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Gay & Bisex

Vicino tuttofare 2


di Grifone2
04.10.2017    |    18.232    |    17 9.5
"Mi tremavano le gambe e le mani tanto che non riuscivo a tenere fissa la luce sul punto dove Armando stava armeggiando..."
“ Fammi luce più in alto, per favore.” mi disse Armando, il vicino sessantenne che stava sulla scala a pioli a gambe aperte. Da quei mini pantaloncini gli si vedeva tutto e da sotto per me era uno spettacolo irresistibile. Aveva allargato ancora di più le gambe per mettersi più comodo e riuscire a chiudere la valvola dell’acqua che stava in uno sportello in alto proprio sui pensili della cucina. Il profumo del suo sesso si mischiò a quello del culo che a questo punto era aperto e sotto i miei occhi spalancati. Mi avvicinai quasi in trance quasi senza pensare mettendomi a contatto col suo buco e lo sfiorai con la lingua. Non sapevo che reazione potesse avere ma ebbe un sussulto. Non disse nulla ma abbassò lievemente il culo verso di me. Era pure evidente che adesso anche il suo bel cazzo peloso iniziava a indurirsi e a muoversi da solo. Stava drizzandosi e lo vidi in tutta la sua pienezza mettersi orizzontale e alzare da sotto i lembi dei pantaloncini .
Mi tremavano le gambe e le mani tanto che non riuscivo a tenere fissa la luce sul punto dove Armando stava armeggiando.
-“ In questo buco … non si vede proprio un cazzo “, disse Armando con una battuta.
- Eh già, da qui è un po’ complicato resistere .. . in questa posizione, non credi?”, gli risposi cercando di avere un tono di voce meno tremante delle mie mani. Era chiaro che a questo punto entrambi stavamo recitando e volevamo proseguire.
Armando si giro leggermente verso di me e inevitabilmente il suo cazzo grosso e paffuto mi si presentò dritto sulla faccia. Era appoggiato con la punta sulla mia guancia destra e potevo sentirne la consistenza, il profumo di buono e il calore. Aveva la punta come una bella prugna incastonata su un bastone non proprio piccolo, anzi. E poi sotto pendevano due palle morbide e pelose quasi fossero da mettere nel presepe da quanto mi tentavano. Insomma rimanemmo così per un minuto o più.
-”Guarda Franco che qui ho chiuso, vogliamo metterci più comodi?” mi chiese con dolcezza Armando.
- “ Si … si certo … scusa”, farfugliai ancora con il braccio teso in alto e la torcia accesa in mano.
Armando appena scese dalla scala si girò verso di me e mi si avvicinò subito. Mi abbracciò e la prima cosa che notai fu la dolcezza con cui lo fece. Il calore del suo corpo, la sua pancia e il petto erano morbidi e piacevoli. Il suo cazzo libero puntò sul mio ventre e si appoggiò sulla mia eccitazione ancora racchiusa a stento dagli slip. L’abbraccio durò qualche minuto e le mani di Armando erano già sui miei fianchi. Scesero con lentezza infinita sotto l’elastico degli slip e arrivarono sul mio sedere. Spinse un po’ e gli slip caddero a terra. Adesso i due cazzi eccitati erano a contatto uno con l’altro senza barriere. Sentivo il suo muoversi lentamente su e giù sul mio ventre che si stava inumidendo di umori del piacere. Mi tremavano le gambe ed ero come paralizzato mavoglioso, vigile ed eccitato come non mai.
Provai a dire qualcosa ma Armando mi fece segno di tacere con un sorriso e un gesto. Mi baciò sulla guancia, poi accanto alle labbra e poi con la lingua appena appena entrò nella mia bocca. Il suo alito sapeva di cannella. La sua lingua cercò la mia e quasi per svegliarla dal sonno che sembrava averla colta. Un bacio del principe azzurro era per me quello di Armando che aveva conquistato la mia fiducia, ormai senza più reticenze. Almeno così mi sentivo in quel momento. Eccitato e pronto ad affrontare ogni cosa pur di proseguire quel paradiso inaspettato in cui ero finito.
Le lingue stavano arrotolandosi l’una l’altra dentro le bocche gocciolanti di saliva che ora alitavano pure sommessi mugolii di piacere. Anche io con le mani sulle natiche turgide di Armando spingevo il suo ventre verso di me per sentire il suo cazzo premere di più, sempre di più. Ci muovevamo ciascuno come se ci stessimo scopando a vicenda. Armando scostò un po’ il bacino e afferrati insieme i cazzi tesi li affiancò iniziando a segarli molto lentamente. Poi li unì punta a punta. Mi sembrò un bacio inedito che mai avevo sperimentato. Il mio cazzo, più sottile del suo entrò dentro al suo ricoperto dalla pelle come una coperta. E rimasero così qualche secondo a sussultare avvinghiati in quell’abbraccio amoroso così potente quasi da commuovermi perché non credevo che far sesso con un uomo potesse dare così tante e forti emozioni.
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