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Amici per il gusto di esserlo


di Membro VIP di Annunci69.it Occhidimare12
05.02.2025    |    141    |    4 8.8
"” Da allora erano inseparabili, ma non erano persone superficiali, nonostante l'apparente leggerezza..."
"Amici per il gusto di esserlo"

Lisa e Andrea erano un’opera d’arte e un gioiello prezioso, due esistenze brillanti che si incastravano alla perfezione, ma senza mai incatenarsi. Lei, pittrice di talento, dipingeva la vita con lo stesso entusiasmo con cui riempiva le tele: colori accesi, pennellate decise, nessuna esitazione. Alta, bionda con i capelli corti e gli occhi scuri e profondi, sembrava uscita da un film francese degli anni ’60. Lui, invece, era un’armonia perfetta di linee slanciate e sfrontatezza naturale: alto, biondo con gli occhi chiari e quel fascino americano che lo rendeva irresistibile senza il minimo sforzo.

Si erano conosciuti a una mostra di scultura a Roma, in uno di quei vernissage pieni di persone eleganti che sorseggiavano vino e fingevano di capire l’arte. Andrea era accompagnato dal suo compagno di allora, un francese sofisticato e vagamente snob. Lisa era con il suo ex marito, un collezionista che parlava solo di mercato e quotazioni. In mezzo a tutta quella gente pretenziosa, loro due erano gli unici che, invece di sorseggiare champagne, si erano lanciati sulle patatine del buffet. “Sai che siamo gli unici a mangiare davvero?” aveva detto Lisa, ridendo. “Per forza,” aveva risposto Andrea, “sono tutti troppo impegnati a sembrare interessanti.”

Da allora erano inseparabili, ma non erano persone superficiali, nonostante l'apparente leggerezza. La loro profondità non si vedeva nelle cose tradizionali, nelle relazioni convenzionali o nell’amore romantico che la società si aspettava. Lisa e Andrea avevano rinunciato a quell’idea di amore idealizzato. Non credevano nelle costrizioni dei sentimenti, e tanto meno nelle etichette, ma non per superficialità: semplicemente, avevano dato tanto nella vita, avevano amato, si erano sacrificati, e ora avevano scelto di non farsi più prigionieri di un concetto che non sentivano più loro.

Per loro, l’essenza della vita era nel gioco, nel piacere, nel sesso come forma di svago e condivisione senza aspettative. Non cercavano nulla di più, né avevano bisogno di romantiche dichiarazioni d'amore. “Il cuore è stato troppo esposto, ora preferisco la leggerezza,” diceva Lisa. “Abbiamo dato abbastanza, ora è il nostro momento di divertirci,” aggiungeva Andrea. E in quella filosofia vivevano: in un mondo dove il gioco e il piacere non venivano visti come qualcosa di frivolo, ma come la fase più sincera di chi non aveva più bisogno di farsi illudere.

Avevano abbandonato il concetto di sentimento per concentrarsi sull'intensità dell’esperienza. La loro amicizia, libera da ogni aspettativa, era la forma più pura di amore che conoscevano: un amore per il momento, per l’istante di felicità che riuscivano a creare ogni volta che si trovavano insieme.

Si divertivano come bambini, ma erano consapevoli della profondità delle loro scelte. Ogni loro avventura, ogni incontro casuale, ogni risata non era mai priva di un senso. Giocavano, certo, ma avevano giocato anche con la vita in passato. Avevano vissuto e provato cose che molti non avrebbero nemmeno immaginato, e avevano deciso che, dopo tanto dare, era il momento di prendersi il lusso di non volere niente di più di una risata, un’avventura senza complicazioni.

Tra un'opera venduta e un anello su misura per qualche cliente altolocato, la loro vita era un susseguirsi di incontri folli e serate trascorse su una chat esclusiva dove si divertivano a chiacchierare con ragazzi bellissimi. “Guarda questo,” rideva Lisa, mostrando la foto di un modello norvegese con gli addominali scolpiti. “Dice che cerca ‘una donna che lo ispiri’.”
Andrea scoppiava a ridere: “Digli che io lo posso ispirare a fare meglio i suoi selfie.”

Non si invidiavano mai, non si giudicavano mai. Si capivano senza bisogno di spiegarsi. Quando qualcuno chiedeva loro perché non stessero insieme, Lisa rispondeva con un sorriso sornione: “Perché le cose belle vanno lasciate così come sono.”

E così andavano avanti, senza bisogno di definizioni o etichette, vivendo con la leggerezza di chi sa che la vita è troppo breve per prenderla sul serio. Senza mai dimenticare che, in fondo, loro erano persone profondamente piene, ma che avevano scelto di giocare con la vita senza pensare troppo a domani.

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