Annunci69.it è una Community rivolta ad un pubblico adulto e maggiorenne.
Puoi accedere solo se hai più di 18 anni.

SONO MAGGIORENNE ESCI
Racconti Erotici > Prime Esperienze > La foto galeotta (3)
Prime Esperienze

La foto galeotta (3)


di Dark_Knight_90
05.11.2022    |    1.149    |    0 9.0
"La situazione e il livello di eccitazione furono tali che sentii di stare per cedere e quindi la avvertii; lei mi strinse ancora di più, chiudendo maggiormente la stretta delle sue gambe dietro alla..."
Dopo le ultime uscite, con Ginevra l’affinità era in crescendo e con essa anche il desiderio di condivisione e reciproco appagamento.

Nei tanti messaggi scambiati durante le giornate di forzata distanza, ad entrambi piaceva alzare il tiro, sognando le prossime avventure e i dettagli più minuziosi. Spesso capitava che le inviassi degli screen di abiti eleganti o molto succinti, oppure di completi intimi, a seconda della situazione che ci immaginavamo insieme.

Nell’ultima conversazione avuta, il desiderio comune era caduto sono un completo di color burgundi formato da brasiliana e da un corpetto, entrambi con delle parti ricamate trasparenti. “Non vedo l’ora di vederlo indossato” le dissi, aggiungendo “anche se non durerà molto, sappilo”; ancora una volta lei si dimostrò più spigliata di quanto mi aspettassi e rispose: “È un peccato togliere una cosa così bella quando si può fare tutto anche solo spostandola un poco!”. Quella frase bastò a far partire l’acquisto del completo e a fissare la prossima uscita nel giorno stesso dell’arrivo del pacco tanto desiderato, con una sorpresa che nemmeno lei si aspettava.

La data tanto attesa arrivò 3 giorni dopo e io ero nella consueta attesa all’interno dell’auto, consapevole di cosa potessi aspettarmi solo per la parte di intimo; ancora una volta lei riuscì a sorprendermi e scatenare in meno una tempesta di emozioni e di desiderio: sotto una giacchetta nera con due bottoni dorati, indossava un abito nero che la fasciava completamente fino ad appena sopra il ginocchio, ai piedi dei tacchi aperti con un ricamo dorato e degli orecchini a pendente sempre d’oro.

Appena salita in auto mi salutò con trasporto lasciandomi l’immancabile traccia di rossetto su labbra e guancia e il profumo inebriante che mi colpì direttamente quasi stendendomi. La desideravo e se non fosse stato per i programmi che avevo in mente, l’avrei spogliata e presa lì in quel momento.

Ci spostammo in auto fino alla prima tappa della nostra serata: un ristorante fuori porta, con pochi coperti, luce soffusa e una discreta privacy per ogni gruppo di commensali, proprio quello che di cui avevamo bisogno.
Un cameriere ci accompagnò al nostro tavolo, in un angolo appartato del locale, con tovaglia lunga e centro tavola floreale con due candele accese che fungevano da primaria fonte di illuminazione.

Appena seduti non potei che sentirmi fortunato per l’immagine che potevo godermi, lei rappresentava qualcosa al di sopra di ogni mia brama, più bella di quanto uno potesse immaginare per sé stesso. Come ogni volta, la prima ordinazione fu del vino e la nostra scelta ricadde su un rosso corposo, una metafora perfetta di quello che ci sentivamo in quel momento, un aiuto anche per sganciare ogni freno inibitorio e annebbiare ogni remora che potesse ancora appartenerci.
Subito dopo ordinammo entrambi un antipasto e un secondo di carne e mentre lasciavo a lei la parola per l’ordinazione al cameriere, il quale sembrava pendere dalle sue labbra, io cercavo con la mano la sua e con le mie gambe cingevo le sue, così da ricordarle il mio desiderio e a chi dovesse prestare attenzione. Appena allontanatosi il cameriere, lei prese la mia mano e se la portò alle labbra, passando da un bacio a un leggero morso, per ristabilire un contatto e anche un gioco di potere tra di noi; sicuramente era lei il centro di attenzione anche per gli altri.

Dopo qualche bicchiere e l’antipasto, nell’attesa della portata principale, scherzammo su quanto entrambi fossimo schietti e impavidi, sottolineando il fatto che finora molto era stato lasciato solo a livello orale, termine dal doppio senso molto voluto. Accettai la sfida e scivolai indietro con il sedere e portandomi avanti con il busto, così da poter arrivare alle sue gambe con le mie mani; lei invece scivolò avanti con la seduta così da avvicinare il bacino verso di me ma tenendo le gambe serrate, come a negarsi a me. Quello che non si aspettava o aveva frainteso era che il mio obiettivo non era stuzzicarla ma vincere la sfida che ci eravamo dati nel precedente incontro; non mi fermai quindi appena incontrate le sue gambe, ma con le mani risalii lungo le cosce all’interno della gonna del suo abito, fino a incontrare i lacci dei suoi slip e con un movimento rapido glieli sfilai, anche con il suo aiuto nel sollevarsi un attimo. Chi ci avesse beccato durante quei momenti si sarebbe sicuramente fatto una risata perché io avevo praticamente la faccia sul tavolo e le mie braccia erano per metà sotto il suo vestito.
Quel rischio valse due grosse ricompense: uno stato condiviso di eccitazione per la situazione e i suoi slip tra le mani; le guardai prima di riporle nella tasca e come promesso erano le brasiliane che pochi giorni fa avevo ordinato, non vedevo quindi l’ora di vedere l’altra parte del completo.

Non saprei dire quanto avesse influito anche il vino ma oltre alle labbra anche le sue guance avevano acquistato un certo colorito, sicuramente parte di quel rossore era dovuto al sapersi scoperta in un ambiente pubblico e con me di fronte consapevole e responsabile di quella nudità.
Come consueto saltammo dessert e dolce, il motivo era subito detto, la nostra fame era di altro, era di noi. Dopo aver pagato ci mettemmo in auto e ci dirigemmo verso casa sua, ma quando arrivammo al solito parcheggio non mi fermai e prosegui dritto, sorprendendola un po' e per tranquillizzarla le dissi che per lei c’erano in serbo altre sorprese. Lei sorrise e si strinse a me, desiderosa di me e di conoscere cosa l’aspettasse; io colsi l’occasione per tastare la situazione posi la mia mano tra le sue cosce, cosa che lei apprezzò e facilitò facendo risalire l’abito lungo le cosce e accompagnando la mia mano prima lungo alle sue labbra e poi dando il ritmo a una penetrazione delle mie dita dentro di lei, premendo il mio palmo sulla sua clitoride così da avere una doppia stimolazione.

Nonostante la scarsa concentrazione che potessi mettere alla guida, riuscii comunque ad arrivare a destinazione e le mie intenzioni le furono subito ovvie; ci trovavamo un famoso motel della zona, rinomato per discrezione, selettività dei clienti e particolarità delle stanze, tutte arredate con un particolare tema.
Avevo già effettuato la prenotazione nel pomeriggio, quindi il check-in fu rapido e parcheggiai l’auto al di fuori della stanza, in un posteggio privato e segregato dagli altri attraverso delle alte siepi.

Accompagnai Ginevra dall’auto fino all’entrata della stanza, sperando che la mia scelta per la nostra prima volta fosse anche per lei qualcosa di così speciale e particolare che esaltasse ancora di più quella situazione. Si trattava di una stanza con specchi sia su tutti i 4 lati che sul soffitto, con la doccia posta fronte letto e separata da una vetrata trasparente, con bagno a parte.
Dopo due passi all’interno della stanza lei si girò su sé stessa e sbalordita mi salto al collo ringraziandomi della sorpresa e dicendo: “Non avrei potuto pensare a un posto più azzeccato per noi e dove poter dar sfogo alla nostra voglia”.

Gli abiti volarono subito a terra e rimanemmo nudi ad eccezione del corpetto che lei volle tenere e che anch’io dovetti ammettere che le dava un tocco ancora più sensuale, perché esaltava le sue forme lasciando comunque intravedere tutto grazie al tessuto ricamato.
Ci abbracciammo e poi, prima di stenderci per qualche istante mi misi alle sue spalle per farsi che insieme ci osservassimo in quel momento, in quella stanza, davanti a tutti quegli specchi, così da imprimerci nella memoria quell’instante, il noi e la nostra voglia che ci aveva portato esattamente lì in quella stanza, uno accanto all’altro.

In quell’istante capimmo entrambi cosa ci legasse, quel legame così forte, quasi una fame insaziabile dell’altro, voglia di possedere l’altro quasi da straziarsi le carni e affondare uno nel corpo dell’altro. Lei fece due passi avanti appoggiando le mani allo specchio di fronte a lei, inarcando la schiena e spingendo all’indietro i fianchi, inclinando leggermente la testa lateralmente, come pregandomi di prenderla in quella posizione; mi avvicinai a lei, feci scorrere le mie mani dalle sue spalle fino ai fianchi, sentendo il suo corpo scuotersi per dei brividi e in trepidante attesa della mia successiva mossa. Io mi inginocchiai e la baciai, partendo dalla schiena, saltando da un gluteo all’altro e cingendo i suoi fianchi con le mie mani, fino a immergere il mio viso tra le sue natiche e lappando le sue labbra, ancora umide da quanto successo in auto. Questo fu un colpo basso per lei che dovette resistere, nonostante le gambe che prima erano rigide si piegarono leggermente in avanti con il rischio di farla cadere a terra. Avevo raggiunto il mio obiettivo, potevamo quindi donarci l’uno all’altra e viceversa.

Mi rimisi in piedi e mentre con la mano sinistra le cinsi la vita, con la destra indirizzai la mia voglia dentro di lei, osservando con attenzione il suo viso allo specchio; proprio nel momento della penetrazione i nostri sguardi si incontrarono allo specchio e lei si morse il labbro e cercando invitandomi con un braccio ad accarezzarla e stringerla con entrambe le mie mani.
Dopo qualche affondo chiuse gli occhi e inclino la testa all’indietro, mentre io appoggiai la testa sulla sua spalla destra, baciandola e godendomi tutta la vista del suo corpo, le scosse e le reazioni ai miei affondi e le mie mani che scorrevano su di lei, passando dai fianchi al seno, ormai uscito dal corpetto che si era abbassato, continuando poi strizzandole i capezzoli e scendendo fino al monte venere per raddoppiare l’effetto della stimolazione sulle sue zone erogene.

Dopo un brivido molto profondo lei si sfilò dalla mia presa e si girò e portando le mani alle mie spalle mi spinse sul letto, ancora fatto, facendomi distendere completamente e togliendosi il corpetto, con un uno sguardo feline e fatale, foriero di una tempesta di emozioni. Si accovacciò tra le mie gambe, iniziando a baciare e accarezzare il suo gioco preferito, facendolo poi sparire tra le sue labbra. Lo stava preparando a ciò che lo aspettava. Guardando lo specchio al soffitto, portai le mani dietro la testa e mi godetti quella scena, soddisfatto ed emozionato per la sorpresa riuscita. Lei alzò la testa e notò la cosa, decise quindi di voler godere anch’essa di quella posizione e mettendosi a cavalcioni sopra di me, si fece penetrare apprezzando sé stessa nel gesto, osservandosi nello specchio posto di fronte a lei, portandosi una mano al seno e tenendosi in equilibrio con una mano sul mio petto.
Continuò per qualche minuto a muovere i suoi fianchi avanti e indietro, adagiandosi a me e cercando il calore della mia pelle in quella posizione; la mia voglia continuava ad essere alimentata sia dal contatto con lei sia dalla vista di lei sul soffitto; decisi di condurre maggiormente i giochi e di ribaltare la posizione e mi portai sopra di lei, affondando tra le sue gambe che le chiesi di stringere dietro la mia schiena. Mi fece sorridere il fatto che scansò i miei baci e volle godersi anch’essa la scena sul soffitto, accarezzando la mia schiena e gustandosi i miei glutei contrasti e rilassarsi a ritmo della penetrazione.

La situazione e il livello di eccitazione furono tali che sentii di stare per cedere e quindi la avvertii; lei mi strinse ancora di più, chiudendo maggiormente la stretta delle sue gambe dietro alla mia schiena e quindi venni dentro di lei, poiché a conoscenza del fatto che era sotto regime di pillola e quindi potendomi godere la cosa senza preoccupazioni di sorta.
Dopo aver qualche minuto passato distesi e abbracciati, scambiandoci baci e carezze, decidemmo di farci una dolce doccia insieme, sorridendo come due stupidi delle emozioni e delle immagini appena vissute, promettendoci che non rimanesse una cosa sporadica ma che diventasse per noi un’abitudine.

Ci rivestimmo e l’accompagnai a casa, salutandola e con già il pensiero alla prossima sorpresa ma con la sensazione di viaggiare qualche metro da terra, come galleggiando tra le emozioni appena provate, che resteranno indelebili nella nostra memoria.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
9.0
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per La foto galeotta (3):

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni