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Confessione di una troia a Milano

05.07.2025 |
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"Io volevo andarmene… ero confusa, tremavo, col respiro spezzato, le ginocchia segnate dalla moquette dell’albergo..."
Non so da dove cominciare… Ma devo raccontarlo. Devo scriverlo, perché non riesco più a tenermelo dentro.
Quel pomeriggio a Milano… mi ha cambiata. Mi ha aperta. Mi ha fatta troia per davvero.
Dovevo solo prendere un treno.
Ma indossavo quel vestito corto, senza mutande, e dentro di me… avevo una voglia tremenda di essere vista, presa, usata.
Poi l’ho incontrato. Alex.
Mi ha guardata e ha capito tutto.
Io l’ho guardato e ho abbassato gli occhi. Mi sono già arresa. Mi ero già aperta solo con lo sguardo.
Mi ha portata in albergo.
Appena entrata… ha chiuso la porta, mi ha afferrata per i capelli e mi ha detto all’orecchio:
"Sei la mia troia ora. E non ti fermerai."
Mi ha spinta in ginocchio.
Gli ho aperto la zip. L’ho preso in bocca. Tutto.
Lui mi teneva per la testa, e mi spingeva fino in gola.
Godevo. Sì… mentre mi strozzavo. Godevo.
Poi è entrato il suo amico.
E lì… ho capito che sarei stata spaccata.
Mi hanno piegata.
Uno davanti. Uno dietro.
Mi hanno presa tutta.
Mi hanno aperta. Sfondata. Riempita.
Mi parlavano sporco.
Mi chiamavano troia.
E io… **venivo** ogni volta che sentivo quella parola.
Alla fine mi hanno lasciata lì, col letto tutto bagnato, il viso sporco, il culo dolorante.
E un solo pensiero in testa:
“Voglio ancora. Voglio tornare lì. Voglio essere di nuovo la loro troia.”
Pensavo fosse finita.
E invece no.
Io volevo andarmene… ero confusa, tremavo, col respiro spezzato, le ginocchia segnate dalla moquette dell’albergo.
Avevo ancora la gola calda e il culo pulsante.
Mi sono alzata, ho cercato di sistemare i vestiti. Ma Alex mi ha guardata. Fermo, serio, dominante.
“Dove vai, trav?” – mi ha detto, con un tono che mi ha gelata e bagnata insieme.
“La nostra troia non se ne va finché non abbiamo finito.”
Poi mi ha sorriso. Quel sorriso maledetto. E mi ha fatto sedere sul letto, con le gambe aperte.
Mi ha guardato lì, proprio lì, tra le cosce.
“Tu sei tutto. E oggi ti montiamo come meriti.”
Il suo amico era già dietro di me.
Mi ha preso i polsi. Mi ha spinta a terra.
Alex mi ha preso in bocca di nuovo. Ma questa volta… mi ha fatto toccare anche lui.
Sì, mi ha fatto toccare il suo amico, e io… **ho iniziato a montarlo io.**
Mi tenevano tra loro. Uno mi scopava la bocca, l’altro mi prendeva con forza.
Il mio corpo vibrava.
Il mio sesso era teso, duro, colante.
Il mio buco… **lento ma cedevole, caldo, si apriva a ogni spinta.**
E poi…
Mi hanno messa sopra.
Io sopra l’amico, e Alex dietro.
**Mi hanno montata insieme. Davvero. Tutto dentro.
Mentre io geminavo e mi toccavo come una troia senza pudore.**
Mi hanno fatto venire. Forte.
**Senza nemmeno toccarmi.**
Solo con la pressione, la voce, le spinte.
Io, trav, scopata come mai prima.
E nel mio sguardo… **c’era solo godimento.** By Nicole
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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