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tra due .....08 Decisione


di iltiralatte
01.06.2025    |    125    |    2 9.0
"Avrebbe voluto avanzare, rompere il silenzio con una parola, un gesto, qualsiasi cosa..."
La decisione

Leo si era vestito da marinaio, orgoglioso della sua barca pronta per salpare.
Il suo veliero, una fusione perfetta tra tradizione e tecnologia, vantava un elegante scafo affusolato, vele imponenti che catturavano anche la più leggera brezza, e un motore ausiliario, pronto a intervenire nei momenti di calma piatta.
Sul ponte, un sistema di controllo automatico garantiva una rotta impeccabile, gestendo vento e onde con precisione assoluta.
Era più di una barca: era un simbolo di libertà e ingegno.
Ogni dettaglio era curato alla perfezione, ogni nodo e ogni vela parlavano di un uomo che aveva già deciso.
La sua euforia era palpabile mentre mostrava a Mila il suo mondo, il suo rifugio lontano da tutto.
— Vieni con me
La invitò con sorriso sicuro.
— Lasciamoci tutto alle spalle.
— Solo io, te e il mare.
Mila lo guardò.
L’idea era allettante.
La possibilità di scappare, di non dover più scegliere, di affidarsi semplicemente a lui e al vento.
Tuttavia qualcosa non le sembrava completamente sincero.
Era davvero libertà quella che Leo le offriva?
Oppure solo un’altra fuga da una realtà che stava diventando troppo difficile da affrontare?
Il mare era grande.
Sconfinato.
Guardandolo però, non riusciva a sentirsi libera davvero.

A casa, Leo le domandò il telefono per controllare qualcosa: un gesto apparentemente innocente, quasi casuale.
Mila esitò.
Solo un attimo, ma abbastanza da far nascere un sospetto in lui.
Lo apprese dai suoi occhi, anche se Leo non proferì parola.
Il suo sorriso rimase immobile, il tono della voce invariato, ma Mila sapeva che qualcosa si era incrinato.
Egli lasciò perdere, non insistette, ma dentro di sé il dubbio lo aveva nuovamente raggiunto.
Non se ne sarebbe andato facilmente.
Il giorno successivo il sospetto diventò troppo pesante da ignorare.
Leo la seguì.
La osservò mentre camminava, mentre scriveva un messaggio, mentre si dirigeva verso una zona che non apparteneva alla loro vita comune.
La vide con Bruno abbracciarlo e baciarlo.
Nessuna spiegazione.
Nessuna giustificazione.
Solo la realtà nuda e cruda davanti ai suoi occhi.
Mila lo cercava ancora.
Mila non aveva mai smesso di vederlo.
Leo restò immobile, sentendo il cuore martellare nel petto, ma non reagì.
Non ancora.
Tornato alla barca, Leo continuò come se nulla fosse successo.
Sistemò ogni dettaglio, spinse l’entusiasmo ancora più avanti, fingendo di non vedere le ombre che si erano ormai fatte troppo presenti.
Mila lo guardava, cercava una crepa, un segnale, un’esitazione.
Ma Leo era perfetto, come sempre.
Non chiese nulla.
Non fece domande.
Solo un uomo e la sua barca, pronti per salpare.
Ma ora qualcosa si era spezzato definitivamente.
Mentre il mare si stendeva infinito davanti a lui, non rappresentava più solo un sogno di libertà, ma una fuga da qualcosa che non voleva affrontare.
Leo era concentrato, ogni gesto misurato, ogni corda legata con un’attenzione quasi maniacale.
La barca doveva essere perfetta.
Senza sbavature, senza errori.
Mila lo osservava, appoggiata al bordo, mentre lui controllava una vela e poi un’altra, con la meticolosità di chi si sta preparando a partire per qualcosa di definitivo.
Il suo entusiasmo era evidente: troppo evidente.
Quasi esagerato.
Leo parlava del mare, di orizzonti senza confini, di partire senza voltarsi indietro.
Mila percepiva un tono strano, forzato.
Come se quel sogno che lui le stava proponendo fosse più una fuga che non una vera liberazione.
Leo la guardò con un’intensità che non lasciava spazio a esitazioni.
— Vieni con m?,
Ripeté con voce decisa ma con una sfumatura quasi supplichevole.
Non era solo un invito.
Era una scelta.
Un taglio netto con tutto ciò che li aveva resi fragili, con ogni dubbio, ogni incertezza.
Il mare sarebbe stato la loro salvezza.
La loro fuga.
Mila abbassò lo sguardo sulla barca. Impeccabile, perfetta, pronta a partire.
Eppure, dentro di sé, avvertiva un peso che non riusciva a ignorare.
— Una fuga definitiva,
Ripeté, come per testare il sapore di quelle parole.
Leo annuì, avvicinandosi di un passo, quasi ad anticipare la sua risposta.
Per Mila, in quell’istante, la barca non sembrava un nuovo inizio.
Sembrava più una via di fuga.
Lei non era proprio certa di voler scappare.
Leo le sorrise con l'entusiasmo di chi sta proponendo un'avventura.
La sua voce era sicura, decisa, e la barca dietro di lui sembrava una promessa di nuovo inizio.
— Partiamo, Mila.
— Lasciamo tutto alle nostre spalle
,Ribadì aprendole le braccia come se il mare fosse già loro.
Mila non avvertì eccitazione.
Provò qualcosa di diverso.
Un peso che si adagiava sulle spalle, che le stringeva il petto.
Eppure, più lo ascoltava, più si domandava se tutto questo fosse davvero libertà.
Oppure era solo una fuga mascherata da sogno?
Chiudere gli occhi sul resto del mondo non era essere liberi.
Era solo evitare di guardarlo.
Mila, per la prima volta, non era più sicura di voler scappare.
Mila osserva la barca, perfettamente ancorata, con le vele pronte a catturare il vento.
Una promessa di fuga, di movimento, di possibilità infinite.
Nondimeno, non riusciva a ignorare il peso della scelta che quella barca portava con sé.
Leo parlava di libertà: vento tra i capelli, giorni senza pensieri, mare aperto.
Più lo ascoltava, più Mila si domandava se fosse davvero così
Ma era davvero libertà?
Il mare è imprevedibile, vasto, senza confini, mentre la barca è controllata, sicura, progettata per un viaggio deciso in anticipo.
E lei?
Cosa voleva davvero?
Rimanere nella sicurezza di chi ha sempre una rotta tracciata?
Oppure lanciarsi nell’ignoto, sapendo che avrebbe potuto ritrovarsi senza punti di riferimento, senza certezze, ma finalmente libera?
Mila strinse le mani, guardando le onde che si infrangevano contro lo scafo.
Ogni cosa dentro di lei le gridava che la risposta non era tanto semplice.
Leo le tese la mano, con un gesto distratto ma sicuro:
— Passami il telefono, devo effettuare un controllo.
Mila lo guardò per un istante, troppo lungo per essere normale.
Abbassò lo sguardo sul telefono, stringendolo nel palmo, esitante.
Abbassò lo sguardo sul telefono, stringendolo nel palmo come se fosse un oggetto improvvisamente troppo prezioso per lasciarlo andare.
— Non serve,
Affermò con voce più ferma di quanto lei stessa si aspettasse:
— Ti avviso io se c'è qualcosa di importante.
Leo mantenne il sorriso, ma dentro di sé il dubbio si fece imperioso..
Non insistette.
Non fece domande.
Sapeva che quell’attimo non era casuale.
I dubbi che erano stati sopiti, riemersero in tutta la loro drammaticità-.
L’incertezza impiantò radici fisse.
Leo tese leggermente in avanti, la mano aperta, attendendo il telefono.
Un gesto semplice.
Naturale.
Mila esitò.
Solo un istante.
Un movimento impercettibile, un respiro trattenuto, ma sufficiente a confermare quel dilemma in Leo.
Ella glielo porse, sì, ma troppo lentamente, come se quell’oggetto fosse improvvisamente diventato qualcosa di privato, di fragile.
Leo lo prese con la stessa naturalezza di sempre.
Sorrise.
Non disse nulla.
Nel suo cuore, la domanda aveva già cominciato a farsi spazio.
Cosa c’era su quel telefono che Mila non voleva mostrargli?
Leo non cambiò espressione.
Mantenne il sorriso, la postura rilassata.
Come se nulla fosse successo.
Ma dentro, la trattura era oramai inevitabile.
La breve esitazione di Mila: quel battito di ciglia in più, quella mano che non si era subito mossa, lo aveva toccato più di quanto lui stesso avrebbe voluto ammettere.
Non insistette.
Non la guardò diversamente.
Però il dubbio, ora, gli camminava accanto.
Una volta insinuatosi, non se ne sarebbe andato.
Mila sorrise, cambiò argomento, lasciò scivolare il momento come se nulla fosse successo.
Parlò della barca, dell’acqua che scintillava sotto il sole, della bellezza del mare che li attendeva.
Ma capì che Leo non aveva dimenticato.
La sua voce era sempre la stessa.
Il suo sguardo non era cambiato.
Eppure, qualcosa era diverso.
Era sottile, quasi impercettibile, ma Mila sapeva che quel piccolo attimo di esitazione aveva lasciato il segno.
Leo non lo disse.
Non lo mostrò.
Leo aveva sempre pensato di conoscere Mila, di sapere cosa aspettarsi da lei.
Quel piccolo gesto. quell'attimo di esitazione, quel telefono stretto con un'inconsapevole riluttanza aveva incrinato tutto dentro di lui.
La certezza che aveva sulla loro relazione, sulla fiducia tra loro, non era più solida.
Non era rabbia.
Non era ancora sospetto.
Era un'ombra, una crepa che non poteva ignorare.
Nel silenzio che seguì, mentre Mila continuava a parlare di altro, Leo si rese conto che niente sarebbe più stato esattamente come prima.
Leo provò a scacciare il dubbio, a convincersi che non c’era nulla di cui preoccuparsi.
Ma il pensiero ritornava.
Invisibile, ma presente.
Mila si comportava come sempre, il sorriso naturale, le parole leggere.
Tuttavia Leo sentiva che qualcosa era cambiato.
Per questo, senza nemmeno rifletterci troppo, il giorno dopo. Prima sella partenza,,decise di seguire Milla.
Non era rabbia.
Non era ancora sfiducia.
Era il bisogno di sapere: di vedere con i propri occhi ciò che, dentro di sé, temeva da giorni.
Mila camminava senza fretta col telefono in mano,
Ogni tanto scriveva un messaggio, lo leggeva e lo cancellava.
Leo la osservava da lontano, giudicando ogni suo passo come una conferma o una condanna
C’era qualcosa che non gli apparteneva, qualcosa che non faceva parte della loro routine, dei loro momenti.
Quando ella svoltò in un quartiere che non riconosceva come parte della loro vita, Leo sentì il fiato farsi pesante.
.La vide fermarsi.
Era chiaro:stava aspettando qualcuno.
Già sapeva cosa stesse per accadere.
Perché ora non era più solo un sospetto.
Una realtà stava prendendo forma davanti ai suoi occhi.
Egli non poteva più ignorarla.
Leo si fermò di colpo, come se il mondo intorno a lui avesse smesso di ruotare.
Il respiro si spezzò, il battito nel petto divenne assordante.
Mila si avvicinò a Bruno con la naturalezza di chi non sta nascondendo nulla.
Come se lui, Leo, non esistesse affatto in quel momento.
Come se quello fosse il suo posto.
Leo non fece un passo avanti.
Non chiamò il suo nome.
Restò fermo, paralizzato, mentre il sospetto che lo aveva tormentato fino a un attimo prima si trasforma in certezza vedendo Mila scambiare un bacio con Bruno.
Qualcosa si frantumò per sempre.
Fu sufficiente il modo in cui Mila guardò:il suo rivale, quello sguardo che si illuminava per un istante, che si ammorbidiva senza alcuno sforzo.
Il modo in cui parlava, il tono spontaneo, privo di esitazioni.
Ogni movimento, ogni inclinazione del corpo raccontava una storia che Leo non avrebbe mai voluto conoscere.
La vide seguirlo all’interno di una abitazione
Non servivano parole, non servivano spiegazioni.
Leo lo vide.
Lo capì.
Afferrò il fatto che tra Mila e Bruno, c’è ben più di qualcosa.
Ora lui non poteva più fingere di non sapere nulla ed ignorare.
Il cuore martellava nel petto, la tensione che gli stringeva la gola.
Rabbia.
Dolore.
Due emozioni che si sovrapponevano senza trovare equilibrio.
Avrebbe voluto avanzare, rompere il silenzio con una parola, un gesto, qualsiasi cosa.
Ma non lo fece.
Restò immobile, sospeso in quel momento che lo aveva appena distrutto.
Sapeva che reagire ora, sarebbe solo stata una inutile tempesta senza controllo.
Egli,viceversa aveva bisogno di capire.
Di seguire fino in fondo ciò che sta provando, senza lasciare che l’istinto prendesse il sopravvento.
Così, osservò in silenzio, lasciando che il dolore continuasse a fluire dentro di lui.
Leo resta inebetito, il respiro lento eppure ansimante.
Ogni fibra del suo corpo avrebbe voluto avvicinarsi, chiederle spiegazioni, rompere quel silenzio che ormai pesava più di tutto.
Ma non lo fece.
Perché sapeva di non essere ancora pronto.
Affrontare Mila adesso sarebbe stato solo uno sfogo, un’esplosione di emozioni che non gli avrebbe fornito risposte.
Egli, invece, aveva bisogno di capire.
Di sentire fino in fondo cosa significasse davvero quello scena cui aveva appena assistito.
Di capire chi era Mila per lui, adesso.
Così, restò fermo.
Non fece nulla.
Non disse nulla.
Mestamente tornò alla barca.

Mila ora aveva raggiunto Leo alla barca.
Era tranquilla.
Ancora una volta era riuscita a convincere Bruno ad attendere.
Ora poteva tranquillamente assentarsi con Leo.
Leo continua a muoversi con precisione, verificando le corde, controllando le vele, riordinando ogni dettaglio dell’imbarcazione., come se tutto fosse normale.
Mila lo guardò, in cerca di un cenno, un’esitazione, qualcosa che tradisse il suo pensiero.
Ma Leo non disse nulla.
Non fece domande.
Non accennò a ciò che aveva visto, non mostrò neppure una crepa nel suo atteggiamento.
Eppure, Mila percepì che qualcosa Leo doveva aver visto e compreso sia pur senza mostrarlo.
Non un cenno, non una parola che tradisse un’emozione.
Solo l’uomo e la sua barca, pronti a partire.
Il silenzio che ora pesava più di qualsiasi parola.
Nell’anima di Leo qualcosa si era spezzata irrimediabilmente.
Non era rabbia.
Non era ancora dolore.
Era una consapevolezza silenziosa, un punto di non ritorno che aveva già cambiato tutto.
Mila non lo sapeva.
Ma Leo sì.
Il mare davanti a lui non era più solo un sogno di libertà.
Rappresentava una fuga da qualcosa che non si poteva più controllare.
Leo si fermò a prua, gli occhi fissi sull’orizzonte.

Ora, mentre le onde si infrangevan leggere contro lo scafo, capì che non era più solo questo.
Il mare, ora, era una via di fuga.
Una distanza che poteva mettere tra sé e tutto ciò che non poteva controllare.
Tra sé e Mila.
Tra sé e quella verità che egli si rifiutava di conoscere.
Non sapeva ancora dove andare.
Sapeva solo che sarebbe andato via.

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