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Toy boy (Biancaneve)


di Occhidimare12
09.07.2023    |    3.343    |    7 9.7
"A Gioia non occorreva fare nulla per sedurre..."
Un uomo bello spesso non balla o ce l'ha piccolo, o non lo sa usare o è impegnato. Meglio che possa andare è che, invece, sia un narcisista patologico. Uno di quelli che cerca di conquistarti con un irresistibile love bombing che si risolve poi con danni e problemi psicologici di infinita dipendenza. Meglio scappare a gambe levate da tutte e tre le tipologie maschili evocate. Succede altrettanto frequentemente, invece, che una bella donna libera e indipendente attragga tanti uomini per la sua bellezza o per la propria intelligenza ma che quasi mai si riveli abile nell'attrarre l'unico che magari susciti in lei, anche in minima misura, una qualche forma di attrazione. Si trova impreparata. Disarmata. Senza effettive strategie seduttive. Per la mancanza della figura paterna nella sua famiglia, piuttosto sui generis, Gioia aveva sempre avuto una vera predilizione per gli uomini più grandi, vagheggiando in essi, probabilmente, la protezione e la comprensione di uomini risolti e realizzati che in realtà difficilmente si trova più in qualcuno, a prescindere dalla appartenenza maschile generazionale. Era infatti rimasta puntualmente delusa da figure di uomini grandi solo di età ma piccoli in sicurezza e capacità relazionali. "Potresti avere chiunque e scegli sempre i peggiori, ma perché?" chiese l'amico Oscar, confidente di Gioia in ogni circostanza. "Non voglio più innamorarmi. Mi metto al riparo così". "Ho capito, ma non devi precluderti la possibilità di conoscere qualcuno dei tanti bonazzi che ti scrivono. Tiè, è proprio uno spreco; purtroppo è proprio vero che chi ha il pane non ha i denti!" esclamò scorrendo la chat del sito di incontri in cui ogni giorno Gioia riceveva centinaia di messaggi, inviti e proposte di ogni genere. "Vuoi mettere un po' di 'carne fresca' invece di 'sti frollati' problematici che riversano su di te le loro paturnie? E tu ancora ti ostini ad ascoltarli perdendo tempo? Uno fa il mammo e non può uscire, uno è psicopatico, uno non ce la fa, un altro ti parla della ex moglie iena... e basta! Ti sei iscritta qui per trovare leggerezza o per continuare a fare la psicologa crocerossina dei maschi sfigati? Il vero valore oggi, come sempre, non è il denaro ma il tempo. Ricordatelo!". Oscar era diretto, non faceva mai giri di parole e andava dritto, tagliente come un'accetta al centro delle cose. Al punto dei problemi, per i quali dimostrava di avere solitamente una soluzione. Semplice. Chiara. Efficace. "Basta gente adulta che di grande non ha nulla, solo la pesantezza! Buttati sui toy boy che adorano le milf!". "Che adorino le milf lo so. Non sono poi così sprovveduta. Qualcuno l'ho frequentato!" rispose Gioia con aria maliziosa. "Eh me ne ricordo alcuni. Belli da paura! Raffaele, quello alto con la barbetta e gli occhiali. Il più giovane se non sbaglio, 28?" chiese Oscar. Gioia sorrise confermando. "Ah, poi Mattia, il pittore pazzo. Quello che ti aveva detto di averne 33 invece ne aveva 28 pure lui. 24 invece erano i cm, vero, vero. Poi il motociclista con gli occhi verde acqua, basso e tutto casso?" Gioia rise di gusto annuendo. E mentre Oscar rimase ad enumerare i ragazzi bellissimi, giovanissimi e prestanti da cui ogni tanto Gioia si era lasciata avvicinare, più per tenerezza che per eccitazione, lei si avviò verso la macchina per andare in piscina. Il suo rapporto con l'acqua sembrava ogni giorno della nuova estate sempre più irrinunciabile. "Mi raccomando, se ti scrive un bonazzo, rispondigli!" gli aveva urlato l'amico, vedendola scomparire col suo vestitino nero, corto davanti a scoprirle le splendide gambe abbronzate, e più lungo dietro, a rimarcare l'ondeggiamento della sua figura, nella tipica e femminile camminata che faceva impazzire tutti nel vederla incedere. "Lo farò!" rispose strizzando l'occhio all'amico gaio che la faceva sentire così leggera e serena nella vasta gamma di possibilità che le profilava quotidianamente, da un'altra esilarante prospettiva di vita. All'ingresso, sotto l'arco di legno, fiorito di gerani rossi che emanavano un odore insopportabile che sin da bambina Gioia considerava ripugnante, la bagnina Valeria, minuta ma professionale, l'accoglieva sempre con un sorriso giovanile che sapeva di giovinezza e allegria. Al contrario del bagnino che non sorrideva mai ma che anche da lontano le fissava le tette come fossero il faro d'orientamento per le imbarcazioni in mare. Ogni volta che, sistemati i teli colorati sui lettini, si spogliava, Edoardo sgranava gli occhi bluastri, dimenticandosi dei bagnanti che doveva invece tenere d'occhio; sicuramente più del prorompente seno di Gioia. Ogni volta trattenuto da un bikini di colore diverso, rosso, giallo, verde acqua, oggi fasciato in un effetto sexy, mozzafiato, nero.
Edoardo poteva avere 24 o 25 anni al massimo. Alto, dalle spalle enormi, costantemente arrossate e che scopriva di rado togliendosi l'abituale t-shirt rossa che gli faceva da seconda pelle. Ovunque si trovasse svettava con i suoi capelli biondi e mossi da ogni parte della piscina in cui si fosse posizionato a vigilare e fischiare per sanzionare comportamenti scorretti nell'acqua e a lanciare sguardi equorei più frequentemente a Gioia. Lei si sentiva sempre gli sguardi addosso pertanto uno in più non le cambiava nulla. Immersa nella lettura di uno dei romanzi estivi, estratto dall'enorme borsa di paglia fucsia e verde, comprata l'anno prima in Costa Azzurra, durante l'ultima vacanza con suo marito, il suo ex marito, ora, gradualmente si estraniava inforcando gli occhiali azzurri da lettura. A Gioia non occorreva fare nulla per sedurre. Succedeva suo malgrado. Di fatto se ne stava prevalentemente per conto proprio a leggere, scrivere al telefono o distesa a mo' di lucertola a farsi baciare dal sole che ogni giorno abbracciava la sua pelle morbida e chiara convertendola in ambra pura. Le mamme, invece, al passaggio di Edo, smettevano di essere mogli e madri e inventavano qualsiasi scusa per attrarre la sua attenzione, fermarlo e chiedergli qualcosa. "Avrei bisogno di una ciambella per mio figlio!" gli chiese una sorridendo. "Per suo figlio ci vorrebbe più un ciambellone, c'ha 18 anni!" le rispose lui col suo solito umorismo grossolano da ragazzo di paesotto. "Uhm, Edo sei tutto arrossato come un gamberetto. Ti ho portato questo doposole che è miracoloso. Se vuoi te lo spalmo io!" propose una signora scheletrica e aggrinzita come un'albicocca che intanto provava a conquistarsi la fiducia del giovanotto. "Sì, gamberetto. Come no? Io c'ho un astice sotto. Mi serve olio e limone per condirlo, signo'!". Tutte ridevano alla sua trivialità, trasformandosi in galline colorate con costumi sgargianti ogni giorno più esigui sui glutei, elevando Edoardo a gallo del pollaio sotto gli occhi dei compagni pelosi e panzuti alquanto scocciati. Uhm, non proprio del pollaio ma della piscina. Gioia era più attratta dai modi di Valeria e quando aveva bisogno di qualcosa si rivolgeva esclusivamente a lei, cosa che mandava in bestia il re del pollaio. "Cosa distingue un uomo da un maschio, mamma?" le aveva chiesto un giorno per telefono la sua bellissima figlia Beatrice che viveva a Barcellona e che era sempre curiosa delle cose della vita e delle persone. Rispondere in poche battute non sarebbe stato facile ma Gioia sintetizzò così: "Quando ti imbatti in un individuo che parla prima di tutto di se stesso, delle sue voglie e dei suoi problemi e dopo tre minuti ti ammorba, suscitando in te la voglia che si allontani il più possibile. Beh, quello è un maschio. Se invece hai a che fare con qualcuno che ti stupisce anche con piccolissime attenzioni e ti fa sorridere con gli occhi e il cuore facendoti venire sempre più voglia di vederlo e di viverlo, allora quello è un uomo. Uno che sa cosa fare, come e quando farla". Tornando al pomeriggio estivo in piscina e al fremito creato dal bagnino nelle bagnanti... trascorreva senza particolari sensazioni per Gioia che dopo il bagno di parole del libro, si ricordò delle parole di Oscar. Aprì la chat del sito e lesse distrattamente una ventina di notifiche. Ben presto abbandonò però il lavoro, perché di questo si tratta quando si ricevono troppi inutili messaggi, di sterile lavoro di smistamento. Molti utenti, dal radar, l'avevano individuata vicina e le chiedevano dove fosse di preciso geolocalizzabile. La colpì il profilo vicino dell'unico che, pur avendo visitato il suo profilo, non le aveva mandato alcun messaggio. Ancora. "Voglio scegliere io con chi avere a che fare. Non farmi scegliere da tutti i soliti morti di figa insistenti" pensò e così mandò il suo primo, semplice e spontaneo "Ciao" a sexlex. "Ehi, ciao! Stavo per scriverti!" rispose prontamente il ragazzo che nelle foto mostrava solo il fisico perfetto di una statua greca. Poche ore dopo, all'imbrunire, si diedero appuntamento nel giardino della Villa comunale. Lui seguì i suoi indizi: sono al sole che mi asciuga i capelli e tra le cicale che mi fanno compagnia con il loro canto". "Ti trovo!" rispose lui con sicurezza, senza chiedere altri aiuti e sicurissimo del fatto suo. Lei lo vide arrivare in controluce. Camminava lentamente. Maglia azzurra perfettamente aderente al torace scolpito, sorriso bianchissimo e una stretta decisa di mano. "Ciao, sono Alex". Le aprì la portiera della sua macchina sportiva e poco dopo sfrecciarono alla volta di due spritz e di un tagliere di cose buonissime che condivisero guardandosi negli occhi, senza parlare ma sorridendosi con molta piacevolezza e intimità. "Che occhi, mamma mia! È vero il tuo nick. Sai di mare... Se non hai da fare dopo, vorrei cucinare per te. Che ne dici di una carbonara a casa mia? L'ho appena comprata e la sto arredando. È vuota. Ma la cucina c'è ed è nuova. Mi piacerebbe ospitarti. Siamo concittadini ormai. Mi sono trasferito qui per lavoro" disse lui. "Cucinare per me. Che bello! Sai cucinare?" chiese Gioia. "Vivo da solo da quando avevo 18 anni. In dieci anni ho imparato a fare tutto da solo. Me la cavo, dai" affermò Alex guardandole la bocca che assaporava la fetta di arancia con la scorza amarognola, tirata su dal ghiaccio nel fondo del bicchiere a coppa.
L'appartamento al sesto piano di una palazzina, nella parte bassa della città, era trafitto da un tramonto rosso anguria che filtrava dalle vetrate ampie sui balconi. Spazi aperti senza porte. Un solo mobile grigio. Un letto singolo e tanto spazio per camminare seminudi e scalzi sul legno grigio cemento. Guardarlo ai fornelli era davvero euforizzante. Sbattere le uova e girare la pasta, con il braccio sinistro da vero mancino, le provocava un certo turbamento. Lo immortalò più volte col suo iPhone, sicura che a lui avrebbe fatto piacere. Così fu. "Non sono fotogenico, però" disse. "Come no? Stai benissimo con due piatti di carbonara in mano!" replicò Gioia mentre si avviavano alla tavola, apparecchiata da lei solo con lo stretto necessario. Due forchette, due bicchieri e l'occorrente per il fumo. "Sono perfettamente al dente, cremina di uovo, pepe e formaggio della giusta consistenza e guanciale croccante! Bravo piccolino". Gioia si sentiva davvero a suo agio con quel cucciolo di uomo già così risolutivo e determinato a crearle un contorno di relax e bellezza che ogni donna avrebbe desiderato avere. "Ti dà fastidio se fumo?" le chiese con voce calma e tranquilla dopo cena. "Sei a casa tua, ci mancherebbe che mi desse fastidio quel che fai!?". "La preparo anche per te?" chiese. "Se mi vuoi rincoglionita, con le ginocchia molli e preda della nausea!" ribatté Gioia rifiutando e conoscendo già l'effetto del fumo, anche passivo, su di sé. Guardarlo mentre fumava e man mano diveniva un cerbiattino dagli occhi dolci e allungati, le piaceva troppo. La sua posa da David di Michelangelo era irresistibile. L'unico particolare più rilevante rispetto alla statua era il suo "attributo" ancora costretto nello slip blu ma già visibilmente debordante. Se da una parte la canna lo aveva reso meno reattivo, dall'altra gli aveva acceso la voglia di averla. Gioia lo massaggiò ricambiando, con le mani intrise di crema all'argan, tutte le precedenti attenzioni che lui aveva riservato a lei. Ogni tanto in cucina e in altri locali della stanza si erano baciati ma fu nel living che in un momento, in cui fu rapace come un falco, che Alex la atterrò sulla brandina militaresca iniziando a baciarla e a leccarla ovunque. Ogni tanto alzava la testa e biascicava qualcosa ma Gioia non si sforzava affatto di capirlo, fin tanto che lo teneva per i capelli orientandogli il capo con decisione. Quando lo sentì dentro con forza e precisione, quello lo capì perché il suo pene era durissimo e dritto come un pugnale. Molto eloquente e comunicativo senza inutili circonlocuzioni. Questo era il tratto di Alex, fare più che dire. La branda cigolava e sovrastava la musica Ambient che le casse bluetooth diffondevano al buio.
Lei si avvicinò al tavolo e si mise di spalle con le braccia tese sullo schienale della sedia. Lui la prese da dietro, poi alla finestra sulla cui soglia Gioia aveva adagiato il pesante seno, bisognoso di fresco. "Ho letto in un tuo racconto che non ti piace l'anale. Ma ti farò cambiare idea!". "Non ora e non oggi!" rispose lei.
Tornando a casa Gioia inviò una foto di Alex intento ad impiattare la carbonara a Oscar. "Oh, cazzo. Vedi. Questo è veramente figo. Così si fa!". Gioia le raccontò quanto fosse stato perfetto in tutto. "No vabbè però un qualche difetto ce l'avrà pure lui! Bacia male? Ce l'ha piccolo? È fidanzato? È sociopatico? È immaturo?..." chiese elencando tutti i possibili aspetti problematici in cui Gioia era già incappata. "No no niente di tutto ciò" rispose inviandogli un'altra foto del bel ragazzetto. "Si drogaaaaa?" la incalzò. "Ma no, dai. Fuma erba ogni tanto per rilassarsi!" scrisse lei sdrammatizzando. "Ma cosa deve rilassare che ancora sa di latte in polvere!? Aspetta aspetta aspetta, non mi dire Biancaneve. Un altro nano da giardino? Oddio mi pare più basso del forno della cucina". Oscar aveva sviluppato un occhio clinico per i dettagli e le proporzioni in base a porte, tavoli, pensili e mobili vari. "Niente cazzo, uno 'normale' non ce la fai proprio a sceglierlo. Lei giunonica. Taglia settima di reggiseno. Alta con i tacchi un metro e ottanta. Becca sempre i tappi di sughero". "L'importante non è essere alti ma all'altezza. E lui lo e stato!" chiosò Biancaneve, uhm cioè Gioia con tutta l'intenzione di rivedere il suo "bonsai" quanto prima per una serie di motivi difficili da esplicare ma riassumibili in una valigetta di "oggetti" molto interessanti da provare con calma sistematica in futuro. La fretta non è mai erotica! Alex era molto accogliente e magari un giorno si sarebbe ritrovato ad accontentare più di una donna contemporaneamente in un'orgia di carbonara e attenzioni particolari nella sua location vuota ma già dotata delle cose più stimolanti! Con Alex problemi zero. Stress zero. Noia zero. Il trombamico ideale e dotato di tutto ciò che serve.
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