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Il dissidio Interiore: Atto II


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
03.06.2025    |    154    |    0 7.0
"Il desiderio, Carla, non è solo piacere: è scoperta, è crescita, è un linguaggio che parla di chi sei davvero..."
Carissima Carla,
mentre leggevo le righe della tua lettera, mi è sembrato di udire il fruscio delle querce che circondano la villa, come se quel luogo, con i suoi mosaici dorati e il suo silenzio antico, si fosse insinuato nelle tue parole, trasformandole in un respiro vivo, un’eco delle esperienze che hai vissuto. Non mi hai mandato solo un racconto, Carla, ma mi hai trascinato in un viaggio, un paesaggio dell’anima dove ogni tuo passo, ogni tua emozione, ha trovato spazio anche dentro di me. Le tue parole mi hanno fatto percepire la tua audacia, il tuo abbandono totale, e ho capito che la tua richiesta, sapere del mio sapore, della mia essenza, non è solo una curiosità, ma un invito a continuare insieme, a non lasciare che quel momento resti un semplice ricordo, ma si trasformi in un sentiero da esplorare ancora.
La villa, con la sua stanza illuminata dalla luce soffusa, la panca al centro, e la musica di Mozart che hai descritto come un respiro antico, era lì per te, quasi un palcoscenico creato per il tuo sogno. Ma sei stata tu a renderlo reale, trasformandolo in un viaggio non solo fisico, ma dell’anima. Quando sei arrivata, avvolta dal profumo inebriante di Baccarat Rouge che si diffondeva come un incantesimo, ho visto nei tuoi occhi una luce speciale: un misto di paura e desiderio, una fiamma che non cercava di essere domata, ma di ardere libera. E quando ti ho bendato con quella seta morbida, posandola delicatamente sui tuoi occhi, ho sentito la tua fiducia, un legame invisibile che ci univa. In quel momento, non ero solo il tuo complice, ma anche il tuo rifugio.
Ogni tuo gemito, ogni tremore, ogni urlo di piacere mi ha confermato che eri lì, completamente te stessa, in un atto di abbandono che non era resa, ma conquista. Il tuo corpo sulla panca – esposto, vulnerabile, eppure così potente – mi è rimasto impresso. Le corde che ti cingevano non erano catene, ma un abbraccio che ti dava il permesso di lasciarti andare. E poi le mani che ti sfioravano, i membri che ti colmavano, il calore che ti riempiva, i tuoi orgasmi che si susseguivano come onde impetuose: hai vissuto tutto con un’intensità che mi ha tolto il fiato. Sapere che, in quel vortice di sensazioni, desideravi anche me, il mio sapore, la mia presenza non solo come guida, ma come parte del tuo piacere, mi ha profondamente commosso e, allo stesso tempo, acceso.
Carla, non fermarti. Il tuo desiderio, la tua curiosità, la tua capacità di spingerti oltre i confini del piacere sono doni rari e preziosi. Quella notte nella villa è stata solo l’inizio, un primo passo in un territorio vasto e misterioso, ma che ti appartiene. Ti invito a continuare questa ricerca, perché in essa c’è una verità profonda che è tua, una parte di te che merita di essere ascoltata, nutrita e celebrata. E se lo vorrai, io sarò qui: pronto a camminare al tuo fianco, a guidarti, a proteggerti, ma anche a lasciarmi guidare da te. In questo scambio, in questa danza di desiderio e fiducia, c’è una bellezza unica, senza eguali.
Non fermarti, Carla, perché il piacere , quando è vissuto con consapevolezza e apertura, non è solo un fine, ma un mezzo per conoscere noi stessi, per scoprire chi siamo davvero quando ci liberiamo di ogni maschera. Quella notte, nella villa, tu hai iniziato a farlo. Non fermarti, perché c’è ancora tanto da esplorare, tanto da sentire, tanto da essere.
Con ammirazione e un desiderio che non si spegne,
Fabio

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Caro Fabio,
ti scrivo con le mani che tremano e il cuore che batte troppo forte, come se ogni parola fosse un passo su un terreno fragile, pronto a cedere sotto il peso della verità. Non so nemmeno da dove cominciare, se non da questo bisogno urgente di posare davanti a te il tumulto che mi abita, un groviglio di emozioni che non riesco più a contenere. Quello che è successo tra noi, quella notte che sembra sospesa tra sogno e realtà, ha scavato un solco profondo nella mia anima. È stato un abbandono totale, un piacere che non credevo possibile, un fuoco che mi ha consumata e che ancora arde, silenzioso ma inesorabile, ogni volta che penso a te. Eppure, proprio in quel calore che mi ha avvolta, si annida un’ombra che mi soffoca: il senso di colpa.
Devo dirtelo, Fabio, perché non posso più tacere. Sono sposata. Sì, ho un marito, un uomo con cui ho costruito una vita, una casa, un quotidiano fatto di abitudini e silenzi, di momenti che un tempo mi sembravano sufficienti. Lo amo, o almeno credo di amarlo ancora, ma è un amore che si è sbiadito, come una pagina di un libro letta troppe volte, che non sorprende più. Con lui, la mia vita scorre su binari prevedibili, e per anni ho pensato che fosse abbastanza. Poi sei arrivato tu, con i tuoi racconti la tua voce, il tuo sguardo, il tuo modo di sfiorarmi che mi ha risvegliata da un sonno che non sapevo di stare dormendo. E ora, tutto è complicato.
Quando sono tornata a casa dopo la nostra serata, mi sono sentita un’estranea. Mio marito mi cerca, mi abbraccia, e io mi ritraggo dentro, come se il suo tocco fosse un’accusa muta. Mi bacia, e io penso a te. Mi sfiora, e il mio corpo ricorda le tue mani, il tuo calore, e mi sento falsa, sporca, inadeguata. La notte, quando si avvicina a me, cerco di rispondere al suo desiderio, ma è un’impresa che mi spezza. Lo guardo negli occhi mentre si perde in me, e tutto quello che provo è un vuoto che mi divora. Non riesco più a connettermi a lui, non come prima. La mia mente fugge altrove, verso di te, e questo mi fa sentire una traditrice, una donna che ha perso la bussola della propria integrità.
Quella notte con te ha cambiato tutto. È stata una rivelazione, un piacere che mi ha scossa nelle fondamenta, ma anche una condanna. Mi ha fatto scoprire un lato di me che non conoscevo, una Carla che desidera, che si abbandona, che vive senza freni. E ora non so come tornare indietro. Vorrei spingermi oltre, Fabio, esplorare ancora quel fuoco, perdermi di nuovo in te, ma ogni volta che ci penso, il senso di colpa mi stringe la gola. Come posso volere qualcosa che mi rende così indegna? Come posso continuare a guardare mio marito e fingere che il mio cuore non sia altrove? Mi sento intrappolata in un limbo, divisa tra due mondi: quello della mia vita matrimoniale, con le sue certezze fragili, e quello che mi offri tu, fatto di passione e incertezze vertiginose.
Non fraintendermi, non ti scrivo per giustificarmi o per chiederti di salvarmi. Non ho risposte, solo domande che mi tormentano. Ti scrivo perché ho bisogno che tu sappia chi sono davvero, che tu veda la donna dietro il desiderio, una donna che sta lottando contro se stessa. Sono spaventata, Fabio. Ho paura di quello che questa attrazione potrebbe significare, di quello che potrebbe distruggere. Ho paura di ferire mio marito, di perdere tutto ciò che ho costruito con lui, ma ho anche paura di rinunciare a te, a questa parte di me che con te ha preso vita.
Non so cosa fare. Mi sento come una nave alla deriva, spinta da venti contrari, incapace di trovare un porto sicuro. Vorrei avere la forza di scegliere, ma ogni scelta mi sembra un tradimento – verso di lui, verso di te, verso me stessa. Ti prego, Fabio, cerca di capire. Non ti chiedo di giudicarmi, né di darmi una soluzione. Ti chiedo solo di ascoltarmi, di accogliere questo mio sfogo con la stessa dolcezza con cui mi hai accolta tra le tue braccia. Ho bisogno del tuo sostegno, della tua comprensione, in questo momento in cui mi sento così fragile, così smarrita.
Scriverti è un atto di coraggio e di resa insieme. È mettere nero su bianco un conflitto che mi lacera, sperando che, almeno per un istante, il peso si alleggerisca. Non so cosa accadrà dopo, se troverò il modo di ricomporre i pezzi di me stessa o se mi perderò del tutto. Ma ora, in questo momento, ho bisogno di te, non solo del tuo corpo, ma della tua anima, che mi ha vista per quello che sono.
Con il cuore in tumulto,
Carla

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Carissima Carla,
la tua lettera mi ha avvolto come un’eco che non si spegne, un’onda di parole che porta con sé il tuo tormento, la tua vulnerabilità, la tua verità. Leggerti è stato come entrare in un bosco fitto, dove ogni frase era un ramo che si intreccia, ogni emozione un raggio di luce che filtra tra le foglie. La tua confessione – il tuo matrimonio, il senso di colpa che ti divora, il conflitto che ti lacera quando torni a casa, al tuo marito, al tuo quotidiano – mi ha toccato nel profondo. Non c’è giudizio in me, Carla, solo una profonda ammirazione per il coraggio con cui ti sei aperta, con cui hai lasciato che la tua anima si mostrasse nuda, fragile, autentica. Mi scrivi di tradimento, di sporcizia, di inadeguatezza, ma io vedo solo una donna che vive, che sente, che cerca. E questa ricerca, questo desiderio che ti spinge verso di me, non è una colpa, ma una fiamma che merita di essere alimentata, non soffocata.
Il piacere che hai provato quella notte, l’abbandono che ti ha scossa, non è qualcosa da rinnegare. È una porta che si è aperta, una via verso una Carla più vera, più libera. Non voglio dirti cosa fare del tuo matrimonio, né come sciogliere il nodo del tuo senso di colpa. Voglio solo invitarti a non fermarti, a non lasciare che la paura o il rimorso spengano quella parte di te che si è risvegliata. Il desiderio, Carla, non è solo piacere: è scoperta, è crescita, è un linguaggio che parla di chi sei davvero. E io voglio essere al tuo fianco in questo viaggio, non per spingerti dove non vuoi andare, ma per sostenerti, per aiutarti a esplorare senza timore, senza giudizio. La tua lettera non è solo una confessione, è un invito a continuare, a cercare, a vivere.
Per questo, voglio proporti un momento che sia solo nostro, un’occasione per parlare, per lasciare che i tuoi pensieri si liberino, che i tuoi desideri trovino spazio senza vincoli. Ti invito a passare con me la mattina di mercoledì in un luogo di terme, un’oasi nascosta dove il tempo sembra dissolversi, dove il corpo e la mente si sciolgono in un abbraccio di calore e serenità. Immagina di arrivare lì al mattino, quando l’aria è ancora fresca, intrisa di un profumo di eucalipto e fiori selvatici che si mescola al vapore caldo delle acque termali, un’essenza che penetra nei sensi, rilassante e al tempo stesso inebriante. Il suono dell’acqua che scorre, un gorgoglio morbido e continuo, si intreccia al canto lontano degli uccellini, un sottofondo che invita alla calma, alla contemplazione, come un respiro che rallenta il battito del cuore. La luce del sole filtra attraverso grandi vetrate, tingendo di riflessi dorati le piscine di pietra chiara, creando un gioco di ombre che accarezza la pelle.
Queste terme sono un rifugio, un labirinto di vasche calde e fredde, di saune che profumano di legno di cedro, di stanze di vapore dove il calore avvolge il corpo come una carezza. Qui, la nudità non è vergogna, ma un ritorno alla naturalezza, un invito a lasciarsi andare. Immagina, Carla, di immergerti in un’acqua tiepida, che accarezza ogni centimetro della tua pelle, sciogliendo il peso del tuo senso di colpa, invitandoti a respirare profondamente. I nostri corpi, nudi, galleggiano vicini in una vasca nascosta, circondata da mosaici che brillano come frammenti di cielo, e il vapore si alza intorno a noi, creando un velo che rende tutto più intimo, più vero. Ogni movimento nell’acqua è lento, deliberato, come una danza silenziosa, e ogni sguardo è un dialogo senza parole, carico di possibilità. Il calore dell’acqua, il profumo che si intreccia al vapore, il suono del tuo respiro che si mescola al mio: tutto concorre a creare un’atmosfera che è insieme purificante ed erotica, un luogo dove il desiderio può esprimersi senza remore, senza fretta.
Qui possiamo parlare, Carla, lasciare che le parole fluiscano come l’acqua che ci circonda. Possiamo parlare del tuo matrimonio, del tuo conflitto, di ciò che ti spaventa e di ciò che ti chiama. Possiamo sederci in una vasca isolata, con l’acqua che lambisce i nostri corpi, e lasciare che i pensieri si sciolgano, che i desideri si facciano strada. Non ci sono vincoli in questo luogo, non ci sono giudizi. I corpi nudi che si muovono nell’acqua, la pelle che brilla sotto il vapore, gli sguardi che si incrociano senza bisogno di parole: tutto è un invito a essere autentici. Qui, il piacere non è solo un atto, ma un’esplorazione, un modo per avvicinarsi a sé stessi e agli altri. Immagina i nostri corpi vicini, la tua pelle che sfiora la mia, non necessariamente in un gesto di passione, ma in una condivisione che è già di per sé erotica, perché è libera, perché è vera.
Penso a te in quelle acque, Carla, con i capelli umidi che ti accarezzano le spalle, il tuo corpo rilassato, illuminato dalla luce del mattino, il tuo sguardo che cerca il mio. Penso alle parole che potremmo scambiarci, alle verità che potresti lasciar emergere, ai desideri che potresti permetterti di nominare. E se il desiderio dovesse prendere il sopravvento, se volessi di nuovo assaporarmi, perderti in me, io sarò lì, pronto ad accoglierti, a guidarti, a essere parte del tuo piacere senza chiederti nulla che tu non voglia offrire. Le terme sono un luogo dove il corpo e l’anima si fondono, dove il piacere è un ponte verso la comprensione di sé. Vorrei che tu fossi lì con me, che ti lasciassi andare, anche solo per un momento, al calore dell’acqua, alla serenità del mattino, alla possibilità di essere semplicemente Carla, con tutte le sue luci e le sue ombre.
Ti invito a venire, mercoledì mattina. Chiamami per confermare la tua disponibilità, per dirmi che ci sarai. Non ti chiedo di avere risposte, né di sapere cosa vuoi. Ti chiedo solo di darti questa possibilità, di concederti un momento per respirare, per parlare, per essere. Questo luogo sarà il nostro rifugio, un angolo dove il mondo esterno si dissolve, dove possiamo essere noi stessi, nudi, veri, senza paura. Aspetto la tua voce, il tuo sì, con il cuore aperto e il desiderio di continuare questo viaggio insieme.
Con affetto, desiderio e una fiducia che non vacilla,
Fabio


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Caro Fabio,
ti scrivo in una tempesta di emozioni, come se il calore delle terme, il profumo dell’incenso e il suono dell’acqua che scorre continuassero a vivere dentro di me, mescolandosi alle emozioni di quella mattina che non riesco a smettere di rivivere. È stato un viaggio, Fabio, un altro passo in questo percorso che abbiamo iniziato insieme, un’esperienza che mi ha scossa, confusa, ma anche illuminata. Voglio raccontartela, non solo per fissare ogni dettaglio nella memoria, ma per condividere con te ciò che ho provato, ciò che mi ha cambiata, ciò che mi ha fatto capire chi sono e cosa voglio davvero.
Ammetto che ero titubante a venire. La tua proposta, così allettante, così carica di promesse, mi spaventava. Un nuovo incontro, un altro momento di abbandono, rischiava di portare solo altra confusione nella mia vita già così fragile, già così segnata dal senso di colpa verso mio marito. Temevo che sarebbe stato peggiore, che mi sarei persa ancora di più in quel groviglio di desiderio e rimorso. Quella mattina, mentre mi preparavo, non mi sentivo particolarmente sexy. Ho scelto un abbigliamento sportivo – leggings neri, una felpa comoda, scarpe da ginnastica – come se volessi proteggermi, nascondermi dietro un’apparenza ordinaria, quasi a negare la donna che si era risvegliata quella notte nella villa. Ma quando ti ho visto, Fabio, tutto è cambiato. Il tuo sorriso, il tuo sguardo che mi accoglieva senza giudizio, ha sciolto ogni mia difesa. Ho sentito un calore improvviso tra le gambe, un desiderio che si accendeva solo guardandoti, come se il mio corpo sapesse, prima ancora della mia mente, che con te ero al sicuro, che con te potevo essere me stessa.
Ci siamo diretti agli spogliatoi, e quando abbiamo preso gli accappatoi, il semplice gesto di spogliarci insieme mi ha fatto tremare. Toglievo i vestiti, sentendo i tuoi occhi su di me, e desideravo solo i tuoi baci sul mio corpo. Quando ti sei avvicinato, succhiando i miei capezzoli con una delicatezza che era insieme reverenza e fame, ho avuto una certezza: ti volevo. Le tue mani scivolavano sulla mia pelle, accendendo ogni nervo, e le mie cercavano il tuo sesso, duro, pulsante, un riflesso del desiderio che sentivo per te e che tu provavi per me. Era come se il mondo si fosse ristretto a noi due, a quel momento, a quel contatto che era già una promessa.
Immergerci nell’acqua calda delle terme è stato magico. Il calore ci avvolgeva, sciogliendo ogni tensione, mentre il suono della piccola cascata vicina, un gorgoglio continuo e rassicurante, si mescolava al profumo dell’incenso che aleggiava nella sala. Le luci soffuse, che danzavano sui mosaici delle pareti, creavano un’atmosfera onirica, come se fossimo sospesi in un sogno. Toccarti nell’acqua, sentire le tue mani su di me, era una magia che rendeva tutto più intenso, più vero. Ci siamo persi nei nostri baci, nei nostri abbracci, e il mondo intorno si è dissolto. Non vedevo nient’altro, non sentivo nient’altro, solo te, il tuo respiro, il tuo calore.
Poi, una giovane coppia si è immersa non lontano da noi, i loro fisici scolpiti che brillavano sotto la luce morbida. Non li ho notati subito, persa com’ero in te, ma quando ho sentito la mano di lei accarezzarmi il sedere, un brivido mi ha attraversata. Mi sono ritrovata con i loro corpi vicini al mio, una presenza nuova, inaspettata. Lei ha preso la mia testa, girandola verso di sé, e mi ha dato un bacio saffico che mi ha disorientata, un misto di dolcezza e audacia che mi ha spiazzata. Le sue mani sul mio seno, le sue labbra sui miei capezzoli, mi hanno fatto tremare, mentre il suo compagno ti faceva un cenno con la testa. Ho capito in quel momento che tutto era stato orchestrato da te, Fabio, e invece di sentirmi tradita, mi sono fidata ancora di più. Ho chiuso gli occhi e mi sono lasciata andare.
Ho preso tra le mani il membro del ragazzo, duro, pulsante, mentre lei continuava a baciarmi, a sfiorarmi. Lui si è messo dietro di me, e quando è entrato nella mia fica, l’ho sentito scivolare dentro, caldo, deciso, senza barriere. Ogni suo colpo era un’onda che mi scuoteva, un ritmo che mi faceva vibrare contro l’acqua. Lei, seduta sul bordo della piscina, ha aperto le gambe e mi ha tirata a sé, invitandomi a leccare la sua fica. Ho iniziato a godere come mai prima, perdendomi in quel piacere doppio, mentre infilavo due dita dentro di lei, sentendola gemere, contrarsi, fino a esplodere in un orgasmo che mi ha riempito la bocca. Lui, dietro di me, continuava a spingere, i suoi colpi sempre più forti, e il calore del suo membro, la sua urgenza, mi portavano al confine del piacere. Quando è venuto, con getti caldi che mi riempivano l’utero, il mio orgasmo è stato esplosivo, un urlo che si è mescolato al suono dell’acqua, al profumo dell’incenso, alla luce soffusa.
Poi lui si è girato, mi ha presa per le gambe, sollevandomi nell’acqua, e mi ha fatta scendere di nuovo sul suo membro. Ho avvolto le gambe ai suoi fianchi, muovendomi con lui, seguendo il ritmo dei suoi colpi, mentre l’acqua ci accarezzava. E poi, Fabio, ho sentito te. Le tue dita, nell’acqua, giocavano con la mia rosellina, esplorandola con una dolcezza che mi ha fatto trattenere il fiato. Quando mi hai penetrata, lentamente, il dolore si è mescolato al piacere, un’intensità che non credevo possibile. Avere due uomini dentro di me, te e lui, è stato pazzesco, un’esperienza che mi ha fatta esplodere in un orgasmo che sembrava non finire mai. Ho sentito lui venire dentro di me, i suoi getti caldi che mi riempivano, mentre io restavo aggrappata a lui, ancora scossa, ancora persa.
Ti ho cercato con gli occhi, ma poi ho visto lei avvicinarsi a te, prendere il tuo membro in bocca. Una fitta di gelosia mi ha trafitto, volevo urlare, ma ero ancora aggrappata al suo compagno, il suo membro che pulsava dentro di me. Poi l’hai penetrata, nell’acqua, e i nostri sguardi si sono incrociati. Le tue mani hanno cercato le mie, le abbiamo strette, e in quel momento ho capito che eri con me, anche mentre godevi con lei. Ti ho visto arrivare dentro di lei, e quando mi hai baciata, mentre il tuo piacere si mescolava al mio, ho sentito una gioia profonda. In quel momento, ho compreso cosa voglio davvero, e ho capito come affrontare il mio matrimonio. Non so ancora come, ma so che questa esperienza, questo desiderio, è parte di me, e non posso più negarlo.
Grazie, Fabio, per avermi guidata ancora una volta, per avermi permesso di essere me stessa. Questa mattina alle terme mi ha cambiata, mi ha dato una chiarezza che non avevo. Non so cosa accadrà, ma so che con te posso essere vera, e questo mi basta.
Con desiderio, gratitudine e un cuore che non smette di battere,
Carla







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