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tra due .....09 Amor vicit omnia


di iltiralatte
01.06.2025    |    176    |    4 9.2
"Aveva inseguito una spiegazione per settimane, ma la verità era arrivata da sola, brutale e definitiva..."
Amor vicit omnia

Leo era già sulla barca.
Aveva caricato tutto, aveva preparato ogni dettaglio.
Il mare si stendeva davanti a lui, infinito, immutabile.
Eppure, in quel preciso istante, non riuscì a partire.
Il vento accarezzava la superficie dell’acqua, il molo era silenzioso.
Mila era lì, distante, immobile.
Non diceva nulla, non lo chiamava, non si muoveva.
Forse aspettava.
Forse no.
Leo strinse il timone con forza.
Sapeva già la verità.
Non c’erano più dubbi.
Mila lo aveva tradito.
Ora, che cosa restava da fare?
Il cielo era coperto di nubi sottili, lasciando filtrare una luce opaca che si rifletteva sulla superficie del mare.
Le onde erano lente, ma irregolari, come se anche l’acqua fosse inquieta, incerta su quale direzione prendere.
Leo era sulla barca, immobile per un istante, con lo sguardo perso oltre l’orizzonte.
Tutto era pronto, ma dentro di lui c’era una tensione che non si placava.
Il motore era acceso, ma lui non partiva.
Le mani strette sul timone, rigide, senza tremore solo fermezza: le mani di un chirurgo.
Il molo era silenzioso, ma ogni cosa sembrava carica di significati sospesi.
Mila era lì, un passo dietro di lui, ma ormai troppo lontana per poterlo raggiungere.
Leo aveva passato giorni, settimane, forse anche mesi a cercare una certezza.
Ora ce l’aveva.
Non c’erano più dubbi.
Mila lo aveva tradito.
La consapevolezza gli colpì lo stomaco come un colpo secco-
Non era rabbia, non era sorpresa: era qualcosa di più profondo.
Una lucidità dolorosa, ma anche liberatoria.
Leo non aveva bisogno di spiegazioni, di confronti, di parole che tentassero di giustificare l’ingiustificabile.
Sapeva già tutto.
Il mare davanti a lui era vasto, aperto, pronto a inghiottire l’uomo che stava per partire senza più nulla da perdere.
Leo guardò l’orizzonte, ma la sua mente era altrove.
Non c’erano più esitazioni, nessun margine per il dubbio.
“Mila mi ho tradito. “
Non era un sospetto, non era un’ipotesi: era una certezza assoluta.
Tutto combaciava: le strane assenze, gli sguardi sfuggenti, le parole dette a metà.
Non provava rabbia, né sorpresa.
Solo un freddo senso di chiarezza.
Aveva inseguito una spiegazione per settimane, ma la verità era arrivata da sola, brutale e definitiva.
Leo inspirò profondamente.
Per la prima volta, sapeva esattamente cosa fare.
Non si sarebbe voltato.
Non avrebbe domandato nulla.
Non avrebbe dato a Mila la possibilità di giustificarsi.
Ora, tutto sarebbe cambiato.
Leo strinse il timone con forza.
Le sue dita erano immobili, ma dentro di lui il cuore si spezzò.
Ora sapeva tutto non c’erano più dubbi, né illusioni.
Non era un colpo improvviso, ma una certezza che lo divorava lentamente.
Non reagì con rabbia, né con disperazione.
Solo lucidità.
La verità lo travolse, ma senza destabilizzarlo.
Per la prima volta, il futuro gli appare chiaro.
Non doveva più combattere, non doveva più chiedere spiegazioni.
Aveva già deciso cosa fare.
Il mare era immobile, come se stesse aspettando di portarlo via.
Leo guardò Mila per l’ultima volta.
Non cercò risposte, non attese spiegazioni.
Non aveva bisogno di un confronto.
Il passato era già scritto, e lui non aveva intenzione di rileggerlo
Sapeva come comportarsi.
Non sarebbe stato lui a trattenere qualcuno che non voleva restare.
Il dolore c’era, ma era controllato.
Non lo avrebbe fatto vacillare, non gli avrebbe fatto cambiare idea.
Il vento gonfiava le vele della barca, come se il destino volesse accelerare la sua partenza.
Leo inspira profondamente.
Una volta che il molo fosse stato lontano, non ci sarebbe stato più spazio per i ripensamenti.
Leo non esitò.
Ogni oggetto legato a Mila doveva sparire.
Prese tutto.
Ogni frammento di lei.
Ogni memoria.
Uno alla volta, li aveva gettati sul molo, senza un briciolo di esitazione.
Il primo oggetto cade con un suono secco, una sentenza senza bisogno di parole.
Il secondo rotolò leggermente, come se avesse voluto restargli attaccato ancora un istante.
L’ultimo, il più significativo, scivolò via senza cerimonie.

Aprì il contenitore sotto coperta, dove aveva messo le ultime cose della moglie..
Affondò le mani nelle borse, nella sua giacca dimenticata, nel libro che aveva dimenticato lì da settimane.
Ora, mentre l’orizzonte lo chiamava, tutto ciò che apparteneva a Mila gli sembrò un peso insopportabile.
Si alzò lentamente.
Lo sguardo fisso sul molo, sulle sue cose, su quello che era rimasto di lei.
Poi, senza un’esitazione, prese la prima borsa.
La sollevò e la scaricò.
Essa cadde sul legno del pontile con un tonfo sordo.
Ne afferrò un’altra.
La lasciò cadere.
Poi ancora e ancora.
Un gesto dopo l’altro, svuotò la barca di ogni frammento di lei.
Mila non fece nulla.
Guardava, ma non reagiva.
L’ultima valigia rotolò leggermente prima di fermarsi, come se volesse resistere alla separazione definitiva.
Mila rimase lì, immobile, mentre Leo navigava via senza voltarsi.
Mila non si mosse, non protestò, non domandò spiegazioni.
Ella ripensò agli istanti appena trascorsi.
Avrebbe potuto fermarlo?
Se avesse parlato, tutto questo sarebbe successo comunque?
Non disse nulla.
Non tentò di fermarlo, non raccolse nulla
Forse perché sapeva che ormai non aveva più voce in questa storia.
Leo si mosse con una sicurezza glaciale.
Non c’era esitazione nei suoi gesti, né un briciolo di pietà.
Leo sapeva che le parole dette a voce non sarebbero servite a nulla.
Non volle spiegare, né lasciare spazio a risposte inutili
Ma c’era una frase che doveva essere scritta.
Pre000000000se un foglio dal taschino, la penna scorse veloce, senza esitazione.
Le parole erano semplici, dirette: una chiusura definitiva:
"Cerca un nuovo marito, una nuova casa, un nuovo amore”
.Non era rabbia
Non era rancore.
Era solo verità.
Poggiò il biglietto sopra l’ultima valigia..
Il foglio era leggero, ma pesava come un macigno nell’aria ferma del molo.
Non si aspettava che Mila lo avesse preso subito, né che lo avesse letto ad alta voce
Se lo avesse fatto, lo avrebbe fatto da sola: quando lui sarebbe ormai stato lontano.
Il mare lo chiamava, la barca riprese a muoversi.
Il rumore delle onde accompagnò il momento. Leo si stava allontanando, ma Mila non lo aveva ancora veramente perso.
Osservava la barca, ma non riuscì a muoversi.
Non sapeva cosa aspettarsi, né se aspettare qualcosa avesse ancora senso.
Il vento le sfiorava la pelle, ma dentro di sé sente sola e perduta.
Leo non le aveva detto nulla, non aveva chiesto, non aveva spiegato.
Aveva agito e basta.
Leo lasciò Mila alle sue scelte, alle sue nuove vie.
Il vento lo sfiorò, come se volesse chiudere la scena prima che qualcuno potesse dire qualcosa
Leo tornò al timone
Ora poteva guidare la barca dove avesse voluto.
Leo non attese.
Non c’era alcuna aspettativa di un’ultima parola, di una supplica, di una giustificazione tardiva.
Leo non cercò una reazione.
Non volle sapere se Mila avrebbe raccolto subito il biglietto , se lo avesse visto volare via nel vento oppure se lo avesse ignorato del tutto.
Per lui, il contenuto del messaggio era già realtà.
Non ci sarebbe stato un confronto, né un'ultima supplica.
Per Leo, non c’era più nulla da dire.
Qualunque cosa resti sospesa, la lascerà a Mila
Il mare è l’unico che adesso lo ascolterà.

Il tempo sembrava essersi fermato.
Leo stava già partendo, ma Mila era ancora lì, radicata nel legno del molo, senza riuscire a muovere un passo.
Non era sorpresa.
Non era asdolorata.
Era qualcosa di più profondo, qualcosa che nemmeno lei sapeva descrivere
I bagagli erano accanto a lei, il biglietto ancora intatto sopra l’ultima valigia.
La barca di Leo si allontanò, lenta ma inarrestabile.
Mila rimase immobile.
Come se aspettasse che lui cambiasse idea.
Come se aspettasse un segnale.
Ma non arrivò nulla.
Non lo chiamò.
Non lo rincorse
Non scoppiò a piangere.
Respirò, profondamente, ma dentro di sé tutto era fermo.
La barca di Leo si mosse con sicurezza.
Le onde si chiusero dietro di lui, cancellando ogni traccia della sua partenza.
Mila lo guardò mentre si allontana, ma non lo rincorse.
Non tentò di fare un passo in avanti.
Non perché non potesse.
Non perché non volesse-
Ella sapeva che sarebbe inutile.
Leo aveva già deciso.
La sua scelta era definitiva.
Mila si strinse il braccio con un gesto istintivo
Il biglietto era ancora sulla valigia, il suo destino scritto su poche parole.
Il vento le sollevò i capelli.
L’ultima immagine di Leo si dissolse tra le onde.
Leo era già lontano.
La barca continuava a scivolare sull’acqua, i motori ruggivano piano mentre il molo si faceva sempre più piccolo.
Il silenzio avvolse il molo.
Leo era ormai lontano, il rumore del motore della barca si era dissolto tra le onde.
Mila non aveva più nessuno accanto a se.
Non c’era più una scelta da fare, perché la decisione era già stata presa per lei.
Per la prima volta, la solitudine era reale, non solo un pensiero astratto.
Non poteva più rifugiarsi nelle esitazioni, nei dubbi, nelle illusioni di un ritorno.
Leo se n’era andato e non sarebbe tornato,
Mila si guardò attorno, ma non c’era nessuno a riempire il vuoto che provava.
L’unica presenza tangibile era lei stessa.
Leo èra ormai un’ombra sulla linea dell’orizzonte.
Il suono del mare era l’unico rumore che riempiva il silenzio.
Non c’erano più scuse.
Non c’era più nessuno che prendesse decisioni per lei
Non c’era più Leo.
Mila si strinse le braccia attorno al corpo, come se stesse cercando un calore che non trovava più.
Senza di lui, senza le illusioni, senza il senso di protezione che le aveva sempre dato, era davvero sola.
Non poteva più aspettare che qualcuno la salvasse
Non poteva più rifugiarsi dietro le esitazioni
Ora doveva scegliere.
Per la prima volta, non sapeva cosa significasse essere libera.
Mila restò ferma sul molo.
Il vento spostò appena il biglietto sopra la valigia, ma lei non lo raccolse.
Non c’è più nessuna via di fuga.
Leo era andato,
Bruno non fu una scelta: era solo l’unica opzione rimastale
Per la prima volta, tutto dipense solo da lei.
Non sapeva cosa fare.
Aveva sempre avuto qualcuno che decidesse per lei, che chiudesse i cerchi, che prendesse le scelte difficili.
Ora era sola davanti al futuro, e non aveva una direzione.
Scappare?
Dove?
Restare?
Con chi?
Mila abbassò lentamente lo sguardo verso la valigia.
Il biglietto di Leo era ancora lì, immobile come un sigillo su ciò che era ormai definitivo.
Non lo raccolse.
Non lo lesse.
Non ne aveva bisogno.
Sapeva già cosa c’era scritto.
Sapeva che Leo non avrebbe mai cambiato idea.
Inspirò profondamente, ma il respiro rimase vuoto.
Era sola, e l’unica persona a cui poteva rivolgersi era Bruno.
La mano le tremò appena quando infilò la mano in tasca.
Il telefono era lì, freddo, pesante come un’ancora.
Mila abbassò lo sguardo sul telefono.
Il numero di Bruno era già impresso nella sua mente, e questa volta non esitò.
Le dita si mossero rapide, digitarono la sequenza senza alcun tentennamento.
Non ci fu un secondo di esitazione.
Non poteva permettersela, perché ora non aveva più alternative.
Il telefono iniziò a squillare.
Il suono era assordante nel silenzio del molo.
Uno squillo.
Due.
Tre.
Il telefono smise di squillare.
Un clic netto, poi la voce di Bruno dall’altra parte.
Mila non attese nemmeno un istante.
Non cercò esitazioni o spiegazioni.
Le parole uscirono dirette, asciutte, senza alcuna inflessione emozionale:
— Non sono più legata a lui.
Non chiese nulla.
Non lasciò spazio a interpretazioni.
Bruno tacque per un istante come se cercasse di capire il peso di quella frase.
Bruno rimase in silenzio per un istante.
Le parole di Mila erano dirette, ma prive di qualsiasi emozione.
Egli si aspettava di essere scelto.
Non di rimanere l’unica opzione rimasta.
Il peso gli cadde sul petto, un’amarezza sottile ma inconfondibile.
Non voleva essere solo un rifugio.
Non voleva sentirsi la conseguenza di una rottura, anziché una vera scelta.
Eppure, alla fine, non disse nulla.
Accettò la situazione.
Accettò Mila così com’era, con tutto il caos che si portava appresso.

La barca scivolò sull’acqua, lasciandosi il molo alle spalle senza esitazione.
Non c’erano più né bagagli, né ricordi, né legami da trascinarsi appresso-
Solo lui e il mare.
Ma il mare non era libertà.
Non era una fuga, né un nuovo inizio.
Era isolamento.
Leo non si voltò.
Non guardò il molo che si rimpiccioliva.
Non cercò l’ultimo sguardo di Mila,perché non c’era più nulla da vedere.
Il vento soffiò forte, spingendo la barca oltre l’orizzonte.
Cosa avrebbe trovato?
Un destino nuovo, o solo il vuoto di ciò che aveva perso?
Leo lasciò che il vento gli sferzasse il volto, ma non sentì sollievo.
Per la prima volta in vita sua sentiva di non aveva più nulla.
Non più legami da custodire, né voci che potessero raggiungerlo.
La barca continuò a scivolare sull’acqua, ma la destinazione era incerta.
Era davvero libero?
O solo irrimediabilmente perso?
Inspirò profondamente, ma il respiro rimase sospeso.
Il mare lo circondava, vasto e indifferente.
Una distesa senza confini, senza risposte.
Leo avvertì il mare espandersi attorno a lui, una vastità che non offriva conforto, solo distanza.
Ogni legame era spezzato, ogni ricordo lasciato alle sue spalle.
La barca avanzò lenta, trascinandolo verso l’ignoto, ma lui non avvertì sollievo.
Aveva scelto l’isolamento, ma ora doveva affrontarlo.
Era davvero libero?
Oppure semplicemente perso in un mare che non conosceva risposte?
Il vento gli carezzò il volto, ma non gli portò alcuna certezza
Solo col mare.
Solo lui.

Mila abbassò lentamente lo sguardo. Il foglio era ancora lì, immobile sulla valigia, come un frammento di una storia che non poteva essere cambiata.
Lo raccolse con cura, le dita sfiorarono la carta come se potesse bruciarla.
Lo aprì lentamente, sapendo già cosa avrebbe trovato.
Le parole di Leo erano semplici, nette, ineludibili:
"Cerca un nuovo marito, una nuova casa, un nuovo amore.”
Le lesse, le ripeté nella mente.
Le lasciò scorrere dentro di sé, fino a quando non avvertì più il peso del suo abbandono.
Poi, per un lungo istante, Mila rimase immobile.
Se fosse stata lei a scriverle a sé stessa?
Se fosse sempre stata quella la verità che aveva ignorato?
Se fosse lei, da sempre, a dover ricominciare da capo?

Leo fissò il mare aperto, senza più confini né ostacoli davanti a sé.
Aveva creduto che lasciare Mia significasse essere libero.
Aveva pensato che la solitudine fosse una scelta, non una condizione.
Ora, con l’orizzonte vuoto, si chiese se la libertà fosse mai stata reale.

Mila strinse il biglietto tra le dita, come se farlo potesse ancora cambiare qualcosa.
Aveva sempre creduto che Leo fosse lì per lei in eterno.
Aveva pensato che, in qualche modo, lui sarebbe sempre tornato.
Ora capiva che la libertà non era una porta aperta: era un’assenza definitiva.
Si mise il biglietto nel reggiseno quasi a cercare un conforto che ormai nessuno poteva più darle.

Leo sollevò lo sguardo.
Il cielo era infinito, punteggiato di stelle che sembravano lontane quanto il suo passato.
La notte era silenziosa, solo il mare parlava col suo respiro costante.
L’aria era fredda, ma non pungente: solo distante, come tutto.
Fu in quel momento che il pensiero lo colpì.
Se il destino avesse voluto diversamente?

Mila chiuse la porta della sua nuova casa.
Il rumore della serratura sembrò un sigillo alla sua nuova vita.
Non era più nel vecchio appartamento, né sul molo, né accanto a Leo.
Era sola, con pareti che ancora non sapevano di lei.
Fu allora che il pensiero si insinuò.
Se il destino avesse voluto diversamente?

Leo proseguì, lasciando che il mare decidesse per lui.
Non aveva una meta precisa, solo la certezza di dover proseguire la sua vita
Le onde cullarono la barca, un ritmo lento, inesorabile, senza bisogno di parole.
Mila non era più lì, eppure, qualcosa di lei rimaneva nell’aria, in quello spazio indefinito tra passato e presente.

Mila chiuse gli occhi.
Inspirò profondamente, lasciando che il respiro portasse via il peso degli ultimi giorni.
Il biglietto restava gelosamente custodito sopra il suo seno, non se ne sarebbe mai liberata-
Le valigie, il molo, l’addio facevano ormai parte di un’altra storia.
Questa, invece, era la sua nuova vita.
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