Racconti Erotici > Gay & Bisex > AUGURI PER IL COMPLEANNO - 1 - IL PARCHEGGIO
Gay & Bisex

AUGURI PER IL COMPLEANNO - 1 - IL PARCHEGGIO


di Membro VIP di Annunci69.it chupar
30.06.2023    |    1.955    |    1 9.7
"Sentii solo intense contrazioni interne..."
Era tardi, in effetti. E certi posti a quell’ora non andrebbero frequentati. Io, però, non avendo alternative avevo dato appuntamento a Maurizio la domenica successiva nel parcheggio di un noto centro commerciale. Non avevo voglia di invitarlo a casa. In realtà mi ero fatto prendere da un insensato senso di rispetto per quello stronzo del mio coinquilino che, nonostante tutto, continuava a piacermi parecchio.
Maurizio m’inviò un messaggio dicendomi che avrebbe tardato a causa della moglie alla quale, non essendo rientrata da lavoro, non poteva affidare la bambina. Il signor Pippo non era stato incluso dal figlio. Non voleva dargli conferma dei suoi “assurdi” sospetti sul fatto che fosse frocio. A suo dire, una cosa era stata la scopatona a casa, altro era un appuntamento a due, privo di spirito goliardico. Era un po’ quando da ragazzini ci si faceva le seghe insieme o reciprocamente, senza mai doversi baciare, però. L’esempio non mi sembrò calzante, ma in fin dei conti non volevo instaurare un dibattito con un manzo del genere.
In attesa del mio toro, cominciai a girovagare per il parcheggio. Altre auto facevano lo stesso, ma non diedi confidenza a nessuno, anche perché certi luoghi un po’ m’intimoriscono se ci vado da solo. Non era solo la paura di fare brutti incontri, la mia titubanza dovuta al timore di essere visto.
Fare sesso con estranei in un luogo chiuso era una cosa, ma all’aperto non era rassicurante. A un certo punto accostai e cominciai a fare telefonate non urgenti, al fine di trascorrere del tempo. Arrivò un messaggio del mio coinquilino Roberto che, pur continuando ad affermare di non essere geloso, mi scriveva: “Dove cazzo stai? Vieni a casa! Sei solo una cagna in calore!”
“Che pezzo di merda!” pensai. Per pagare i suoi conti (vedi “Sfondato sul balcone” e “Glory hole in discoteca”) e per prosciugare il suo cazzo dovevo fare tutto ciò che voleva a lui e agli altri coinquilini e non solo (vedi “il giovane commesso e il distinto cliente”). Poi..non potevo fare scelte autonome? Quindi, gli risposi: “Che c’è? Temi la concorrenza?”
Inviai un messaggio a Pippo, dandogli appuntamento un’oretta dopo in un luogo lì vicino. Quello stronzo mi aveva sfidato? Bene! Se non era geloso come diceva, non vedevo perché si sarebbe dovuto sentire cornuto.
Una Skoda Octavia Wagon si accostò. Il guidatore, un tipo all’apparenza tranquillo, mi fece cenno e, abbassato il finestrino, mi chiese di fargli un pompino. Stranamente, forse anche a causa del messaggio ricevuto che mi aveva fatto alterare non poco, dissi di sì. M’invitò nella sua auto, dietro. Accettai. Era un uomo sui trentacinque-quaranta, bruno. Niente di che. Il classico padre di famiglia con tanto di fede luccicante al dito.
- “Sono Angelo. Come mai qui? Non ti ho mai visto.”
- “Sì…Aspetto un amico.”
- “E ti fa stare qui tutto solo? Girano brutte persone a volte!”
- “Ma è molto che frequenti questo posto?”
Senza rispondere, si avvinghiò a me come una piovra. Avevo le sue mani dappertutto, mi prendeva per le chiappe e mi spingeva sul suo pisello duro. A me piaceva, ma pensai un attimo se fosse la cosa giusta o se avrei dovuto fermarlo. Seguii il mio istinto e mi sono lasciato andare in quella situazione che, comunque, mi stava eccitando. Lo baciai sul collo e poi sul petto. Arrivai all’ombelico e gli slacciai i pantaloni. Mi rialzai e riprendemmo a pomiciare.
Angelo mi palpò il petto da sotto la maglietta, mentre io gli tastavo il pisello. Appena sentì che anche io lo stavo toccando, si slacciò la cintura e se lo tirò fuori. Non era tanto lungo, ma abbastanza grosso e già scappellato: “Dai..che aspetti?”
Mi prese la mano, se la mise sul cazzo duro e iniziò a muoverla su e giù. Avevo pensato di fargli solo una sega, ma la situazione trasgressiva mi fece andare oltre. Lo imboccai tutto subito, senza indugi. Mentre glielo succhiavo avidamente le sue mani cominciarono a premere sempre più sulla mia testa.
Angelo aprì lo sportello dell’auto. Subito gli chiesi se non fosse pericoloso e lui, con dolcezza, mi rispose: “Non lo so, ma questo è il bello!”.
Mi spinse di nuovo la testa e me lo ritrovai tutto in bocca, fino ai coglioni. Alzai lo sguardo: un’auto si era accostata. Mi sussurrò: “Coraggio! È la prima volta vero?
- “Si!”
- “Ti verrà naturale! Sei solo una troietta che non aspetta altro!”
Due ragazzoni in felpa si avvicinarono a noi. Uno salutò Angelo e, messosi il profilattico, gli ficcò il cazzo in bocca. Il maritino pompava che era una meraviglia. Io, intanto, andavo su e giù, sempre più velocemente. Qualcuno aprì lo sportello alle mie spalle. Cominciavo ad avere paura. Nettamente. Due mani mi afferrarono e mi disposero in modo da mostrare il culo. Mi furono calati i pantaloni. Provai a ribellarmi ma Angelo mi teneva ferma la testa. Mi rassicurò: “E’ tutto a posto. Tranquillo.”
Lo sconosciuto mi strusciò il suo cazzo tra le chiappe, forzando la rosellina anale, ma senza penetrarla. Doveva essere bello grosso. Continuò per un po’. Sentii i peli evidentemente rasati, pungermi la pelle, più volte. Infilò l’uccello tra le mie cosce e simulò una penetrazione. Io pompavo,pompavo....e il cazzo di Angelo diventava sempre più duro; lo sentii pulsare. Senza battere ciglio, mi sborrò in bocca, pur continuando il suo lavoro.
Stavo per lamentarmi con lui del mancato preavviso, quando un getto caldo mi inumidì l’apertura delle natiche, scivolando in basso. Lo sportello si richiuse mentre un altro si accostò all’auto dalla parte del mio ospite. Lo avevo intravisto appena. Un gran figo, però, alto, fisicato, con un pizzetto brizzolato e con la testa coperta dal cappuccio della felpa. Aveva già il cazzo duro fuori dai jeans…Gettò a terra la sigaretta e calpestò il mozzicone quasi con un gesto di stizza. Poggiando le braccia sulla cappotta mi disse semplicemente: “Dai troia, spompinami e fammi sborrare!”
Prima gli leccai l’asta dalla cappella fino alle palle, poi mordicchiai un testicolo per volta. Risalii con la lingua lungo tutta la lunghezza e, arrivato alla cappella, aprii le labbra ed inghiottii lentamente quel bestione.
Nel frattempo, l’altro, staccatosi da Angelo, gli disse: “Che troia che è il tuo amico, guarda come succhia!”
Quindi, mi sbatté il cazzo in mano senza troppi complimenti e senza pronunciare un’altra sillaba. Avevo afferrato quel cazzo, senza lamentarmi, menandolo velocemente. Quello si limitò a mugolare sommessamente; un suono lieve che si interruppe solo quando sentii il suo respiro affannoso.
Il tipo che stavo sbocchinando si scostò, lasciandomi a guardare il cazzo che stavo segando.
- “ Stai giù che ti voglio sborrare sulla faccia!”
Ubbidii, fino a farmi riempire il viso dello sperma caldo e odoroso. Quattro o cinque schizzi scesero a pioggia sulla mia faccia oltre che sulla mia mano, colandomi sull’avambraccio.
A sega finita, ripresi in bocca l’altro, continuando a toccare il primo cazzo, piano, sentendolo ritirarsi nella mia mano, viscido di sperma.
Angelo, ormai libero e forse un po’ indispettito, cominciò a spingermi la testa contro il cazzo di quello che aveva tutta l’aria di essere un teppista: “Che brava troia, pompinara che sei. Ingoialo tutto mignotta. Le troie come te devono ingoiare tutto il cazzo fino alle palle”.
Uno schizzo potente e denso mi colpì il palato. Cercai di spostarmi, ma Angelo continuò, finché non vide lo sperma colarmi dai lati della bocca.
I due se ne andarono soddisfatti e io e Angelo con un “ciao” ci salutammo.
Pochi minuti dopo arrivò Maurizio.
Senza inutili convenevoli, in auto mi chiese di prenderglielo in bocca. A sua insaputa, avevo ancora con me il sapore degli altri due e la cosa mi eccitava un casino. Conquistato dalla mia irruenza, mi mise le mani dietro alla testa e iniziò scoparmi in bocca, fino in gola.
- “Questo è un assaggio. Ti scoperò nel culo così forte che mi chiederai di leccartelo per farti passare il bruciore!”
Non reagii. A un tratto lo tolse e con forza, mi girò e mi fece mettere alla pecorina. M’inumidì il buchino con la saliva. Ci infilò un dito: “E’ stretto! Adesso lo sistemiamo come l’altra volta.”
Io sussultai. I fari delle altre auto lampeggiarono allo spettacolo che stavamo offrendo. Maurizio, mostrando loro il cazzo, disse: “Fetevi le seghe, froci di merda!”
Sentii i muscoli che iniziavano a pulsare. Appoggiò la cappella e cominciò a spingere, mentre io con le mani mi allargavo il più possibile le chiappe. Mi sputò sul buco, appoggiò di nuovo la cappella, iniziò a spingere e, tenendomi stretto per i fianchi, con un colpo secco affondò: “Ummhh…Con tutte le fighe che mi vengono dietro, proprio ad un frocio come te lo devo dare!? Diglielo al tuo amichetto che ti ho sfondato di nuovo!”
Dopo un assestamento, iniziò piano piano a pompare fino a sbattermi con violenza: “Hai una fighetta da sballo…”.
Continuò a stantuffarmi con forza, mentre i miei gemiti diventavano sempre più forti.
-“Che c’è? Adesso chiamo quelli che stanno fuori e ti faccio sbattere da tutti! E’ questo che vuoi?”
Stavo per avere un orgasmo, ma c’era qualcosa di diverso. Lui continuava a scoparmi nel culo, quando venni senza eiaculare. Sentii solo intense contrazioni interne. Ebbi un orgasmo anale, indescrivibile.
Maurizio se ne accorse e, dicendomi che ero una gran troia, mi tolse il cazzo dal culo e me lo infilò di nuovo in bocca. - “Sei proprio un vacca ingorda. Adesso ti do’ quello che ti meriti!”
La sua mano mi guidò inesorabile, spingendomi con forza la testa a sé, facendo in modo che tutto il cazzo mi si conficcasse in gola ed incitandomi con parole sempre più volgari – “Dai troia schifosa succhia, succhia bene l’uccello, non ti fermare! Continua a spompinarmi...Così dai lurida baldracca, dai!”
Feci per staccarmi, ma Maurizio mi tenne ben fermo con le mani e, così, la sua sborrata mi finì, in ampi e copiosi fiotti, direttamente in gola, facendomi rischiare il soffocamento. Riuscii comunque a fargli un ingoio da manuale, tanto che alla fine il cazzo era pronto per essere rimesso nei pantaloni perfettamente pulito.
- “Sei contento?” – lo interrogai – “Si, sei davvero una troia insuperabile.”
Ci salutammo giusto in tempo. Nel giro di due minuti il padre mi mandò un messaggio. Lo raggiunsi, dicendogli pure che non aspettavo altro da ore che di vederlo. Mi sentivo fuori di testa e senza contegno. Non so cosa mi fosse preso, veramente. Avevo il culo in fiamme, avevo succhiato quattro cazzi eppure….
Pippo scese dal suo furgoncino e s’infilò in auto con me, indicandomi la direzione. Indossava, sopra al pantalone di una tuta da ginnastica, un giubbotto di pelle nera, un cappello scuro con visiera e, prima di scendere dall’auto inforcò pure un paio di occhiali scuri. Arrivammo nei pressi del cantiere in cui stava lavorando.
Gli chiesi di restare in auto. Sembrò non ascoltarmi neppure. Mi disse di mettere una parrucca femminile che aveva con sè, di levarmi i jeans e di indossare un perizoma di pizzo che aveva in tasca.
Uscì e, rivolgendosi a me, illuminato dai fari dell’auto, sfoderò il cazzo abbassando l’elastico della tuta: “Puttana! Era questo che volevi vedere? Vieni..è qui che ti aspetta!”
Mi fece inginocchiare sull’asfalto e subito glielo succhiai come voleva, con parrucca e perizoma, sotto l’insegna di un McDonald’s ormai chiuso.
- ”Troia, fammi sentire la lingua!” Mi ordinò.
Leccai la cappella…sentivo il suo sapore salato. Lui mi bloccò la testa e…mi scopò in bocca. Andò avanti e indietro. Ogni tanto mi tirava i capelli o le orecchie.
- “ In gola, stronza….In gola!”. Era talmente eccitato che lo tirò fuori.
Ormai bello turgido, mi fece girare e sottovoce mi disse: - “Mmmmh...Certo che hai un culo da femmina!
Mentre parlava, con il dito medio iniziò a lavorarmi gli orli del pertugio. Spinse forte, fino a farlo entrate tutto nell’ano. Notò che il buco era stato dilatato con una trivellazione forzata. Per fortuna il figlio non mi era venuto dentro e potei dirgli che, nell’attesa, avevo giocato analmente per prepararmi a lui e che la mia saliva aveva avuto un effetto lubrificante.
-“Zoccola! Chi ti ha inchiappettato prima? Sei peggio di una troia a pagamento...Siih..Peggio! Ti fai fottere da chiunque nei parcheggi.”
Puntando la cappella contro l’apertura anale,vi fece scendere un grosso rivolo di sputo, poi la spalmò con cura attorno ai bordi. La punta iniziò a spingere con energia.
Cominciò a chiavarmi sopra il cofano dell’auto. - “Hai il culo sfondato! Ti sei passato tutti i cessi della città? Troia!”
Mi infilzò sempre più velocemente, dicendomi che la moglie lo aspettava. Io me ne stavo lì a pecorina, incassando il nerbo nel culo e gemendo lievemente: - “Mmmmmh...Sei un bastardo! Bastardo! Mmmmmmh”
- “Puttana! Troia!… Sentilo tutto dentro. Puttana! Te lo spacco ancora di più!”
Mentre m’inculava, mi assestava forti schiaffi sulle natiche. Nel silenzio generale, il rumore secco della mano contro le chiappe si confondeva con lo sciabordio del cazzo che mi penetrava. Alla fine diede alcuni colpi in sequenza, veloci, devastanti: ““Cagna… sto per godere…..”
Mi afferrò volto e lo diresse a favore di una telecamera di sorveglianza che solo in quel momento vidi. Poi si lasciò andare dentro di me ad una poderosa sborrata. Mi sbatté il cazzo dentro altre cinque o sei volte. La sborra mi uscì dai lati dell’ano sfondato e lui me la rificcò dentro con la punta del suo cazzo nodoso, dicendo: “Devi tenerla tutta dentro, come una vacca da ingravidare.”
Mentre si tirava su i pantaloni, gli dissi: “Sei l’uomo che stavo cercando.”
- “Quella mezza sega del tuo uomo non ti soddisfa, eh? Per una troia ci vuole un maschio vero! Stai lontana da mio figlio, ma da me ripassa quando vuoi, puttana!”
Poi guardò in basso. - “Ti sei sborrata addosso eh, vacca? Allora hai proprio goduto?!”
“Sì”, gli ho risposto.
E, sghignazzando, se ne andò, salutando in alto con un gesto della mano.
Solo allora mi resi conto che le telecamere di sicurezza del cantiere avevano ripreso.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per AUGURI PER IL COMPLEANNO - 1 - IL PARCHEGGIO:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni