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ABUSI E SEVIZIE IN PALESTRA


di sottodite
19.06.2017    |    7.094    |    2 4.7
"Era un ragazzino bruno di appena 14 anni appena compiuti, dolce e timidissimo, ma incominciò a pensare di aver sbagliato orario o giorno, in quanto nessuno..."
In una palestra in Toscana, e precisamente a Livorno, Roberto stava aspettando di fare le due ore di Ginnastica a scuola alle ore 17,00. Era un ragazzino bruno di appena 14 anni appena compiuti, dolce e timidissimo, ma incominciò a pensare di aver sbagliato orario o giorno, in quanto nessuno dei suoi compagni di scuola era ancora arrivato, cosicchè stava aspettandoli negli spogliatoi della palestra tutto intimorito. Sentiva del vociare di ragazzi che usciva dalla palestra, ed intanto guardava le scarpe, i calzini, i vestiti lasciati lì dai ragazzi, che si allenavano dentro la palestra, e di cui udiva le voci. Roberto era molto attratto dalle scarpe ed i calzini lasciati lì ad aspettare i loro padroni, amava anche i piedi dei ragazzi e degli uomini, li sognava, incominciavano ad eccitarlo, pur essendo ancora piccolo, ma in età puberale oramai, ed osservava quegli enormi scarponi di grossi numeri ( 45-46-47-48!!! ) che giacevano nello spogliatoio lasciati sparsi in giro, con dentro gli enormi calzini infilati, che parevano sudati, sporchi, vissuti, come sono quelli degli adolescenti. Pensava che gli sarebbe piaciuto tanto annusare l’ odore di tutto quel ben di dio, lasciato a sua disposizione e stava per avvicinarsi ad una scarpa enorme, per sfilare il grande calzino e portarlo al naso, quando sentì che il vociare aumentava: l’ allenamento doveva essere terminato ed i ragazzi più grandi stavano per rientrare nello spogliatoio per cambiarsi. Infatti entrarono a gran voce una ventina di ragazzoni, che entrando lo videro. Dissero ad alta voce: - “ O questo bimbo chi è…!!? Chi sei? Sei piccino? Sarà del Ginnasio. Guarda come è piccolo!!! O bimbo, quanti anni hai? Noi siamo del Liceo, abbiamo 16/17 anni. E tu che cazzo ci fai qui…!!?? “ -. Roberto rispose che stava aspettando di fare Ginnastica, ma che temeva di aver sbagliato, perché nessun suo compagno era ancora arrivato… - “ O quanti anni hai, pischello !? “ – Chiese un bel ragazzone riccio e nerissimo di capelli. – “ 14 anni “ – Rispose il fanciullino, intimidito davanti a maschiacci più grandi di lui. – “ Oh Dio, com’ è piccino!!! O bimbo, ma ce l’ hai il pisello…!!?? “ – Sghignazzarono tutti. – “ E ti esce la sbroda o ancora no… !!? Dai facci vedere!!! “ – Ordinarono i ragazzi, tutti d’ accordo su quell’ idea di divertirsi con lui sulla sua piccola virilità. – “ Ma la notte o al cesso ti masturbi…!!?? “ – Ridevano di gusto canzonandolo. Allora uno dei ragazzoni, con dei grossi riccioli biondi, un po’ paffutello e robusto si mise dietro a lui, lo abbrancò con voluttà. Allora tutti gli altri ragazzacci iniziarono a gridare ed ad incitarlo: - “ Dai Leonardo!!! Eccolo che è fissato colle tettine!! Anche se il bimbo è un maschietto, a lui interessano le tettine!!! E’ fissato!!! Dai fallo Leonardo!!! Vogliam vedere!!! “ - . Leonardo incitato dagli urli ed eccitato dal ragazzino Roberto iniziò ad infilare le grosse mani da sopra la maglietta fin dentro e sotto a toccare le tettine del fanciullino – “ Senti come sono piccole e tenere!!! Due fragoline… Adesso te le faccio uscire ed indurire io…!!! “ – Infatti, mentre tutti i ragazzacci urlavano e sghignazzavano in maniera infernale, lui, tirò su la maglietta al fanciullino, mostrando il petto nudo, roseo e tenero, ma soprattutto due stupende tettine piccole e morbide. Roberto era inebetito e non sapeva reagire, lasciava fare inerme e per la prima volta eccitato a sentirsi toccare da un bel maschietto grande. Leonardo iniziò, con i grossi e volgari pollici a far roteare le piccole tettine ed a titillarle con malagrazia: i polpastrelli ruvidi facevano urto su quella tenera carne senza pietà, ma le tettine sollecitate si rizzavano per farsi ancora martoriare dalle mani prepotenti del maschiaccio. – “ Che belle!!! Come sono tenere!! Sembrano di una femmina!!! Ma non sei un po’ checca, bimbo…!!!?? “ – Chiedeva eccitato ed in estasi Leonardo, infoiatissimo, e continuava a strizzare, premere e far roteare quelle tenere fragoline strapazzandole, ma che si indurivano e si rizzavano dritte e pronte per farsi torturare. Poi Leonardo non ce la fece più, aveva il pisello duro che si era rizzato e premeva dietro al ragazzino abbrancato e violentato, ed allora si mise a leccargli lungo il collo colla lingua lasciva, tanto che Roberto, godendo così tanto per la prima volta, si mise ad uggiulare e gemere, cosa che fece urlare e sbraitare tutti gli altri ragazzoni che assistevano alla scena. Ma Leonardo, sempre più infoiato gemeva vicino all’ orecchio di Roberto: - “ Ma sei una frocetta mia dolce, sei tutta mia, gattina in calore… “ – E strusciava il pisello duro da dietro al ragazzino. – “ Ma è sicuro che tu sia un maschietto…!!!?? Per me sei una femminuccia, bel finocchietto mio… Fammi sentire se davanti hai una fighetta calda od un misero pisellino…!!!! “ - Allora, si era sfilato i calzini da ginnastica umidicci del sudore dopo l’ allenamento e col piedone umido iniziò ad entrare da sopra sotto i pantaloncini corti di Roberto, avvinghiandosi a lui ancora di più. Entrato che fece il grande e lungo piede sudato, andava a cercare il piccolo pene del ragazzino. – “ Dov’ è la piccola fregnetta, fammi sentire se ce l’ hai o cosa ci hai sotto…!!! Ma questo è un pisellino od un piccolo clitoride ritto e morbido…!!?? “ – E palpava col piedone impietosamente, titillando ed eccitando il pisellino che si rizzava mollemente. Intanto afferrò la testa di Roberto, avvicinò la sua bocca a quella del ragazzo e lo baciò, introducendo la lingua tra le labbra aperte di lui. Questo fece eccitare tanto il bambinello, che veniva baciato colla lingua lasciva per la prima volta, cosicchè il pisellino si rizzò di più ed uscì fuori dai pantaloncini, mentre il piedone di Leonardo ancora lo pigiava e mantrugiava. Allora un altro dei maschiacci, si sfilò anche lui i calzini sudati, e col proprio piede sudato ed umido da adolescente andò anche lui a torturare la punta del pisellino ritto, che era tutto di fuori in bella vista, ed in due giocavano col pisellino, scalzandoselo, passandoselo a chi più lo pigiava, pestava, titillava, eccitava e facendolo dondolare impietosamente davanti a tutti. Roberto era vergognoso di avere per la prima volta il pisello fuori davanti a tutti, ma ancora di più lo era perché era eccitatissimo al contatto di quei due piedoni umidicci ed untuosi che lo titillavano. Il pisellino si indurì al massimo come poteva, ed ora stava ritto da solo e resisteva, duretto, agli assalti di quei due piedoni che lo pigiavano, piegavano e martoriavano. – “ Ora ce l’ ha duro!!! “ – Dissero gli altri ragazzoni. – “ Chissà se lo possiamo far venire!!?? Ehi, bimbo! Ti masturbi e sborri di già oppure sei ancora vergine e vieni asciutto…!!?? Rispondi, finocchietto! “ – Ordinarono i maschiacci. Roberto, liberatosi della bocca di Leonardo che lo baciava, disse: - “ No, veramente anche se mi tocco da solo per un po’ non esce ancora niente… “ – Miagolò colla voce vergognosa e flebile, intimorito. Allora gli altri ragazzacci gli sfilarono tutti i miseri vestiti, che indossava, facendolo restare completamente nudo, davanti a tutti. Leonardo smise di toccarlo ed i ragazza dissero: - “ Il frocetto è ancora piccolo, non vedete che non ha nemmeno i peletti sul pube!? Come può venire e sborrare…!!!?? Però un sistema possiamo trovarlo noi tutti insieme per sverginarlo e farlo sborrare un pochino: possiamo infilargli dentro qualcosa che gli punga la prostrata e lo solleciti a far uscire un po’ di sbroda. Dobbiamo fargli aprire un po’ quel misero buchino del pisello, introducendovi qualcosa di duro e lungo, che entri, allarghi il buchino, lo spani e gli punga la prostrata. “ - - “ Siii! Dai, divertiamoci così!!! Cosa avete, ragazzi, che possa andare bene!? Vediamo in tasca e qui intorno cosa troviamo…!!! “ – Roberto era spaventatissimo, nudo completamente in mezzo a dei maschiacci violenti e prepotenti, che volevano torturarlo, ed aveva paura. – “ Ehi, scemino!!! Mica avrai paura!!?? Sentirai un po’ di dolore ma poi un gran piacere quando ti faremo uscire la sbroda! Coraggio!!! “ – Sghignazzarono i ragazzi, vedendolo impallidire e tremare dalla paura. – “ Io ho dei fiammiferi. “ - - “ Io delle sigarette “ - _ “ Qui c’ è una vite ed anche un lungo chiodo, che potrebbe andare bene!!! “ - - “ Anche questa chiave… La penna….Il cacciavite… Un cucchiaio….Le matite!!! “ - Ecco che gli arnesi erano pronti per la tortura. – “ Ma alla fine abbiamo anche i nostri alluci, e glieli ficcheremo dentro per ultimi per farlo sborrare, quando il buchino sarà ben bene spanato!!!! “ – Roberto era terrorizzato, ma intanto Leonardo si era messo a leccargli e ciucciargli i capezzolini morbidi, ritti e rosei e Roberto si sdilinguiva dal piacere che provava, sebbene fosse impaurito da matti. Mentre si illanguidiva con Leonardo, intanto gli altri ragazzoni iniziarono la penetrazione nel suo pisellino vergine: uno iniziò a fargli entrare un fiammifero nel buchino e col piedone lo premeva e pigiava col grosso alluce volgare per farvelo sprofondare dentro. Roberto sentiva pungere dentro il pisellino con un po’ di dolorino stuzzicante. Un altro maschiaccio vi fece entrare insieme all’ altro un altro fiammifero, che fece un po’ slargare il buchino aperto, coll’ allucione spinse dentro e vi fece sprofondare fino in fondo il secondo fiammifero, che scomparve insieme al primo nella cannula, slargandola. Altri maschi sempre cogli alluci infilarono nel suo misero pisellino altri fiammiferi, che gli riempirono e slargarono la piccola cannula vergine. Il dolore si fece più intenso, Roberto, anche se Leonardo gli succhiava i capezzolini, glieli mordeva con voracità, iniziò a smaniare ed agitarsi per la dolorosa intrusione a colpi di piedi ed alluci, ma anche talloni dei ragazzi, che si divertivano un mondo a spingervi dentro i fiammiferi. Iniziò anche a lamentarsi sommessamente e piagnucolava dal dolore. Un altro ragazzo allora disse: - “ Sentitela la femminuccia che si lamenta che gli violentiamo la fregnetta… Toh, sniffa un po’ dei miei piedi puzzolenti… “ – E glieli mise sotto il naso infilati nei calzini lerci, poi se li sfilò e porse i piedi zozzi nudi. – “ Senti che buon profumino di maschiaccio non lavato. Annusa finocchietto e godi. Toh, mi tolgo le caccole tra i diti e te le infilo nella boccuccia… Senti che buon sapore! “ – I ragazzacci sghignazzavano, divertendosi come matti. Anche altri gli facevano sniffare il sudore dei piedi sporchi dopo due ore di palestra colle scarpe sportive e, togliendosi le caccole formatesi tra i diti, gliele ficcavano in gola, facendogliele ingoiare con ingordigia senza alcuna pietà. Intanto Roberto dal dolore minse e tutti i fiammiferi uscirono, liberando il pisello invaso. – “ Ora questa sigaretta “ – Ordinò uno, e sempre col piedone gliela infilò nel buco, aperto un pochino, spingendovela dentro la cannula coll’ alluce. – “ Intanto leccaci e puliscici i piedi sudati colla lingua!!! “ – Ordinarono altri ragazzi, e Roberto venne costretto coi piedi sulla testa a lambire e nettare un po’ di quei piedi sudati e zozzi, pulendoli colla lingua e la saliva. La sigaretta uscì dal fondo della cannulina del suo pisello, ed altri ragazzoni, coi piedi iniziarono a farci entrare un lungo chiodo molto lentamente, dando coi piedi dei lenti ed estenuanti colpetti fino ad infilarglielo tutto dentro. Roberto sentiva sempre più pungere dentro e dolore in fondo al pisellino riempito. Intanto doveva leccare tutto lo sporco residuo tra i diti dei piedi di altri maschi. Poi sempre coi piedi vi infilarono un lungo fil di ferro, poi un cacciavite largo fino al manico, che sgranò il buco, allargandoglielo ancora e spanandoglielo. Poi un cucchiaio, il manico finchè poteva essere contenuto, delle penne, delle matite appuntite, una lunga e larga chiave. Il gioco del leccaggio dei piedi sudati era finito: ora a gara gli infilavano un piedone in gola il più possibile, a gara su chi glielo infilava di più quasi fin dentro lo stomaco, poi provando con due insieme anche di due maschi diversi, facendolo gorgogliare ed affogare dallo sforzo di contenerli dentro la boccuccia spalancata violata e violentata. Il pisellino gli faceva un male cane a contenere tutti quegli arnesi sprofondativi dentro fino in fondo il più possibile che poi, lui mingendo faceva saltare fuori con altrettanto dolore; il buchino era allargato e gonfio, il pisello arrossato e molle, quasi bluastro dalle penetrazioni. I ragazzacci, guardando quel misero pisello aperto, sghignazzavano e lo deridevano: - “ Guardate il pisello: sembra una banana sbucciata, una fighetta spanata col clitoride che esce!!! Troppo bellino!!! “ - Adesso te la riempiamo la fighetta da finocchio coi nostri alluci. Ma prima ti dissetiamo un po’? E ci liberiamo la vescica… “ – Così dicendo fecero uscire i loro uccelloni lunghi in tiro da maschioni ed uno alla volta gli minsero in gola a fiotti la piscia, ordinando gli ad ogni sorso, di inghiottirla tutta. Per ognuno gli toccava inghiottire quasi due litri e più di urina salata e amarognola ed alla fine succhiare le gocce rimaste dal buco e leccare tutto intorno la canna dura per pulirla per bene della piscia versata, obbligato da molti piedi che gli spingevano la testa, obbligandolo ad ingurgitare il tutto. Aveva lo stomaco pienissimo. Ma i ragazzi, super eccitati dalla bocca femminea di Roberto iniziarono, dopo aver urinato, a menarsi le grosse nerchie ed a sborrargli in gola un mare di sbroda in gola, obbligandolo col piede sulla testa a spompinare e ad ingoiare il tutto, leccare e pulire per bene. Questo tutti fino alla fine. Ad un certo punto, quando con grida e lamenti di piacere ebbero goduto tutti, sentirono la voce del Professore di Ginnastica che dalla Palestra stava entrando nello spogliatoio. – “ Cosa succede qui!? “ – Chiese il Professore Tommaso, che era gran bel figo di 28 anni, sbucando dentro. – “ Oh, Professore, benvenuto! “ – Disse Andrea, che era il ragazzone più grande e più scafato di loro essendo ripetente ed avendo oramai 20 anni. – “ Stiamo dando una bella lezioncina a questo pivellino finocchietto di 14 anni. Vede? Stiamo cercando di farlo eiaculare per la prima volta, non si è ancora masturbato e non è ancora mai venuto!!! “ - - “ Ah, un verginello…! “ – Disse Tommaso incuriosito. – “ E cosa gli è capitato a quel pisellino scuoiato…!!? “ – Chiese ridendo. – “ Glielo abbiamo riempito di roba acuminata per pungolarlo a sborrare, ma non c’ è verso. Adesso gli infiliamo dentro i nostri ditoni dei piedi, lo stuzzichiamo e vediamo cosa succede… “ – Roberto cogli occhi supplicanti in silenzio chiedeva pietà a quell’ adulto bellissimo e sconosciuto. - “ Porca misera! Fate queste cose e non lo dite a me, che mi diverto coi finocchietti vergini come un matto!!!?? “ – Ed intanto si toglieva le scarpe sportive e le calze, mostrando un enorme piede virile sudato e lercio n° 52. – “ Inizierei io… “ – Disse sghignazzando sadicamente. – “ Magari col mio allucione enorme lo faccio sborrare… “ - - “ Prego!!! “ – Urlarono in coro i ragazzoni incuriositi e divertiti. Tommaso iniziò lentamente, mentre Andrea teneva fermo Roberto da dietro, ad infilare il davvero enorme, volgare e prepotente alluce nel buchino aperto del suo pisellini martoriato. Riuscì con forza ed uno strattone ad infilare l’ allucione nel buco, che si aprì come una voragine e pian piano vi immerse tutto il ditone. Roberto gridò dall’ immenso dolore, mentre tutti ridevano del suo dolore con sadismo. Infilato dentro Tommaso iniziò a muoverlo dentro, stuzzicandolo e roteando il ditone in fondo. Dal dolore Roberto iniziò a sentire uno stuzzicamento ed in fondo un grandissimo piacere, poi l’ allucione di Tommaso uscì bagnato da un liquido trasparente e viscido. Dal pisello squarciato ed aperto fino all’ inverosimile continuò ad uscire quell’ umore vischioso e lattiginoso, che prima il ditone sollecitato aveva fatto uscire per la prima volta. – “ Ecco, ce l’ ho fatta, ha sborrato un pochino ma è venuto!!!! “ – Gridò esultando il Professore. – “ Ed ora ragazzi, tocca a voi! “- Dopo tutti i maschiacci entrarono nel pisellino con i loro vari alluci e lo sollecitarono e lo fecero venire quel poco, ma facendolo godere come non gli era mai capitato. Roberto era estasiato e disfatto. Questi giochi continuarono per molto tempo, ed ogni volta il Professore Tommaso, dopo le lezioni di Ginnastica partecipava insieme a tutti i ragazzacci, cosicchè anche lui, si faceva leccare, pulire, baciare i piedoni 48, gli introduceva a gara in fondo alla sua gola, gli faceva ingoiare le sue caccolone tra i diti da adulto, si faceva spompinare coll’ ingoio, mingeva l’ urina in gola e gli violava il buco del pisello facendolo venire… E Roberto godeva come un matto…




P: S. Se qualche branco di ragazzi, studenti, amici, uomini maturi, anche da soli o nel gruppo, volessero provare un’esperienza così, anche per la prima volta, con me, io sarò disponibile a sottomettermi alle loro punizioni. Scrivete subito a [email protected] oppure Telegram @Sottodite non perdete questa occasione unica per divertirvi con me!

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