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Gay & Bisex

L'UNIVERSITÀ - SESSO NEL TRAM


di Membro VIP di Annunci69.it chupar
30.06.2023    |    4.534    |    5 9.5
"Con la sinistra lo agguantai, infilandomelo tutto in bocca, fino alla gola..."
Avevo incontrato quell'uomo più di una volta, nonostante avessimo messo paletti che oltre al sesso non bisognasse andare. Ogni volta che che ci incontravamo mi dicevo che avrei dovuto lasciar perdere. Ero alla ricerca di un po’ di sano sesso duro. Non volevo le sfumature, i movimenti lenti e ricercati. Ero in cerca di una situazione primordiale, di un uomo cacciatore che facesse di me la sua preda sessuale. E lui era perfetto. Mi chiedeva di avere rapporti solo con lui perché aveva famiglia e aveva paura delle malattie. Io avevo accettato la cosa, perché mi piaceva molto. La cosa era andata avanti ma a me iniziava a pesare il fatto che fosse sposato, oltre al fatto che sospettavo mi tradisse. Dopo due mesi di conoscenza mi aveva mollato senza una precisa spiegazione e quella sera, fresco di questa novità, ma ne stavo tornando a casa, consapevole di quante cazzate la mia voglia mi avesse fatto fare fino a quel momento.
Non avevo capito con esattezza che lavoro facesse Sergio e, in verità, non gliel'avevo mai voluto chiedere esplicitamente. Ci incontravamo quasi tutte le sere nell'ultima corsa del tram che ci portava a casa, al capolinea. Di solito restavamo solo noi due ed io sono stato sempre attratto da persone diverse da me. Quando avevo visto quel trentenne in canottiera, con la barba incolta, i tatuaggi e il piercing sul naso e sui capezzoli, avevo cercato di conoscerlo. Dopo diversi di mesi di chiacchiere generiche e di convenevoli, eravamo ormai entrati in confidenza.
Una sera standosene stravaccato sul sedile, con indifferenza: "Oggi giornata de merda... M'hanno licenziato!"
- "Da dove?"
- Faccio tatuaggi, anzi facevo..."
- "Mi spiace!"
- "A chi lo dici? Sto nervoso e devo sfoga'..."
Ero seduto a fianco a lui. Indossava una magliettina a giro maniche che metteva in evidenza delle braccia forti, muscolose e piene di vene. Aveva uno scollo ampio tanto da far notare la separazione dei suoi pettorali, puntellati dai peli in ricrescita. Un pantalone mimetico, sdrucito in più punti, e delle scarpe da tennis. Ma la cosa che più mi faceva eccitare di più, era un nuovo tatuaggio che aveva sulla parte destra collo. “Chissà che gran porco che sarà a letto”, pensai.
Prendendomi la mano, se la mise sul cazzo sghignazzando, pensando l'avrei mandato a quel paese: "Me dai tu 'na mano?"
Avevo una gran voglia. Così andai con la mano dove ero sicuro di poter saziare quella voglia. Avevo il cuore a mille, ma ormai ero lì. Sapevo che avrei dovuto toglierla e fingermi quasi offeso. Sergio, non vedendo nessuna reazione di rifiuto, fece scendere la zip. Si tirò fuori un signor cazzo, molto largo, immerso in un bosco di peli neri, e iniziò a segarsi. Nello sguardo di Sergio si accese una lucetta maliziosa. Mollò la presa, sorrise: "Sei passivo o attivo?"
Cominciai a masturbarlo senza neppure pretendere che ricambiasse: "Passivo."
- " Se vieni a casa mia ti apro il culo...."
- "No...non se ne parla neppure!"
Mise la sua giacca leggera sul sedile davanti, creando una specie di sipario.
Gli chiesi: "Ti piace?"
- "Sì… C'hai 'na bella mano!"
- "Lo sai che hai veramente un gran bel cazzo?"
Mi sussurrò all’orecchio: “È tutto tuo, divertiti!”
Si aprì meglio la patta, si sollevò la magliettina fino all'ombelico e divaricò le cosce: "Guardo io se sale qualcuno!"
- "No, dai..."
- "Te dico de sta' tranquillo... Vai! Che te offro 'na bella bevuta!"
Era pieno di tatuaggi e aveva due grossissimi coglioni e un uccello già in tiro. Era davvero irresistibile. Così, passato l’imbarazzo iniziale, gli chiesi solo di alzare il braccio e andai giù con la testa, iniziando a leccarlo pian piano, prima la punta, giocandoci e stuzzicandolo. Scosso da fremiti sensuali, in breve m'impadronii di quel cazzo, tirandogli un pompino di rara intensità. Sentivo nella mia bocca la sua cappella durissima e pulsante. Con la sinistra lo agguantai, infilandomelo tutto in bocca, fino alla gola. Poi, lentamente, ma tenendo ben serrate le labbra attorno al tronco, risalivo fino ad arrivare alla cappella.
- “Oh sì, continua! Ma nu me fa' veni' così… ”
Avevo preso in mano la sacca dei testicoli come se avessi voluto spremerli.
- "Te voi gode' solo in bocca 'na bella sborrata?!"
Sergio mi infilò la mano nei pantaloni, cercando la figa anale.
- "Che bel troione che sei!"
Si lubrificò le dita con la saliva e mentre io continuavo a fargli una pompa. Mi infilò prima un dito, poi, con molto garbo due, poi tre, sempre molto adagio. Mi sussurrò, mentre mi sditalinava, che quella sera dovevo essere una troia, la sua troia.
Dopo avermi fatto gustare quel dilatino lento, in breve lo fece diventare veloce, profondo e violento.
Mancavano solo un paio di fermate per arrivare a casa e temevo che l'autista si accorgesse di qualcosa.
Infatti sentimmo: “Invitiamo i passeggeri a mantenere un comportamento rispettoso. In caso contrario saremo costretti a chiamare le forze dell’ordine.”
Smise di spingermi la testa per darmi il ritmo del pompino e alzò il medio indirizzandolo al conducente.
- "Che bel culo rotto che c'hai" - mi disse prima di tornare a infilare prima un dito, poi due poi tre. La cosa, ovviamente mi eccitò. Ci soffiai sopra, lo leccai e succhiai con più intensità. Lo feci scivolare fino in fondo alla gola.
Mi ero lasciato convincere ad andare oltre. Mi posizionai lateralmente sul sedile. Poggiato al vetro, calai i pantaloni e mutande, mostrandogli il culo. Avevo allargato le natiche, raccomandandomi di appoggiarlo e basta. Sergio aveva indirizzato il suo uccello, fino a poggiare la cappella al mio buchetto pulsante. Mi aveva chiesto di entrare, che tanto non c'era nessuno e perché la successiva fermata era almeno a quindici minuti.
- "Hai preservativo?"
- "No, so' allergico!"
- "Allora no!"
Aveva insistito - “Non è mai morto nessuno per un cazzo nel culo!" - ma senza risultato.
Continuò a masturbarsi, strofinando la capocchia fra le mie chiappe lisce e premendola contro il mio buco.
- “C'hai il culo bagnato come una figa. Ti piace eh, troietta?”
Io, di rimando “Sì!"
Sentivo i suoi coglioni che sbattevano violentemente contro i miei. Avanti e indietro, uno sfregare continuo. Sentivo il suo cazzo sempre più grosso tra le mie natiche. Stavo per cedere, stavo per implorarlo d'incularmi con quel cazzo duro allo spasmo. Avevo un caldo bestiale e il culo che bruciava dalla voglia di prenderlo, quando avvertii il ritmo aumentare. Lo sentii ansimare.
- "Sergio, non venirmi addosso!", ma lui non sembrò nemmeno sentirmi. Proseguì a strofinare e a spingere con più forza, finché sentii la sua sborrata calda che mi bagnava il buco e che mi colava giù fino ai coglioni. Diede altri due tre colpi per svuotarsi completamente, ed io venni senza toccarmi, imbrattando il sedile di plastica.
Sergio si sdraiò sul sedile e mi chiese di leccarlo. Inebriato da quel maschio, gli ripulii per bene la cappella, succhiando le ultime gocce di umore. Gli toccai le cosce e mugolai “Sei buonissimo...”
Si sollevò, si scrollò il cazzo e si riabbottonò i pantaloni.
L'autista, esasperato da tanta spavalderia, accostò e fermò il mezzo. Uscì dal gabbiotto, spazientito: "Signori, questo è un mezzo pubblico, non una stanza d’albergo. Vi invito immediatamente a smetterla con certi atteggiamenti, o so costretto a chiama' le forze dell’ordine".
Mentre cercavo un fazzoletto per pulirmi, Sergio replicò: "Sì, sì.. Statte calmo, avemo finito... C'avevo le palle piene! Che cazzo dovevo fa'? Tu' madre era occupata stasera..."
- "Amico, guarda che ce stanno le telecamere, fai poco il galletto!"
- "Ecco, bravo. Allora rivedete il filmato e fatti du' pippe!"
L'autista tornò al suo posto, forse per evitare il peggio: “Centrale, qui è la 164. C’ho due individui che hanno fatto atti osceni a bordo. Chiedo pattuglia. Sto fermo a...”
Approfittando delle porte aperte, fuggimmo via. Recuperata una distanza di sicurezza - “Ti è piaciuto?” - mi chiese.
- “Sì, ho goduto.”
Lui di rimando: “Se c'hai voglia, siccome è piaciuto pure a me, ci possiamo vedere domani sera. Vengo qui a prenderti e andiamo a casa mia.”
Rifiutai, dicendo che era stato un errore ciò che avevo fatto e di essere fidanzato con una ragazza.
- "Oh, quante storie! Pur'io so' fidanzato, che c'entra? Ti è piaciuto il cazzo? Sì o no?"
- "Sì!"
- "Allora, me devi da' il culo. O me lo dai tu o la prossima volta me lo piglio!"




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