tradimenti
Laura ed Alessandro: Gli amanti


02.06.2025 |
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"Laura riattaccò, il viso pallido, gli occhi nocciola pieni di angoscia..."
Nel cuore di Roma, sotto un cielo di fine primavera del 2 giugno 2025, la città si accendeva di luci dorate. Le strade di Trastevere scintillavano di vita, con i loro vicoli acciottolati e le trattorie che emanavano profumi di basilico e vino rosso. Era qui, in un angolo tranquillo vicino al Ponte Sisto, che Laura e Alessandro si erano dati appuntamento, un segreto custodito con cura, lontano dagli occhi delle loro vite quotidiane. Entrambi cinquantenni, sposati, con figli ormai adolescenti, avevano trovato l’uno nell’altra una scintilla che credevano perduta: una nuova giovinezza, un amore che li faceva sentire vivi, come se il tempo non avesse mai segnato i loro corpi e i loro cuori.Laura e Alessandro si erano conosciuti sei mesi prima, a un evento di beneficenza organizzato da un’associazione culturale. Lei, insegnante di letteratura, aveva incantato tutti con un discorso appassionato su Dante; lui, architetto di successo, aveva catturato il suo sguardo con un sorriso caldo e un’eloquenza discreta. Una conversazione casuale si era trasformata in messaggi furtivi, poi in incontri clandestini. La loro relazione, un intreccio di passione e tenerezza, era un rifugio dalle routine delle loro vite familiari, un luogo dove potevano essere semplicemente loro stessi.
L’appuntamento di quella sera era speciale. Alessandro aveva prenotato una suite al Palazzo Dama, un hotel esclusivo affacciato sul Tevere, con un giardino rigoglioso e una vista che abbracciava i tetti di Roma. La suite, con le sue tende di seta, i mobili d’epoca e un balcone che si apriva sulla città illuminata, era il loro nido per la notte, un luogo dove il mondo esterno non esisteva. Laura aveva accettato con un misto di eccitazione e trepidazione, sapendo che quella serata sarebbe stata un’immersione totale nel loro amore.
Laura, a 50 anni, aveva un’eleganza naturale che il tempo aveva reso più profonda. I suoi capelli castano scuro, leggermente mossi, cadevano in onde morbide fino alle spalle, incorniciando un viso dai lineamenti delicati, con occhi nocciola che brillavano di curiosità e calore. Il suo corpo, ancora sinuoso, portava i segni di una vita piena: curve gentili, seni pieni che si intravvedevano sotto il tessuto, e fianchi che raccontavano una femminilità matura. Per quella sera, aveva scelto un abito di seta nera, lungo fino al ginocchio, con una scollatura discreta ma seducente che accennava al décolleté. Il vestito, aderente ma non eccessivo, esaltava la sua figura senza ostentazione. Ai piedi, un paio di décolleté nere con tacchi alti, sottili e lucidi, che aggiungevano un tocco di audacia. Il suo profumo, La Panthère di Cartier, emanava note di gardenia e muschio, un’essenza che avvolgeva l’aria con sensualità e raffinatezza, come una carezza invisibile.
Alessandro, anch’egli 50 anni, era un uomo che portava la sua età con charme. Alto, con spalle larghe e un fisico mantenuto in forma da lunghe passeggiate e sessioni di yoga, aveva capelli brizzolati che gli conferivano un’aria distinta. I suoi occhi azzurri, profondi e intensi, sembravano leggere ogni pensiero di Laura. Per l’occasione, indossava un completo grigio scuro, sartoriale, che abbracciava il suo corpo con precisione. La camicia bianca, impeccabile, era sbottonata al primo bottone, lasciando intravedere un accenno di petto. La giacca, lasciata aperta, aggiungeva un tocco di disinvoltura all’eleganza. Il suo profumo, un mix di legno di sandalo e agrumi, si mescolava perfettamente con l’aria romana, creando un’aura di mascolinità raffinata.
Laura arrivò al Palazzo Dama poco dopo le 20:00, i tacchi che risuonavano sul pavimento di marmo dell’ingresso. Il giardino dell’hotel, illuminato da lanterne soffuse, era un’oasi di pace, con il profumo dei gelsomini che si mescolava al suo profumo. Alessandro l’aspettava sulla terrazza della suite, un bicchiere di prosecco in mano, il Tevere che scintillava sotto di loro. Quando la vide, il suo sorriso si accese, e i suoi occhi la percorsero con un’ammirazione che la fece arrossire. “Laura, sei… incantevole,” disse, la voce bassa, carica di emozione. Lei si avvicinò, il cuore che batteva forte, e posò una mano sul suo petto, sentendo il calore sotto la camicia. “E tu, Alessandro, sembri uscito da un sogno,” rispose, il tono giocoso ma sincero.
Si sedettero sul balcone, sorseggiando prosecco e parlando di tutto e di niente: della bellezza di Roma, dei loro sogni di gioventù, dei momenti rubati che li avevano portati lì. Ma ogni parola era carica di tensione, ogni sguardo un preludio. Laura sentiva il desiderio crescere, un fuoco che le scaldava il petto, mentre Alessandro non riusciva a staccare gli occhi dalle sue labbra, dal modo in cui il vestito le accarezzava la pelle. Quando le loro mani si sfiorarono, fu come una scintilla. “Andiamo dentro,” sussurrò Laura, prendendogli la mano e guidandolo nella suite.
La suite era un capolavoro di eleganza: un letto king-size con lenzuola di seta bianca, candele che tremolavano sul comodino, e una finestra aperta che lasciava entrare la brezza romana. La luce soffusa dipingeva ombre morbide sui loro volti, mentre il suono lontano di un violino di strada si mescolava al battito dei loro cuori. Laura si fermò al centro della stanza, il profumo di Cartier che si diffondeva, e si voltò verso Alessandro, gli occhi pieni di desiderio e amore. “Ti voglio,” disse semplicemente, e quelle parole furono l’inizio di tutto.
Laura si avvicinò ad Alessandro, i tacchi che cliccavano sul parquet, e gli posò le mani sul petto, slacciando lentamente i bottoni della camicia. Ogni gesto era deliberato, carico di intenzione. Lui la guardava, il respiro che si faceva più corto, gli occhi azzurri che bruciavano di desiderio. “Laura,” mormorò, ma lei lo zittì con un bacio, le labbra morbide che si intrecciavano alle sue, un sapore di prosecco e calore. La sua lingua esplorava la sua, un gioco lento ma intenso, mentre le mani di lei scivolavano sotto la camicia, accarezzando la pelle calda e leggermente ruvida del suo petto.
Laura si inginocchiò con grazia, il vestito di seta che si tendeva sulle sue cosce. Le sue dita trovarono la cintura di Alessandro, aprendola con un movimento fluido. Quando liberò il suo membro, già turgido, lo prese tra le mani, sentendone il calore e la pulsazione. L’odore di lui, un mix di muschio naturale e del suo profumo di sandalo, la inebriò, accendendo un desiderio profondo. “Sei così bello,” sussurrò, guardandolo negli occhi prima di chinarsi. La sua bocca lo accolse, le labbra che si chiudevano attorno alla punta, la lingua che danzava in cerchi lenti, assaporando il gusto salato della sua pelle. Alessandro gemette, le mani che si posavano sui suoi capelli, non per guidarla ma per ancorarsi a lei. Laura si muoveva con passione, la bocca che scivolava lungo il suo membro, alternando succhiate profonde a carezze leggere con la lingua. Ogni movimento era un atto d’amore, un modo per dirgli quanto lo desiderasse. L’odore del suo sesso, caldo e intenso, si mescolava al profumo della sua pelle, creando una sinfonia olfattiva che la travolgeva. Alessandro, sopraffatto, sussurrava il suo nome, la voce spezzata dal piacere, mentre Laura lo portava al confine dell’estasi, fermandosi appena prima, con un sorriso malizioso.
Laura si alzò, il vestito che scivolava a terra, rivelando il suo corpo nudo, illuminato dalla luce delle candele. I suoi seni, pieni e morbidi, si muovevano leggermente con il respiro, i capezzoli turgidi come piccoli bottoni rosei. Alessandro la guardava, incantato, il membro ancora pulsante dal piacere orale. La prese tra le braccia, portandola sul letto, le lenzuola di seta che accoglievano i loro corpi. La distese con delicatezza, ma con un’urgenza che tradiva il suo desiderio. Laura aprì le cosce, invitandolo, il suo sesso già umido, un invito profumato di desiderio. “Ti voglio dentro di me,” sussurrò, gli occhi nocciola che lo imploravano.
Alessandro si posizionò sopra di lei, il suo membro che sfiorava l’ingresso della sua fica, calda e accogliente. Quando la penetrò, fu come entrare in un luogo sacro: il suo sesso lo avvolse, morbido, caldo, quasi liquido, un abbraccio che lo fece gemere. La sensazione era intensa, il calore della sua fica che lo stringeva, ogni centimetro del suo membro che scivolava dentro di lei, accolto da un’umidità che sembrava pulsare di vita. Laura emise un sospiro profondo, le mani che si aggrappavano alle sue spalle, sentendo il suo membro riempirla, un’unione che era più di un atto fisico. Ogni spinta era lenta, deliberata, come se volessero assaporare ogni istante. Alessandro sentiva la sua fica contrarsi leggermente, un ritmo che rispondeva al suo, un dialogo di corpi che parlava d’amore. Laura, travolta, sentiva il suo membro come un’estensione di lui, un calore che la completava, che la faceva sentire viva, giovane, amata. “Alessandro,” gemette, mentre lui accelerava, ogni affondo più profondo, il suo membro che sembrava raggiungere il suo utero, un luogo intimo che vibrava di piacere. Quando l’orgasmo la colpì, fu un’esplosione: gridò il suo nome, il corpo che tremava, la fica che si stringeva attorno al suo membro, mentre Alessandro, incapace di resistere, si lasciò andare, venendo dentro di lei. Il suo seme caldo la riempì, un flusso che sembrava raggiungere il suo utero, un’unione totale che li legava in un’estasi condivisa.
Laura e Alessandro giacevano intrecciati sul letto della suite al Palazzo Dama, i corpi ancora caldi, avvolti nelle lenzuola di seta bianca. Il profumo Cartier di lei, mescolato al sandalo di lui, aleggiava nella stanza, un’eco della loro passione. La luce delle candele tremolava, mentre Roma scintillava oltre la finestra, testimone silenziosa del loro amore proibito. Laura posò la testa sul petto di Alessandro, ascoltando il battito del suo cuore, il membro di lui ormai quieto dopo l’estasi. “Ti amo,” sussurrò, la voce morbida, e Alessandro rispose con un bacio sulla fronte, le dita che le accarezzavano i capelli. In quel momento, erano solo loro, sospesi in un sogno che li faceva sentire ventenni, nonostante i loro cinquant’anni.
Improvvisamente, il silenzio fu spezzato dal ronzio del telefono di Laura sul comodino. Lo schermo si illuminò, mostrando il nome di suo marito, Paolo. Il cuore di Laura si fermò, il calore della passione sostituito da un’ondata di gelo. “Non rispondere,” mormorò Alessandro, ma la sua voce tradiva l’ansia. Laura fissò il telefono, il respiro corto, la realtà che piombava su di loro come un’ombra. “Devo,” disse, la voce tremante, mentre si sollevava, il corpo nudo ancora segnato dal tocco di Alessandro. Rispose, cercando di mantenere un tono calmo. “Paolo, sono… a una cena con colleghi,” mentì, ma le parole le pesavano come macigni. La voce di lui, sospettosa, chiedeva dove fosse, perché fosse in ritardo. Ogni sillaba era un coltello, un promemoria della loro condizione di amanti, del rischio di essere scoperti.
Alessandro la guardava, il volto teso, il desiderio svanito sotto il peso della paura. Laura riattaccò, il viso pallido, gli occhi nocciola pieni di angoscia. “E se lo scopre?” sussurrò, la voce rotta. Si strinsero l’uno all’altra, il loro amore ora velato di tensione, un fuoco che bruciava ma minacciava di distruggerli. Roma, fuori, continuava a brillare, indifferente al loro tormento.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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