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Vicino tuttofare.


di Grifone2
02.10.2017    |    25.721    |    15 9.5
"Ebbe un sussulto ma non disse nulla..."
“Porca puttana, e adesso come faccio?” , dico quasi urlando appena mi accorgo che il lavello della cucina si è rotto e perde dallo scarico. Ed è pure agosto.
Inizio a tamponare e a togliere l’acqua che riesco con stracci e secchi fino a che si sente solo lo sgocciolio del sifone. Mi siedo e inizio a pensare a come ripararlo ma non ho gli attrezzi, non ho niente di niente.
Subito mi viene in mente che il vicino di casa, un signore gentile sulla sessantina, mi aveva detto che si arrangiava con vari lavori e se avessi avuto bisogno l’avrei potuto chiamare senza problemi. Avevo trovato la soluzione.
Senza pensarci più di tanto busso alla porta e attendo. Nessun segno. Dopo una decina di secondi sento una voce: “Chi è? Arrivo”. Mi apre Armando. Era a petto nudo e stava sistemandosi i pantaloncini sportivi, leggerissimi. “Scusami ero in bagno”, mi dice con un sorriso sincero e un po’ imbarazzato. Aveva un po’ di pancia e peli grigi sul petto. Ci guardiamo entrambi. Mi accorgo di essere in mutande. Lui invece cerca di aggiustarsi il pacco, abbastanza evidente.
- “ Scusami se ti disturbo ma non ho come fare . Mi avevi detto che se avessi avuto bisogno di qualcosa …”.
- Si certo, cosa ti serve?”.
-“Ho il lavello della cucina che perde”.
“Ho capito. Posso venire a dare un occhiata?”, mi disse senza attendere il mio consenso.
Armando alla mia risposta affermativa arriva in cucina e si mette a pancia in su per guardare il danno. Io in piedi lo osservo e sono io che gli do un’occhiata. Non riesco a distogliere lo sguardo dalle sue gambe aperte dalle quali spunta la punta del suo cazzo e due palle notevoli. Sento la sua voce dire qualcosa ma non la sento, ipnotizzato da quella vista che sinceramente non mi aspettavo ma che non mi dispiace affatto, anzi. A giudicare dalla reazione del il mio cazzo sembra che proprio la vista sia molto gradita.
-“Si certo Armando. Allora?”
-“Allora cosa? Te l’ho detto. Bisogna cambiare tutto il blocco. Forse ho un pezzo in cantina e posso cambiartelo subito ma devi chiudere il rubinetto generale dell’acqua”.
Uscì da sotto il lavello bagnato e col pelo inzuppato e andò a cercare il pezzo. Io mi sedetti frastornato, buttandomi sul divano col cazzo che per poco sfondava gli slip. Ero eccitato.
Dopo cinque minuti sento bussare alla porta. Era nuovamente lui con il pezzo in mano :” ho trovato tutto e ho portato gli attrezzi. Hai chiuso l’acqua?”
-“No veramente .. forse è in quello sportello sopra al pensile della cucina. Ti prendo la scala”.
Armando salì sulla scala e iniziò ad armeggiare: “ Vediamo un po’. Ma qui è buio. Senti Franco, sali due gradini e fammi luce con la torcia elettrica. Si così.” Appena abbassai lo sguardo mi ritrovai con il suo cazzo penzolante a cinque centimetri dal mio viso. Profumava di pulito. La punta sobbalzava insieme alle palle pelose ad ogni suo gesto. Alzò pure una gamba per manovrare meglio e si scoprì anche il buco del culo che stava beato li come un re tra le due natiche ancora belle sode. Il mio pacco ormai era esploso e era coperto appena dalla maglietta. Mi sentivo pulsare il ventre e il desiderio di avvicinarmi a quella grazia che avevo sotto il naso era prepotente. Feci finta di niente e mi appoggiai col viso a lui. Sentivo il contatto del glande sulla mia guancia e il naso era finito sulle palle. Tutto durò due secondi ma credo che se ne accorse e mi guardò.
“ Fammi luce più in alto, per favore.” mi disse Armando allargando ancora di più le gambe. Il profumo del suo sesso si mischiò a quello del culo che a questo punto era aperto e sotto i miei occhi. I suoi pantaloncini erano ora più che mai inutili, quasi come se non li indossasse. Mi avvicinai mettendomi a contatto col suo buco e lo sfiorai con la lingua. Ebbe un sussulto ma non disse nulla. La sua reazione fu quella di abbassare il culo verso di me. Era pure evidente che adesso anche il suo bel cazzo peloso iniziava a indurirsi e a muoversi da solo.

Continua.
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