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Università - Sesso nel tram 2


07.06.2025 |
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"" - e mi fece sentire un’ondata del suo sperma caldo nell’intestino..."
Per un po’ non ci incontrammo sul tram e ci perdemmo di vista. Una però notte rividi Sergio salire. Era mezzo ubriaco, puzzava di birra ed era in compagnia di un paio di amici. Immediatamente mi afferrò per il braccio chiedendomi con voce impastata di fargli una pompa.– "No, senti…davvero lascia perdere…" - Cercai di obiettare, eccitandomi.
Con gli occhi stravolti, Sergio cominciò a tastarmi i glutei: "Te ricordi che c'avemmo na cosa in sospeso noi due..."
Gli amici chiesero come mai mi conoscesse e lui disse che ero solo un frocio che l'aveva spompinato una volta.
Provai a schiacciare il tasto della fermata gridando all'autista: "Che, mi apre dietro?"
Con movimenti grotteschi, Sergio m’afferrò per i fianchi tappandomi la bocca: "Statte bono che stasera te apro io! C'ho una voglia di ficcarte a sangue che non c'hai manco idea!"
L'autista chiese cosa stesse succedendo e uno degli amici lo tranquillizzò, affermando che ero una "cagnetta” che già conoscevano.
Sergio: "Oh, adesso fai la brava, se ce fai svota' le palle e noi non te facciamo male. Ce volemo solo diverti' un po’... Dai, come l'altra volta, ma a tre insieme..."
Tentai ancora di divincolarmi, ma schiacciato dal peso dell’altro mi vidi nuovamente spinto alla parete, obbligato a respirare il suo alito di birra. Morivo dal desiderio, ma mi rifiutai ancora e quello mi prese per il collo: “Guarda che te conviene ubbidi'."
“Lasciami in pace ….. Vattene”.
Strinse forte fino a farmi male, tanto che annuii, pensando di doverli solo spompinare: “Va bene, farò quello che volete...”
Si lanciò sopra di me, infoiato. Venivo leccato ovunque, mentre dita enormi mi penetravano la bocca o mi tastavano il culo. Sospeso tra imbarazzo e desiderio, non opposi più alcuna resistenza mentre, leccandomi la guancia, Sergio: “Di la verità, c'hai una gran voglia di cazzo… eh?”
Aveva ragione. Trovavo eccitante la fantasia di essere preso apparentemente contro la mia volontà.
Un’altra mano mi strizzó i capezzoli, mentre Sergio si calava i pantaloni: "Attaccate ar manico! Lo conosci... Ma ce stanno novità!"
Non indossando mutande, mise in luce un uccello depilato il cui glande era perforato da un anello. Stessa sorte era toccata ai testicoli che erano stati addobbati con una sequenza di ben quattro cerchi metallici. La prima volta non era così.
Mi afferrò la testa e se la portò al sesso. Non provai nemmeno a ribellarmi, lo inghiottii subito e cominciai a succhiarlo. Quando me lo tirò fuori, leccai le palle gonfie e dure, per poi risalire lungo l’asta e farla entrare per quanto possibile in bocca.
Il conducente chiese se andasse tutto bene. I due amici, che si erano messi in modo da nascondergli la scena, aprirono il sipario giusto quando glielo stavo ciucciando con passione.
Uno dei due gridò: "Oh, tu che dici?"
E l’altro aggiunse: "Se pure tu c’hai li cojoni pieni, poi ce sta pure pe’ te! Tanto a chi tocca ‘n se ‘ngrugna".
L’autista disattivó le telecamere: "Io c’ho mi’ moglie. Fate presto che tra un po’ ce sta il capolinea. E io non ho visto niente!"
Sergio cominciò a schiaffeggiarmi, colpendomi le gote con il cazzo.
Nel frattempo gli altri due porci mi stavano spogliando. Mi sfilarono la maglietta, mi calarono i pantaloni e le mutande fino a mezza coscia.
Mentre continuavo a succhiare, mi ritrovai carponi sul pavimento e sentivo una lingua che mi leccava la fica anale.
Aumentai il ritmo del pompino strappando a Sergio un gemito di godimento: “Siii… Succhiame tutto… Cosììì... Ahh”.
Poi si diedero il cambio. Avevo sempre la bocca impegnata, mentre con le mani masturbavo gli altri due.
Sergio bloccò la giostra: "Mettete bene de culo che te sfonno!"
Mi poggiai sul sedile in preda ad un’intensa eccitazione. Lo pregai di non farmi male e quello: "Stai a scazza’? Che gusto ce sta pe' n'omo se non te faccio piagne?"
L’amico di Sergio gli chiese sghignazzando: "Oh’ Se’, ma quanti te ne sei fatti? Che sei frocio pure te?"
"De solito vado a mignotte e la meglio è tu madre che tanto je piace che nu se fa paga'! Quanno non lavora lei, se n'altro invece della figa me da er culo, io fotto, me sto zitto e vaffanculo!"
Sollevatomi il bacino, mi sputò sull’ano e chiese ai due amici di imitarlo. M’irrorò il culo con la birra e insinuò prima un dito ricoperto di saliva, poi due, infine tre.
Mentre Sergio si lavorava il mio buchino, gli altri mi costrinsero nuovamente a succhiare i loro cazzi ancora più eccitati.
Sentivo che anche la mia eccitazione stava aumentando, cominciava a dolermi, mentre quelle molteplici sollecitazioni mi facevano fremere.
Tenendosi con la destra la base dell’asta svettante, Sergio mi allargò le natiche glabre.
“Statte bono e apri bene…” mi intimò, prima di puntarmi la cappella sul buchetto. Si avvicinò, fino a spingerla.
Tra contorcimenti improduttivi, mentre quello stava forzandomi lo sfintere, sentii un tale dolore, forse per l'anello che aveva alla base del glande, che istintivamente provai a tirarmi indietro: "No... Lasciamo perdere!"
Spazientito, fissandomi con occhi foschi, Sergio: "Nu’ me fa incazza’ che te menamo!"
Impulsivamente, cercai ancora una volta di divincolarmi, ma la mia l'eccitazione non calò. Dardeggiando la viscida lingua nelle mie orecchie, con voce alterata dall’agitazione: "Tanto lo so che te piace… A quelli educati come a te il cazzo burino gli piace sempre!"
Mi diede un colpo secco.
Non resistetti: "Cazzo! Siiihhh..."
Si fermò giusto un attimo, guardò uno dei due complici e cominciò a stantuffare ripetutamente nel mio anello di carne.
Continuando a dimenarmi e abbrancando il sedile, non feci altro che facilitare la penetrazione di Sergio che, con le gote paonazze e le mani sudate, m’attraversava sempre con maggiore brutalità.
- "Ehi, questo ce sta a prende' gusto..."
Era vero. Sentivo nettamente il cazzo stretto nella calda morsa anale e intravedevo il suo corpo, fradicio di sudore, ormai divenuto un fascio di muscoli tesi; le braccia a ogni colpo si contraevano, le gambe leggermente divaricate sicuramente lasciavano intravedere, sotto il sesso, la sporgenza dello scroto depilato che ritmicamente sentivo sballottare tra le mie chiappe.
I due compari, seduti vicino a noi e stravaccati a cosce larghe, avevano cominciato a segarsi, continuando a bere birra. Fissavo i loro cazzoni duri, mentre me li accostavano alle labbra, non lasciandoseli succhiare. Mi trattavano come una troia famelica e ridevano dei miei desideri insoddisfatti.
Infliggendomi sciabolate violente, entrando e uscendo rabbiosamente dal mio corpo, Sergio mi seviziò, senza dirmi una parola, limitandosi a bestemmiare. Con il volto schiacciato sul sedile, fissavo il cazzo dei compari, le loro capocchie paonazze che entravano e uscivano dalla pelle dell'asta.
- "Non ve lo volete scopa' pure voi? Questo gode a esse' violentato in culo come una cagna! Me lasciate il buco pulito e je venite in bocca dopo!"
- “Se vede che c’è abituato!”
Mi scoparono il culetto tutti, alternandosi, finché i due amici di Sergio non si misero davanti alla mia faccia, masturbandosi affannosamente. Li vidi aumentare il ritmo finché non fui colpito da uno, due, tre spruzzi ognuno, forse quattro. Il loro sperma era abbondante, liquido, filamentoso, caldo...
Il sudore di Sergio intanto mi gocciolava sulla schiena. Sentivo le sue mani, il fiato pesante sul collo, la sensazione irritante della sua barba, ma infine….infine mi concentrai sempre più su quell’acuto e doloroso piacere.
Ormai lo sperma era pronto a schizzarmi fuori. Così, sussultando a scatti sotto i contraccolpi, lo feci sgorgare, come la prima volta che avevamo fatto sesso, sul sedile di plastica grigia.
Stimolato dalle molteplici contrazioni anali, Sergio - "Porca de na mignotta...dalla gola te lo faccio usci'..." - e mi fece sentire un’ondata del suo sperma caldo nell’intestino.
L’autista, che aveva evitato di fermarsi alle soste intermedie, gridò: "Capolinea!"
I tre scesero di corsa.
Il conducente si alzò dal suo posto per verificare in che condizioni fossi: "Tutto bene?"
-"Si, grazie. Mi pulisco e scendo..."
Quello, tirandosi fuori il cazzo duro: "Lascia sta', me vai bene pure così pe' na pompa...Ma facciamo presto che mi' moglie me rompe i coglioni se torno tardi!"
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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