente nuove, il suo affare sbatteva sulla mia prostata ed il mio cazzo era dritto e godevo come un matto senza il bisogno di toccarmi minimamente.

Iniziò a spingere, prima lentamente, tirava fuori due/tre centimetri del suo cazzo e li rimetteva dentro sempre delicatamente, poi con maggiore velocità. Godevo, godevo come mai avevo goduto e come raramente ne avrei avuto possibilità in futuro, sentivo le sue palle che sbattevano sul mio culo, sentivo quella incredibile nerchia strofinarsi contro le pareti del mio ano e godevo come un matto, ad un certo punto sborrai, sborrai senza essermi mai toccato e mentre sentivo il ritmo dei suoi colpi dietro di me crescere, ero all’estasi, lui allora si fermò, usc’ da me, mi si sdraiò accanto, io mi piegai su di lui, gli tolsi il preservativo e mi ficcai il suo cazzo in bocca, ripresi a leccarlo e pomparlo e dopo pochi minuti un gigantesco fiotto di sborra mi investi la bocca, il viso il collo. Mi fiondai sopra quella cappella enorme che spuzzava sborra, la inghiottii la cappella, continuando a leccarla, inghiotii pure la sua deliziosa sborra, e mentre lo leccavo e baciavo scendevo fino allo scroto, presi le sue palle in bocca e tornai su fino al prepuzio, per rmiettermelo in bocca e contunuare a succhiarne il bianco nettare.

Poi crollammo addormentati e sfiniti entrambi.

La mattina dopo al risveglio decidemmo d’incontrarci anche nel fine settimana. E piano piano anche i fine settimana successivi (e spesso anche in mezzo alla settimana) per un anno e mezzo.

Dopo un paio d’incontri Claudio mi fece un regalo: un plug anale. Lo mettevo sempre il pomeriggio prima di incontrarci, oltre ad allargarmi il culo preparandolo per il successivo incontro con il mio godzilla preferito, spingeva il mio livello di eccitazione a livelli altissimi.
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