Annunci69.it è una Community rivolta ad un pubblico adulto e maggiorenne.
Puoi accedere solo se hai più di 18 anni.

SONO MAGGIORENNE ESCI
Racconti Erotici > tradimenti > PRENDI IL VENTO
tradimenti

PRENDI IL VENTO


di Maddalenasmesso
12.04.2021    |    138    |    1 8.7
"Quando prende a spingere sempre più forte, deve respirare..."

Finalmente le labbra. Finalmente lo scambio di saliva e la lingua che fruga nella sua bocca. La morde. La succhia.Che bacio. Di quelli che ti scoppia lo stomaco e ti gira la testa. Sa di birra e di fumo. Sa di festa delle medie. Dei falò d'estate. Dei primi amori. Sai già da ora che non è amore. Non questo. Che l'amore, il tuo, lo hai già dato. A quello che non è lì, non in quell'auto. Nemmeno in quella città. È voglia. Desiderio. Fuoco nuovo. Fallo. Accendilo quel fuoco, ti ha detto. Prova la sensazione. Tocca la fiamma. Scegline uno. Magari più giovane. Più forte. Prendilo che muoia per te. Che penda dalle tue labbra e affoghi nei tuoi occhi. Gioca. Fallo ballare. Lascia che s'avvicini alla distanza del profumo della tua pelle e della tua carne. Permetti ai tuoi occhi e i tuoi fianchi di farlo tuo. Riaccendi la fiamma. Avvampa quel fuoco. Che il calore e l'amore che hai vi conserva al sicuro ma ha addormentato il tuo corpo. Che sei un meraviglioso veliero fermo in rada, dondolato dal moto ondoso. Amorevole. Annoiato. Prendi il vento. Il vento in faccia è stato il segno. In auto dopo la birra fresca al chiringuito sulla spiaggia. Dopo la serata spesa a piacevoli chiacchere e risate. Dopo che senza parole ma con gli sguardi e quella mano sulla mano a fermarlo alla cassa, gli aveva detto portami via. Prendi la strada di casa ma perditi in giri eterni, avevi pensato.Dopo che l'ha preso e l'ha portata via nella notte, è stato lì che ha ritrovato il vento. Fresco sulla faccia calda dell'emozione. L'aria sul viso rosso della promessa di quello che le aveva regalato. Quello che non è lì, non in quell'auto. Nemmeno in quella città. Erano anni che il vento la infastidiva. Non le raccontava più di vite lontane. Di grandi attese. Invece ora la eccitava. La portava più lontano di lì, già nel posto, dove gli chiedi di fermarsi. Che non c'è bisogno di girare oltre. Che l'ha capito che come lei non vuole che quella notte finisca con un ciao sotto il portone e un'occasione persa. Un rimpianto in più nella collezione dei se avessi osato. E lui sceglie con cura il posto. Nascosto dagli alberi. Lontano dalla strada ma vicino al mare che a motore spento prende ritmare amplessi con la spiaggia. Abbastanza appartato, gli fa notare. Abbastanza da sospettare che ci abbia già portato altre in quel posto. Con intenzioni tutt'altro che pacifiche. Lui che sorride imbarazzato perché pensa d'aver frainteso. Sbianca e balbetta scherzando scuse.Lei maliziosa lo rassicura che forse nemmeno le sue intenzioni potrebbero essere pacifiche. Improvvisa scoppia la guerra. Un bacio al primo assalto. Scoppio di bombe tutt'attorno. E stomaco e cuore partono. Sola emozione. Sola passione. Che il resto è per lui, che non è in quell'auto. Nemmeno in quella città. Poi si ferma. Gli spara gli occhi negli occhi. Si assicura sia suo. Perso in lei. Ubriaco di lei. Gli ridà le labbra. La lingua. La saliva. Mentre le mani accarezzano le gambe. Indugiano. E ancora gambe. E viso. È il collo e sono i capelli. Allora invade con la mano il gonfiore fra le cosce. Ancora lo bacia e lo sente tremare. Ritirarsi un po'. Poi è benzina sul fuoco. Sente aumentare i giri. Sente pulsare nelle mani il pene che preme per uscire. Lui che si fa coraggio quando incomincia a esplorarti sotto la gonna leggera. Lei gli abbassa la cerniera e sente caldo il cotone degli slip. Lui si fra strada fra l’elastico delle sue mutandine. Poi i fianchi. Poi il culo. Ancora i fianchi. Lo capisce che tanta libertà lo paralizza e non sa dove fermarsi che tutto vuole conquistare e non gli bastano le mani. Allora dolce lo allontana, si fa indietro, gli sbottona cinta e pantaloni mentre lo tiene inchiodato con lo sguardo. Sirena minacciosa. Lo blocca li. In attesa. Poi s’immerge. Il naso incontra per primo l’intimità. Il profumo di pulito, di talco. Quasi da bambino. Sotto, la carne dell'uomo odora di vivo e di buono. Morde quella carne, sotto il tessuto. Sente il calore sotto le labbra umide, affamate. Con i denti ne prova lieve la consistenza. Quasi sente le vene pompare sangue. Ora lo vuole vedere. Quel muscolo vivo che si fa sempre più forte. Vuole provare il sapore. Di quel cazzo che non è il suo. Che non è lui in quell'auto. Nemmeno in quella città. Invece questo ragazzo è qui e le posa la mano sulla testa e le accarezza i capelli. Mentre lei lo guarda. Dritto. Solido. Lo accoglie in una mano quasi un oggetto prezioso e delicato. Lo stringe accarezzandolo con il pollice. La pelle liscissima. La bacia. E con la lingua segue le vene ormai gonfie e scure. Fino alla cima. Che prende a baciare. Che fa sparire fra le labbra sempre più bagnate. Poi ingoia e scende. La lingua aderisce e si muove. Poi lenta risale e scende ancora. Accompagnata dalla sua mano, che preme dolce sulla nuca, la testa prende il ritmo del loro respiro affannato. Sordi e liquidi suoni salgono dal basso e si sciolgono nell'aria mischiandosi al suo affannato incitamento a continuare. Ora non è più la birra. Non è più il vento. Non è più l'attesa. Non è solo quel membro che gli pulsa in bocca che la ubriaca. E’ sapere che lui che non è in quella macchina glielo ha infilato in gola dove ora si fa strada. Quasi soffocandola togliendole quello che resta del respiro. Sapere che sa che un cazzo che non è suo che si bagna della sua saliva, che sii fa accarezzare dai suoi baci. Sa che non sono sue le mani che si fanno strada nelle mutandine di lei. Le dita che si bagnano fra i suoi piccoli peli morbidi. Che non è lui in quell'auto. Nemmeno in quella città. Quando la tocca premendo dolce sul suo clitoride caldo e umido una scarica elettrica le fulmina le tempie. Le brucia i pensieri che inopportuni le affollano la testa. Lancia un lieve gemito. Quasi l'accenno di un pianto. Deciso ma con una dolcezza infinita a piccoli vortici la accarezza e preme. Muta, geme ancora con la testa spinta fra le sue gambe e il suo pene nella bocca. Quando però accenna a sprofondare con le dita piano, lei lo blocca, ancora baciandogli il membro e guardando dal basso verso l’alto con lo sguardo più languido che ha, gli sussurra che non le piacciono le dita dentro. Lo riprende in bocca e incomincia a muoverlo anche con le mani. Il tempo sembra fermo in quella ritmica e dura tutta una vita. Lui è perso dentro di lei mentre le riempie di carne la bocca. Secoli dopo, dolce si tira via sfilandosi e abbandonando un filo di saliva. Appoggia le dita sulla lingua. Raccoglie saliva e, quasi materna, unge la sua cappella. Si alza la gonna. Si scosta un poco le mutandine e allargando le gambe gli si mette sopra. Gli prende il cazzo e decisa prende a usarlo come il più caldo dei giocattoli. Prende a strofinarlo fra le labbra bagnate della sua vagina. Attimi eterni in cui i due corpi uniti ballano umidi. Poi lei chiede ansimando di un preservativo. Lui le indica il cassetto vicino a lei. Con l'agilità che non le appartiene, si allontana schienadosi ma continuando a stringergli il pene. Preso il preservativo, glielo porge e si siede sulle sue gambe ora nude. Quasi gocciola desiderio sulla sua pelle mentre lui sbuccia e infila il caucciù. Lo aiuta mentre sorride, lo guarda e lo bacia. Non è lui in quell’auto. Nemmeno in quella città. Gli abbandona la testa. Ora è sola mentre sente una fiamma calda, solida, salirle su per la vagina. La riempie tutta. L’adesione delle sue parti è totale e quasi abbraccia dentro il suo pene come abbraccia lui appoggiandogli la faccia sul collo. Quando prende a spingere sempre più forte, deve respirare. Mentre respira, geme. Quasi piange. Di piacevole dolore. Lui un po’ si ferma ma lei prende a spingere con tutta se stessa verso di lui. Che vorrebbe sentire il cazzo fino al cuore. Dove dovrebbe stare lui. Che in quei momenti di furioso dentro e fuori di lei, non è da nessuna parte. Non è lì quando lui viene e la soffoca in un abbraccio che quasi li fonde insieme. Ancora più a fondo carne nella carne. L’abbraccia. La bacia. Lei apre gli occhi e di nuovo realizza che quello sotto di lei non è lui. In quel momento vorrebbe che la vedesse però, quello che non è lì in quell’auto, perché mentre frenetica ancora si muove all’improvviso, viene e toni accesi d'intenso piacere le comprimono il ventre, le schiacciano stomaco e cuore... Comprime in un ultimo assalto il bacino a quello di lui mentre emette un profondo e sottile gemito. Si fermano. Ansimano. Si guardano e ridono. Lei si sfila. Lui si toglie il preservativo. Lei appoggia la testa sulle sue gambe nude. Prende il suo cazzo ancora duro e bagnato di sperma e glielo lecca. Lo pulisce. Poi lo asciuga con un fazzoletto spuntato da chissà dove. Delicata lo ripone negli slip. Lo bacia ancora sotto il cotone. Mentre lui si riabbottona, lei si ricompone. Si mette seduta e lo bacia. Come si bacia chi ti appena ritrovato un oggetto smarrito. Un bacio pieno. Senza quel rimpianto in più nella collezione dei se avessi osato. Sorride. Lui le sorride e le accarezza il viso. Poi la bacia sulla guancia rossa di una nuova fiamma che non è amore e nemmeno più passione. E’ stato bello gli dice e lo dice pure a lui che non è né in quell’auto né in quella città.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
8.7
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per PRENDI IL VENTO:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni